Rosanna Piturru (giornalista)          Genova 1.12.2020

                    Intervista di Gianfranco Gramola                  

“Ad un ragazzo che si avvicina al giornalismo consiglio di metterci cuore e impegno oltre a molta curiosità, molta voglia di imparare, e di non pensare mai di sapere tutto quel che c'è da sapere”

Rosanna Piturru è nata a Genova il 20 luglio del 1968. Negli anni '80 intraprende la carriera di fotomodella partecipando a Miss Italia, nel 1986 come Miss Liguria. Abbandonata la carriera di fotomodella, nel 1990 diventa giornalista a Primocanale, emittente di Genova, e collabora con l'allora Fininvest per i servizi sportivi. Laureata in lettere moderne, giornalista professionista, nel 1994 viene assunta nella redazione sportiva di Mediaset. Nel 1995 passa alla cronaca e seguirà per i Tg Mediaset l'omicidio di Vincenzo Spagnolo, l'incidente aereo di Genova, il G8 di Genova del 2001, e i principali fatti di cronaca della Liguria. Nel 2010 passa alla testata News Mediaset come capo servizio. Dal novembre 2011 è una delle conduttrici di TGcom24, senza trascurare il ruolo di corrispondente da Genova intervistando per molte volte Beppe Grillo, seguendo l'arrivo della Costa Concordia a Genova nel 2014, realizzando reportage sulle tragiche alluvioni di Genova, il crollo del ponte Morandi, e tutti i più importanti casi di cronaca e attualità.

Intervista

Hai iniziato lavorando come fotomodella. Com’è nata la passione? Ti piaceva il mondo dello spettacolo?

Successe tutto per caso, avevo 18 anni e con il titolo di miss Liguria arrivai alle finali di miss Italia. Da lì ho avuto vari contatti in quel mondo e ho iniziato a lavorare e viaggiare per pagarmi gli studi universitari e comprarmi un'auto di seconda mano. In famiglia lavorava solo mio padre (mia madre aveva seri problemi di salute) e come impiegato lo stipendio non era certo da favola. Il mio obiettivo non era certo essere una top model (conoscevo i miei limiti) ma grazie a quegli anni di lavoro ho potuto concludere gli studi laureandomi in lettere moderne e levarmi qualche soddisfazione.

Dalla moda al giornalismo. Come ricordi i tuoi inizi nel giornalismo e la tua gavetta?

Grazie a una mia amica giornalista - Cristina Carbotti - approdai nel 1990 alla redazione di Primocanale (emittente locale ligure) per sostituirla in vari redazionali di cucina. I miei primi servizi riguardavano ricette e ristoranti liguri (e per una buona forchetta come me non era affatto male), poi seguii la grande cavalcata della Sampdoria in coppa campioni e il fatto di parlare inglese e francese mi ha agevolato nei reportage in giro per l'Europa. Non raccontavamo solo il match ma anche gli usi e i costumi della nazione dove si svolgeva l'incontro, e poi ancora la conduzione quotidiana del tg, il montaggio dei servizi. La gavetta in una emittente locale è fondamentale: impari qualsiasi mansione. Nel 1994 il passaggio a Mediaset (allora Fininvest) alla redazione sportiva e in seguito corrispondente dalla Liguria per le testate del gruppo.

Le doti di un buon giornalista?

Per un giornalista televisivo è importante la capacità di mettersi in relazione con i telespettatori per far arrivare un messaggio. Al centro della comunicazione c’è il messaggio, la notizia, non il giornalista.

Fra colleghi hai trovato più rivalità o complicità?

Ho un ottimo rapporto con i miei colleghi, la rivalità non fa parte del mio vocabolario. Anche con quelli della "concorrenza" c'è stima e amicizia, basti pensare che colleghe come Tonia Cartolano (sky), Stefania Battistini, Silvia Balducci, Emanuela Bonchino (tutte Rai) sono mie carissime amiche.

Hai lavorato con Emilio Fede. Come hai vissuto questa esperienza e cos’hai imparato da lui?

Ogni direttore con il quale ho lavorato mi ha insegnato qualcosa. Bastava osservarli. Fede, tra le altre caratteristiche, è un maestro dell'immagine. In ogni servizio realizzato per lui erano innanzitutto le immagini a dovere raccontare l'accaduto.

L’intervista che ricordi con molto piacere?

Potrei dirti il cantante che amavo da ragazzina o l'attore famoso ma credo che ogni persona che ho intervistato nella mia carriera mi abbia lasciato il segno. Da un semplice senzatetto a un capo di stato.

L’inchiesta (reportage) che ti ha dato maggior soddisfazione professionale?

Ovviamente l'inchiesta dove ho incontrato mio marito (pm dell'inchiesta tangentopoli 2 a La Spezia che vide indagato anche Di Pietro), ma quella non è soddisfazione professionale, ma di cuore. L'inchiesta che invece è nel mio cuore ma con profonde cicatrici è quella - seguita per due anni- del crollo del Ponte Morandi.

Quali sono i temi che secondo te andrebbero approfonditi maggiormente in TV e sui giornali?

Temi sull'adolescenza e su determinate patologie quali le ludopatie e i disturbi del comportamento alimentare.

Ad un ragazzo che si avvicina al giornalismo, che consigli vuoi dare?

Di mettere cuore e impegno oltre a molta curiosità, molta voglia di imparare, e di non pensare mai di sapere tutto quel che c'è da sapere.

Come sarà il tuo Natale e quello degli italiani?

Sicuramente un Natale diverso per tutti. In primis per chi ha perso un proprio caro, per chi ha perso il lavoro e per chi vive l'incertezza del futuro. Per me sarà un Natale di lavoro ma con la fortuna alla sera di stare con mio marito e mia figlia.

Come vivi questo periodo di mezzo lockdown?

Lavorando, come è accaduto anche nella prima ondata.

Oltre al lavoro, curi delle passioni, degli hobby?

Vivendo metà settimana in Italia e metà in Olanda dove lavora mio marito non mi rimane molto tempo per dedicarmi a hobby particolari. Rimando tutto alla pensione dove sicuramente avrò molto tempo.

A chi vorresti dire grazie?

A tutti quelli che in questi 30 anni di lavoro hanno percorso la strada con me, non solo colleghi ma anche tecnici, sarte, truccatrici, microfonisti, ecc … Chiunque mi ha aiutato a crescere e a migliorare.