Elena Presti (attrice e cantante)      Roma 8.11.2011

                         Intervista di Gianfranco Gramola

Una talentuosa cantante-ballerina e una simpatica attrice con un grande sogno: lavorare con registi internazionali come Pedro Almodovar, Coppola oppure Spielberg.

Il sito ufficiale di Elena è www.elenapresti.it e la sua e-mail elena.presti@yahoo.it    

Intervista

L’appuntamento per l’intervista è nello Studio Claudio Gloria Gorial di Via Alberto Mancini, a Roma, dove c’è il suo manager.

Come hai iniziato la tua carriera artistica, Elena?

Ho iniziato con il teatro. Sono stata attratta dalla tragedia greca da quando studiavo al Liceo Classico e appena finito, ho fatto seriamente la scuola di teatro professionale a Torino.

Ricordi il debutto?

Si! E’ stato molto bello, perché ho debuttato giovanissima con Gigi Proietti, in televisione. Era lo spettacolo “Villa Arzilla”, su Rai1, dove recitavo con i più bravi attori di teatro dell’epoca. C’erano Ernesto Calindri, Marisa Merlini e Fiorenzo Fiorentini. Poi ho lavorato anche con Gino Bramieri. Parallelamente al teatro facevo anche danza flamenco e latino, perché a me, oltre che a recitare, studiare il teatro, la dizione e la vocalità, mi è sempre piaciuto il movimento. Secondo me l’attore completo è quando riesce a fare del corpo uno strumento espressivo e quindi deve essere tutto unito. Il personaggio quando lo fai, lo devi fare in modo che abbia una coerenza tra voce, corpo, caratterizzazione fisica e vocale. I miei inizi comunque sono legati moltissimo al teatro. Ho lavorato in tanti teatri italiani, interpretando tanti personaggi che andavano dal comico al drammatico, intanto facevo provini per fiction e cinema e ho fatto anche un po’ di televisione. Poi mi sono anche laureata in lettere “Storia del teatro”.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

Il mio è il mio nome vero. Ho avuto un nome d’arte ma era per una cosa musicale. Il mio nome mi piace, suona bene, inoltre Presti è un cognome di origine siciliana e anche se sono nata a Torino, lo tengo per ricordare le mie origini.

Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Ai miei genitori dicevo che andavo a scuola di teatro, perché magari avrei voluto fare la critica, l’insegnate o la giornalista. Alla fine hanno capito che volevo fare l’attrice e lavorare nello spettacolo, che è un mondo effettivamente molto difficile, quindi in parte avevano anche ragione i miei genitori. Ma in fondo uno, per sentirsi realizzato,  deve seguire le proprie aspirazioni e la professione per cui è portato.

Che lavoro fanno mamma e papà?

Mio padre medico, mia madre casalinga e mia sorella è avvocato civile. Mia sorella mi aiuta molto nella mia professione, come ad esempio nei contratti e in altre cose, sempre professionali. Non è proprio la mia manager, perché lei si dedica molto alla sua professione, però quando c’è da visionare qualche contratto o la parte legale mia, lei è sempre disponibile. Con lei a fianco, sono molto tranquilla.

La tua più grande soddisfazione artistica?

Deve ancora venire (risata). Devo dire che molte cose mi sono piaciute quando le facevo. Il mio lavoro è sempre stato un cammino molto professionale e ho avuto pochi aiuti, quindi ho dovuto fare la classica gavetta, quella vera. Ho avuto comunque dei ruoli, degli spettacoli, del momenti, delle cose che mi sono piaciute particolarmente. Tutte le volte che devo iniziare a fare uno spettacolo o a interpretare un ruolo al cinema o in Tv, sono contenta e mi piace molto. Poi quando finisci di girare la tua parte e vedi il film, ti viene voglia di continuare.

Un’artista con cui vorresti lavorare?

Tantissimi, Gianfranco. Sia attori che registi. In Italia abbiamo dei registi che sono  bravissimi. Mi piacerebbe far parte del cast in film internazionali, che abbiano una visualità ancora più internazionale. Quindi lavorare con registi come Almodovar, Coppola oppure Spielberg. Io ho avuto la fortuna di lavorare con del colleghi bravissimi e registi come Belloccio, Marco Tullio Giordana, Marco Risi e tanti altri. Poi un regista con cui ho lavorato e ho avuto delle affinità anche umane c’è Carlo Lizzani. Attori con cui tornerei volentieri a lavorare c’è  Giulio Base, Gigi Proietti, Paolo Ferrari, Massimo Dapporto, ecc…

Che personaggio ti piacerebbe interpretare?

A me piacciono molto i film storici e anche quelli un po’ “fantasy”. Mi piacciono i personaggi che sono lontani dalla quotidianità. Per cui farei volentieri una Mata Hari o una Cleopatra.  

Quando non lavori, quali sono i tuoi hobby?

Io canto, faccio musica latina, perché mi piace molto questo tipo di espressività, di ballo latino e soprattutto flamenco. Adesso sono in tournée con lo spettacolo:”Garcia Lorca in Flamenco”, in cui recito Garcia Lorca e ballo flamenco. Con me c’è la compagnia Juan Lorenzo, che il più grande chitarrista italiano di flamenco. Mi piace molto girare in tournée e vedere posti nuovi. Adoro anche nuotare, andare in palestra, leggere libri, andare a vedere le mostre e amo tutto ciò che è culturale, artistico ma anche un po’ sportivo. Non amo trascurare la cura sia della mente che del corpo, ma non spasmodico del corpo tipo rifacimenti chirurgici. Tu quello che hai te lo devi mantenere nel tempo, cercando di migliorare grazie all’esercizio fisico e ad una giusta alimentazione. Io per un po’ di anni spero ancora di mantenermi bene…. Sono molto ottimista (risata).

Che rapporto hai con la fede?

Sono cristiana cattolica. Credo nella mia religione però penso che abbiano un valore  anche le altre religioni. Penso che per essere bravo e svolgere una vita morale e sociale non è che devi per forza seguire una dottrina religiosa. Io ho degli amici laici che possono dare dei punti sulla morale a tanti. Io ho il mio tipo di religione, ho un buon rapporto con Dio, con Gesù senza che sia “bigotta”. Credo comunque molto nello spirito, nella continuazione della nostra esistenza che non finisce con la morte. Mi identifico abbastanza con la religione cristiana senza aderire in modo pedissequo.

Chi porteresti con te su un’isola deserta?

Sicuramente il mio fidanzato, perché con lui sto bene.

Hai mai fatto delle gaffe?

Delle gaffe ironiche si, però sono sempre riuscita a recuperare usando l’ironia. Te ne racconto una. Parlando con una persona gli ho detto:”Si vede che lei è intelligente e preparato, non come quell’avvocato che aveva seguito quella causa e l’ha persa”. Ho  scoperto dopo che era lui l’avvocato. Poi mi sono ripiegata dicendo che lo sapevo e volevo fargli uno scherzo, una battuta. A parte le gaffe, delle volte sai che mi succede? Che intuitivamente, al di là della ragione, faccio degli abbinamenti con le persone, con le cose che poi si rivelano veri. Ho molto intuito. Mi capita di dire ad una persone delle cose che o lui, o il padre o la madre aveva fatto, però inconsciamente le ripropongo che sembra quasi che io le sapessi precedentemente. Prima ti raccontavo la gaffe dell’avvocato. Perché io ho parlato dell’avvocato in quel modo? Perché mi ha creato delle associazioni probabilmente con quell’altro avvocato. Mi succedono spesso queste cose di intuito, di sensazioni, chiamiamolo sesto senso.

Parliamo di Roma. Da Torino a Roma. Come ricordi l’impatto?

Io ho fatto un corso di specializzazione nella comunicazione televisiva e ho detto: Se faccio questo a Torino, non vado più a Roma a fare l’attrice”. Allora ho lasciato questo lavoro da regista programmista in Rai e sono venuta a Roma, dove tra l’altro c’era un  produttore che mi ha detto:”Guarda che nel mio prossimo film ti farò lavorare”. Ho lasciato Torino, illusa e sicura di lavorare con questo produttore, invece non mi ha fatto mai lavorare, perché non è capitato. Tutto qui. Ma me la sono cavata ugualmente. L’impatto con i romani? A me piace molto quel racconto di Ennio Flaiano “Un marziano a Roma” e io mi sono sentita un po’ come quell’extra terrestre.

Quali sono state le tue abitazioni romane?

Ho cambiato tre volte. Una volta stavo con una mia amica dalle parti di piazzale degli Eroi, poi mi sono spostata in via Archimede ai Parioli e adesso sto alla Garbatella.

Una zona di Roma diventata famosa per “I Cesaroni”.

Esattamente. Difatti ogni tanto mi fermano e mi dicono: "Ma lei non è quella che ha recitato nei Cesaroni?" (risata). Mi vedono lì e abbinano che sono attrice e allora credono che io abbia recitato in quella serie televisiva. In realtà sono lì perché ci abito.

A parte la Garbatella, c’è un angolo di Roma che ami particolarmente?

Ce ne sono tantissimi. Mi piacciono molto i fori imperiali, la zona Colosseo e piazza Venezia. Mi piace perché è il centro di Roma, per la sua bellezza e per la sua storia.  

Cosa ti manca di Roma quando sei via  per lavoro?

Quando giro l’Italia per lavoro, amo vedere posti nuovi e cerco di vedere il bello delle altre città. Diciamo che di Roma mi manca il clima, il modo di vivere e, parlando di lavoro, Roma è talmente bella che non ti pesa neanche lavorare.

Come vivi la Roma by night?

Poco. Vado per i miei spettacoli o cose legate alla mia professione. Adesso la sera non esco più. Una volta andavo più spesso per locali, a teatro, al ristorante. Adesso se devo uscire è perché vado a delle inaugurazioni o posti dove è richiesta la mia presenza o per fare uno spettacolo. Non sono molto notturna (risata).

Cosa ti da più fastidio di Roma?

Forse il modo di alcune persone di raccontare storie. Cioè di ingrandire e ingigantire le cose. Mi da abbastanza fastidio. Tipo uno ha visto un politico in un bar e dice:”Sono molto amico di quel politico”. Poi dopo scopri che non è così. Mi è capitato più di una volta che chiedevo ad una persona se conosceva un tale e lui rispondeva:” Non so, non mi ricordo”. E il giorno prima diceva di conoscerlo. Capito? C’è questo modo forse un po’ “pressapochistico” di fare abbastanza antipatico.

Come ti trovi con la cucina romana?

Mi piace molto quella verace, è straordinaria però è un po’ grassa, un po’ pesantuccia. L’amatriciana la adoro però è troppo condita, troppo unta. Io sono spesso a dieta, per via della professione. Come costituzione sono mediterranea e mangiare bene mi piace, però purtroppo assimilo (risata). Quindi visto che una amatriciana mi costa due chilometri di nuoto, preferisco evitare e mangio qualcosa di più leggero.

Sei una brava cuoca?

No! Cucino poco perché sono sempre in giro. Sono una buona frequentatrice di ristoranti. Sono spesso anche fuori Roma e quando facciamo gli spettacoli, finiamo tardi e poi si va al ristorante. Diciamo che cucino tre volte a settimana.

I tuoi piatti forti?

I primi. Non cucino la carne e neanche il pesce. Non è che sono vegetariana, però non mi piace andare in macelleria o dal pescivendolo. Cucino solo grandi primi  abbastanza leggeri, insalate miste e tantissime verdure. Poi magari negli spaghetti ci butto dentro anche un gamberetto.