Fabio Testi (attore e imprenditore)
Affi (Verona) 22.1.2025
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Un libro, una biografia? Me l’hanno
chiesto in tanti ma io rispondo sempre che lo farò quando sarò vecchio, perché
al momento ho ancora tante cose da fare”
Biografia completa sul sito ufficiale è www.fabiotesti.it
Fabio Testi è nato a Peschiera del Garda il
2 agosto 1941. Prima di intraprendere la strada della recitazione, ha conseguito
un diploma come geometra e successivamente ha ottenuto una laurea in
Architettura. Ha cominciato però come controfigura per il film Il buono, il
brutto, il cattivo di Sergio Leone nel 1966; per il famoso regista ha fatto una
parte, circa due anni dopo, in C’era una volta il West. Ha avuto un vero ruolo
da attore ne Il giardino di Finzi Contini, un film che ottenne un Oscar come
“miglior film straniero”. Dal 1971 in poi comincia ufficialmente una
carriera ricca di soddisfazioni: ha recitato in Addio fratello Crudele, Camorra,
I guappi; successi, questi, seguiti dai primi lavori di rilievo all’estero:
L’importante è amare (che gli ha consentito di vincere il Premio César),
Letters to Juliet. Dal 1995 al 1998 ha lavorato in Italia: è stato uno dei
protagonisti de La dottoressa Giò. Occasione imperdibile della sua vita
artistica è stata quella di prendere il posto di Philippe Leroy nel film Il
ritorno di Sandokan. Nel 2006 ha preso parte alla soap opera Sottocasa, nel 2009
ha recitato per Il falco e la colomba, nel 2010 è stato uno dei protagonisti
del film Colpo di fulmine e nel 2011 è stato inserito nel cast della fiction Al
di là del lago. Nel curriculum di Fabio Testi, anche alcune esperienze in
famosi reality show: L’Isola dei Famosi (2003), Gran Hermano VIP (2004) e
Grande Fratello Vip (2020).
Intervista
Come ti sei avvicinato al mondo del
cinema?
E’ iniziato qui sul Garda, a Peschiera,
facendo la comparsa in una sorta di Cinecittà galleggiante dove stavano girando
un film di pirati con dei galeoni. Avevo 15 anni, poi ho fatto la controfigura
in un film e durante una scena mi hanno chiesto se volevo fare un film western
da protagonista. Poi ho fatto l’accademia di arte drammatica a Roma.
I tuoi genitori ti hanno incoraggiato o
avevano in mente un futuro diverso per te?
Io ero già diplomato e lavoravo come
geometra e mio padre mi disse: “Fai quello che vuoi nella vita, perché io
nella vita ho sempre fatto quello che volevo e mi è sempre andata bene”.
Con quali attori di riferimento sei
cresciuto? Chi sono stati i tuoi idoli?
Gregory Peck e Marlon Brando sono stati i
miei idoli. Come italiani Marcello Mastroianni, ma io cominciando come comparsa,
poi controfigura e acrobata, per me era una cosa normale, era un lavoro come un
altro, ma non è che volevo assomigliare a loro.

Con i primi guadagni ti sei tolto qualche
capriccio? Come hai usato i soldi?
Mi sono comprato la prima mini cooper, a
Verona dal concessionario Guidotti, che dopo è diventato presidente del Verona
calcio, quando ha vinto lo scudetto.
Hai frequentato le donne più sexy del
mondo. Un tuo ricordo di Edwige
Fenech e di Ursula Andress?
Due donne bellissime, una completamente
diversa dall’altra ma però con grande talento e grande femminilità. Belle,
bellissime e meravigliose e mi sono tolto tante soddisfazioni.
Tutte straniere? Mai una italiana?
Anche italiane, ma non è che devo farti un
elenco? (risata)
La donna più gelosa e quella più focosa?
Ognuna aveva le caratteristiche sue
personali. Te ne innamori ed evidentemente avevano delle caratteristiche che
piacevano, l’estetica, il sentimento, il cervello, la bellezza, la sensibilità.
Tutte cose che messe insieme creano fascino e quindi attrazione.
Tornando alla tua carriera, quanto ha
contato la fortuna nel tuo lavoro?
Bisogna essere al momento giusto nel posto
giusto, caro Gianfranco. Bisogna riuscire a prendere il treno al volo quando
passa e bisogna avere la forza, la testardaggine e la caparbietà di non mollare
mai.
Hai mai pensato di scrivere un libro, una
tua biografia?
Me l’hanno chiesto in tanti ma io rispondo
sempre “Quando sarò vecchio, al momento ho ancora tante cose da fare”
(risata).
Ho letto che hai fatto un tour con uno
spettacolo poetico musicale.
Fui chiamato in Sicilia per una tournée di
poesie d’amore e c’era anche la musica. Allora ho deciso di portare questa
formula “poesie e musica” in giro per l’Italia. Ho viaggiato in tutto il
paese con i suonatori di musica classica, quindi chitarra acustica, un flauto
traverso e facevamo un Garcia Lorca, un Prevert e recitavo tutte poesie che
parlavano d’amore. E’ stata una bellissima esperienza.
Hai dei rimpianti?
Assolutamente no, rifarei tutto quello che ho
fatto, compreso i reality.

Le tue ambizioni?
Mi hanno detto questa mattina, e ti dico una
novità, caro Gianfranco, che ho un film in concorso al festival internazionale
di Berlino, che si chiama “Riflessi in un diamante morto”, un thriller
realizzato da un regista belga, Helene Cattet e speriamo che vinca.
Come affronti il 2025, con serenità o
preoccupazione?
Con un po’ di preoccupazione per i
movimenti di guerra. Questo mi da fastidio e sono abbastanza preoccupato, anche
perché non è una bella situazione. E’ arrivato Trump e pare che faccia, ma
fa solo gli interessi dell’America. Non so se farà anche gli interessi
dell’Europa e dell’Italia. Ma economicamente vedo una situazione un po’
critica. Dobbiamo dare miliardi per le armi e non abbiamo i soldi per gli
ospedali e per le scuole. Questo è il guaio.
Come vivi la tua quotidianità ad Affi,
sul Garda?
Benissimo. Non mi manca niente. Ho la mia
azienda, ho da accudire tutti i miei animali e ci sono mio figlio e mia figlia
che abitano qui con me, l’altro figlio vive alle Mauritius dove ha una sua
azienda. Io sono felice di stare qua, in mezzo alla natura e nel posto dove sono
cresciuto.
Ho letto che nella tua azienda produci
kiwi ed energia elettrica.
No, kiwi non ne produco più. Produco
energia, ho un impianto fotovoltaico o meglio è dei miei figli e poi ho fatto
una tartufaia di 10 ettari. Speriamo che crescano /(risata).
Oltre al lavoro curi delle passioni nella
vita? So che ami cucinare.
Cucinare è una mia grande passione. Mi piace
cercare gli ingredienti giusti per ogni piatto. Ho ricevuto recentemente tre
premi di cucina. Uno di questi è stato ad un
festival alle Canarie. Da quell’isola mi sono portato a casa degli
ingredienti e delle spezie spagnole. Poi sono stato a Barcellona e girando mi
sono divertito a comperare gli ingredienti necessari
per fare la cucina di quel paese.
Il piatto che ti riesce meglio?
Il risotto con i funghi porcini.

Se volessi conquistare una donna, che
piatto gli faresti?
Dipende da quello che lei ama, se le piace il
pesce o la carne. Posso farle un buon risotto con i frutti di mare o con i
funghi oppure delle buone fettuccine con il ragù. Cerco di prenderla anche per
la gola (risata).
Qual è il segreto del tuo successo
artistico?
Il segreto è che mi sono preparato molto, ho
preso coscienza del mio lavoro e sono sempre stato con i piedi per terra. Mi
sono impegnato molto, lavorando molto perché apparentemente questo lavoro
sembra facile, invece è molto difficile.
A cosa stai lavorando adesso?
Ultimamente proprio nella tua Trento
Gianfranco, abbiamo girato una puntata pilota per una serie televisiva,
ambientata nel 1750 proprio a Trento che si chiama “I misteri del Bargello”.
Sono delle piccole storie che durano 45 minuti l’una ed è una specie di don
Matteo, dove ci sono sempre delle situazioni e problemi da risolvere, dei
piccoli gialli realmente accaduti e se piace, faremo una serie televisiva.
A chi vorresti dire grazie?
A mio padre perché mi ha dato delle dritte
per sopravvivere nella vita senza cadere nei vizi, negli intrallazzi e nel sotto
bosco. Mi ha insegnato l’onestà e che se voglio vincere, devo prepararmi,
lavorare e fare tanta fatica. Quindi devo dire grazie a lui se sono
sopravvissuto in mezzo alla giungla del mondo dello spettacolo e se sono rimasto
sempre me stesso e devo dire grazie anche alla fortuna e a Dio.