Alberto Sordi (attore)    Roma 26.07.1998

             Intervista di Gianfranco Gramola  

Un giorno da sindaco, 80 anni da mito

Alberto Sordi si spegne nella notte tra il 24 e il 25 febbraio 2003, all'età di 82 anni. La salma viene traslata nella sala delle armi del Campidoglio, dove per due giorni riceve l'omaggio ininterrotto di una folla immensa; il 27 febbraio si svolgono i funerali solenni nella Basilica di San Giovanni in Laterano, davanti a circa 500 mila persone.

Alberto Sordi è nato a Roma il 15 giugno del 1920. Quarto figlio di Pietro Sordi, professore di musica e di Maria Righetti, insegnante elementare, nacque nel quartiere popolare di Trastevere. Già nelle scuole elementari iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette per un pubblico di suoi coetanei, oltre a cantare come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina. Nel 1936 incise un disco di fiabe per bambini per conto della casa discografica Fonit e con il ricavato partì per Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione. Rientrato nella capitale, nel 1937 trovò lavoro come comparsa a Cinecittà e vinse un concorso indetto dalla Metro Goldwin Mayer per doppiare la voce di Oliver Hardy (inizialmente doppiava con lo pseudonimo Albert Odisor). Provò con il teatro leggero e dopo un tentativo infruttuoso con la compagnia di Aldo Fabrizi, ritentò insieme con un amico d'infanzia e formò un duo di imitatori e fantasisti durato per poco tempo, e riuscì finalmente a debuttare nel teatro di rivista come ballerino di fila nella compagnia di Guido Riccioli e Nanda Primavera. Seguiranno tante altri spettacoli, diretti da grandi nomi come Marcello Marchesi, Mario Mattoli e Garinei e Giovannini. Ottiene successo anche nella radio, con le trasmissioni di Corrado che lo lancia attraverso “Rosso e nero” (1947) e “Vi parla Alberto Sordi” (1950), dove crea alcuni personaggi destinati alla grande popolarità, come il signor Dice, il Conte Claro e Mario Pio. Nel cinema si fa notare nel 1951 con una pellicola sceneggiata da Cesare Zavattini:” Mamma mai che impressione”. Tra il 1952 e il 1955 la popolarità di Sordi esplose sul grande schermo, dapprima con due film diretti da Fellini “Lo sceicco bianco” e “I vitelloni” e poi con alcuni diretti da Steno: “Un giorno in pretura” e “Un americano a Roma”, che fu un trionfo travolgente ed autentico al botteghino.Con l'avvento della commedia all’italiana ha dato vita a una moltitudine di personaggi quasi tutti negativi di italiano medio, poco edificanti ma rispondenti a una realtà evidente. Sordi in più di mezzo secolo di carriera è riuscito a fornirci un ideale valido della storia dei valori e dei costumi dell'italiano tipico dal periodo bellico ai giorni nostri, osservato nelle sue bassezze, ma in fondo giustificato per il suo buon cuore e per la sua capacità di sognare ad occhi aperti. E' impossibile enumerare tutte le sue interpretazioni, perché sono talmente tante e in tutti i campi artistici, oltre a tutti i riconoscimenti al merito che ha ricevuto. Ne cito solo alcuni:

Scipione l’Africano (1937) – Sotto il sole di Roma (1948) – Mamma mia che impressione (1951) –Toto’ e i re di Roma (1952) – Lo sceicco bianco (1952) – I vitelloni (1953) – Un giorno in pretura (1953) – Un americano a Roma (1954) – Il segno di Venere (1955) – La bella di Roma ( 1955 ) – Mio figlio Nerone ( 1956 ) –  Il conte Max ( 1957 ) – Ladro lui, ladra lei (1957) –  Venezia, la luna e tu (1958) –  Il moralista (1959) – Costa azzurra (1959) – La grande guerra (1959) – Il vedovo (1959) – Gastone (1959) –  Il vigile (1960) –  I due nemici (1961) –  Il maestro di Vigevano (1963) –  Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966) – Il medico della mutua (1968) – Nell’anno del Signore (1969) – Polvere di stelle (1973) – Finché c’è guerra, c’è speranza (1974) – Un borghese piccolo piccolo (1977) –  Il malato immaginario (1979) – Il marchese del Grillo (1981) – Io so che tu sai che io so (1982) –  Il tassinaro (1983) – Troppo forte (1985) – Un tassinaro a New York (1987) –  L’avaro (1990) – In nome del popolo sovrano (1990) – Vacanze di Natale ’91 (1991) – Nestore, l’ultima corsa (1994).

Ha detto:

- Ho avuto la fortuna di fare l'attore che è l'unica cosa che so fare, non mi annoio e quindi vado avanti.

- Se hai la salute è bello invecchiare. Ricevi più attenzioni, più rispetto e ti danno la mano se devo scendere dalle scale.

- I romani non sono titolari di un dialetto, si limitano a storpiare l'italiano non per ignoranza, ma per pigrizia.

- Per me la villeggiatura significa massima disponibilità per se stessi, senza neanche l'ombra di programmi

- Viviamo a Roma, nella città più bella del mondo. A chi parte chiedo sempre:" Ma 'ndo vai?".

- Sono romanista da quando sono nato. La Roma è più di una squadra, è il cuore di questa città.

- Mia madre? Sembrava una Madonna. Aveva un cuore d'oro e si commuoveva facilmente. L' ho vista piangere anche leggendo "Cuore" di De Amicis e "Pinocchio" di Collodi.

Curiosità

- Il papà Pietro era musicista e suonava il basso tuba nell'Orchestra del teatro Costanzi (l'attuale teatro dell'Opera di Roma) e la madre Maria Righetti faceva l'insegnante. 

- Alberto Sordi nel 1937 cantava nel coro della Cappella Sistina fino a quando vinse un concorso indetto dalla Metro Goldwyn Meyer, diventando la voce di Oliver Hardy (Ollio).

- Nel 1993 è stato nominato Ufficiale delle Arti e delle Lettere dal Ministro della cultura francese Jacques Toubon.

- E' cittadino onorario di Sarnano (Macerata) dal 1995.

- Ha un diploma di ragioniere preso come privatista.

- Un tratto del lungomare di Jesolo è stato intitolato ad Alberto Sordi.

- Da ragazzino giocava a pallone nel ruolo di terzino. "Tutta Trastevere - dice - mi conosceva".

- Il 7 dicembre del 2003, è stata intitolata al grande attore la restaurata Galleria Colonna a Roma, divenuta Galleria Alberto Sordi.

Intervista

Alberto Sordi abita in una splendida villa sul Celio, in via Druso, vicino alle Terme di Caracalla. "Ci vivo dal '53. Pensa che era un casale e a quel tempo mi costò ben 80 milioni. Mi piacque molto e lo feci ricostruire. Poi lo arredai personalmente con la piscina, un grande giardino e un orticello. Questo è il mio rifugio, la mia oasi di tranquillità".

Lei è trasteverino, vero?

Certo! Sono nato a via S. Cosimato, quindi sono trasteverino doc. Ma perché mi dai del “lei” ?

Non sono capace di darle del “tu”, lei è troppo grande, è un mito …

Fa’ come te pare, Gianfrà…

Com'era la Roma della sua infanzia?

Era bellissima, molto più tranquilla. C'è da dire che Roma non è nata in questi ultimi decenni ... ha oltre 2000 anni e una volta tutte le sue ricchezze storiche e artistiche erano più in vista e più conservate di oggi. Oggi Roma è invasa da automobili, dal degrado e adesso stiamo perdendo questi tesori che sono patrimonio italiano di immenso valore.

Com'è il suo rapporto con Roma?

lo sono romano non soltanto anagraficamente , sono romano nell'epidermide, perciò qualunque cosa dovesse accadere a Roma, io dalla mia città non mi muovo. Sono fedele!

Cosa prova nel tornare a Roma dopo un'assenza?

Ritengo che Roma sia la città più bella del mondo, più importante del mondo e più ricca dei mondo di opere d'arte storiche che tutti desiderano e auspicano di poterle vedere.

E il suo rapporto con la cucina romana?

Noi romani abbiamo una grande tradizione culinaria, abbiamo una grande cucina con dei cibi molto genuini e dei prodotti garantiti. lo sono un gran mangiatore di pasta e la metto in prima linea su tutto. La preferisco condita con del pomodoro, che è l'elemento, il condimento principe che non ha paragoni. Odio tutte quelle panne, quelle besciamelle. Ma la mia "pappata" preferita sono i rigatoni col sugo di polpettine, filetti di melanzane e la ricotta romana. 

C'è un angolino a cui lei si sente molto legato?

Sì! Quello de casa mia . Il punto dove abito penso che sia un angolino privilegiato. Di fronte a Caracalla, non c'è posto migliore. lo abito nel centro della Roma del passato, abito dove la Roma dell'Impero aveva gli edifici e tutto quello che, in un certo momento, ruotava intorno all'Imperatore e ai Senatori.

Secondo lei quali sono i pregi e i difetti dei romani?

I difetti sono la pigrizia e l'indolenza, difetti che sono legati alla struttura fisica ed epidermica dei romani, contemporaneamente sono anche dei pregi, perché quella pigrizia diventa quasi filosofia, cioè ci si muove con maggior calma e maggior riflessione. Il romano si esprime male perché è appunto indolente, è titolare di una indolenza che ha origini storiche che può essere considerata, come ti dicevo prima, una filosofia di vita. Sembra menefreghista ma non lo è, perché per il romano fare qualcosa è una fatica, un impegno, però alla fine è una persona buona e generosa. 



Per lei cosa vuol dire "essere romano"?

Avere le fortuna di essere nato a Roma.

Ma qual è il fascino di Roma?

E' quello che ti ho descritto fino adesso, è la città più bella del mondo e poi il suo clima è meraviglioso. Roma è un museo a cielo aperto con dei tesori di inestimabile valore. Una volta però era ancora più privilegiata. C'era la brezza marina, il ponentino romano che dava sempre un soffio, un alito di freschezza.

Da anni si parla di eliminare il mercato domenicale di Porta Portese. Cosa ne pensa?

Da anni si parla di tante cose, ma non se ne fa niente. Ce ne sono tante altre più. urgenti da fare per Roma che eliminare un mercato che per tradizione è anche una caratteristica romana.

Un consiglio a Rutelli per migliorare Roma?

Che Dio gliela mandi buona, perché la volontà c'è in lui di migliorare Roma, ma non ha l'autorità assoluta di poter attuare le cose che vuol fare. Ma il mio sogno e di liberare Roma dalle automobili, quindi un sogno impossibile.

La ringrazio della bella chiacchierata, signor Sordi.

E’ stato un piacere, caro Gianfranco. Un abbraccio.

 

Nel febbraio 2003, si è spento il mitico Alberto Sordi. Gigi Proietti, amico di Alberto, ha voluto salutare l'artista scomparso con un sonetto:

Io so' sicuro che nun sei arivato

ancora da San Pietro in ginocchione;

a mezza strada te sarai fermato

a guardà 'sta fiumana de perzone.

Te rendi conto si cch'hai combinato?

Questo è amore sincero, è commozzione,

rimprovero perchè te ne sei annato,

rispetto vero: tutto pe' Albertone.

Starai dicendo: Ma che state a ffà?

Ve vedo tutti tristi, ner dolore.

E ciai raggione! Tutta la città

sbrilluccica de lagrime e de ricordi!

Chè tu nun sei sortanto un granne attore,

tu sei tanto de ppiù: sei Alberto Sordi!