Francesca Ciavaglia (ballerina e cantante)             Massa 11.11.2022

                      Intervista di Gianfranco Gramola

“Il mio grande sogno è affacciarmi anche all’estero, soprattutto in Germania, perché è un territorio a cui piacciono molto gli italiani”

 

Nata a Gubbio nel 1996, intraprende gli studi di canto e danza sin da bambina. Nel 2015 accede al corso full time della BSMT, Bernstein School of Musical Theatre di Bologna, diretta da Shawna Farrell, diplomandosi con merito nel 2018. Nelle produzioni accademiche ricopre vari ruoli tra cui Anita in West Side Story nel 2018, coprodotto dal Teatro Comunale di Bologna, con la regia di Gianni Marras e coreografie di Gillian Bruce. Nel 2018 è Clara in Countdown il musical di Mauro Simone prodotto da DNC production. Nello stesso anno è Jenny Hill in Big Fish, il musical prodotto da Compagnia della Rancia, con la regia di Saverio Marconi. Nel 2019 è Biancapagina in Favole al telefono, prodotto da Fondazione Aida, con la regia di Raffaele Latagliata. Nel 2021 viene scelta Saverio Marconi per interpretare Carla nel musical Nine. Attualmente è in tournée con il musical “Grease” nella parte di Sandy.

Intervista

Sei in teatro con il musical Grease. Come sta andando?

Bene, con Grease si vince facile perché piace tantissimo al pubblico italiano e sta andando alla grande.

Cosa provi a ricoprire un ruolo che è stato di Olivia Newton John?

E’ tosta, è una bellissima responsabilità. Io sono sempre grata di vestire i panni di Sandy ogni volta che sono sul palco. E’ importante soprattutto dopo che ci ha lasciati e mi sento addosso un senso di responsabilità, anche perché noi siamo la compagnia italiana che porta in scena Grease, quindi è una grandissima responsabilità ma anche un grandissimo onore.

Com’è nata la tua passione per il ballo e per il canto?

Sono due passioni nate insieme, perché io ho avuto la possibilità fin da piccola di fare degli studi di canto e di danza. I miei genitori me lo hanno sempre permesso per cui già quando ero al liceo cantavo e ballavo, perciò queste passioni le ho sempre avute. Poi ho scoperto che potevano diventare anche il mio lavoro, quindi mi sono detta: “Perché no? Buttiamoci e vediamo come va”. Ed è andata piuttosto bene.

Con quali idoli sei cresciuta? Chi sono stati i tuoi miti?

Bella domanda. Io ammetto che uno dei miei grandi miti è stata Olivia Newton John perché l’ho sempre vista  come un’icona. A livello di musical mia mamma mi ha fatto vedere per la prima volta “Aggiungi un posto a tavola” e sono molto legata a quel spettacolo. E’ stato il primo musical italiano che ho visto che era interpretato magistralmente da Johnny Dorelli.

Hai recitato in diversi musical. Ti sei specializzata solo in quel genere di spettacolo o ti piacerebbe fare altro?

La mia passione è sicuramente il musical e mi piacerebbe continuare su questa strada. In realtà il mio grande sogno è affacciarmi anche all’estero, soprattutto in Germania, perché è un territorio a cui piacciono molto gli italiani e ho tanti amici e colleghi che lavorano in quel paese e si trovano molto bene.

Rivedi le tue esibizioni? Sei molto critica?

Moltissimo (risata). Sono molto autocritica però mi piace rivedermi anche perché essendo autocritica, mi dico: “Vabbè, magari la prossima volta faccio meglio questo o  quello”.

Carla Fracci diceva che per ballare più che le gambe, serve la testa. Sei d’accordo?

Condivido e aggiungo che ci vuole anche tanta umiltà secondo me per approcciarsi a questo lavoro, perché si è sempre a contatto con le persone, con la compagnia e quindi non è mai come stare sul palco da soli. A meno che non ci sia un monologo, però ti devi sempre approcciare al cast tecnico che sta dietro le quinte e che lo spettatore non vede, ma che fa parte del lavoro. Quindi, come diceva la grande Carla Fracci, testa e umiltà.

Come vedi il mondo dei talent?

E’ un mondo diverso da quello del teatro. Io non ho mai partecipato ad un talent, quindi posso dirti quello che vedo in televisione. E’ un modo diverso di fare arte, sicuramente più scenico, più visivo che sembra una banalità a dirlo così, però è un approccio secondo me molto diverso.

Ad un giovane che vuole intraprendere una carriera come la tua, che consigli daresti?

Il mio consiglio è quello di averne la certezza, buttarsi è giusto, però questo è anche un mondo difficile, quindi avere tanta determinazione e coraggio. Questo è un mestiere dove le persone ti chiedono: “Che mestiere fai?”. “Faccio l’artista, canto, ballo , lavoro in teatro”. “Si, ma nella vita che lavoro fai?” (risata). Siamo visti un po’ così in realtà dietro c’è tantissimo lavoro, tantissima passione, tantissima fatica. Quindi consiglio tanto coraggio, tanta determinazione, tanto studio perché non si finisce mai di imparare.

I tuoi genitori cosa pensano della tua carriera artistica?

Sono molto fieri, mi hanno sempre appoggiata, mi hanno sempre spinta ad andare avanti, a non scoraggiarmi. Mi viene in mente spesso una conversazione con mia mamma, quando ero in accademia. Io ho frequentato il Bernstein School of Musical Theatre a Bologna. Ero in un momento molto particolare e ho detto a mia madre: “Ok, basta, mollo e me ne vado, non ce la faccio più”. Ma mia mamma mi ha detto: “Assolutamente no, questa è la tua strada e questo è quello che devi fare”. Quindi appoggio totale, sono stata molto fortunata e loro sono i miei primi fans.