Grazia Di Michele (cantautrice, musicoterapeuta, attrice, scrittrice)  Roma 10.2.2025

                           Intervista di Gianfranco Gramola

“Al Folk Studio c’era una situazione particolare, perché la domenica chiunque poteva arrivare e suonare e io ho cominciato lì. Andavo la domenica a cantare quelle tre canzoni che avevo scritto e poi da lì è partito tutto il mio percorso artistico”

Il sito ufficiale è www.graziadimichele.com  contatti  Nicola Cirillo info@slowmusic.org

Grazia Di Michele è nata a Roma il 9 ottobre 1955. Fonda con Chiara Scotti e Clelia Lamorgese il gruppo musicale Ape di vetro, aprendo i concerti di un altro gruppo, gli Strada aperta. Lavora anche per poco tempo a Radio città futura  come disc-jockey. Si esibisce per la prima volta nel 1977 al Folkstudio; il suo unico album pubblicato in quel decennio è Cliché. Negli anni Ottanta la cantante pubblica  tre album: Ragiona col cuore, Le ragazze di Gauguin, il cui singolo Sha-la-la viene presentato al Festivalbar diventandone la sigla di apertura e inserito nella ristampa dell'album, e L'amore è un pericolo, che vede la collaborazione di Eugenio Finardi, Vittorio Cosma, Lucio Fabbri. Con l'album "Le ragazze di Gauguin" nel 1986 si aggiudica la Vela d'argento alla Mostra internazionale di musica leggera di Riva del Garda. La cantante partecipa anche a tre edizioni del Festival di Sanremo: quella del 1990 con Io e mio padre, quella del 1991 con Se io fossi un uomo e a quella del 1993 cantando in coppia con Rossana Casale Gli amori diversi, con cui si aggiudicano il terzo posto. Nel 2003 compose la musica di un brano per lo Zecchino d'Oro, Il mio fratellino a distanza (Assulaiè) (su testo di Mario Gardini e Giovanni Paolo Fontana), brano vincitore dello Zecchino d'argento che nel 2006 venne scelto da Raffaella Carrà come sigla del suo programma televisivo Amore. Nel 2003 realizza un tour con Toquinho che la porterà in tutta Italia. Nel 2003 diventa insegnante di canto nel programma televisivo Amici (canale 5). Dal 2004 porta in teatro lo spettacolo Chiama la vita con Maria Rosaria Omaggio. Dallo spettacolo è tratto il cd omonimo in cui furono incise, con arrangiamenti originali, delle canzoni scritte da Italo Calvino. Presenta il Festival di Saint Vincent nelle edizioni del 2007, del 2008, del 2009, del 2010 e del 2011 e riceve la Menzione speciale al Premio Lunezia per il valore "musical-letterario" dell'album Respiro. Nel 2010 ha insegnato canto e musicoterapia all'Accademia della canzone presso il Conservatorio dell'Aquila e ha diretto l'Accademia di canto moderno nel Conservatorio di Nocera Terinese. Il 14 dicembre, nella trasmissione televisiva L'Arena condotta da Massimo Giletti, viene ufficializzata la sua ammissione al Festival di Sanremo 2015, dove interpreta con Mauro Coruzzi il brano Io sono una finestra, arrivando in finale e piazzandosi infine al 16º posto. Il brano si è aggiudicato il premio Lunezia per il miglior testo e il 2º posto del premio della critica. Nel settembre 2015 partecipò all'iniziativa della rivista Musica Jazz in ricordo di Sergio Endrigo per il decennale della sua scomparsa, interpretando Tutto l'amore del mondo (caro papà) nella raccolta Momenti di jazz. Nel 2020 comincia una collaborazione con le due amiche cantautrici Rossana Casale e Mariella Nava, che sfocia in un tour e in un progetto discografico, il cui primo singolo esce a ottobre 2020 e si intitola Segnali Universali e il secondo, intitolato Anime di vetro, esce a marzo 2021. Il 30 gennaio 2021 pubblica un nuovo singolo, intitolato Madre Terra, con relativo video, firmato da Ari Takahashi. Un mantra ecologista della durata insolita di 8 minuti. A settembre parte in Sardegna il tour "Poesie di carta", concerto dedicato al repertorio cantautorale di Marisa Sannia. Il 14 febbraio 2022 pubblica "Lasciati amare", un brano ispirato, scritto dal collaboratore Nicola Cirillo e arrangiato a New York da Phil De Laura. Nello stesso anno esce "Trialogo", album realizzato in collaborazione con le colleghe Rossana Casale e Mariella Nava, lanciato in radio dal singolo "Io sono l'amore" Nel 2024 le viene affidato l'incarico di direzione artistica del festival Effetto Venezia.

Ha detto:

- Quando ho incominciato non avevo nessuna base, non avevo studiato musica, non avevo studiato chitarra e mi improvvisavo cantante. Perché in realtà la cosa che è partita prima è stata la composizione, la scrittura delle canzoni insieme a mia sorella Joanna. Strimpellavo la chitarra ad orecchio.

- C’è pregiudizio in generale nei confronti del diverso, ma è stato costruito ad arte dalla struttura sociale secolo dopo secolo, anno dopo anno: riguarda il sesso, la statura, il colore della pelle, la provenienza geografica, il reddito, il peso e ovviamente l’orientamento sessuale.

- A Sanremo si muove tutto il mondo della discografia e degli spettacoli live: quei passaggi televisivi in mondovisione, le interviste, l'interesse che si muove intorno al Festival sono una grande opportunità. A parte questo, fortifica il carattere, è un'esperienza emotiva eccezionale.

- Negli anni ho realizzato che vivere in costante ricerca di una connessione con sé stessi e con gli altri può essere difficile, ma ricercarsi, trovarsi e avvicinarsi agli altri usando la musica è qualcosa di unico, a cui non rinuncerei mai.

Curiosità

- Nel 2019 ha diretto il festival per cantautori "A tu per tu", presso il Teatro Golden di Roma, ospitando tra gli altri Morgan, Syria, Carlo Marrale, Mariella Nava, Bungaro.

- Negli anni ’80 Grazia Di Michele ha gestito un locale a Roma, il “Johann Sebastian Bar”, che era diventato un punto d’incontro per i musicisti italiani.

- Con la sorella Joanna ha gestito un rifugio per cani e gatti abbandonati.

- Nel 2001 si è diplomata in musicoterapia.

Intervista

Mi racconti a cosa stai lavorando e quali sono i tuoi progetti per il 2025?

Sto curando la direzione artistica di “Effetto Venezia”, una grande manifestazione che si fa a Livorno. L’ho già fatta l’anno scorso dove ho costruito con la fondazione con cui collaboro, la fondazione Lem, 120 spettacoli in 5 giorni dove sono venuti Noa, Toquinho, Avitabile, Bennato e c’è stata bella musica in tutto il quartiere per tutti i 5 giorni. Quest’anno si ricomincia e quindi sto preparando il cartellone che è tutto dedicato alle donne. Inizia il 30 luglio e finisce il 4 di agosto e poi ho un concerto ad Aversa domenica e nel frattempo continuo ad occuparmi della mia vita artistica.

Domani inizia il festival di Sanremo, la manifestazione canora dove hai partecipato 4 volte. Come hai vissuto l’esperienza sanremese?  

E’ sempre una situazione molto emozionante per cui tutti gli anni si impara ad andare a Sanremo. Si arriva sempre con la stessa emozione e quindi sono state quattro situazioni diverse perché l’ultima è stata quella con Platinette e quella prima con Rossana Casale. Diciamo che in questa circostanza ho condiviso il peso di Sanremo con i miei amici.

Mi racconti com’è nata la passione per la musica? Chi te l’ha trasmessa?

Ho trovato una chitarra in casa e ho cominciato a suonarla. Nessuno mi ha messo questo strumento fra le mani, è partito tutto in maniera naturale, in maniera autodidatta. Ho imparato a suonare e poi a scrivere musica.

I tuoi genitori ti hanno incoraggiato nella tua scelta artistica o avevano in mente un futuro diverso per te?

Mia madre non era tanto preoccupata, mentre mio padre pensava che io avrei dovuto continuare gli studi e trovare un lavoro stabile, ma per quei tempi era una cosa normale avere un po’ il timore che questo mondo potesse fagocitare le persone. Con me non è successo e poi mio padre si è ricreduto.

Con quali artisti di riferimento sei cresciuta? Chi sono stati i tuoi idoli?

Diciamo tutti i cantautori nazionali e internazionali. Da Bob Dylan a Fabrizio De André, da Francesco Guccini a Paolo Conte e Tenco. Ho sempre amato la canzone d’autore.

Come ricordi gli anni al Folk Studio di Roma?

Al Folk Studio c’era una situazione particolare, perché la domenica chiunque poteva arrivare e suonare e io ho cominciato lì. Andavo la domenica a cantare quelle tre canzoni che avevo scritto e poi da lì è partito tutto il mio percorso artistico.

Mi racconti com’è nata la collaborazione con Rossana Casale?

In maniera naturale perché noi siamo molto amiche e siccome tutte e due facciamo musica, vivevamo insieme e quindi è stato inevitabile cominciare a lavorare insieme. Poi siamo andate a Sanremo e dopo abbiamo fatto due dischi scrivendo tante canzoni insieme.  

Se ti dico Marisa Sannia, cosa mi rispondi?

Una sorella che non ho conosciuto bene ma che mi accompagna in un viaggio bellissimo in cui io porto le sue canzoni in tournée da un po’ di tempo.

Sei anche autrice delle tue canoni. Qual è il tuo metodo? Prima la musica e poi il  testo o viceversa?

No, non c’è un metodo. A volte scrivo la musica e a volte scrivo prima il testo.

Il momento della giornata più fertile per scrivere le tue canzoni?

Sicuramente la sera, perché la mattina sono sempre impegnata in tante cose. La sera  poi quando tutto si ferma e c’è silenzio, non sempre ma in genere, io con la chitarra comincio a creare le mie canzoni.

L’ambiente che ti circonda influisce sul tuo estro artistico?

Sinceramente in casa ho sempre scritto, ma poi ho sempre viaggiato tanto portando  con me la chitarra e ho scritto anche fuori. Non è l’ambiente che mi ispira o che mi fa scrivere. L’ispirazione viene in maniera naturale.

Prima di una esibizione hai un rito scaramantico, un portafortuna?

No, assolutamente. In qualche periodo della mia vita avevo un portafortuna, però non  mi ha condizionato.

Dopo una esibizione temi più il giudizio del pubblico o della stampa?

Io credo che il pubblico sia la cartina tornasole, nel senso che si ha la sensazione  immediata se il pubblico è in silenzio e partecipa. Quindi il primo passo è quello poi tutto il resto diventa meno importante.

Ho letto che hai portato in teatro uno spettacolo su Italo Calvino. Com’è nata l’idea?

Non è stata mia l’idea, ma dell’attrice Maria Rosaria Omaggio, purtroppo scomparsa da poco, che aveva pensato di unire insieme tutti i testi di Italo Calvino e le sue  canzoni e abbiamo portato questo spettacolo in giro per il mondo.

Sei diplomata in musicoterapia. Quali sono gli obiettivi di questa disciplina terapeutica?

Sono quelli di lavorare con i suoni con tutte quelle persone che non riescono a comunicare attraverso il linguaggio verbale ma possono farlo attraverso la condivisione del suono, suonando, esprimendosi con la voce e quindi è un canale molto importante comunicativo ed espressivo. 

Ho letto che hai partecipato a delle manifestazione contro la violenza sulle donne. Cosa serve per sensibilizzare e combattere tutte queste violenze?

Serve cominciare a dare dei buoni esempi in casa prima di tutto, che i genitori si comportino in maniera che i ragazzi possano vedere quanto il padre rispetta la sua donna e che i ruoli e gli obiettivi possono essere gli stessi per tutti e due.   

Altra battaglia è quella sul maltrattamenti degli animali. Si deve fare di più?

Si deve fare tantissimo. La situazione sta migliorando, però c’è veramente tanto da fare perché molte persone pensano che gli animali non abbiano un’anima, non soffrano. Io sono vegetariana dall’età di sei anni e faccio tutte le battaglie che posso. Se tutti facessero come me, forse le cose andrebbero molto meglio.

Che consigli daresti ad un ragazzo che si avvicina alla musica?

Di non imitare nessuno, di essere se stesso, di osare e di avere il coraggio di non seguire le mode.

Tanti anni di onorata carriera, tornando indietro rifaresti tutto o hai dei rimpianti?

Rimpianti no e neanche rimorsi. Credo di aver fatto la vita che ho desiderato e continuo a farla e questo è impagabile.

Oltre alla musica curi delle passioni nella vita?

Mi piace molto scrivere romanzi. Ho scritto quattro libri e sono appunto alla presentazione del quarto libro.

Hai un sogno artistico.

Ho un sogno artistico in assoluto, cioè continuare ad avere la possibilità di fare questo lavoro bellissimo e di esprimermi attraverso la musica.

Hai ricevuto parecchi riconoscimenti. Ce n’è uno a cui sei particolarmente legata?

Ne ho ricevuto tantissimi, dal premio Nuovo Imaie “per la grande sensibilità interpretativa” (2016), il premio “Mia Martini” per la carriera (2018). Forse il premio Maria Carta che ho preso due anni fa è stato il più sentito.