Enrico Vanzina (sceneggiatore e giornalista)       Roma 28.5.2018

                              Intervista di Gianfranco Gramola

"LA SERA A ROMA" il nuovo libro di Enrico Vanzina

 

Attraverso un dialogo semplice, l’autore descrive con eleganza un vasto carosello di situazioni. Man mano che la storia prosegue, la vita del sceneggiatore Federico, diventa più avvincente. Un libro che si legge molto rapidamente e promette di non annoiare il lettore.

Enrico Vanzina (Roma 26 marzo1949), figlio del grande regista Steno, uno dei fondatori della Commedia Italiana, vive nel mondo del cinema fin da quando è nato. Nel 1976 ha iniziato a scrivere sceneggiature e da allora ha collaborato con i maggiori esponenti del nostri cinema. Nel corso degli ultimi trent’anni ha firmato, insieme al fratello Carlo, alcuni dei più grandi successi al botteghino italiano. Ha realizzato anche moltissime fiction televisive (I ragazzi della 3ª C ,  Anni '50, Anni '60 e Un ciclone in famiglia). Ha vinto il Nastro d’Argento, la Grolla d’Oro, il premio Charlot, il Premio De Sica e il Premio Flaiano. Nel 2015 gli viene assegnato il Premio Agnes per il giornalismo. Ma il cinema e la TV non sono la sua unica occupazione. Ha collaborato con il Corriere della Sera e scrive ogni settimana su Il  Messaggero. Ha pubblicato diversi libri, tra cui “Le finte bionde – La vita è buffa - Una famiglia italiana – Colazione da Bulgari”.  

Intervista

Parliamo del tuo ultimo libro “La sera a Roma”. Un libro che ha come sfondo la tua città. Mi sa che c’è qualcosa di biografico, vero?

E’ un giallo. Ci ho messo quattro anni a scriverlo. E’ un romanzo spero appassionante e divertente. Ma è molto di più. E’ un libro su Roma, sul Giornalismo sul cinema. Ed è anche un piccolo bilancio della mia vita. E’ un romanzo in larghissima parte autobiografico.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro? Un’urgenza personale, un dovere verso i tuoi lettori?

Volevo raccontare Roma. Nessuno lo fa sul serio. E se lo fanno la raccontano male.

Com’è Roma di sera (non il libro, la città)?

Roma la sera è complicata. Finge di dormire.

Ultimamente hai scritto dei gialli. Com’è nata la passione per questo genere?

Ne ho scritti diversi. Il giallo mi è sempre piaciuto. Ho scritto anche diversi film thriller. Credo che il giallo sia il genere più interessante per descrivere un “ambiente”. 

Qual è il momento della giornata più fertile per scrivere?

Per me la mattina. La mattina presto. Io la sera a Roma dormo...

Un motivo per cui uno dovrebbe leggere il tuo libro?

Si legge d’un fiato. E’ molto divertente. E alla fine ti rendi conto che non hai letto solo un giallo.

E’ più difficile iniziare un racconto o trovare il finale?

Quando scrivi un film o un romanzo devi avere l’inizio e la fine. Il resto arriva con il mestiere o con l’ispirazione.

Parliamo di cinema, Enrico. Com’è la situazione del cinema italiano?

Pessima. Si producono duecento film l’anno, solo trenta vengono visti. Il resto è quasi inutile. L’altro dramma è che i giovani non vanno più al cinema.

Qual è la formula, le tue idee per tornare ai fasti del cinema di una volta?

Non lo so. Davvero. Non lo so. Anzi forse lo so, ma ci vorrebbero cento pagine di intervista. Dobbiamo rifondare tutto: idee, investimenti, sale, programmazione, sfruttamento Tv.

Maria Grazia Cucinotta ha detto: “Il cinema italiano è un ambiente un po’ chiuso, che funziona per giri di amicizie”. Concordi?

No.

Io e Enrico Vanzina nel suo studio ai Parioli

Un domani come vorresti essere ricordato?

Per quello che sono stato.

Negli ultimi tempi Roma è in degrado totale. Come siamo arrivati a questi livelli? Colpa delle amministrazioni o anche degli abitanti incivili?

Nel corso dei millenni Roma ha sempre avuto alti e bassi. Adesso siamo bassissimi. La colpa è di tutti.

Alcuni motivi per cui il turista deve continuare a venire a Roma?

Non rispondo nemmeno. Basta guardarla.

La tua Roma in tre posti diversi?

La scalinata di Trinità dei Monti, fontana di Trevi e piazza Navona.

Perché il romano è così solare, ironico, ecc … merito di Roma, del suo clima, del cibo o perché è nella sua indole? 

Il romano ha il senso del Tempo. Non si stupisce e sa molte cose.

Per anni hai avuto l’ufficio dove una volta era l’abitazione della tua famiglia. Cosa provavi ogni volta che varcavi la soglia e quali sono i tuoi ricordi?

Per me è stato un dolore lasciare la casa dei miei genitori. Era la mia felicità. Adesso sono infelice. Non mi va di parlarne.