Carmen Llera Moravia (scrittrice)     Roma  settembre 1995
                                                       
                  Intervista di Gianfranco Gramola  

Una donna che di libri se ne intende

Carmen Llera, vedova dello scrittore Alberto Moravia, è nata in Spagna, precisamente a Tudela, un piccolo borgo della Navarra. Figlia di un proprietario terriero e sindaco conservatore franchista, si è stabilita in Italia nel ’78 con un piccolo incarico come lettrice all’Università di Palermo. L’anno dopo si trasferisce nella Citta Eterna, dove attualmente risiede e lavora. Dall’88 in poi ha pubblicato ben quattro libri (Georgette (88) – Lola e gli altri (89) – Dall’Atlantico al Negev (90) – Uomini (93) e un quinto è in arrivo. Inoltre lavora nella Libreria Rinascita di via Botteghe Oscure, a due passi dal Vittoriano. 

Ha detto:

- Io non  posseggo macchine, gioielli, vivo frugalmente, sono austera e spendo solo in viaggi. Vivo come i monaci.

- I miei amici sono persone più o meno tormentate come me, spesso sono degli sconosciuti, però persone originali.

- Io sono solo una pedante randagia. Inoltre sono una persona molto scomoda, soprattutto per me.

- Moravia aveva una carica vitale più forte della mia, lui era sorretto dalla letteratura, io dal nulla.

- La lussuria mi interessa poco, la ricerca più o meno spasmodica dei piaceri della carne o sensuali mi stanca e mi annoia.

- Io assomiglio di più a Charlie Brown. Ritrovo moltissimo di me stessa in quella sua vena di velato pessimismo.

- Il momento più bello per me è quando finisce il giorno e cala la luce. Di giorno la violenza della luce mi stordisce.

Intervista

L’appuntamento è nella sua libreria Rinascita, in quel locale pieno di libri e stracolmo di cultura. Sono emozionato, perché Carmen, oltre ad essere una brava scrittrice e anche una bella donna. Ci accomodiamo nel suo ufficio piccolo, talmente piccolo che in due è già troppo affollato. In qualche modo ci sediamo e dopo aver spedito alcuni fax, con un bel sorriso rassicurante, mi invita a cominciare.

Carmen, com'è il tuo rapporto con la capitale?

Il mio rapporto con Roma è molto conflittuale, nel senso che sono arrivata qui verso la fine del '79 e non sono mai riuscita ad amarla. Non è una città che corrisponde al mio gusto, diciamo cosi, artistico. E' una città più che altro barocca e non sono molto attratta da queste metropoli. Avrei preferito una Roma più austera, ecco. Inoltre ha un clima che tutti dicono sia molto bello ma che io invece trovo molto stancante. Poi è scomoda e caotica. Da quando mi ci sono stabilita, ad adesso, è peggiorata moltissimo. La trovo sempre più invivibile, più volgare, più aggressiva, più violenta. E' una città che non ha molte qualità. Io sto qui da tanti anni, ma non so spiegarmi perché più passa il tempo meno riesco ad allontanarmene. Sai, io sono una persona irrequieta, parto e torno, riparto e ritorno di nuovo, ma alla fine non riesco a stare molto tempo lontana da Roma.

C'è un angolino romano a cui ti senti molto legata?

lo a Roma ho vissuto in molti posti diversi. All'inizio abitavo nel quartiere Parioli, che, fra l'altro, tutti detestano perché dicono sia un quartiere assolutamente anonimo, banale e privo d'identità. Un quartiere residenziale, ecco... Invece io lo amo proprio per quello. Ho comperato proprio,iì uno studio e ci sono stata a lungo. Questo è un posticino che amo molto come amo molto Villa Borghese, determinate stradine, silenziose, anonime e queste villette... che non hanno una forte identità, ma che a me permettono di sognare, di pensare che sono in un qualsiasi posto del mondo. Mi piacciono molto anche le palme. Insomma io sono molto legata a Villa Borghese. Adesso mi sono trasferita qui in centro, in pieno centro storico e soffoco. Ho delle crisi enormi. Il palazzo dove abito, un bel palazzone del 1600, a piazza Margana, è bellissimo, stupendo, ha un cortile interno che è a dir poco meraviglioso. Ma ti ripeto, caro Gianfranco, che soffoco. Mi piace molto anche il Ghetto, dove passo gran parte della giornata. Gironzolo parecchio in quella zona, all'ombra della Sinagoga. Faccio la spesa da quelle parti, perché è come stare in un piccolo paese. Però mi manca sempre l'aria... Pérò non puoi dire che Roma non ha un fascino tutto suo particolare. Ma Roma è indiscutibilmente bella. Ha una luce, soprattutto in autunno che è struggente. Ha un cielo e dei colori che sono unici. Ha dei monumenti molto belli a prescindere che uno ami il barocco che non ami questi spettacoli. lo la mattina cammino molto, e passeggiare per i Fori Imperiali è una cosa meravigliosa. Inoltre Roma ha delle piazze magnifiche, delle vie con dei palazzi bellissirni, con una storia millenaria, ecc. .... E' senz'altro una bellissima città. Purtroppo è rovinata dai Romani, non da quelli delle famose sette generazioni, ma dagli abitanti di Roma che non la amano abbastanza, che non la rispettano E soprattutto è rovinata dal traffico.

Scommetto che il tuo rapporto con la cucina romana è pessimo, vero?

Esatto! Non amo i famosi bucatini all'amatriciana e l'abbacchio. Praticamente ignoro la cucina romana. lo mangio tutto crudo, quindi la cucina per me è priva di interessi. Mangio le stesse cose nello Yemen, a New York o qui a Roma. Comunque adoro il salmone affumicato, il tè e lo jogurt.

Come vivi la Roma by night?

Non la vivo affatto. Vado a dormire la sera verso le 22.00, quindi credo di non fare vita sociale. Esco sì e no tre volte in tutto l'anno, il dopo cena.



Carmen, secondo te a Roma si fa cultura ?

Si dovrebbe fare, ma non solo a Roma. Molti dicono che le piccole città hanno problemi a fare cultura, invece io sono sempre più convinta che sia molto più facile organizzare delle piccole cose, dei convegni culturali, ecc... nelle piccole città che nelle metropoli. In queste grandi città caotiche come Roma, voglio dire, è un grosso problema far cultura. lo sono contraria a centralizzare tutto, però, in realtà, quel poco che viene fatto, rnostre, spettacoli, convegni, non è un granché di cultura. Diciamo che a Roma si "tenta" di far cultura.

C'è una piazza romana che ami particolarmente ?

Beh! Sai, io sono una girovaga. Giro parecchio a piedi, specialmente all'alba, nelle piazze e nelle vie, viuzze e viottoli. Passo per Campo de' Fiori quando ancora i banchi del mercato sono vuoti e proseguo per il Ghetto, piazza Navona, ecc... lì mio legame a qualche piazza dipende molto dai momenti della mia vita. Ad esempio piazza Navona quando ci passo, verso le sei e mezzo del mattino, devo dire che è uno spettacolo da stare quasi male (nel senso buono, chiaramente).

Secondo te, se in governo avesse sede in un'altra città, Roma sarebbe più amata?

Più amata? Mah! Forse sarebbe un po' più vuota. Se non ci fosse il Papa poi sarebbe ancora meglio.
Penso che sarebbe una città più piacevole.