Massimo Boldi (attore)         Basiglio (Milano) 18.2.2021

                   Intervista di Gianfranco Gramola 

“Paolo Villaggio mi ha sempre chiamato “bambino”, non mi chiamava Massimo, perché lui ha sempre reputato che la mia indole era sempre infantile”

Massimo Boldi è nato a Luino il 23 luglio 1945. Esordì nello spettacolo come batterista iniziando giovanissimo con il suo amico Renato Vignocchi con il quale formò nel 1963 il gruppo musicale degli "Atlas". Più tardi forma a Varese con il fratello Fabio un gruppo musicale, I Mimitoki, con cui inizia la carriera da batterista; conducendo nelle domeniche pomeridiane il "Club Ciao Amici" al Lido di Gavirate. Nel 1968 inizia ad esibirsi al Derby Club, tempio del cabaret, dove inizia ad accompagnare i protagonisti delle serate, i grandi autori ed i comici attuali e del futuro nel panorama dello spettacolo italiano. Il Derby annoverava tra i suoi artisti nomi come Enzo Jannacci, Cochi e Renato, Giorgio Gaber, Bruno Lauzi, Giorgio Faletti, Umberto Bindi, Gino Paoli, Paolo Villaggio, I Gufi, Walter Valdi, Gianfranco Funari, Felice Andreasi ed Enrico Intra, cofondatore del locale con Bongiovanni.   Sotto la guida di Bongiovanni e guidato da Enzo Jannacci e Arturo Corso, Boldi rinacque artisticamente e divenne cabarettista, scoprendo in sé un talento comico. Nel locale l'ormai ex batterista creò personaggi che diventarono presto popolari e che grazie alle sue apparizioni nelle televisioni private locali di quegli anni divennero presto anche di pubblico dominio. Fece coppia con Teo Teocoli sia al Derby Club che in televisione per parecchi anni. Proprio grazie ad una televisione privata di allora, con sede a Legnano, "Antennatre Lombardia", fondata da Renzo Villa ed Enzo Tortora, Massimo Boldi e Teo Teocoli diedero vita con il loro lavoro di coppia a quello che sarebbe stato considerato l'"apripista televisivo" della nuova generazione di comici in televisione dell'epoca: Non lo sapessi ma lo so; autori del programma Zuzzurro e Gaspare con Gino e Michele. Per improvvisazione di Teocoli nacque, proprio in quella trasmissione, il personaggio forse più famoso e amato di Boldi, "Max Cipollino", uno strampalato conduttore di un telegiornale di una piccola tv privata (Teleraccomando). Dopo i grandi successi ottenuti negli spettacoli televisivi, Boldi abbandonò lo sketch per dedicarsi al cinema.

Cinema:

Due cuori, una cappella (1975) - Di che segno sei? (1975) - Luna di miele in tre (1976) - Movie rush - La febbre del cinema (1976) - Come ti rapisco il pupo  (1976) – Sturmtruppen  (1976) - Tre tigri contro tre tigri (1977) - Il... Belpaese (1977) - Io tigro, tu tigri, egli tigra (1978) – Saxofone  (1978) - Maschio, femmina, fiore, frutto (1979) - Sono fotogenico (1980) - Prestami tua moglie  (1980) - Nessuno è perfetto (1981) - L'esercito più pazzo del mondo (1981) - Fracchia la belva umana (1981) - Eccezzziunale... veramente (1982) - Sturmtruppen II (1982) - Il ragazzo di campagna  (1984) - I due carabinieri (1984) - I pompieri (1985) - Il tenente dei carabinieri (1986) - Yuppies - I giovani di successo (1986) - Scuola di ladri (1986) - Grandi magazzini (1986) - Yuppies 2  (1986) - Missione eroica - I pompieri 2 (1987) - Scuola di ladri - Parte seconda (1987) - Montecarlo Gran Casinò (1987) - Mia moglie è una bestia (1988) - Fratelli d'Italia (1989) - Vacanze di Natale '90 (1990) - Vacanze di Natale '91 (1991) - Anni 90 (1992) - Sognando la California (1992) - Anni 90 - Parte II (1993) - S.P.Q.R. - 2000 e ½ anni fa (1994) - Vacanze di Natale '95  (1995) – Festival (1996) - A spasso nel tempo (1996) - A spasso nel tempo - L'avventura continua  (1997) – Cucciolo (1998) – Paparazzi (1998) – Tifosi (1999) - Vacanze di Natale 2000 (1999) - Body Guards (2000) - Merry Christmas (2001) - Natale sul Nilo (2002) - Natale in India (2003) - Christmas in Love (2004) - Natale a Miami (2005) – Olé (2006) - Matrimonio alle Bahamas  (2007) - La fidanzata di papà (2008) - A Natale mi sposo (2010) - Matrimonio a Parigi (2011) - Ma tu di che segno 6? (2014) - Matrimonio al Sud (2015) - La coppia dei campioni (2016) - Un Natale al Sud (2016) - Natale da chef (2017) - Amici come prima (2018) - In vacanza su Marte (2020)

Fiction​

Camera Café (Italia 1, 2005) - Un ciclone in famiglia (Canale 5, 2005-2008) - Un coccodrillo per amico (2009) - Fratelli Benvenuti (Canale 5, Rete 4, 2010) - Natale a 4 zampe (2012) - 1992 (Sky Atlantic, 2015) - Untraditional (Nove, 2016)

Ha detto:

- L’attore comico, per età e mentalità, spesso si blocca, si ferma. Resta sospeso in una dimensione strana, in bilico fra ciò che è stato e ciò che è.

- Ho conosciuto mia moglie Marisa durante il periodo della cosiddetta “austerity”, quando a Milano i locali chiudevano a mezzanotte. Siccome come batterista lavoravo solo il sabato e la domenica, con mio fratelli Fabio aprii una latteria con licenza di trattoria. Marisa faceva l’impiegata e frequentava il locale durante la pausa pranzo.

- Il premio che preferisco è quello che mi danno gli spettatori quando vanno a vedere i miei film. I grandi comici non sono mai arrivati a prendere l’Oscar, ma hanno sempre avuto il pubblico dalla loro parte.

- Ci sono tante donne bellissime, profumate, intelligenti, di 60 anni. Ma io morirò accanto a una ragazza giovane, come tutti i comici. Charlie Chaplin, Totò, Woody Allen alla fine hanno fatto questa scelta.

Curiosità

Prima di fare l’attore, ha fatto l’autista, il vetrinista, l’operaio, il gestore di una latteria e il batterista.

Il 21 settembre viene operato urgentemente al cuore dopo una visita che ha sentenziato un pre-infarto con tre arterie completamente chiuse.

Nel 1992 si è candidato alla Camera con il PSI di Craxi.

Intervista

Hai iniziato la tua carriera artistica come musicista. Com’è nata questa passione e perché hai scelto la batteria come strumento?

Questa è una domandona longa longa. La batteria perché quando ero bambino ho sempre amato giocare con i mestoli, a tavola mentre mangiavo la pastasciutta. Dopo di che ho cominciato a diventare grandicello e con i miei amici abbiamo creato un piccolo gruppo musicale. Parlo degli anni ’60, quando erano in voga i Beatles e così abbiamo cominciato ad imitarli. Poi sono diventato professionista della batteria e cantavo mentre suonavo. Facevamo le serate nei night club e nei locali fino al momento in cui sono arrivato a Milano, in un locale che si chiamava Derby, dove si suonava il jazz. Lì ho incontrato Cochi e Renato, Enzo Jannacci, Paolo Villaggio, Dario Fo’. Questi grandi artisti, mi hanno dato la possibilità di fare questa professione, cioè quella dell’attore, ma non ci credevo mica io. Invece è andata bene e ho proseguito la strada dell’attore.

Chi erano i tuoi idoli musicali?

I miei miti erano i Beatles e gli Shadows, una rock band inglese che andava forte negli anni ’60. Questi sono quelli che noi amavamo e imitavamo, quasi come tutti i gruppi che facevano musica.

Chi per primo ha scoperto il tuo talento come attore comico?

Sono stati Renato Pozzetto e anche Enzo Jannacci. Ma è stato Renato che mi ha convinto a recitare.

Fra colleghi hai trovato più rivalità o complicità?

Tanta complicità.

In questi momenti di pandemia, quanto è importante una risata?

In questi momenti, a questa domanda, è difficile rispondere si o no. Non si riesce a capire come devi comportarti tu verso la gente, verso la tua famiglia, verso gli amici. Per chi fa la mia professione e per tutti quelli che fanno spettacolo, se non si può lavorare, diventa veramente un problema. Diventa difficile anche per me che sono una star del cinema, cercare di far ridere facendo il cinema, perché purtroppo hai  un’angoscia, un’amarezza dentro. Riesci a superarla solamente con il lavoro, con la professionalità, che se non avessi neanche quella, sarebbe veramente difficile far ridere.

Due parole su alcuni personaggi con cui hai lavorato. Dimmi di Paolo Villaggio.  

Pensa Gianfranco, che Paolo Villaggio mi ha sempre chiamato “bambino”, non mi chiamava Massimo, perché lui ha sempre reputato che la mia indole era sempre infantile, e di conseguenza ci scherzavamo sopra. Per lui sono stato veramente un amico e mi trattava affettuosamente come se fossi un giocattolo, un bambolotto. Con lui ho fatto tanti film e siamo stati veri amici per tantissimi anni.

Gianfranco Funari?

Il mio carissimo Gianfranco Funari. Ricordo che era un romano che faceva il croupier di casinò e che arrivò al Derby nel 1968. Era molto elegante, un signore strano, molto particolare e che non c’entrava per niente con l’ambiente milanese. Eppure ebbe una sintesi di comicità e poi è passato alla politica, che indubbiamente ha fatto storia. Con lui ho legato moltissimo e siamo stati molto amici. Lui mi ha voluto sempre bene e mi ha trattato quasi come un fratello.

Monica Scattini?

Poverina, non c’è più. Con lei ho fatto “Un ciclone in famiglia”. Mi sono trovato molto bene con lei.

Maurizio Mattioli?

Anche con Maurizio mi sono trovato molto bene. Mamma mia, quante belle persone. Questi bei personaggi fanno parte tutti della mia corte, tutti artisti a cui voglio molto  bene e che hanno fatto parte della mia vita.

Carlo Verdone?

Lui è stato l’attore che per primo mi ha fatto fare il protagonista al cinema con grandissimo successo e grazie a quel film ho cominciato poi a fare film uno dietro l’altro. Mi ha portato fortuna. Mi è dispiaciuto di non aver avuto più l’occasione di lavorare con lui. Però grande stima, grande simpatia, perché lui è stato molto importante per la mia carriera.

Com’è nato il personaggio di Max Cipollino?

E’ nato in virtù del programma televisivo del 1981 che facevo con Teo Teocoli ad Antenna Tre Lombardia, che era la televisione che aveva fondato Enzo Tortora con Renzo Villa. Noi facevamo un programma di quattro ore in diretta, con la regia di Beppe Recchia, in questo mega studio televisivo di Legnano, dove veramente abbiamo cambiato il modo di fare comicità in diretta. Zelig praticamente è stato “asciugato” dal nostro “No lo sapessi, ma lo so”, il programma che facevo allora con Teo Teocoli. E fu proprio lì che con Teo Teocoli, ho iniziato a fare il personaggio che raccontava la barzelletta ai bambini e poi tutti a letto, dopo Cipollino, tutti a nanna.

Una volta c’era Carosello che si andava a letto, poi Max Cipollino …

Si, invece di dire Carosello, dicevamo Cipollino (risata).

Qual è il segreto del tuo successo?

Questa è una domandona Gianfranco (risata). Questo dovresti dirmelo tu. Pensa che nella mia carriera sono riuscito a conquistare quattro generazioni, evidentemente  grazie alla mia vis comica e il mio modo di essere sempre uguale. Oggi ho 75 anni ma me ne sento 30, ecco perché Paolo Villaggio mi diceva sempre “bambino”. La mia anima è un’anima pura e probabilmente il pubblico se ne è accorto.

Hai lavorato anche con i fratelli Vanzina.

Grande Carlo Vanzina. Con Carlo e il fratelli Enrico, abbiamo fatto l’era dei cine panettoni. Ho cominciato con “Yuppies” del 1986, cioè dopo aver fatto “I due carabinieri” (1984). Di registi e sceneggiatori che hanno lavorato con me. Bravi come loro ne ho trovati pochi. Ci sono loro due, poi Neri Parenti, Enrico Oldoini e poi Luciano Salce. Poi ho lavorato anche con Steno, papà di Carlo ed Enrico,  e con Sergio Corbucci. Ho un curriculum artistico molto lungo.

Quali sono ora i tuoi progetti e le tue ambizioni?

Ho coniato il cine panettone, che all’inizio non ne ero contento, perché mi sembrava un po’ dispregiativo dire “cine panettone”, ma poi è venuto di moda. Ora ho scelto di fare solamente cinema e sono posizionato di cercare di fare almeno un film all’anno. E ci sto riuscendo, a parte quest’anno per via della pandemia. Speriamo che tutto questo finisca, così tutti ritornano a lavorare e quindi alla normalità.

Per i tuoi 74 anni ti sei regalato una giornata fra i detenuti di un carcere. Com’è nata questa idea, questo tuo desiderio?

E’ nato per portare un po’ di serenità, un po’ di spensieratezza durante un’estate difficile nel carcere dii Pianosa. Ed è stato non solo emozionante, ma è stata una cosa che ricorderò per tutta la vita, perché mi sembrava di essere tornato ancora bambino. In mezzo a questi signori che ne avevano combinate di tutti i colori, ho trovato gentilezza e molta attenzione verso di me e io li ho fatti ridere. Ridevano come i matti per qualsiasi cosa dicessi. E’ stata una liberazione così forte, così sentita e io quando me ne sono andato, li ho salutati e quando ho varcato la porta dell’uscita e ho sentito il “clac” del portone che si chiudeva, ho capito il dramma.

Com’è il tuo rapporto con la fede?

Buono. Praticante poco, credente sicuro, scettico da quando mi è mancata mia moglie.

Di cosa hai bisogno per essere felice?

Prima bisogna chiedersi cos’è la felicità, Gianfranco. C’è una risposta che dice tutto: “La vita è eterna”.

Parliamo di Roma. Cosa ti lega alla città eterna?

Mi lega la simpatia dei romani, mi lega il lavoro, perché il cinema si fa a Roma. Roma è la mia seconda casa.

In quali zone hai abitato?

Ho abitato in via Archimede, ai Parioli e ora sto in via Gregorio VII.

La cucina romana ti ha conquistato?

Certo. L’amatriciana, gli straccetti, la carbonara e i carciofi alla romana sono fantastici.

Cosa provi nel tornare a Roma dopo un’assenza?

Ritrovo il clima salutare che mi fa sentire bene.

C’è un angolo di Roma a cui sei legato?

No, perché Roma è bella tutta e mi piace molto.

Come vivi la Roma by night?

A casa di amici.

Per un attore, Roma cosa rappresenta?

Rappresenta un punto di arrivo, perché a Roma si fa il cinema, si fa la televisione perché qui c’è la Rai. Quindi un’artista ha più facilità a sfondare, se ha talento e una buona dose di fortuna.