Manuel Aspidi (cantante)                Roma 28.5.2018

                   Intervista di Gianfranco Gramola

Il giovane talento toscano, dedica il suo nuovo brano “L’uso delle mani” a tutte le donne vittime di femminicidio. “Le mie ambizioni? Riuscire a non deludere mai le persone che amo, i miei sostenitori e le persone che credono in me”

Per contattare il cantante, il suo manager è Walter Garibaldi e.mail  walter@pegmanagement.it  

Manuel Aspidi è nato a Livorno il 12 novembre del 1987. Nel 1999 inizia a studiare musica leggera (Pop – Blues – Soul) e parallelamente si affaccia da protagonista nel panorama della musica lirica. Nel 2006 entra a far parte della 6° edizione del famoso talent Show italiano “Amici” in diretta su Canale 5. In seguito alla fase serale del programma, gli viene assegnato, da importanti personalità artistiche del campo musicale, l’inedito “Soli a metà”, primo in classifica per quattro mesi, che diventa una hit dell’estate e riceve due Dischi D’oro per il maggior numero di downloads. Nello stesso anno canta al Teatro Olimpico di Roma, nel musical “Io Ballo”. Riprende lo spettacolo l’anno successivo al Teatro Parioli di Roma e incide la canzone “Not like me” scritta dal grande Nick Scotti stesso autore e collaboratore di Madonna. Manuel ha portato avanti un’intensa attività live, con esibizioni nelle più belle piazze italiane ed in prestigiosi teatri riscuotendo un grande successo. Nel 2010 ha inciso il suo secondo inedito “Che Senso Ha”, scritto da Niccolò Agliardi e composto da Salvatore Taormina e Giusy La Piana, ottenendo un buon riscontro sia dal pubblico che di critica contando numerosi passaggi nelle maggiori radio italiane. Nel 2011 è la volta del terzo singolo dal titolo “Non ci aspettiamo più”: brano melodico e romantico. Nel 2012 esce per l’etichetta discografica Edel il singolo “Notte di luglio”, una ballata fresca ed estiva scritta dall’amico autore e cantautore,  Pier Davide Carone, ultima “scoperta” del compianto Lucio Dalla al Festival di Sanremo 2012. Nel 2016 entra a far parte dell’ultima edizione italiana del programma televisivo “The Voice” in onda su Rai 2 con il consenso di tutti e quattro i giudici scegliendo di lavorare al fianco di Raffaella Carrà. Il video della sua esibizione raggiunge in pochi giorni più di 500 mila visualizzazioni. Nasce a Livorno iniziando a cantare all’età di 6 anni ed a soli 15 è vincitore di numerosi concorsi canori. Nell’estate 2017 è tornato al centro dell’attenzione mediatica, con la cover del brano “Buonasera Buonasera”, cantato assieme alle storiche annunciatrici Rai e alla sua collega Sara Galimberti. (Oltre 250 mila visualizzazioni su Youtube e più di 300 mila sul sito online del Messaggero.

Curiosità

- Manuel ha due sorelle gemelle e lui a sua volta è gemello di un maschio e in più ha un altro fratello.

- Per mantenersi agli studi ha lavorato come baby sitter e addetto alla consegna di fiori.

Intervista

Come ti sei avvicinato al canto, alla musica? Hai qualche musicista  o artista in famiglia?

Credo anzi ne sono estremamente convinto che la musica abbia sempre fatto parte di me. Ero molto piccolo e ricordo che guardando i cartoni della Walt Disney iniziavo a cantare le loro canzoni e cantavo e cantavo fino a che non mi entrava in testa la melodia. In famiglia sono l'unico ma sono sempre cresciuto circondato da musica perché in casa non mancava mai.

Chi sono i tuoi cantanti di riferimento? I tuoi idoli?

Stevie Wonder con il quale sono cresciuto ma anche il grande Alex Baroni.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

No, mi piace il mio nome.

“L’uso delle mani” è una tua canzone dove parli delle donne che preferiscono rimanere in silenzio di fronte alle intemperanze fisiche e verbali dei loro compagni. Perché hai voluto dedicare una canzone al femminicidio?

Era qualcosa che mi frullava in testa da tempo. Poi un giorno, tipo segnale, mentre ero davanti alla TV sentii Maria De Filippi parlare di femminicidio, invitando tutti gli uomini presenti in studio a schierarsi. E questa cosa mi colpì parecchio. Ne parlai con il mio agente Walter Garibaldi che è anche un geniale autore e lui scrisse il testo di getto, perché certi messaggi debbono continuare ad essere coltivati attraverso tutti gli strumenti che l’arte offre, il canto, il teatro, il cinema, la televisione, ogni cosa a mio avviso deve contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica. E così lui parlando con gli autori della musica Fabrizio Fratepietro e Fernando Pantini ha fatto nascere questa composizione che sta colpendo il bersaglio, emozionando senza tediare.

Quali altri temi vorresti approfondire nelle tue canzoni?

Come stanno riportando i vari organi di informazioni sto lavorando con lo stesso identico team ad un cd molto particolare, “Tutti i mali del mondo” dove affronterò in maniera abbastanza atipica molteplici tematiche che mi stanno a cuore come ad esempio la causa animalista, altro tasto dolente per quello che quasi quotidianamente le cronache riportano. Gli animali non hanno facoltà di parlare e bisogna prestare loro la voce perché la violenza gratuita nei loro confronti va fermata immediatamente.

Qual è stata la tua più gran soddisfazione artistica?

Ce ne sono state diverse. La prima sicuramente è quella di essere riuscito ad entrare in un programma così importante come “Amici” all'epoca eravamo più di 30 mila fuori dagli studi di Cinecittà ed avercela fatta è stata una grandissima soddisfazione. Continuando con “Amici” aver duettato con Tiziano Ferro all'interno del programma ed essere riuscito ad accedere al serale. Poi il successo del primo singolo che ho inciso “Soli a metà” successivamente aver inciso un inedito di Nick Scotti, autore e collaboratore di Madonna. Poi dopo un lungo periodo nel quale ho anche pensato di rinunciare, tornare sotto i riflettori grazie ad un brano giocoso, la cover di “Buonasera Buonasera” cantata insieme a due miti assoluti della nostra televisione Maria Giovanna Elmi e Rosanna Vaudetti, due Signore generosissime che hanno abbracciato il progetto, inciso anche con la mia bravissima collega Sara Galimberti.

Quali sono le tue ambizioni?

Riuscire a non deludere mai le persone che amo, i miei sostenitori e le persone che credono in me.

Tornando alla canzone “L’uso delle mani” mi ricorda molto Tiziano Ferro, sia come timbro di voce che come tipo di canzone. Te l’hanno mai detto?

E’ un complimentone, Tiziano è un genio della recente musica leggera capace di conquistare il mondo, è un grande artista, grazie, un complimento che porterò sempre con me. 

Hai mai lavorato per solidarietà, per beneficenza?

Si. Una volta appurata la serietà dell’iniziativa sono sempre pronto se mi chiamano ad offrire ciò che è nelle mie possibilità artistiche per iniziative benefiche. Il passato Natale ad esempio sono stato ospite a Pescara per una serata meravigliosa voluta da Carla Panzino di “Adricesta” con la regia di Fabrizio Silvestri, presentata da Valeria Altobelli e Manuel Casella. Ricordo anche con grande affetto quando andai al Gaslini di Genova accompagnato dai personaggi della Disney per andare dai bambini malati. Mi esibì per loro e riuscire a vedere la gioia nei loro occhi e in quella dei genitori è stata tra le cose più belle che abbia potuto fare.  Credo sia bellissimo aiutare chi ha più bisogno sopratutto se si trattano di bambini che sono delle anime pure.

Quali sono i tuoi prossimi impegni professionali?

Ora sono in sala di registrazione per ultimare l’album, ci saranno una decina di canzoni inedite ed il lavoro è davvero tanto. Poi farò delle serata promozionali tra Luglio ed Agosto e ci sono in programma diversi passaggi tv per questo singolo.

Un tuo sogno artistico?

Sanremo perché non ci sono mai stato, avviare nuove collaborazioni per duetti che vorrei incidere e poi uno sguardo all’estero, parlo un buon inglese e penso che li il mercato possa essere interessante.

A chi vorresti dire grazie?

A mia mamma, il mio pilastro, la mia più grande sostenitrice che per mandarmi a lezioni di canto sostenne grandi sacrifici senza farmi mancare mai nulla. Una donna incredibile. E a tutti quelli che scoprendomi giorno dopo giorno hanno deciso di starmi accanto ancora oggi.

Parliamo un po’ di Roma, città in cui sei venuto a vivere dieci anni fa. Come ricordi l’impatto?

Mi sembrava di essere in una grande metropoli dove tutto era più grande e dispersivo, venendo da Livorno potrete capirmi. Qui a Roma mi sentivo un puntino in mezzo all'oceano.

In quali zone hai abitato?

Monteverde Vecchio, un sogno e Tuscolana.

Attualmente com’è il tuo rapporto con Roma?

Roma è una città bellissima, mente chi sostiene il contrario. E l’unica cosa che la fa vivere bene sono proprio i romani che hanno un carattere invidiabile, Roma adesso la fanno i simpaticissimi romani non le infrastrutture che sono nell’abbandono più totale.

C’è un angolino che ami particolarmente?

Villa Borghese, il Gianicolo e Piazza di Spagna sono luoghi magici.

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

I romani, noi toscani li amiamo, li capiamo molto bene. Abbiamo entrambi questa disarmante ironia che potrebbe essere interpretata come aggressiva ma che ha nella sua immediatezza il grande pregio della sincerità. Andare a Trastevere ad esempio e parlare con chi lavora nei bar e nelle pizzerie, darsi subito del tu, fare e ricevere battute è una prerogativa esclusivamente romana.

Come ti trovi in mezzo ai romani (Pregi e difetti)?

Se ho scelto di viverci è proprio per la caratteristica che spiegavo prima. Difetti i romani non ne hanno. Difetti ne ha la città che è in stato di abbandono e ai romani e simpatizzanti come me vedere tutto questo fa male al cuore.

Qual è il fascino di Roma?

Esteticamente vi invito ad andare alle due di notte al Gianicolo e dominare con lo sguardo Roma di notte. E’ un regalo che vi farete. Ha con se il fascino della storia, pensare che tutto sia passato da qui fa venire letteralmente i brividi.

Nei momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?

Trastevere è tra le mie mete preferite se si vuole terminare la serata in allegria, impossibile non passarci. C’è proprio gioia in questo quartiere.

Un consiglio alla sindaca di Roma Virginia Raggi?

Che la pulisca subito, partendo dalle periferie e passando per il centro, Roma è un Museo a cielo aperto e non merita questa imperizia. Inoltre tutti noi sia chi ci abita sia chi ci è nato, paghiamo delle onerosissime tasse sui rifiuti e proprio non riesco a capire perché la città sia ridotta così come tristemente vediamo. Ho visto con i miei occhi turisti stranieri “adeguarsi” buttando cartacce a terra, lanciando lattine vuote ed altre schifezze. Sono certissimo che a casa loro non si sarebbero mai permessi. E’ l’indolenza di questa città che mi ferisce ma la colpa è attribuibile alle amministrazioni passate e presenti, i romani ormai sono più che rassegnati.