Edmondo Bernacca (colonnello dell’Aeronautica)      Roma 12.11.1993

                      Intervista di Gianfranco Gramola  

 

(Così lo ricorda il figlio Paolo Bernacca, illustratore e grafico )

L'Aeronautica Militare apre un corso di meteorologia. La meteorologia è una sua grande passione, che risale al lontano 1938 (papà aveva 24 anni). Vince il concorso e viene assegnato alla centrale di assistenza al volo del Lido di Roma, come meteorologo – previsore. Diventa ufficiale e insegnante di meteorologia presso la scuola di applicazione aeronautica di Firenze. Finita la guerra è a Taranto presso l'Istituto idrografico della Marina per la riorganizzazione delle stazioni meteorologiche e poi di nuovo a Roma, la sua città. Comincia a collaborare con la carta stampata (è del 1947 il primo pezzo per il "Tirreno").  E poi viene la TV: brevi apparizioni e interviste, due puntate nel'60 intitolate "La fabbrica del tempo", poi "Stelle" del '63. E finalmente il '68: uno spazio televisivo tutto suo "Il tempo in Italia", una rubrica da lui ideata e realizzata. E' subito un successo e papà diventa molto popolare. Numerosi sono gli inviti a trasmissioni televisive di ogni genere, dal varietà alla cultura con premi e riconoscimenti. La meteorologia attraverso il suo volto si afferma tra la gente.. Nel '79 va in pensione, ma nell' 82 è di nuovo sugli schermi televisivi, con la rubrica "Che tempo fa". Penso proprio che si deve a lui, al suo modo di "bucare" il video, la diffusione di questa disciplina chiamata meteorologia e mi piace pensare che forse per tanti anni ancora le previsioni del tempo resteranno legate al suo nome. Di mio padre ho tanti ricordi: le matte risate che ci facevamo guardando in Tv Stanlio e Ollio, Totò e Albertone, seduti vicini sul divano, le ore passate insieme a costruire il plastico del trenino elettrico (era un ottimo bricoler), le gite sulla neve e le vacanze trascorse in famiglia con mia madre e mia sorella Federica. Poi, diventato più grande, le discussioni di politica e i suoi preziosi consigli e insegnamenti. E ancora il suo bellissimo rapporto con i nipotini Matteo e Camilla, e le mie figlie Alice e Fulvia, con cui passava tante ore allegre e serene. Ricordo ancora le collaborazioni con lui nella realizzazione di alcuni volumi sulla meteorologia. E poi gli ultimi giorni della sua vita che ho cercato di trascorrere il più possibile vicino a lui.

Hanno detto di lui:

- Tutti lo ricordano come il colonnello del meteo, anche se lui dopo il congedo era diventato generale.

- Venti anni fa controllare le previsioni era diverso, oggi c'è internet, invece allora Bernacca ci spiegava tutto a suo modo con una lavagna e un gesso. Credo che sia rimasto nel cuore dei romani ma anche di tanti italiani. -

- Se una farfalla batte le ali in Giappone, può cambiare il tempo a Frascati. (E' una celebre frase del colonnello - racconta il figlio Paolo - che spiegava così la complessità della scienza).

Curiosità

- Al colonnello è stato intitolato, sotto la pioggia, uno spicchio di Roma. Largo Edmondo Bernacca si legge nella targa toponomastica dell'Eur, tra via dell'Architettura e via del Poggio Laurentino.

- Quando nel '72 la Direzione RAI decide di ridurre il tempo della rubrica di Bernacca, da tre minuti a un minuto e mezzo, i telespettatori si scatenano. Tante lettere di protesta inducono la Direzione a tornare sui suoi passi e a riportare la rubrica alla durata di tre minuti.

Intervista  (risponde la moglie)

L’abitazione della vedova Bernacca sta in viale Tupini 88, all’Eur, a due passi dal Colosseo quadrato. Gentilissima e premurosa, ha voluto farmi avere questa testimonianza, facendo le veci del compianto marito, attraverso i suoi ricordi indelebili.

Suo marito Edmondo era romano de Roma?

Si! Era nato il 5 settembre del 1914. E’ nato nella zona  del colle Oppio, in uno dei palazzi che dominano il Colosseo e ha trascorso un’infanzia molto serene e tranquilla a Roma, con frequenti periodi di vacanza a Bologna, dai nonni materni.

Il suo rapporto con Roma, com’era?

Il suo rapporto con la città era più che buono. Gli piaceva vivere nella Capitale, anche se rimpiangeva la Roma degli anni universitari in cui tutto era più semplice e spontaneo.  

Cosa le dava fastidio di Roma?

Il caos e il poco rispetto dell’ambiente da parte dei suoi abitanti.

Le piaceva la cucina romana?

Non amava particolarmente la cucina romana, in quanto prediligeva piatti semplice e tradizionali. Gustava volentieri la classica pizza napoletana, ma come la sanno fare nelle pizzerie romane.

Un suo pregio e un suo difetto?

Credo che il maggior pregio di mio marito fosse il suo grande  equilibrio morale e la sua disponibilità verso tutti e tutto. Un difetto? Forse la troppa precisione che rasentava la pignoleria.

Nei momenti liberi in quale zona di Roma amava rifugiarsi?

In gioventù amava fare passeggiate a piedi o in bicicletta nei viali del Pincio o di villa Ada. Negli anni più recenti la tranquillità dell’Eur, zona in cui abitava, gli era più consona e quindi preferiva rimanere in questa zona.

Amava il dialetto romanesco?

Gli piaceva molto leggere le poesie di Trilussa e del Belli i cui sonetti conosceva a memoria. Inoltre amava rivedere i film di Aldo Fabrizi e di Alberto Sordi, attori romani per eccellenza.

Qual’era la sua passione?

La sua vera passione era solo la meteorologia, ma un modo piacevole per trascorrere il suo tempo libero era per lui viaggiare e conoscere nuove località che potessero essere di spunto per le sue ricerche e i suoi studi. Si divertiva anche a fare del bricolage e in questo hobby era molto abile ed apprezzato da tutta la famiglia.