Flora Vona (cantante, attrice e scrittrice)     Roma  14.6.2024  

                       Intervista di Gianfranco Gramola

“E’ appena uscito il mio nuovo singolo “Fame”, un inno a non arrendersi mai, quindi fame di vita, fame d’amore, fame di voglia di farcela, di alzarsi sempre e sentirsi luce, stella, nonostante le avversità della vita”

 

“Fame” il link https://www.youtube.com/watch?v=no_deVg60dw

Flora Vona, artista poliedrica, è nata a Napoli. Si laurea in Scienze dell’Educazione, presso l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, con una Tesi Sperimentale di archivio, attualmente depositata nella Biblioteca del Vaticano a Roma. Poi, dopo un Master di secondo livello universitario in Mediazione e Gestione dei Conflitti, diventa Mediatrice in ambito familiare e penale. Dopo la laurea partecipa al Festival di Saint Vincent come cantante, vincendo per il miglior video musicale MT Music Sky ed il premio Radio Cuore. Nel 2005 trasferitasi in Sicilia, si diploma al Teatro Biondo Stabile di Palermo sotto la direzione artistica di Pietro Carriglio e successivamente frequenta la scuola per attori e registi Teatès. Sotto la direzione artistica di Michele Perriera, iniziano le sue prime apparizioni sul palcoscenico, nello stesso anno consegue il diploma di dizione e nel 2007 continua la sua attività teatrale interpretando Diana in Filumena Marturano di Eduardo De Filippo per la regia di Rinaldo Clementi. In Narrazioni Eretiche all’interno del Palazzo Steri ex Carcere dell’inquisizione Spagnola, interpreta il ruolo di Ioana Reina, per la regia di V. Bartucca e S. Calatabiano; successivamente interpreta la sovversiva nell’Amore impossibile, rappresentazione ispirata da L’amaro caso della Baronessa di Carini di Daniele D’Anza diretta da Antonello Capodici in scena al Teatro Massimo di Palermo. Nel 2008 è interprete nel cortometraggio: “Le lacrime amare di Petra Von Kant” di Fassbinter diretto da R. Mannelli e G. Bona. Nel 2009 interpreta il ruolo di Esmeralda in La vera storia di Esmeralda di Victor Hugo diretto da Giuseppe Celesia ed ancora per Sky Cinema, gira la fiction dal titolo Moana per la regia di Alfredo Peiretty. Doppiatrice nel 2010 nella serie di documentari per Geo Rai 3 e due interpretazioni sia in Squadra Antimafia Palermo oggi 3 che nel Il Segreto dell’acqua. Nel 2011 in Paolo e Francesca per la regia di Fioretta Mari, una delle protagoniste nel corto di Federico Moccia “A mosca cieca” ed in “Novecento” di Rossella Izzo. Dopo uno stage come doppiatrice, diretto da Luca Ward e Rossella Izzo presso la Fono Roma, perfezionerà la sua voce. Nello stesso anno frequenta lo stage di specializzazione con Giorgio Albertazzi e nel 2013 a teatro Diana di Napoli, interpreta Silvia, la protagonista in Anche l’occhio vuole la sua parte, al fianco di Maurizio Casagrande e termina il suo primo lungometraggio di produzione italo-albanese L’ultima Volontà premiato al Toronto Festival nel 2014, scritto da Namik Ajaze, interpretando il ruolo di Frida. Nel 2014 gira il suo nuovo videoclip “La musica è finita”, una nuova versione del brano di Ornella Vanoni per la regia di Gabriel Cash, per poi finire nello stesso anno le riprese del suo ultimo film da protagonista “I fiori del male” diretto da Claver Salizzato, trasmesso al New York Film Festival e candidato, l’anno successivo al David di Donatello. Nel 2024 nel cinema lavora in “Mya” (di Federico Moccia) e  “Le stanze dell’anima”. In campo musicale bellissime le sue canzoni “Mari e incendi” e “Fame” (2024).

Intervista

Mi racconti com’è nata la passione per il mondo dello spettacolo, per la recitazione?

Io devo ringraziare la mia nonna materna che mi ha completamente plasmata, da cui ho ricevuto i primi stimoli artistici. Lei era una donna poliedrica, una professoressa di origini irlandesi che sposò mio nonno partenopeo. Aveva la passione per la scrittura, quindi la mattina insegnava e nel pomeriggio si dedicava alla sua associazione teatrale e mi volle coinvolgere. Mi faceva studiare dei monologhi e mi faceva esibire durante i suoi spettacoli. Quindi  diciamo che l’imprinting artistico è dovuto alla nonna materna, anche se la mia famiglia e una famiglia di artisti perché una mia zia era scrittrice e ho parenti musicisti. Nonna prima di morire mi disse: “Devo giurarmi che diventerai un’attrice”. Io allora avevo 14 anni e mi dimenticai lì per lì di questa promessa, anche perché mi ero dedicata alla laurea e alle mie serate musicali. Però poi saltò fuori questo ricordo e quando ci fu l’opportunità di fare questo provino per l’accademia al teatro stabile di Palermo, alla scuola di Michele Perriera, ne approfittai. Andò bene, mi fecero i complimenti pubblici e mi dissero che non volevano assolutamente perdermi come allieva. 

Perché a Palermo?

Mi ero innamorata di un siciliano e mi sono trasferita a Palermo, mi sono sposata e ho avuto un bambino splendido, che ora è un ragazzo. Quindi l’attività teatrale si è andata un’altra volta a riaccendere da cui la promessa era come se facesse proprio parte del mio destino, che dovesse prima o poi fare capolino.

Hai lavorato con il maestro Giorgio Albertazzi.

Lui è stato il mio maestro. Mi fece dei complimenti bellissimi dicendo pubblicamente: “Siamo ad alti livelli”. Lui mi fece fare molte improvvisazioni e mi sono formata con lui.

I tuoi maestri nel doppiaggio?

Poi per quanto riguarda il doppiaggio ci sono stati dei maestri come Luca Ward e Rossella Izzo che mi hanno plasmata durante questa mia formazione. Ho avuto molte esperienze nel campo e ho avuto modo di farmi formare da grandi professionisti. Mi sono sempre sentita incoraggiata, perché sentirsi dire delle belle frasi, sentirsi fare i complimenti da delle persone che stimi e a questi livelli, naturalmente ti danno quella carica, quella endorfina per non arrenderti mai di fronte alle difficoltà.

Teatro e cinema. In quale di questi ambienti ti senti più a tuo agio?

Io nasco come cantante, il primo talento che hanno notato i miei genitori è stato quello per la musica. Poi pian piano con la nonna, come ti dicevo prima, è emersa questa attitudine alla recitazione. Io mi sento a mio agio in entrambi gli ambienti e  attraverso la musica riesco ad esprimere le emozioni e attraverso la recitazione altre emozioni. Siccome sto bene in tutti gli ambienti, per me è difficile sceglierne uno o dove mi trovo meglio, anche perché  poi  è il destino che decreterà  dove brillo di più. Ad un certo punto un’artista o riesce a fare entrambe le cose o pian piano si va sempre più strutturando. Poi sono anche i lavori che ti propongono che decretano poi la strada che prenderai. Io per il momento riesco a conciliare entrambe le attività e le passioni. Adesso uscirà il secondo film dal titolo “Le stanze dell’anima” dove nel  cast c’è anche Luciano Roman, che è stato uno dei miei professori al teatro stabile di Palermo e Samuel Peron con cui ballo. Samuel è presente anche nel video clip della mia canzone “Mari e incendi” dove balliamo insieme ed è presente anche nel film che uscirà il 21 giugno, che è la storia di un’attrice. Ci sarà un evento alla casa del cinema di Roma, dove sarà proiettato il film. La regia è stata affidata a Claver Salizzato e io sarò la protagonista. Ti parlo di questo film perché sia in questo film “Le stanze dell’anima” che nel film “Mya” (regia di Federico Moccia, ndr) che è uscito alcune settimane fa, è la storia di una cantante, quindi cantavo e recitavo inoltre nell’ultimo film ballo con Samuel Peron. Quindi ciliegina sulla torta ho completato la triade, perché canto, ballo e recito.

Come cantante chi sono stati i tuoi miti?

Io sono sempre stata una amante di Whitney Houston, di Mina e durante la crescita mi piaceva Pino Daniele, Tina Turner. Mi piaceva Madonna negli anni ’80 perché era molto trasgressiva, come Michael Jackson che mi dava sempre quella grinta di voler far uscire una parte di me più trasgressiva.

Ho letto che sei anche autrice delle tue canzoni. Qual è il tuo metodo? Prima scrivi il testo e poi la musica o viceversa?

In realtà parto dalla melodia. Diciamo che ho delle profonde attività oniriche. Infatti scrivo romanzi, sceneggiature, soggetti cinematografici e anche queste melodie che mi svegliano la mattina. Allora io memorizzo la mia melodia e poi dalla melodia nasce il testo. C’è chi crea prima il testo e poi la melodia, invece per me è il contrario.

L’ambiente che ti circonda è fonte di ispirazione per il tuo estro artistico?

No, non è fonte di ispirazione perché io ho un mio mondo interno che immagino e che su quelle corde vado a costruire la mia identità, perché comunque riesco a visualizzare ciò che vorrei, anche le cose che vorrei fare e riesco poi a realizzare perché le ho immaginate in quel modo. Quindi se uno non perde di mira la propria essenza, senza lasciarsi intrappolare dai luoghi comuni, dalle credenze, dagli archetipi della società, si riesce secondo me ad essere autentici, quindi cerco di non farmi contaminare dal mondo esterno. La natura sicuramente mi ispira molto, l’amore per mio figlio mi stimola moltissimo e la sua adolescenza fa scaturire in me l’adolescente che c’è in me e sono anche un’acuta osservatrice dell’essere umano, ma senza perdere la mia essenza.

Ho letto che hai scritto il libro “Irene”. Mi racconti brevemente la trama di questo romanzo e quanto c’è di te nella storia?

“Irene” non è un romanzo biografico. E’ scaturito da un sogno che feci. Di solito i sogni vengono interrotti ma con “Irene” fu tutto un fil rouge che mi portò fino al risveglio, quindi dall’inizio alla fine immaginai la storia. Non è biografico ma qualcosa di Irene mi assomiglia moltissimo, come la passione per l’amore che abbiamo in comune, l’amore senza mezze misure. E la storia di un adolescente orfana che cresce in questo orfanotrofio dove lei è innamorata del suo maestro di arte scenica, però decide di lasciare l’orfanotrofio per andare alla ricerca del successo. Siamo nei primi del ’900, in una Ginevra stile liberty e di un adolescente che vuole confermare se stessa nel mondo e durante questo percorso di crescita amerà e incapperà anche in dispiaceri. E’ una storia molto attraente e molto sentimentale.

Dopo l’uscita del film “Le stanze dell’anima” hai altri progetti?

Oltre a “Le stanze dell’anima” che è un film su cui punto moltissimo, è appena uscito il mio nuovo singolo “Fame”, un inno a non arrendersi mai, quindi fame di vita, fame d’amore, fame di voglia di farcela, di alzarsi sempre e sentirsi luce, stella, nonostante le avversità della vita. E’ scritto da autori importanti e in questo ultimo lavoro ho preferito farmi scrivere il brano, mentre in “Mari e incendi” sia la musica che il testo sono miei. Il brano “Fame” mi è stato dato da questi autori che stimo molto che sono Lorenzo Buso, Luca Chiaravalli, Andrea Bonomo e Andrea Pugliese. Ora sto puntando moltissimo su questo nuovo singolo e sul film.

Come riesci a conciliare carriera e vita privata?  

Mettendoci tanta grinta. Sono una che sa organizzarsi molto bene e la sera prima ho già il mio piano d’azione per l’indomani. Sono anche una madre e quindi cerco di conciliare al meglio tutte le attività e mi impegno molto per far si che tutte le cose rientrino come un puzzle nel punto giusto. Diciamo che ho delle giornate molto ricche e movimentate.  

Qual è il segreto del tuo successo e come vivi la popolarità?

Il segreto del mio successo è di essere autentica e di sentirmi libera, di non avere sovrastrutture, di seguire il mio sentire e con questo mi sento molto vera. Nonostante sia poliedrica spesso con la recitazione sono costretta a mettermi una maschera, ma questa maschera cade nel momento in cui dimostri l’autenticità. Mi piace mascherarmi attraverso il trucco ma mi piace anche quando, guardandomi allo specchio, risulto me stessa, una donna acqua e sapone.

Sei soddisfatta della tua carriera o ti manca qualcosa?

Sono molto soddisfatta della mia carriera ma mi piacerebbe puntare a qualche collaborazione internazionale. Un film che porti la firma dal profumo internazionale. Ad esempio Woody Allen potrebbe rientrare nello scopo.

Rimpianti?

No, nessun rimpianto. Ho fatto tutto quello che ho potuto fare e sempre al massimo.