Karin Proia (attrice)     Roma 10.6.2008

                  Intervista di Gianfranco Gramola

Un grazie a tutti quelli che mi hanno insegnato qualcosa, anche piccola…

Il suo sito ufficiale è www.karinproia.it  per contatti message@karinproia.it   

Karin Proia è nata a Latina, il 14 marzo (come Einstein) del 1974, da mamma Ines e papà Angelo. L’attrice, cresciuta a Borgo Podgora, ha iniziato a lavorare come modella a 17 anni, per poi partecipare, anche cantando e ballando, a trasmissioni televisive come “Non è la Rai”, “Bulli &pupe”, “Scommettiamo che” e “Il grande gioco dell’oca”.

Itinerario artistico (tratto dal sito ufficiale)

“Debutto come attrice nel 1994 nella splendida cornice del Teatro Greco di Taormina, con la tragedia di Arthur Miller “Uno sguardo dal ponte”, nel ruolo di Catherine, la ragazza causa innocente della insana passione dello zio che l’ha cresciuta come una figlia, accanto a Michele Placido, per la regia di Teodoro Cassano. Replicato per quattro anni. E’ del 1996  la versione televisiva per Rai2 di “Uno sguardo dal ponte”. Nel Tv Movie il cast rimane lo stesso, la regia è affidata a Luciano Odorisio. Il primo Ciak per il grande schermo avviene nella primavera del 1996. Si tratta del film “Cinque giorni di tempesta” di Francesco Calogero ed io sono Fioranna, con Roberto de Francesco e Chiara Caselli. Il film viene presentato fuori concorso alla 54ª Mostra del Cinema di Venezia. Vince il Premio SIAE come migliore soggetto  e il Premio della giuria al XV Festival di Annecy. Sempre nel 1996 per “Ci vediamo in Tv”  eseguo, in diretta televisiva, tre monologhi in tre giornate diverse; uno tratto da “Salomè” di Oscar Wilde, uno da “Il piccolo Principe” di Antoine de Saint- Exupèry, ed un altro tratto proprio da “Uno sguardo dal ponte”. E’ il 1997 ed interpreto  Stella (Shelby) in “Fiori d’acciaio” di Robert Harling, riproposizione teatrale del famoso film “Steel Magnolias”. Nel cast Anna Mazzamauro, Fiorenza Marchegiani e Luisella Boni. Replicato per due stagioni consecutive. E’ del 1997 la mia prima fiction, 4 puntate per Canale 5 dal titolo  “L’avvocato Porta” con Gigi Proietti e Ornella Muti per la Regia di Franco Giraldi. Sono Patrizia Sorge una giovane ragazza arrivata nella grande città che, dopo una serie di vicende, viene assassinata. L’avvocato Porta indaga sui diversi indiziati ricostruendo via via l’accaduto. Nel 1997 è la volta di “Amico mio - la nuova serie”,  6 puntate per Canale 5 con Massimo Dapporto e la regia di Paolo Poeti, nei panni di Susanna  (prima vestiti da Claudia Pandolfi). Nel 1998 sono Ines nella miniserie in 4 puntate per Rai2 “La vita che verrà”  con Valeria Golino e Stefano Dionisi per la regia di Pasquale Pozzessere. Sempre nel 1998 il mio secondo film per il cinema, “Terra bruciata” con Giancarlo Giannini, Raoul Bova, Michele Placido e Burt Young. Sono Rosina e la regia è di Fabio Segatori. Nel 1999 partecipo come ‘guest star’ nel 16° episodio di “Don Matteo” per Rai1 con  Terence Hill e la regia di Enrico Oldoini. Ancora nel 1999 sono Valeria Berti, la nuova ‘Lei’ della serie televisiva in 8 puntate per Rao1 “Lui e Lei 2”, commissario dell’ufficio minori orfano del precedente commissario (Vittoria Belvedere) scomparso in un incidente. Passati tre anni dal tragico evento, Valeria Berti dimostrerà tutta la sua abilità professionale e la sua profonda carica umana. Per Lui e Lei il lavoro, oltre alla soluzione del 'caso', rappresenta molto spesso un’opera di educazione e sensibilizzazione alla responsabilità dei genitori. Nei primi quattro episodi sono diretta da Luciano Manuzzi nei successivi quattro da Elisabetta Lodoli. Nel 2000 sono Annamaria, la protagonista del Tv Movie  “The savior of S.Nicola”, in onda in Italia su Rai1 col titolo di “Vola Sciusciù”, una coproduzione internazionale Lux Vide/ Paramount / Kirchmedia, accanto a Lino Banfi, Antonio Sabato jr e con la partecipazione di Mario Adorf. Presentato al 40° Festival Internazionale della Televisione di Montecarlo e al Festival della Televisione di Shangai. Ninfa D’oro a Lino Banfi per la miglior interpretazione maschile. E’ ancora il 2000 e giro da protagonista il film cinematografico “Arresti domiciliari” una commedia con Toni Sperandeo, Francesco Benigno e la partecipazione di Riccardo Garrone, per la regia di Stefano Calvagna. Sempre nel 2000 giro un divertente cortometraggio d’azione dal titolo “Week-end” con la partecipazione di Lucia Poli e la regia di Paola Columba. Nella miniserie in 2 puntate “Crusaders”,  in onda in Italia nel 2001 su Rai1 col titolo “Crociati”,  una coproduzione  internazionale Lux Vide / Kirchmedia , sono Maria. Nel film cinematografico “Laguna” del 2002 interpreto il ruolo di Giardina. Sempre nel 2002 sono Manuela in “Lo zio d’America” la serie televisiva  in 8 puntate realizzata per Rai1, con Christian De Sica, Ornella Muti, Eleonora Giorni e la regia di Rossella Izzo. Nel 2003 giro “Vite a perdere - ragazzi di malavita”  la miniserie in 2 puntate per Rai2 ispirata alle vicende della banda della Magliana. Sono Fabiana, una ragazza che per amore del giovane capobanda (Alessio Boni) rimarrà invischiata in questioni losche. Con la regia di Paolo Bianchini. Nel 2004 interpreto il ruolo di Angela, la figlia di un boss mafioso di Little Italy, nella seconda serie di “Orgoglio” per la regia di Vittorio De Sisti e Giorgio Serafini. Nella fiction in 4 puntate  “Ho sposato un calciatore”, girato nel 2004 e in onda su Canale 5 nella primavera 2005, sono Anna Palma, moglie di un giocatore di una squadra di serie A, molto attaccata alla famiglia e poco avvezza al contorno mondano che le gravita attorno. Torno a teatro nel 2005 con “Prova a chiamarmi”, commedia in atto unico tratta dalla sceneggiatura originale del film “Hallo Denise”  di Hal Salwen, con Pino Quartullo che ne firma anche la regia. Nel 2006 sono la Tuzza di Pirandello, in "Liolà", con G. Iannuzzo e M.Arcuri, per la regia del grande Gigi Proietti.

Ha detto:

- Quando mi hanno proposto "Lui & Lei" ho accettato subito e molto volentieri, anche perché per la prima volta sono stata diretta da una regista donna, Elisabetta Lodoli, in cui ho trovato una sensibilità particolare.

- Quando ero piccola mi piacevano gli applausi, ma non c'è stato un momento in particolare in cui ho deciso che recitare sarebbe diventato il mio lavoro.

- Internet non è il mio mondo ideale, però è qualcosa che mi attrae forse proprio perché non lo conosco bene; lo trovo sicuramente molto utile: se mi servono notizie su qualcuno o su qualcosa è il primo posto dove cerco!

- Trovo assurdo che ancora oggi cose così semplici come gli scivoli in città siano spesso impraticabili, o perché non sono a norma, o perché c'è qualcuno parcheggiato davanti, che i bagni attrezzati per disabili siano rari (e capita anche abbastanza spesso che non ci siano proprio bagni in genere).

Curiosità

- E’ sposata dal 2002 con il collega Raffaele Buranelli.

- Ha una collezione sterminata di sigle di cartoni animati della sua infanzia.

- Karin non è un nome d’arte, ma viene dal nome della nonna paterna: Carina.

- E’ “maestra d’arte”, specializzata in ceramica.

- Nel 2004 ha girato lo spot di un popolare the freddo dove sospira la frase tormentone “Anto’ fa caldo”.

- Nel 1997 ha girato “La prova del latte” un fortunato spot pubblicitario per una mozzarella, con la regia di Marcello Cesena.

Intervista

Ho contattato Karin attraverso il suo sito. Lei risponde a tutti i messaggi che riceve, basta avere pazienza, perché è molto impegnata con il suo lavoro. Attraverso questa intervista ho scoperto una persona meravigliosa, simpatica, disponibile e sincera. Una ragazza acqua e sapone, piena di interessi, di sorprese e innamorata del suo lavoro. Per conoscerla meglio, basta guardare il suo bellissimo sito, dove c’è di tutto e di più. In poche parole, Karin è la classica ragazza della porta accanto.  

Da Latina a Roma. Come ricordi l'impatto?

Più che impatto direi “l’incanto”… Roma ha sempre esercitato su di me un fascino incredibile. Ancora oggi passando vicino al Colosseo lo guardo senza riuscire a essergli indifferente neanche per la forza dell’abitudine.

In quale zona di Roma hai abitato e attualmente in che zona vivi?

Ho abitato vicinissimo a San Pietro, a Lungotevere Testaccio, a Trastevere ed un periodo anche fuori, sull’Aurelia. Ora abito al centro.

Com’è il tuo rapporto con Roma?

Come quello che si potrebbe avere con un amante. Se mi arrabbio per via del traffico, poco dopo mi domando se potrò mai fare a meno di lei…

C’è un angolino romano che ami particolarmente?

Forse la cosa che continua a darmi più emozione è la vista sulla città dal Fontanone del Gianicolo…

Cosa provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?

Ogni volta che torno a Roma dopo un lungo periodo, magari di notte, mi stupisco di quanto sia bella e di quanto la lontananza ne aveva sbiadito il ricordo…

Cosa ti manca di Roma quando sei lontana per lavoro?

Quando sono fuori non mi manca, ricarico le pile per affrontarla al mio rientro… perché comunque è una città faticosa da vivere, specie quando hai molti impegni che ti portano a destra e a manca senza troppo preavviso… poi è così grande che conoscerla tutta per me è quasi un miraggio.

Come trovi i romani?

Prima di tutto simpatici (mio padre è romano… trapiantato a Latina) e molto comunicativi. Un difetto: quando chiedi un’informazione su una strada o un indirizzo, ti rispondono, a costo di mandarti da un’altra parte… non sopportano l’idea di dirti “non lo so”.

Qual è il fascino di Roma, secondo te?

E’ una città così ricca di storie, di vita, di percorsi e di realtà, che non si può uscire una sola volta, anche percorrendo quotidianamente la stessa strada, senza scoprire qualcosa di nuovo. Ogni zona sembra avere una diversa anima.  

Cosa ti dà più fastidio di Roma o meglio esiste una Roma da buttare?

Assolutamente sì… la Roma inquinata. La Roma trafficata che, oltre a rendere tutto grigio e stressante, nuoce alla salute. Anni fa mi sono ripromessa di non comprare più macchine fino all’uscita di vetture ad energia pulita. La prima e l’ultima auto l’ho comprata nel 2000… se avrò necessità di cambiarla, ne prenderò una di seconda mano. Non voglio essere causa di nuove immatricolazioni di vetture inquinanti. Se tutti facessero così forse, si arriverebbe prima ad una soluzione dignitosa per noi e rispettosa per il pianeta.

In quale Roma del passato ti sarebbe piaciuto vivere e nelle vesti di chi?

Avrei una lista… Partirei dal Tevere preistorico e passando dalla sua fondazione alla Roma imperiale, a scadenza centennale, avrei voluto vivere in tutti i secoli successivi; nelle svariate vesti di poveri, ricchi, artisti, mecenati, nobili e chi più ne ha più ne metta…

Nei momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?

Nelle librerie del centro, grandi e piccole, o a passeggio tra i vicoli alla scoperta di botteghe di artisti e negozi strani. Amo girare a piedi e parlare con chi capita.

Per un’artista, Roma, cosa rappresenta?

Fonte di ispirazione…

Com’è nata la passione per lo spettacolo?

Fin da piccola. Ma più che per lo spettacolo ho sempre avuto un grande trasporto per l’arte in generale. Fin da piccola ho studiato musica, canto, pittura, ceramica, fotografia...

Ricordi il tuo debutto?

Eccome se lo ricordo… Al Teatro Greco di Taormina davanti a 5000 persone… La sera prima, durante la prova generale, sono caduta dal palco mentre stavo uscendo di scena; il tecnico ha spento le luci all’improvviso e ho messo un piede in fallo. Mi hanno portata di corsa al pronto soccorso ma per fortuna niente fratture, solo molti lividi. In compenso la sera dopo, davanti a tutte quelle persone, l’adrenalina in corpo ha avuto un effetto assolutamente anestetizzante sul dolore.

Qual è stata la tua più gran soddisfazione nel campo artistico?

Ricordo ogni momento del mio percorso artistico con la soddisfazione di una ragazza che da un piccolo borgo di provincia, riesce pian piano ad ottenere dei risultati, con la fatica di un percorso in salita (per scelta); questo perché, anche se purtroppo può sembrare banale, il viaggio è più importante della meta.

Hai dei rimpianti?

Il pallido rimpianto di essermi goduta troppo poco alcuni, piccoli, successi personali. Le gratificazioni sono importanti per tutti… per un’artista che cerca di fare il proprio mestiere al meglio e con tutta la sincerità possibile, poi, sono come l’ossigeno.

Hai avuto momenti difficili nella carriera in cui volevi mollare tutto?

Di fronte al primo momento di popolarità. L’ho presa malissimo, non volevo più uscire di casa e mi camuffavo in tutti i modi per non farmi riconoscere… ero stressata, giovane ed impreparata. Ora sono felice di essere riconosciuta, soprattutto da persone che mi seguono da molto tempo. Mi diverte sapere i loro pareri.  

Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Non lo so, non gliel’ho mai chiesto, né loro mi hanno mai detto nulla in merito. Ricordo che quando tornavo a casa con un bel voto o una bella pagella loro al massimo si esprimevano con un “brava”. Ma mai nessun regalo o regalino per promozione, né tanto meno viaggi premio o quant’altro. Ho capito che lo studio sarebbe servito a me, non a loro.

Che lavoro fanno i tuoi genitori?

Mio padre ora è pensionato ma ha lavorato tutta la vita in fabbrica, iniziando come operaio e facendo un’ottima carriera per serietà e dedizione… non so quanti straordinari e turni ha fatto. Mia madre era parrucchiera ma purtroppo ha lasciato il suo negozio, molto ben avviato, quando sono nata io. Le sue ex clienti dopo 34 anni ancora la reclamano…

Hai fratelli e sorelle?

Ho un fratello di sei anni più grande di me, si chiama Raniero e sono molto legata a lui. Un legame profondo che va oltre le convenzioni e le parole. Lui ha un carattere a volte ombroso, io in compenso sono lunatica, quindi tra tutti e due, a casa c’è sempre stato un bel casino.

Quali sono i tuoi hobby i tuoi passatempi preferiti, quando non lavori?

Scrivere, dipingere e disegnare, scattare foto, guardare film e leggere saggi, ma anche viaggiare, dormire, stare abbracciata a mio marito o non fare niente, guardare il cielo di notte, camminare sotto gli acquazzoni senza coprirmi, camminare scalza, mangiare la cioccolata…

Fai beneficenza o volontariato?

Sì.

Qual è il tuo punto debole?

Il solletico, non dico in quale punto per non essere ricattata con una piuma.

La cosa più cattiva che hanno detto o scritto su di te?

Una volta una giornalista ha virgolettato un’intera intervista con delle affermazioni che non avevo mai fatto, cose che non pensavo minimamente. L’ho trovato veramente un comportamento basso. Un’altra volta ho letto una critica che riguardava un mio spettacolo che riportava tante di quelle inesattezze ed errori che chiunque avrebbe capito che il tizio, lo spettacolo, non l’aveva mai visto. Ne sbagliava addirittura la trama in diversi snodi fondamentali, eppure era un classico! Preferisco le critiche costruttive, non distruttive. Non stimo affatto chi, frustrato perché costretto a scrivere per forza bene, o comunque non male, di alcuni/e universalmente riconosciuti/e come incapaci, si sfoga gratuitamente con altri, sui quali - guarda caso - è libero di esprimersi, invece di riflettere bene sul perché di questa sua libertà e di prepararsi, per evitare una critica senza nessuna cognizione. Troppe volte, invece che recensioni, si limitano a scrivere le trame!

Il complimento più bello che hai ricevuto?

A teatro, una sera, dopo uno spettacolo, sono uscita tardissimo dal camerino perché ero un po’ triste. Avevo lasciato uscire tutti i colleghi perché non mi vedessero, nella vita non sono molto capace di nascondere i sentimenti. Fuori ad attendermi c’erano due coppie sposate, avevano aspettato tutto quel tempo… Ci tenevano a dirmi che erano rimasti colpiti dalla mia interpretazione: “Era tutto così realistico, che sembrava fosse vero. Solo a momenti la presenza di altro pubblico in sala ci ricordava che eravamo a teatro” e mi hanno ringraziato per le emozioni che gli avevo dato. Ogni tanto ci ripenso e mi domando se mi hanno persa di vista o se mi riconoscono in questo o in quel lavoro. Un altro complimento bellissimo l’ho ricevuto da una ragazza, per strada, mi ha detto “Ciao Karin, ti seguo da qualche anno, da quando ti ho visto fare un monologo in diretta su Rai2, quel giorno ho capito veramente cosa vuol dire saper recitare”.

La dichiarazione d’amore più stramba, più divertente che hai ricevuto da parte di un fan?

La lettera di “uno scarafaggio” che avrebbe voluto darmi un bacio ma era terrorizzato di finire schiacciato sotto la suola della mia scarpa…

Che rapporto hai con la Fede?

La sto un po’ perdendo.

Pensi spesso all’aldilà?

No. Non ci penso proprio… penso alla morte o alla vita che c’è stata prima della mia nascita… ma mai all’aldilà.

Hai un sassolino nella scarpa che vorresti toglierti?

Sì, vorrei che in Italia esistesse più meritocrazia. E’ incredibile come si possa lasciar andare un paese a rotoli per far favori agli amici degli amici degli amici degli amici. La gente in gamba scappa all’estero o si spegne in un sistema che rende tutti frustrati e scontenti. Risultato: non funziona niente, da nessun punto di vista.

A chi volesse fare il tuo lavoro, che consigli gli vorresti dare?

Sinceramente? Studiate. All’estero. Quando cambierà il sistema tornate pure a casa…Ma attenzione perché intorno al mondo dello spettacolo c’è una marea di millantatori e truffatori che speculano sul desiderio dei giovani di lavorare in questo campo. Mai farsi abbindolare da promesse, le persone serie non le fanno mai e soprattutto non ti prospettano successi futuri. L’unico modo è contattare professionisti seri e rispettati e scuole serie e riconosciute.

Cosa rinneghi del tuo passato?

Niente! Solo un’avventura sentimentale. E’ stata proprio una svista.

Cosa ne pensi della battaglia contro il fumo?

Mi scusino i fumatori ma sono assolutamente contro il fumo. Sono felice della legge che ha proibito di fumare nei luoghi pubblici; ognuno è libero di farsi del male come meglio crede… lontano da chi non vuole farselo. Chi fuma è un fesso, spende dei soldi per farsi del male e ci paga pure le tasse sopra. Qualche volta gli va bene, spesse volte, purtroppo, no.

Qual è il tuo tallone d’Achille?

Sono molto sensibile, nel bene e nel male.

Ti ritieni fortunata?

Tempo fa ti avrei detto sì, adesso dico lo stesso sì, convinta, ma dopo averci pensato un po’…

Il regalo più bello che hai ricevuto e da chi?

Un anello da mio marito… e pensare che gli anelli neanche mi piacciono.

Hai dei complessi?

Non più.

Quanto ti influenza l’oroscopo nella vita quotidiana?

Mi diverte leggerlo quando capita… ma in realtà non ci credo mai. Se facendo zapping in tv mi capita di incontrare Paolo Fox mi fermo, perché mi piace sentirlo parlare.

Hai un sogno nel cassetto?

Ho una cassettiera di sogni, Gianfranco (risata).

A chi vorresti dire grazie?

A tutti quelli che mi hanno insegnato qualcosa, anche piccola…

Mi vuoi parlare brevemente del tuo ultimo lavoro che rappresenti al teatro Greco?

Una commedia divertente e soprattutto un ruolo diverso da tutti quelli che ho interpretato fino ad oggi.

Dopo il teatro che progetti hai?

E’ in onda una serie bellissima su Fox, canale 110 di Sky, che si chiama “Boris”. Consiglio spassionatamente di vederla. Forse il ruolo più stimolante della mia carriera.