Francesca Bortoli (soprano crossover lirica-pop)    Mezzolombardo (Trento) 16.9.2024

                               Intervista di Gianfranco Gramola

“Dedico alla musica 24 ore al giorno. Mi compete oltre alla parte artistica, musicale, vocale, anche quella organizzativa e gestionale. Sono attualmente il mio manager”

Contatti www.emozioninvoce.it   e.mail francescabortoli@gmail.com                           

Intervista

Francesca, tu sei originaria della Valle dei Laghi, ma vivi a Mezzolombardo. Come sei arrivata in questa borgata?

Sono arrivata a Mezzolombardo per lavoro. Ho collaborato con una galleria d’arte, poco distante da qui, di una mia carissima amica. Trovo questa cittadina molto bella, ci sto bene, è ben servita e gestita bene.

Parliamo un po’ di te e di musica. Alla domanda che fanno ai bambini: “Cosa vuoi fare da grande?” cosa rispondevi?

Non avevo le idee molto chiare, di certo non rispondevo “la cantante”, però ricordo che cantavo continuamente. Sono l’ultima di quattro sorelle e la musica mi è arrivata in casa proprio da loro. Il canto è sempre stato presente in me. Ricordo quando da bambina con mia mamma andavo ad ascoltare il concerto di Natale in chiesa e guardavo con ammirazione la cantante solista che si esibiva e mi piaceva molto. A 9 anni sono entrata nel coro della chiesa del paese e a 13 anni in una corale polifonica dove ho iniziato a scoprire e a studiare la vocalità, a seguire la partitura cantando in coro a quattro o più voci. Questa è stata la mia prima esperienza. Guardandomi indietro, dei segnali forti che indicavano “la strada del canto” fin da giovane ci sono stati. Puoi avere il dono più grande della vita, ma se non lo vedi, non lo riconosci e soprattutto non ci credi, rimane lì nascosto ed inespresso.

Un incontro importante?

E’ stato nel 2009 con l’artista Marcapiano e la sua curatrice Erica Broilo. Con loro ho avuto modo di avvicinarmi all’Arte Vera, all’Arte dell’Anima, che risuona con se stessi e la si condivide esprimendo nuova forma d’Arte. Quando ci si avvicina all’Arte Vera, quando si è pronti per coglierla, si inizia a conoscere e a vedere di più se stessi e la propria strada si illumina. Serve crescere, maturare e conoscersi per iniziare a vedere la strada. Servono forza, determinazione e coraggio per percorrerla.

I tuoi genitori come hanno preso la tua scelta professionale? Avevano in mente un futuro diverso per te?

Direi proprio di sì perché io, non credendo fin da giovane che il canto potesse essere la mia professione, avevo iniziato un percorso di studi in ingegneria civile. Ero brava nelle materie scientifiche e mi interessava molto l’architettura. Una strada che per loro mi offriva lavoro sicuro.

Come ti definisci? “Cantante lirica” o “cantante d’opera”?

Tra i due mi definisco “cantante lirica”, perché “d’opera” sarebbe esclusivo di un repertorio operistico. Anzi, mi definisco un “soprano crossover lirica-pop”.

Cosa intendi per “soprano crossover”?

Il termine “crossover” tradotto in italiano è “incrocio”. In un cantante crossover lirica-pop “s’incrocia”, o meglio si unisce, una vocalità lirica tipica del cantante classico e operistico e un repertorio di brani pop. Per spiegarci, Andrea Bocelli è un tenore crossover lirica-pop. E’ un genere che ho scoperto vedendo la registrazione del Pavarotti & Friends, ma anche ascoltando il duetto di Freddie Mercury con Montserrat Caballé.

Chi sono stati i tuoi cantanti lirici di riferimento, i tuoi miti?

Quando ero alle scuole superiori e anche i primi anni di ingegneria comperavo i cd della grande Maria Callas: l’ho ascoltata tanto.

Chi per primo ha scoperto il tuo talento?

La persona che ha individuato ed evidenziato il mio talento è stato l’artista Marcapiano, nel 2009. Negli anni precedenti ho ricevuto molti complimenti quando mi esibivo, ma nessuno credeva che il canto potesse diventare la mia professione. Marcapiano e la sua curatrice Erica Broilo mi hanno dato la possibilità di esibirmi, coinvolgendomi nei loro progetti, nelle inaugurazioni delle mostre d’arte e nei loro eventi. Per esempio, a seguito dell’esposizione delle opere di Marcapiano al Salone Nautico di Genova, Erica mi ha messa in contatto con la Sanlorenzo Yacht ed ho quindi partecipato al varo di una imbarcazione di un armatore messicano e ai relativi festeggiamenti in una cantina a La Spezia dove mi sono esibita accompagnata al pianoforte dal maestro Marco Podestà, pianista di Andrea Bocelli.

Quante ore al giorno dedichi alla musica?

Dedico alla musica 24 ore al giorno. Mi compete oltre alla parte artistica, musicale, vocale, anche quella organizzativa e gestionale. Sono attualmente il mio manager.

Quali sono i tuoi cavalli di battaglia, le tue arie preferite?

Dal repertorio operistico le mie arie preferite sono Habanera da Carmen di Bizet e Ave Maria da Otello di Giuseppe Verdi. Dal repertorio più moderno, di Edith Piaf Non, je ne regrette rien e di Leonard Choen Hallelujah. Tra le musiche da film il brano Your Love sul tema di C’era una volta il west del grande Ennio Morricone. Definirei il mio vero e proprio cavallo di battaglia la celebre Ave Maria di Schubert. E’ un brano che ho nel cuore, lo associo al mio inizio, alle mie primissime esibizioni da solista avvenute in occasione di matrimoni. Arriva sempre tanta emozione a chi ascolta.

Sei soddisfatta del tuo percorso artistico o hai dei rimpianti?

Sono molto soddisfatta ed entusiasta del mio percorso. In questi anni ho raccolto dei bei risultati: l’applauso e l’emozione del pubblico a fine concerto, soprattutto. L’unico rimpianto è quello di non aver iniziato prima, ma il tempo è relativo.

Hai mai cantato per solidarietà?

No, non ne ho mai avuto l’occasione.

Oltre a cantare, curi delle passioni nella vita?

Il canto è la mia passione più grande. Mi ritengo fortunata che sia anche il mio lavoro.

 

Con Francesca Bortoli durante l'intervista

Quali sono gli inconvenienti nel tuo lavoro?

Credo che sia molto importante essere in equilibrio con le proprie emozioni. Al di là della componente fisica, della preparazione tecnica, saper gestire l’emotività è determinante. Talvolta mentre mi esibisco mi sento in un’atmosfera ovattata, definirei “protetta”: è lì che dò il mio meglio e il pubblico gradisce e si emoziona. Sono davvero felice di questa fase della mia attività perché sento molto apprezzamento e vedo crescere il numero delle persone presenti ai concerti, qualcuno rivede lo stesso spettacolo più volte in diverse location.

C’è stato qualche giovane che si è rivolto a te per dei consigli sulla lirica o sulla musica?

Sì, ho seguito una giovane donna per la prova di ammissione in un coro e una ragazza appassionata di canto moderno si è rivolta a me per dei consigli sulla respirazione.

Fra colleghe hai notato più complicità o una sana competizione?

Ben venga trovare quella sana competizione che ho visto nei concerti dei Tre Tenori: Luciano Pavarotti, Placido Domingo e Josè Carreras. Un sfida giocosa tra grandi. Come in tutti i settori si può trovare affinità, amicizia o competizione.