Ira Fronten (attrice e presentatrice) Roma 18.1.2019
Intervista di Gianfranco Gramola
Il mio obiettivo è quello di inserirmi nel
cinema, nella televisione italiana e fare teatro. Mi piacerebbe anche tornare a
fare la presentatrice
Ira
Fronten è nata a El Pao, in
Venezuela.
Cinema/film
2018/2019:
"Bar Joseph" regia di Giulio Base
2018:
“Wake-up” regia di Evaristus Ogbechie, ruolo protagonista: Ivone
2018:
“Indovina chi ti porto per cena” regia di Amin Nour
2018:
“Sombras”, ruolo Miranda, Regia Daniele Stocchi e Stefano Chiavarin
2016:
“Il Ministro”, ruolo co-protagonista Esmeralda, regia Giorgio Amato
2014:
“Un Fidanzato per mia moglie”, partecipazione speciale, regia Davide Marengo
2009:
“El Cielo”, ruolo protagonista Gabriela Ochum, regia Alessandro Basile,
Colombia
1999:
“Frontera Sur” regia di Gerardo Herrero, ruolo principale: Asuncion
Serie tv/fiction
2018:
“E’ arrivata la felicità”, regia di Francesco Vicario
2014:
“Le due leggi” regia di Luciano Manuzzi
2011:
“Due Mamme di troppo”, ruolo principale Asuncion, regia Antonello Grimaldi
2011:
“Un passo dal cielo” regia di Enrico Oldoini, ruolo: Monica Mamboo
2008:
“Due mamme di troppo” regia Antonello Grimaldi
2005: “Amor a la
Plancha”, Colombia
Danza
2006:
“ Monologhi al teatro Quirino”, Roma
2001 :
“Sobremonte Padre de la Patria” , Teatro General San Martin, Argentina
Radio
2013:
“Habla conmigo” Rai Radio2, diretto da Lorenzo Lucidi
2012:
“Besame Mucho” Rai Radio2, diretto da Arturo Villone
Sport
Equitazione,
ginnastica, salsa, merengue, cha cha,rumba, danza del ventre, burlesque.
Presentatrice
2018:
Serata inaugurale dell’ International Tour Film Festival
2018
Presentatrice del Turkish Airline Award 2018
2009:
Capodanno Reale Rai Uno
2008
Capodannoo Reale Rai Uno
2005
Miss Colombia, canale Rcn, Colombia
2017:
Dizione italiana con doppiattore Stefano De Sando
2014/2017: Workshop di
teatro “The power of the actor” con Ivanna Chubbuck
2003/2004:
Commedia musicale, Corso biennale presso la scuola Julio Boca-Pashkus ,Buenos
Aires
1997/2001:
Arte Drammatica scuola “Espacio Abierto” ,Buenos Aires, Argentina
Intervista
Ira, com’è nata la passione per la
recitazione?
L’ho scoperta a scuola, facendo una lezione
di letteratura, in cui dovevamo imparare un testo teatrale. Avevo 13 anni e ho
detto questa cosa a mia madre. Poi la scuola mi ha fatto un esame in cui ho
preso il massimo dei voti e da lì è iniziata la mia passione.
Hai iniziato a lavorare in Venezuela,
il tuo paese?
Si, ho fatto i primi lavori lì e facevo la
comparsa nelle telenovele, per capire com’era il lavoro e per fare esperienza.
Ero molto piccola, avevo 16 anni, e ho fatto la gavetta. Mi sono fatta fare la
tessera come “extra”, cioè la comparsa, così si chiama nel mio paese.
Hai qualche artista in famiglia?
A casa mia sono tutti musicisti, tutti bravi
jazzisti, anche se nessuno dei miei è famoso. Ma non lo sanno di essere così
bravi, perché per noi a casa, cantare e ballare è come parlare, è una cosa
naturale da noi. Nelle riunioni di famiglia, non è che
guardiamo un film ma ci riuniamo in giardino, chi prende una pentola, chi
uno strumento e altre cose e si suona e si balla.
Quali sono le tue ambizioni?
La mia ambizione è avere successo nella mia
carriera in Italia. E’ un mercato difficile, però non impossibile, perché la
carriera dell’artista, credo sia difficile in qualunque paese. Se fossi bionda
e con gli occhi azzurri non è garantito che
avrei successo, però il fatto che sono di colore, mi ha un pochino
penalizzata nel mio percorso. E’ un pochino più difficile emergere. Però il
mio obiettivo è quello di inserirmi nel cinema e nella televisione italiana,
fare teatro e rappresentare le persone che sono simili a me, che vivono la vita
che vivo io. Mi piacerebbe anche tornare a fare la presentatrice. Nel mio paese
lo facevo benissimo, perché presentavo serate anche internazionali. Una mia
ambizione, poi, è vivere felice.
Cosa stai facendo ora?
Ho appena finito un film con Giulio Base dal
titolo “Bar Joseph”, che dovrebbe uscire fra un po’. Poi sto preparando
uno spettacolo per il teatro in spagnolo, con un regista venezuelano. Sono
contentissima perché è la prima volta che lavoro con un venezuelano in teatro,
inoltre farlo in Italia e in spagnolo, è fantastico. Il testo è meraviglioso e
questo sarà uno spettacolo che porteremo nelle scuole e negli istituti che si
occupano di lingua spagnola, come l’Istituto Cervantes, che nel 2013 è stato
anche il mio sponsor a Radio2, dove ho condotto un programma radiofonico, era un
corso di spagnolo che ha avuto un grande successo. Purtroppo la Rai non l’ha
rifatto, peccato.
Fra colleghe attrici hai trovato più
rivalità o complicità?
Tutto è molto legato al casting e io non
sono una che fa troppa concorrenza alle altre attrici. Con le attrici nere o di
altri paesi non ho mai trovato rivalità, ovviamente quando si fa un provino
ognuna spera di prendere parte al film, perché è il nostro lavoro, perché si
deve pagare l’affitto, si deve vivere e mangiare.
Quindi non è cattiveria quando vuoi passare un provino.
Ho letto un tuo commento su facebook in
cui te la prendevi con delle brutte persone che hai conosciuto in Italia.
Cos’era, uno sfogo?
Questo fatto riguarda la mia vita privata,
quella vera. Sulla mia vita artistica sono molto trasparente e ho fatto delle
cose che si possono pubblicare, però nella mia vita privata ci sono delle cose
che non pubblico e che tengo per me. Però ho subìto tante
di quelle ingiustizie non di razzismo, ma a livello personale, per via
della famiglia dell’uomo che ho sposato. Ho subìto per tanti anni e ho avuto
delle conseguenze abbastanza pesanti. Ero arrivata al punto in cui dovevo in
qualche modo sfogarmi. Per colpa di queste persone e delle loro ingiustizie io
non vedo mia madre da dieci anni. E’ un pochino complicato da spiegare e
quello che hai letto era uno sfogo perché nel 2018 volevo passare il Natale con
mia madre, ho fatto di tutto per risolvere questi guai e non ci sono riuscita
purtroppo.
Parliamo un po’ di Roma, Ira. Quando
sei arrivata nella capitale d’Italia?
Sono venuta a Roma nel 2006, se ricordo bene.
Ricordo che appena scesa dall’aereo, ho preso un taxi e appena mi sono trovata
davanti al Colosseo mi sono messa a piangere dall’emozione. Quando giro per
lavoro, mi interesso dell’albergo dove devo andare, ma non è che mi interesso
dei luoghi turistici da visitare, non è che leggo qualche guida turistica,
perché mi annoia. Io il Colosseo lo avevo visto solo in fotografia a scuola,
solo che non avevo in mente che fosse a Roma. Trovarmelo davanti, mi è sembrata
un’apparizione.
In che zone di Roma hai abitato?
Ho abitato in collina Fleming, alla Balduina
e ora sto a Prati.
La cucina
ti ha conquistata?
Si, anche se io sono sempre stata abituata a
mangiare mediterraneo. Questo perché in Venezuela nel tempo sono arrivati un
sacco di italiani. Qui si lamentano tanto quando arrivano 400 mila immigrati, da
noi sono arrivati due milioni tra italiani, francesi, colombiani, peruviani e
boliviani. Anche molti argentini che scappavano dal loro paese, per colpa del
dittatore Jorge Rafael Videla Redondo. Quindi sono cresciuta con la cucina
italiana e il mio paese è il secondo al mondo come consumatore di pasta. Mi
piace da morire la cucina italiana e in passato ho lavorato per un canale
internazionale in un programma gastronomico, come presentatrice e qualche cosa
ho imparato. Anche in Argentina c’è una buona cucina e si mangia benissimo,
anche perché, come dicevo prima, è stata molto contaminata dalla gastronomia
italiana.
Quando sei via per lavoro, ti manca
Roma?
Mi è successo solo una volta di andare via,
sono stata a Buenos Aires e pensavo di non ritornare più in Italia, perché non
ce la facevo più, questo per questioni personali, non per la città. Sono stata
in Argentina tre mesi per girare una serie tv e alla fine non vedevo l’ora di
tornare a Roma. Poi sono rientrata e ho iniziato a girare “E’ arrivata la
felicità” per Rai 1.
Ora stai facendo un corso? Di cosa si
tratta ?
Faccio un corso di tessitura. Non ha niente a
che vedere con il mio lavoro. Io, come conseguenza
del fallimento del mio matrimonio, ho dovuto rimboccarmi le maniche e darmi da
fare per cercare lavoro. Ho lavorato nel settore della moda e ho conosciuto una
grande azienda che è la Hermès. Già la conoscevo, l’ammiravo e quando ero
ricca avevo alcune cose di quella marca prestigiosa. Però poi, lavorandoci
dentro, vedendo la realtà dell’artigianato di lusso, non so come mai, ma mi
sono collegata ad una visione di un telaio antico che avevo visto in Colombia, e
mi sono ripromessa che dovevo imparare ad usare un telaio. Le mie colleghe mi
hanno guardata come fossi una extra terrestre. C’era un corso in una scuola
del comune di Roma, che si chiamava “Antica scuola d’arte e dei mestieri”.
Quella degli artigiani è una realtà meravigliosa, che viene tramandata da
generazioni. Questo corso per me è anche terapeutico, inoltre imparo un
mestiere antico.