Leonardo Manera (comico)              Trento 26.5.2023

                           Intervista di Gianfranco Gramola  

“Sono fantasioso, malinconico e umorale, nel senso che cambio spesso umore e questo dipende da cosa mi succede, però subisco molto gli eventi esterni”

Il sito ufficiale è www.leonardomanera.com  email  leomanera@yahoo.it

Leonardo Manera è nato a Milano e si trasferisce a Salò in provincia di Brescia, dove frequenta il liceo; successivamente si iscrive a Giurisprudenza, senza però laurearsi. Cabarettista ed autore di molti dei suoi testi, ha ottenuto vari riconoscimenti a livello nazionale: nel 1996 ha vinto il "Festival nazionale del Cabaret" e, l'anno seguente, il "Festival di cabaret Città di Cremona", oltre al premio della critica alla "Zanzara d'oro", trasmesso su Rai Uno. Nel 2011 vince il Delfino d'Oro alla carriera come miglior cabarettista dell'anno al Festival nazionale Adriatica cabaret. Alcuni suoi personaggi sono diventati particolarmente celebri, come il ventriloquo Vasco a cui hanno causato "una lesione alla retina", il mimo Mimmo, il depresso monocorde che invia "Un saluto festoso a tutti", l'alienato che ripete ossessivamente "Adriana ... Adriana", Sprecacenere Donato, un ragazzo analfabeta che scrive alla sua ex fidanzata, o Peter, parodia del ragazzo della provincia bresciana e Petrektek, insieme a Claudia Penoni che impersona Kripztak, nella parodia del cinema polacco (ispirandosi in realtà ai film del regista finlandese Aki Kaurismäki).

Intervista

Siamo a Trento, alla XVIII edizione del festival dell’economia. Quali sono le tue impressioni sulla manifestazione?

E’ la seconda volta che vengo al festival dell’economia e ho notato che quest’anno c’è più partecipazione rispetto all’anno scorso. Forse l’anno passato c’erano ancora i postumi del covid e quindi le persone erano un po’ titubanti, invece quest’anno ho visto che c’è più entusiasmo, più partecipazione, anche più presenza.

Tu hai un rapporto particolare con il Trentino, difatti ti ho conosciuto ad un capodanno ad Andalo, insieme a quelli di Zelig.

Si, abbiamo registrato due volte il capodanno al palazzetto di Andalo, nel 2001 e nel 2002. Ho questo ricordo ed erano gli anni in cui Zelig stava cominciando ad ingranare. C’eravamo tutti noi comici e quindi abbiamo un bel ricordo come gruppo. 

Se ti dico Bisio, cosa mi dici?

Claudio Bisio è quello che mi ha fatto perdere i capelli, perché nella mia scena quando stavo seduto, lui da dietro me li manovrava, mi tirava i capelli. Lui i capelli li aveva persi prima di me e comunque tutti e due risparmiamo in lacca e shampoo. 

Io e Leonardo Manera al festival dell'Economia di Trento

A proposito di Trentino, cosa ne pensi di quelli che vogliono boicottare il Trentino e i prodotti trentini per via della decisione di sopprimere l’orso che ha ucciso quel ragazzo in val di Sole?

Probabilmente in Trentino c’è una quantità di orsi che il territorio non è in grado di sostenere. Bisogna capire come comportarsi, ma certo la colpa non è del Trentino o dei trentini. Probabilmente si pensava che questi orsi si sarebbero sparpagliati e dispersi su tutto l’arco alpino, invece si sono concentrati in un posto e quindi sono rimasti abbastanza stanziali. La colpa, ripeto, non è del Trentino o dei trentini e mi sembra una stupidaggine boicottare il Trentino e i prodotti trentini.

Mi racconti com’è nato il desiderio di far ridere, com’è nata questa passione?

Mi sono appassionato all’età di 17 anni, perché seguivo un signore che faceva il mago comico a Salò, dove abitavo io e da lì ho messo in piedi il mio primo spettacolino comico e poi ho sempre fatto solo questo lavoro, prima come mago comico e poi solo come comico, quindi eliminando la magia.

Se fosse andata male come comico, avevi un piano B?

Io ero iscritto a giurisprudenza ed ero appassionato alla materia, mi piaceva proprio, quindi credo che sarei diventato avvocato anche perché avevo degli ideali di giustizia quando ero più giovane.

Televisione, radio, teatro. In quali di questi ambienti pensi di dare il meglio?

Sempre in teatro, dal vivo. Hai un’ora e mezza di spettacolo in cui puoi fare le cose che hai scritto, perché io scrivo sempre le mie cose e quindi è quello che mi da maggior soddisfazione.

C’è un nuovo libro in arrivo?

In realtà me l’hanno chiesto un po’ di volte, però sono un po’ scettico, perché le librerie sono già strapiene di libri che vendono poco e al giorno d’oggi tutti scrivono libri. Secondo me bisogna fare un libro solo quando si hanno delle prospettive, qualcosa da dire di interessante e poi che non sia un libro inutile, quindi che abbia dei margini di vendita interessanti.

Tre aggettivi per definirti?

Fantasioso, malinconico e umorale, nel senso che cambio spesso umore.

Cambi umore quando cambia il tempo?

No, dipende da cosa mi succede, però subisco molto gli eventi esterni.

Qual è il segreto del tuo successo?

Non credo di avere tutto questo successo, Gianfranco. Diciamo che sono un po’ conosciuto e penso che il fatto sia che cerco sempre di rinnovarmi. E’ una cosa che ho sempre fatto fin da quando avevo 17 anni, oggi ne ho 56 e ho sempre cercato di non rimanere uguale a me stesso, che da un lato è una cosa bella, dall’altra è un limite, perché le persone amano riconoscerti in un certo personaggio, identificarti per quello e se cambi rimangono  un po’ spiazzati. Però almeno ci si rinnova un po’.

In amore sei più cacciatore o lepre?

Gli uomini non sono mai cacciatori, perché alla fine decidono sempre le donne. L’uomo pensa di cacciare ma in realtà è stato cacciato (risata).

La donna è un tema importante nei tuoi spettacoli?

Si, come per tutti i comici che spesso parlano dei problemi con il sesso femminile. Anch’io l’ho fatto e c’è tuttora nel mio ultimo spettacolo. E’ una cosa che viviamo tutti e per i comici è più difficile perché le donne non si innamorano dei comici, preferiscono gli attori o i calciatori (risata).

Come sarà la tua estate?

Ho un po’ di serate in giro, poi starò un po’ con mio figlio e andrò in vacanza con lui. Io sono un padre separato e cerco di stare il più possibile con mio figlio. Per i padri separati, vedendo di meno i figli, è difficile mantenere un rapporto. Io cerco di stare il più possibile con lui  e questa estate tra una serata e l’altra, dedicherò tutto il mio tempo libero a mio figlio.