Giada Todesco (food influencer e pittrice)
Milano 22.5.2025
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Avere una mia opera a casa non è solo
arredare. È scegliere di vivere ogni giorno dentro un’energia sacra. Ogni
quadro che creo nasce con un’intenzione. Amore, abbondanza, rinascita, potere,
femminilità e bellezza”
Giada Todesco è nata il 19 dicembre 1996 a
Carlino, un piccolo paesino in provincia di Udine. Ha trascorso la sua infanzia
in campagna, circostanza che ha accresciuto in lei il valore della vita sana. Ha
studiato per un periodo enogastronomia dolciaria per poi passare alla moda
specializzandosi in fashion business & marketing alla Marangoni di Milano e
a soli 22 anni ha creato il suo programma televisivo “Healthy is Beautiful”
sul canale 180 di SKY in cui ha intervistato molti esperti del settore
raccontando il mondo del benessere a 360 gradi. Dopo pochi mesi, Giada ha
pubblicato il suo primo libro intitolato “Healthy is Beautiful”, 50 ricette
facili e veloci per vivere in forma. Oggi, la Todesco è un’affermata
influencer e tutti i giorni cerca di trasmettere l’importanza di
un’alimentazione sana, tanto da aver ideato la sua prima Masterclass:
“BECOME A HEALTHY MASTER” perché come lei dice sempre: “è facile
mangiare sano, se solo sai come farlo”. Giada, oltre alla sua pagina Instagram
ufficiale, ha anche un secondo profilo, "giadalovesalads", attraverso
il quale condivide e promuove la sua passione per il cibo sano che la rende una
vera e propria icona del mondo healthy. Ama dipingere e dedicarsi alla textured
art. Le sue opere eleganti parlano di femminilità,
energia positiva, sensualità, abbondanza, amore, lusso, denaro, salute, anime
che si incontrano, serenità, intrecci che la vita mette sempre a disposizione
per creare la vita dei propri sogni.
Intervista
I tuoi genitori che futuro avevano in
mente per te?
La cosa bella dei miei genitori è che mi
hanno sempre lasciata libera di fare quello che volevo, non mi hanno mai imposto
di fare qualcosa, mi hanno sempre supportato. Magari all’inizio con difficoltà,
però mi hanno sempre supportato nelle cose che poi decidevo di fare nella vita
e loro sono sempre stati presenti. All’inizio del mio lavoro erano un
po’contrari e titubanti, ma quando hanno visto che la cosa stava funzionando,
allora sono diventati i miei più grandi supporter.
Com’è nata la passione per
l’enogastronomia?
Quella ce l’ho sempre avuta fin da piccola,
mi è sempre piaciuto cucinare. Io sono nata e cresciuta in campagna e stare a
contatto con la terra, con i sassi, perché
una volta si giocava così, a piedi scalzi nel cortile, non esistevano
iPod, i video giochi, internet, ecc …. Ho
studiato gastronomia dolciaria e ho imparato a cucinare in modo sano.
Il piatto che ti riesce meglio?
Il tiramisù da brava friulana e le mie prime
cavie sono i miei genitori. Anche lo strudel mi viene molto bene.
Ho letto che hai avuto dei disturbi
alimentari. A che età e come hai risolto?
Gli ho avuto nell’adolescenza e penso che
sia una trasformazione un po’ per tutte le donne perché ti ritrovi tutto di
un colpo dal corpicino di una bambina ad essere diventata donna. Questo succede
molto presto, a 13 anni forse prima e quindi questa cosa qui crea un po’ uno
scompiglio nelle donne e io lì ho avuto dei disturbi alimentari purtroppo. Poi
con il tempo ho risolto però mi sono resa conto che è un problema che affligge
veramente tantissime donne e non solo in età adolescenziale ma anche andando
oltre. Quello con il corpo è un rapporto un po’ altalenante, cioè siamo
sempre tutte alla ricerca di un equilibrio con il nostro corpo, con la nostra
salute fisica e mentale.

Com’è il tuo rapporto con le diete, con
il cibo?
Io cerco sempre di mangiare sano, cucino sano
con prodotti genuini e questa è una costante nella mia vita, poi grazie anche
alle mie origini, perché abbiamo sempre avuto l’orto e abbiamo mangiato
sempre sano frutta e verdura a go go dalla mattina alla sera e anche adesso
porto avanti questo tipo di alimentazione. Avevo anche provato
nell’adolescenza a fare delle diete che andassero a togliere i carboidrati, o
con più proteine e alla fine penso che la cosa migliore in assoluto sia quella
che in inglese si chiama “intuitive eating” che sarebbe un mangiare
intuitivo, cioè si deve imparare ad ascoltarsi e grazie a questo, capirsi e
mangiare quello di cui si ha bisogno. Io sono così, cerco sempre di mangiare
sano però se mi va di mangiarmi un gelato lo mangio. I fritti cerco di
evitarli.
Ho letto che hai lavorato anche nella
moda. Un’altra passione, una tua ambizione?
Nella moda ho lavorato, con i social media
però, nel senso che non ho mai lavorato nella
moda come modella. Ho sempre lavorato come testimonial, come ambassador e non ho
mai sfilato per un brand di moda. Mi piace prendermi cura anche di questo
aspetto della mia vita.
Ho letto che sei diventata un’artista,
una pittrice. Hai frequentato delle scuole o sei autodidatta?
Sono autodidatta e sono sempre stata una
curiosa di natura, una creativa, cioè mi piace fare tantissime cose e voglio
sempre sperimentare e così ho sperimentato con l’arte materica che è
un’arte che si fa con la pasta acrilica, oppure con lo stucco o con il gesso.
A me piace utilizzare anche i cristalli, le pietre al quarzo e mi piace
utilizzare materie e creare delle composizioni uniche, originali. Sono tutti dei
pezzi unici e sono veramente uno più bello dell’altro, li adoro, li amo e per
fortuna vengono molto apprezzati.
Qual è il momento della giornata più
fertile per creare le tue opere, il momento più creativo?
Non c’è un momento della giornata più
fertile per creare i miei quadri, quello che ti posso dire è che il mattino ha
l’oro in bocca, cioè io sono una mattiniera, mi piace svegliarmi presto,
andare a dormire presto e quindi il mattino per me è sacro, ma non so darti un
momento specifico riguardo a qual è il momento migliore. L’ispirazione arriva
quando arriva, non ha orari.
Con i tuoi quadri cosa vuoi trasmettere a
chi li guarda?
Diverse cose. Per quanto riguarda il
significato, io quando dipingo penso all’abbondanza, alla fertilità, alle
occasioni più belle e più grandi, penso sempre a qualcosa di positivo. Per me
creare, dipingere è proprio un momento magico. Io sono la persona più felice
del mondo quando dipingo e quindi tutte le mie emozioni vengono trasportate
sulla tela e creano delle opere uniche che possono avere dei significati
diversi, da un momento di serenità e di pace, un momento di gioia.

Un esempio?
Ci sono delle opere che io creo con la fibra
acrilica e questa fibra sembra un velo di seta ed è curioso perché trasmette
una sensazione di pace, di serenità, di relax, per cui, come ti dicevo prima,
ogni opera è diversa, ogni opera ha un suo linguaggio. Non c’è un linguaggio
universale, l’arte poi è emozione pura, quindi può trasmettere dalla gioia
alla serenità, dalla rabbia alla passione. L’arte è emozione e ogni quadro
parla in modo diverso. L’ultimo che ho creato si chiama “La Gioia Corre
Scalza” e mi ricorda propri le mie radici e la mia infanzia e ricorda il fatto
che da bambina ero molto selvaggia, correvo sempre a piedi scalzi, connessa alla
terra, in mezzo al verde, all’erba
fresca, ai fiori profumati, all’aria pulita e ai colori. E’ un’esplosione
di gioia autentica, di libertà, di istinto e ricordi che brillano ancora.
E’ vero che una ragazza che aveva
problemi di salute ti ha scritto un messaggio molto bello?
E’ vero, questa ragazza meravigliosa, mi ha
confidato di avere problemi di salute ed effettivamente solo guardando le mie
opere si è sentita molto meglio. I miei quadri le portano forza, armonia e una
profonda tranquillità. E io mi sento felice, onorata, orgogliosa.
Quanti quadri hai realizzato finora?
Non so dirti il numero preciso, ma sono tanti
Gianfranco. Non ho la più pallida idea anche perché molti li realizzo e li
vendo e non so dirti quanti ne ho realizzati. Da quando faccio questo lavoro a
tempo pieno ne ho realizzati tantissimi.
Fai anche lavori su commissione?
Me li chiedono sempre e io ho messo anche la
possibilità di realizzare delle opere su commissione, però dico sempre che
sono io poi a scegliere quale progetto fa per me. In realtà finora mi hanno
contattata in molti per quadri su commissione ma non ho mai accettato nessuna
proposta, perché non mi sono mai sentita in linea con il tipo di opera che mi
commissionavano. Secondo me l’artista è artista perché è libero di
esprimersi al cento per cento e per quanto riguarda le opere su commissione in
un certo senso non sei proprio libero al cento per cento, ma nella tua libertà
sei limitato. Però non è detta l’ultima parola, vedremo come andranno le
cose. Magari più avanti troverò dei progetti in linea e riuscirò a farlo ed
esprimermi al cento per cento, per ora non mi sento ancora a mio agio a fare
opere su commissione. Preferisco dipingere e cerare qualcosa che parte di me
senza i comandi di nessuno.
Chi decide il prezzo dei tuoi quadri?
Il valore delle mie opere lo decido io.
Hai fatto delle mostre?
Ho fatto la mia primissima mostra, ho fatto
il mio vernissage ad ottobre del 2024 e lì non facevo ancora l’artista a
tempo pieno, era arrivata questa bellissima opportunità perché io dipingevo
solo nel mio tempo libero e poi una galleria mi ha notato e ha deciso di fare
una mostra sulle mie opere. In realtà io non ci credevo, perché lo facevo solo
per passione nel tempo libero, però è arrivata questa opportunità bellissima
con una mia mostra personale che è durata dieci giorni in una galleria di
Milano che si chiama Galleria Cael (via Carlo Tenca 11) ed è stato veramente
bello, emozionante, una bellissima festa e una mostra molto lunga e molto ricca
dove ho esposto 25 opere. Sono molto contenta e adesso non vedo l’ora di fare
la prossima. Non so ancora la data però c’è la speranza di farla.
Come firmi le tue opere?
Semplicemente “Giada Todesco”.

Quando guardi le tue opere sei molto
critica?
Si, ci sono delle opere di cui vado molto
orgogliosa, che mi piacciono tantissimo e sono
felice di quello che ho creato e mi danno piena soddisfazione e mi appagano al
cento per cento. Poi ci sono delle opere che guardo e che riguardo e penso che
quello potevo farlo meglio, quell’altro potevo migliorarlo e quindi è un
rapporto conflittuale perché a volte mi piacciono tantissimo e a volte devo
limitarmi, capire dove ho sbagliato, come posso rimediare. Poi tra l’altro a
me dicono spesso: “ Ma Giada, non puoi farti i complimenti da sola”. Invece
si che me li faccio i complimenti (risata), perché io in primis devo essere
felice di quello che creo. E quando non mi piace un’opera, penso che devo
migliorarmi, che potevo farla diversamente e quindi sono autocritica ma anche
una che apprezza quello che fa. Non è questione di autostima è che se un
lavoro non mi piace, e ci sono lavori che non mi sono piaciuti, che
non riuscivo neanche a vederli, ma poi quando un lavoro mi piace, dico
che sono felice e soddisfatta di quello che ho creato.
Quali sono le tue ambizioni e i tuoi
progetti?
Il mio progetti è quello di fare la prossima
mostra, la mia prossima esibizione personale che vorrei fare in una località
che a me piace moltissimo perché è la mia seconda casa, che è Montecarlo.
Questo è il mio piccolo sogno che vorrei realizzare ma anche se non fosse
Montecarlo sarei felice ugualmente. Poi mi piacerebbe riuscire ad inserire i
miei quadri nelle gallerie più prestigiose d’Italia ed Europa. Questi sono i
miei obiettivi a livello professionale.
I tuoi genitori cosa pensano ora che sei
realizzata?
Realizzati non si è mai, nel senso che non
mi sento mai soddisfatta al cento per cento. Sono la donna più felice del mondo
con questo lavoro però non mi sento realizzata o arrivata. Però loro se mi
vedono felice, sono contenti per me e questo in qualsiasi ambito dove ho
lavorato, quindi dall’immobiliare, al mondo della ristorazione e in qualsiasi
cosa intraprenda. Quando vedono che con la mia passione, con la mia arte
riesco a vivere e mi vedono felice, loro sono molto contenti e
soddisfatti.