Manuela Marinangeli (giornalista e conduttrice tv)    Foligno 20.6.2023

                             Intervista di Gianfranco Gramola

"Ho iniziato giurisprudenza e dopo il liceo avrei dovuto fare l’avvocato. Invece nell’estate della maturità ho scoperto il mondo dello spettacolo,  me ne sono innamorata e non l’ho lasciato più"

Per contatti manuela.marinangeli@gmail.com

Manuela Marinangeli è una giornalista, autrice, conduttrice e produttrice televisiva. Presentatrice e organizzatrice di eventi si occupa di marketing, social media e comunicazione a 360 gradi. Inizia la sua attività nel 1999 quando entra per la prima volta a far parte del mondo televisivo come inviata in una trasmissione di un'emittente regionale. Nel 2005 nasce Mosaico, la sua agenzia di comunicazione: una struttura ormai consolidata che da anni si occupa di marketing e piani di comunicazione per aziende ed enti. L’attività di presentatrice e giornalista televisiva continua senza interruzioni nelle emittenti umbre e fuori regione (T9 e La7): tra gli altri ha intervistato  Andy Garcia, Gian Carlo Caselli, Vittorio Sgarbi, Paolo Nespoli, Guglielmo Epifani, Silvio Berlusconi oltre che a decine e decine di personaggi del mondo dello spettacolo e della musica italiana e internazionale. Tra gli eventi che la hanno vedono protagonista ricordiamo: la Giostra della Quintana di Foligno, di cui è responsabile dell’ufficio di comunicazione e marketing, il Premio Rosa dell’Umbria, il Paiper Festival, Miss BluMare.

Intervista

Giornalista e conduttrice, due passioni nate insieme?

Io nasco prima come conduttrice televisiva e quella che doveva essere una passione momentanea, è diventata poi un mestiere. Io ho iniziato giovanissima, subito dopo il diploma e dal primo approccio che è stato di passione, ho poi studiato per farla diventare appunto una professione a tutti gli effetti.    

Da piccola, alla domanda: “Cosa vuoi fare da grande?” cosa rispondevi?

Non lo sapevo cosa volevo fare da grande. Ho iniziato giurisprudenza e dopo il liceo avrei dovuto fare l’avvocato. Invece nell’estate della maturità ho scoperto quest’altro mondo, quello dello spettacolo e me ne sono innamorata e non l’ho lasciato più.

I tuoi genitori che futuro pensavano o speravano per te?

I miei genitori  nella vita hanno lavorato in un settore diverso da quello del giornalismo e della comunicazione, quindi strade completamente diverse. Mi hanno sempre detto: “Fai quello che ti piace, che ti rende felice e qualsiasi strada prendi, l’importante è che tu sia la più brava a farlo”. Mi hanno sempre appoggiata in questo senso e ad oggi possono dire che hanno fatto bene.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

No, mi piace tantissimo il mio, me l’hanno scelto i miei genitori e mi presento sempre con il mio nome e cognome.

Con quali maestri del giornalismo e della comunicazione sei cresciuta? Chi sono stati i tuoi miti di riferimento?

Nel mondo del giornalismo ce n’erano molti. Da Lilli Gruber a Enrico Mentana fin dai miei inizi ad oggi, rimangono loro, come altri divulgatori come Piero e Alberto  Angela. Mi piace chi racconta e nel panorama nazionale ci sono delle figure che sanno raccontare particolarmente bene e questo mi è sempre piaciuto. Questa attitudine del racconto è una cosa che mi ha sempre affascinato, anche adesso, perché chi sa raccontare bene, ha una marcia in più.

La tua più grande soddisfazione professionale?

Io sono innamorata di Rimini, una città che ho assolutamente nel cuore nonostante abiti in Umbria, ma ho una vocazione per il mare e mi sarebbe piaciuto lavorare qui e a ottobre sono riuscita a presentare un talk show proprio a Rimini. Sai quando metti le bandierine sulle cose che vorresti fare, sui tuoi obiettivi, i tuoi traguardi della vita? Quella è stata una grande soddisfazione. Alla sommatoria delle cose fatte, non è stata chissà che cosa, però era una di quelle cose che volevo fare e ho fatto. Altra grande soddisfazione è stata quella di aprire una società di comunicazione a 26 anni, in una terra come l’Umbria, dove la comunicazione in quel momento storico non era particolarmente sviluppata come ora chiaramente, con altri mezzi, con altri media e altre situazioni. Diciamo che ho fatto tante cose con “tigna”, come si dice da noi, con grande voglia di fare, di provare, di studiare, di mettermi in gioco. Adesso siamo tutti comunicatori, quindi è tutto molto più semplice, i mezzi sono più semplici. Quando ho cominciato io non avevamo i social, c’era la televisione, c’erano i giornali e internet cominciava a interfacciarsi, quindi un altro mondo comunicativo. Forse un po’ più complesso però è stata una palestra straordinaria perché riuscire a fare quello, mi ha permesso di essere preparata a qualsiasi cambiamento che invece agevola di più il mondo dell’informazione.

Hai mai lavorato per solidarietà?

Si, tantissimo, ho lavorato e continuo a lavorare per solidarietà e una parte del mio mestiere lo è, perché io spesso e volentieri conduco eventi gratuitamente per solidarietà. Sono in questo momento la madrina di una onlus per le donne che hanno il tumore al seno, quindi per l’informazione e per la prevenzione, per il supporto a queste donne, poi parte di quello che faccio nel mondo della Quintana, che è l’evento di cui sono la responsabile del marketing e della comunicazione, è un evento di volontariato e quindi parte del mio lavoro è volontariato. Quindi dal sociale alla solidarietà il passo è breve.

Quali sono le tue ambizioni?

Io vorrei fare nella vita quello che mi piace fare e già penso sia un successo straordinario. Mi piace trovare situazioni nuove, ambienti nuovi, percorsi nuovi, ma non è che ho una finalità particolare, però quello che mi auguro è di continuare a fare il mio mestiere e farlo, non essendo un mestiere di routine,  ma dato dalla creatività, dalla voglia di fare, anche dal guizzo più artistico, di trovare anche palcoscenici che mi mettano alla prova e quindi mi diano la possibilità anche di creare situazioni che già conosco e consolidate nel tempo, però sempre con quel piglio rivolto verso le novità, verso la creatività.

Progetti estivi?

Estate densissima qui in Umbria, ci saranno molto eventi. Io ho appena concluso “La  giostra della Quintana”  di Foligno, che è una rievocazione storica barocca che si svolge nella città di Foligno tra giugno e settembre e abbiamo avuto quasi 20 giorni di eventi. Ne avremo altrettanti a settembre e questa estate ci saranno parecchie cose, come gli eventi organizzati dedicati alla moda, all’arte, alla cultura, alla musica che mi piace moltissimo. Quindi una estate particolarmente densa e per fortuna gli anni del covid non hanno bloccato questo sistema che è partito chiaramente con una certa difficoltà, ma che adesso in tutta Italia è specialmente da noi, sta andando veramente alla grande. Foligno ha un fermento artistico davvero interessante in questo ultimo periodo, un periodo  molto denso e non so se riuscirò a fare alcuni giorni di mare, ma mi rifarò più avanti.

Tre aggettivi per definirti?

Questo è difficile perché di solito mi faccio giudicare dagli altri (risata). Sono particolarmente caparbia, molto testarda, che potrebbe essere un aggettivo simile e poi sono una con i piedi per terra. Io qualsiasi cosa devo fare, devo essere brava a farlo, altrimenti non la faccio. Questa è sempre stata una mia caratteristica che mi ha sempre contraddistinto. Io ho studiato a Roma per tantissimi anni, facendo tutti i corsi possibili e immaginabili che in qualche modo potessero aiutarmi nel mestiere della conduzione, quindi dal doppiaggio alla dizione, alla conduzione televisiva e radiofonica, io ho sempre studiato per migliorare il mio mestiere. Quindi stare con i piedi per terra, perché questo è un mestiere come tutti gli altri lavori che ci sono e per farlo, bisogna farlo bene, non è che ci siano sconti o vie di mezzo. Se si fa bene, bene altrimenti vuol dire che non sei all’altezza. Il mio è un gran lavoro di preparazione, molto bello, però non sono tutto rose e fiori. Magari da come si può vedere da fuori, la gente pensa che lavoriamo mezzora perché la trasmissione dura mezzora, quando invece è un lavoro costante perché c’è la preparazione sia personale che per l’evento di cui si andrà a parlare, perché chiaramente sono due binari che vanno parallelamente. Noi qualsiasi cosa affrontiamo, dobbiamo conoscerla alla perfezione, quindi anche lì c’è un lavoro importante, quindi c’è poco da volare in alto (risata). Testa bassa e lavorare.

A chi vorresti dire grazie?

Alla mia famiglia, quindi a mamma, papà e a mio fratello che mi hanno sempre sostenuto, senza di loro non avrei potuto fare niente di quello che ho fatto. Mi hanno sempre sostenuto nonostante i loro ambiti di competenza fossero assolutamente distanti dal mio e hanno sempre pensato che ne valesse la pena. Senza di loro non avrei neanche iniziato questo mestiere, quindi un grazie immenso va a loro e soprattutto se c’è un successo, parte assolutamente da lì.