Caterina Milicchio (attrice)                       Roma   14.3.2024

                           Intervista di Gianfranco Gramola

“Oggi come oggi le mie ambizioni possono riguardare solo delle scelte di qualità, perché nella vita mi sono realizzata come mamma e mi sono realizzata anche artisticamente e voglio espandere i confini e lavorare a Los Angeles”

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Formazione                                                                                                       

Arti e Scienze Umanistiche presso università di studi La Sapienza di Roma             

Laboratorio teatrale di Lucilla Lupaioli                                                            

Televisione                                                                                              

I Leoni di Sicilia regia Paolo Genovese (Disney channel) 2022                                  

Il Sangue e la Rosa regia Salvatore Samperi (canale 5)                                              

L’Onore e il Rispetto 2 regia Salvatore Samperi (canale 5)                              

Una notte da paura regia Claudio Fragasso                                                               

Salvi chi può (Italia uno)                                                                                           

IL Bello delle donne…anni dopo regia Eros Puglielli (canale 5)                       

Cinema

Il sesso degli angeli regia Leonardo Pieraccioni 2020                                       

Io non sono quel che sono ruolo Bianca regia Edoardo Leo 2021                    

6 Underground regia Michael Bay 2018                                                 

Doppio set regia Walter Croce 2023                                                                          

Teatro

Il berretto a sonagli ruolo Nina regia Francesco Bellomo 2017               

La governante regia Guglielmo Ferro 2018                 

Liolà  regia Francesco Bellomo 2021                                   

Il caso Tandoy  regia di Michele Guardì 2022

Doppia coppia regia Paola Tiziana Cruciani                                                    

Intervista

Mi racconti com’è nata la folgorazione per il mondo della recitazione? Hai artisti in famiglia?

Non ho artisti in famiglia se non mio padre che non era un artista ma era un poliziotto, anche se nella vita reale era un artista a tutto tondo. Tra l’altro domani è l’anniversario della sua morte e ricordarlo così mi rende molto felice. La folgorazione per lo spettacolo nasce quando a soli 10 anni in un modo un po’ particolare riesco a fare un provino per un film per il cinema americano e in questo film interpreto la protagonista da piccola e quella è stata la mia prima esperienza, il mio battesimo nel mondo del cinema. Dopo quella esperienza volevo andare a vivere in Amarica, ma avevo solo 10 anni e i miei genitori mi hanno tenuta a casa. Io sono calabrese e quindi tutto questo succede in Calabria. Poi ho continuato a frequentare delle scuole dello spettacolo e di danza qui in Calabria e all’età di 16 anni ho partecipato ad un concorso nazionale di talento televisivo “Fantastica” e ho vinto il primo premio. Da “Fantastica” mi sono trasferita a Roma che ero ancora minorenne e faccio la ballerina di Fantastica per due anni e a 18 anni decido di smettere con la danza e di dedicarmi alla recitazione, il mio primo amore. A 19 anni ottengo il primo ruolo in una fiction con Virna Lisi, Giancarlo Giannini e Gabriel Garko “Il sangue e la rosa” e da  lì sono arrivate altre fiction su Canale 5 come “Onore e rispetto 2” e “Il bello delle donne”. Contemporaneamente continuo ad andare all’università e a studiare dizione e recitazione e a fare diverse scuole di cinema e corsi con Anna Malvica, una grande attrice di teatro con la quale poi ho avuto il piacere e l’onore di lavorare. Arriva anche il teatro a  partire da “Il berretto a sonagli” con Gianfranco Iannuzzo, “La governante” con Ornella Muti, “Liolà” con Giulio Corsi e Roberta Giarrusso e “Il caso Tandoy” di Michele Guardì, dove interpreto Leila Motta, la protagonista, e questa è stata una tournée teatrale molto importante, che mi ha dato tanto sia dal punto di vista artistico che umano.

Ora a cosa stai lavorando?

Sto lavorando allo spettacolo teatrale “Fiori d’acciaio” con Barbara De Rossi e Martina Colombari, che andrà al teatro Manzoni di Milano dal 2 al 14 aprile e poi Trieste, Napoli e gireremo un po’ tutta Italia.

Con quali miti dello spettacolo sei cresciuta? Chi sono i tuoi attori di riferimento?

Non sono mai stata una bambina con degli idoli, sono sempre stata con i piedi per terra. Quando ero piccolissima osservavo i ballerini in televisione che facevano la spaccata e provavo a farla anch’io. Guardavo Meryl Streep e più passavano gli anni e più la sua bravura aumentava e non dico che lei sia la mia attrice di riferimento, di ispirazione, ma una fonte di istruzione di conoscenza che ti fa capire che ci si può spingere  sempre più in là. Meryl Streep è colei che mi ha fatto pensare che questo lavoro si può fare tutta la vita. Quindi crescere e invecchiare non rappresenta  per me un motivo di blocco, ma di crescita e di elevazione continua.

Parlando di teatro, come ruolo preferisci quello brillante o quello serio?

In realtà tutti e due perché nelle mie corde c’è tanto anche di comico e brillante ma anche di tragico e questo te lo dico perché io già al liceo classico facevo un anno una tragedia e un anno una commedia. Quindi diciamo che mi diverto in entrambi i casi. Ultimamente ho fatto due film in cui ho due ruoli molto diversi ma tragici allo stesso tempo, invece il prossimo che girerò nel mese di maggio sarà tutto incentrato sulla comicità, quindi riesco a giostrarmi e a saltare da un ruolo all’altro.

Hai recitato con un mito come Virna Lisi. Un tuo ricordo, un aneddoto?

Il primo ricordo che ho di Virna Lisi è stato quello di mettermi in difficoltà. Io ero al mio primo giorno di set in assoluto e si apriva con una scena nostra. Io non ero mai stata sul set tranne da bambina con quel film per il cinema americano, quindi tornavo sul set dopo 9 anni. Ricordo che imparavo il copione in maniera molto metodica, certosina, senza cambiare una virgola. Nella prima scena Virna Lisi doveva dire: “Ci sono novità?” e io: “Nessuna novità”. Lei quel “Ci sono novità” non me l’ha mai detto e io non potevo esordire con “Nessuna Novità” e quindi sul momento ho dovuto improvvisare e lei mi guardò e non disse nulla. Io riuscii in qualche modo a restare a galla, a cavarmela, riuscivo a starle dietro e lei non parlava ma capivo che in qualche modo le cose stavano andando bene e questo me lo confermò quando a fine riprese lei mi disse: “Ricordati sempre che se non dico nulla vuol dire che non c’è nulla da dire, se tu avessi fatto male, te l’avrei sicuramente fatto notare”. Questo era il suo modo di dire che stavo facendo un buon lavoro. Un altro aneddoto che ricordo di lei era che aveva sempre le mani coperte con dei guanti o del fondo tinta. Ricordo proprio questo suo vezzo, questo continuo mettersi la crema sulle mani, poi il trucco e poi i guanti. Questo suo gioco di mani non lo dimenticherò mai. La osservavo spesso e poi lei alla fine mi sorrideva, cosa che all’inizio non faceva un po’, secondo me, perché faceva parte del suo modo di essere, però per me è stata una palestra molto importante, una scuola che mi ha dato tanto perché alla fine quel suo sorriso me lo sono conquistato.

Quali sono le tue ambizioni?

Oggi come oggi possono riguardare solo delle scelte di qualità, perché nella vita mi sono realizzata come mamma e mi sono realizzata anche artisticamente perché frequento i teatri di serie A come il Manzoni di Milano, il Duse di Bologna e il Quirino di Roma. Quindi ambizioni solo di testi interessanti, solo di ruoli di qualità, in cinema internazionali e non a caso sto seminando anche a Los Angeles con un’agenzia, con una scuola per iniziare ad espandere i confini, questa è la mia ambizione artistica più grande.

Dicevi che sei venuta a Roma che avevi solo 16 anni. Come ricordi l’impatto con la Capitale?

In realtà credo di averlo sempre avuto nella mia testa, nella mia immaginazione, come se mi stesse aspettando questa città. Mi sono sentita subito accolta, mi sono sentita subito parte integrante di Roma.

In che zona hai abitato?

Sono arrivata che avevo 16 anni e stavo a Cinecittà all’interno di questa accademia che mi aveva proclamata vincitrice e mi aveva regalato questa borsa di studio. Finisco i miei studi al liceo classico Immanuel  Kant di Roma e mi sono trasferita in zona san Giovanni. Dopo san Giovanni ho girato mezza Roma.

La cucina romana ti ha conquistata?

Non più di quella calabrese. Mi concedo tantissimi peccato di gola, non solo uno. Sono patita dei dolci e della cioccolata e faccio pochi sacrifici.

Tre aggettivi per definirti?

Sono buona, onesta e lavoratrice.

Reality, favorevole o contraria?

No, non li ho mai accettati. Me li hanno proposti parecchie volte, anche per anni consecutivi e non li ho mai accettati per il semplice fatto che quando ero bambina questi reality non c’erano e io già pensavo di fare l’attrice e quindi tutto quello che ho fatto non sarebbe valso a nulla se avessi intrapreso la strada del reality. E’ come se fossi andata contro me stessa, contro la bambina che ero.

Tu sei una bella donna. Hai mai avuto dei fan invadenti, fastidiosi?

Un po’ come tutti. Sui social c’è chi si spinge oltre anche se nei commenti strani non si può andare. Si, è capitato, ma basta bloccare e come nella vita reale, basta mettere dei muri.

Qual è il tuo punto debole?

Le mie figlie.

Ti hanno mai proposto di fare un calendario?

Si, ma non ne ho mai fatti.

Di cosa hai bisogno per essere felice?

Che tutti i miei cari stiano bene.

Il tuo rapporto con la Fede?

Forte, molto forte. Ho avuto un periodo di buio quando sette anni fa è venuto a mancare mio padre, l’amore più grande della mia vita, però poi sono diventata più forte di prima.

Sei devota a qualche santo?

Si, a padre Pio.

Oltre al lavoro e alla famiglia, curi delle passioni nella vita?

Sono tornata a ballare tanto. In passato avevo abdicato perché dopo 15 anni di danza continua non ne potevo più, ma ora l’ho ripresa. Voglio iniziare anche con il canto, inoltre leggo tantissimo. Amo un po’ la letteratura romantica tipo quella di William Blake e Shakespeare.

A chi vorresti dire grazie?

A mia madre che mi aiuta sempre. Dopo che non c’è più mio padre lei è un po’ il parafulmini della mia vita.