Santino Fiorillo (esperto di moda, costume e
gossip) Roma
19.7.2023
Intervista di Gianfranco Gramola
Eccentrico e perfido, aristocratico e curioso
di tutto è tra più influenti casting della Tv. Si definisce sul suo profilo
instagram :“Pigramente mondano: flaneur, casting, socialite, gossip columnist,
musa e icona! Da piccolo sognava di fare la soubrette poi per fortuna ha fatto
altro!Una sua frase ricorrente: Vuoi la ragazza della porta accanto, vai alla
porta accanto!”.
Santin Fiorillo è
nato il 17 giugno a Roma. Dopo aver conseguito la maturità presso l’istituto
tecnico commerciale, ha proseguito gli studi all’università scegliendo la
facoltà di Scienze della Comunicazione. Grazie all’influenza della nonna
Jolanda, aspirante attrice, con cui trascorreva molto tempo mentre i genitori
erano a lavoro, Santino ha iniziato
ad interessarsi al cinema di una volta, ai suoi personaggi e alle grandi storie
d’amore. Si è laureato nel 2001/2002 con la tesi sull’evoluzione della
cronaca rosa: “Love story. Appunti di una storia del gossip in Italia”, che
gli garantirà il 110 e lode. Il gossip retrò, quello di una volta, lo porterà
presto a collaborare nei programmi televisivi. L’incontro con Maurizio
Costanzo è stato decisivo per la
sua vita personale e professionale. Grazie al corso di scrittura televisiva RTI,
ha iniziato a collaborare nelle reti televisive Mediaset nel 2004, lavorando
dietro le quinte per i programmi “Tutte le mattine” e “Buon pomeriggio”
su Canale 5. Da lì il passaggio al Maurizio Costanzo Show è stato breve,
divenendo così, uno degli storici collaboratori e procacciatori
di volti noti di Maurizio Costanzo. Ha lavorato per molti anni, nei programmi
Rai come casting tv e poi quel geniaccio di Pierluigi Diaco gli ha chiesto di
andare in video, nelle due edizioni estive di Io e te, insieme a Sandra Milo,
Valeria Graci e nell’anno successivo insieme a Katia Ricciarelli. Santin è
stato il protagonista di una piccola rubrica,
“La cartolina Divina”, uno spazio interamente dedicato ai dive sul
viale del tramonto, di ieri, oggi e
domani. Tra omaggi, curiosità e gossip, si
è fatto amare fin da subito dal pubblico da casa. Oggi, con i suoi consigli di
lettura collabora nell’iconico
programma di Pino Strabioli "Il Caffè", per Rai
Cultura, riscuotendo il meritato successo di sempre.
Intervista
Com’è
nata la passione per il mondo dello spettacolo? Hai artisti in famiglia?
Mia nonna Iolanda
avrebbe voluto fare l’attrice e spesso davanti ad
un tè fumante, all’ora della merenda, mi raccontava di quando
desiderava far provini per
partecipare alle selezioni per i concorsi di bellezza, così in voga negli anni
Sessanta. Quei concorsi a cui erano approdate, Lucia Bosè, Gina Lollobrigida,
Sophia Loren, Silvana Mangano. Il padre si oppose fortemente, per lui il mondo
del cinema era di dubbia moralità. Sono cresciuto con questa donna unica nel
suo genere che di fronte alle repliche dei film in tv in bianco e nero, spesso
sospirava borbottando; “Avrei dovuto
interpretare io, quel ruolo”. Chissà perché si sentiva la rivale della Lollo?
Mia nonna è stata una delle donne più importanti della mia vita, devo a lei,
la passione per il glamour, per la magia del cinema e per la bellezza. Lei
spesso mi parlava di Liala, una delle sue scrittrici preferite e citava una sua
frase: “Anche le stelle cadenti non arrivano sulla terra e sono belle lo
stesso”.
Come si
arrivato il TV?
Ho fatto un
percorso molto particolare, ero un ragazzo di
provincia che sognava ad occhi aperti il mondo colorato delle televisione.
Studiavo Scienze della comunicazione a Salerno e ad un certo punto pensai che la
carriera giornalistica mi avrebbe permesso di fare quello che sognavo .Mi sono
laureato in Scienze della comunicazione e da lì a poco ho frequentato una sorta
di stage, un corso per autori e registi TV, diretto da Maurizio Costanzo, a
Roma. Da lì è stato tutto un susseguirsi di eventi che hanno cambiato
radicalmente la mia vita. Sono
entrato dalla porta grande della televisione in punta di piedi. Maurizio
Costanzo mi chiese di collaborare con lui e circa venti anni fa ho iniziato a
muovere i primi passi. A Costanzo ero molto simpatico, lo facevo ridere con
battute diverse dal solito, piuttosto originali e pungenti. All’epoca ero
talmente ingenuo che non capivo che stavo iniziando una delle cose più
importanti della mia vita. Soltanto negli anni ho capito che stavo lavorando per
uno dei grandi signori della TV. Non capita
a tutti dopo l’università, che
Costanzo ti chieda di lavorare per lui. All’epoca pensavo solo a fuggire da
Salerno. Solo in un secondo momento,
come ti dicevo prima, mi sono accorto che stavo lavorando per uno dei mostri
sacri della cultura italiana e posso dirti che non mi sono mai pentito di aver
mandato quel curriculum lì.
Come hai
conosciuto Paolo Limiti?
L’ho conosciuto
quando lavoravo con Mara Venier come casting per
la sua Domenica In. Mara, come Costanzo, è stata fondamentale per la mia
crescita professionale in Rai. Fu lei a decidere che dovessi occuparmi degli
ospiti, per il suo programma e un giorno, mi chiese di invitare Paolo Limiti.
Ricordo ancora quella telefonata, provavo un misto di timidezza e tenerezza,
stavo parlando con l’uomo che mi aveva fatto compagnia negli anni
dell’università con il suo programma “Ci vediamo in TV”. Paolo era in
grado di portare in televisione:
Esther Williams, Sandra Dee, Maria Riva, la figlia di Marlene Dietrich o ancora
June Allyson, Jane Russel e Faye Dunaway, tutte le dive americane che avevo
visto nei film di Hollywood insieme a mia nonna. Con Paolo si è creato da
subito un rapporto speciale, quello che si crea tra un allievo e il suo
pigmalione. Ero la sua My Fair Lady. Lui ha sempre pensato alla mia crescita
professionale, e quando tornava a Domenica in, mi regalava spesso dei film in
dvd che secondo lui andavano assolutamente
visti. Anzi mi ripeteva che erano fondamentali. Ho una collezione di film in dvd
copiati personalmente da Paolo Limiti. Era incantevole il modo in cui mi
invitava a guardarli, ad analizzare
la recitazione delle attrici, la regia dei film, Il mio terzo grazie lo devo a
Paolo, a questo uomo elegante che profumava di Fracas di Piguet, un profumo
vintage alla tuberosa. Lui dopo Maurizio e Mara è stato fondamentale per capire
cosa volessi fare da grande!
Ho avuto modo
di conoscere di Silvana Pampanini. Una donna simpatica e allegra. Tu che l’hai
frequentata, mi racconti qualcosa di lei?
In questi quasi 20
anni di lavoro, ho avuto modo diconoscere molti artisti. Silvana per me è stata
una seconda nonna, poi ti racconterò anche della mia terza nonna. Posso dire
che sono stato un nipote fortunato! Silvana
era una donna schietta, diretta, molto ironica e autoironica e amava
raccontare dei suoi flirts con quella libertà che è tipica dei mostri
sacri: aveva creato un personaggio
ed è rimasta fedele a se stessa fino alla fine. Chapeau! Mi ha raccontato dei
suoi corteggiatori, di quando diede uno schiaffo ad Orson Welles, perché troppo
ardimentoso, della corte elegante di
Totò. Detestava alcune sue colleghe e diceva che Tyrone Power le
era stato rubato da Linda Christian quando Roma veniva chiamata Hollywood sul
Tevere. Sappiamo tutti poi di quel matrimonio da favola che fu celebrato a Roma,
con l’abito di Linda, disegnato dalle sorelle Fontana. E poi c’era la
rivalità con Gina Lollobrigida: era stata Silvana a
segnalarla al produttore del film e
a Vittorio De Sica di scritturarla
per “Pane, amore e fantasia”
perché era di Subiaco e poi
sapeva andare sul somarello. Silvana era una grande diva: ho conosciuto sia la
grande donna dello spettacolo che profumava di Joy di Patou, che
viveva nei suoi ricordi, con i suoi gioielli, con le sue pellicce, i suoi outfit
eccentrici, ma anche una donna che amava andare al “restaurant”, non diceva
mai ristorante, lei amava parlare in
francese. A tavola ordinava sempre il
pollo “scrocchiarello” e la cena doveva finire sempre con un dessert.
L’ultima sua cena era in mia compagnia e Leopoldo Mastelloni.
E’ vero che
con Elsa Martinelli cucinavate insieme?
E’ vero,
cucinavamo insieme. Con queste meravigliose
donne si instaurava un rapporto di
fiducia unico, nel suo genere. Si fidavano
di me, vedevano un ragazzino
sognante e mi invitavano a casa
loro. Capitava sovente che Elsa mi dicesse: “Che hai da fare questa sera?
Vieni a casa mia?”. E cucinavamo cose come il pollo alla cacciatora, la
polenta… A volte mi è stata vicino, sostenendomi in
momenti bui, soprattutto in questioni sentimentali. Mi ripeteva sempre che il
tempo trascorso appresso agli uomini, era inutile.
Il piatto
preferito di Elsa?
Cucinavamo tanto i secondi, perché la pasta,
a cena era bandita. Eravamo due “ragazze” che detestavano i carboidrati a
cena. Elsa era una donna del popolo e amava cucinare le
cosa semplici, quelle della tradizione romana. Al giovedì, preparavamo gli
gnocchi col ragù. Era un donna che aveva girato il mondo e
aveva vissuto per molto tempo a NewYork e a Parigi,
spesso mi parlava di “novelle
cousine”. Ho trascorso molto tempo
con lei, le nostre cene era condite da numerosi pettegolezzi: spesso le chiedevo
dei suoi anni ruggenti nella Grande Mela, di quando andava a cena con Truman
Capote e Andy Wharol, o di quando andava a ballare allo Studio 54. E poi amavo
quando mi parlava di Parigi e soprattutto quando ebbe l’ardire di chiedere
alla mitica Cocò Chanel di ridurre la gonna del tailleur.
Perché ha
voluto farsi ridurre la gonna del tailleur?
All’epoca come
tutte le donne à la page, indossava l’iconico tailleur Chanel! Come tutti
sappiamo, però, tra la fine degli
anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, Mary Quant, rivoluzionò l’immagine
femminile con la minigonna ed Elsa che ne
subiva il fascino ebbe la coraggiosa idea di chiedere a Madamoiselle Chanel di
ridurle la gonna del tailleur. Coco
Chanel le accordò questo favore ed Elsa ebbe la sua minigonna griffata Chanel.
C’è una foto in cui Elsa è ritratta insieme a Marlene Dietrich e Barbara
Streisand in un tailleur in pied de poule, che conservo gelosamente. Amavo le
sue storie, amavo trascorrere del tempo assieme e spesso andavamo al cinema alle
cinque del pomeriggio. Mi chiamava e mi diceva: “Chéri, vengo a prenderti in
taxi, fatti trovare all’angolo di Via Teulada e andiamo al cinema”.
Qual è stato
l’ultimo film che avete visto insieme?
L’ultimo film
che ho visto con Elsa è stato “La La Land, una bellissima commedia
hollywoodiana”! Lei stava già male, ma non aveva perso lo spirito, la voglia
di farsi bella, di uscire. Abbiamo fatto
delle lunghe passeggiate, abbiamo sorseggiato del tè da Babingtons accompagnato
da dei fragranti scones con panna e
marmellata e qualche volta siamo andati anche al mercato delle pulci di
Porta Portese, con il tram! Con lei ho vissuto delle domeniche
meravigliose che mancano molto.
Elsa Martinelli
con Marlene Dietrich ad una sfilata Chanel
Prima mi dicevi
della tua terza nonna.
La mia terza nonna
è stata Elsa, la donna che in qualche modo ha preso il posto di nonna Jolanda,
quando è venuta a mancare. L’ho frequentata molto e spesso mi regalava dei
garofani rossi che piantava sul suo balcone. Ho imparato a coltivarli grazie a
lei. I garofani erano anche la passione di mia Nonna Iolanda.
Hai conosciuto
anche Raffaella Carrà?
Si, l’ho
conosciuta ma non ho avuto modo di approfondire la sua conoscenza. Fra tutte le dive
che ho conosciuto, Raffaella rimane
la più grande icona della TV. Era una donna carismatica e adoravo il suo
profumo che si chiamava “Chamade” di Guerlain”: quando
passava lasciava una scia di questo profumo indimenticabile ispirato ad un
romanzo di Françoise Sagan. Una volta ho provveduto ad ordinarle da Guerlain,
sugli Champs Elysees, una bottiglia di profumo a lei dedicata. Ho conosciuto
Raffaella attraverso i racconti del suo agente, Alessandro Lo Cascio, mio
carissimo amico, che è venuto a mancare da poco, chiudendo definitivamente
un’epoca gloriosa. Raffaella è stata una donna coraggiosa in un ‘Italia
bigotta e moralista, ho sempre ammirato
la sua volontà nel separare la Carrà
dalla Pelloni (vero cognome di Raffaella, ndr.). Alessandro Lo Cascio mi
raccontava delle cene che preparava lei personalmente, dei tornei di burraco a
cui amava partecipare, delle sue vacanze a Porto Santo Stefano, suo buen retiro.
Sono riuscito a toccare con mano la magia di una donna che secondo me rimarrà
eterna.
Oltre al lavoro
curi delle passioni nella vita?
Amo molto il
giardinaggio, è un cosa che mi rilassa molto. E’ un anti stress, e poi amo
collezionare spille vintage. Negli ultimi tempi mi sto dedicando ad una mia
linea di bigiotteria. Il mio motto: “Voglio stancarmi soltanto a pensare quale
bijoux indossare”
Quali sono i
tuoi progetti per l’autunno?
Come sai, lavoro
soprattutto dietro le quinte e mi occuperò del casting di alcuni programmi tra
cui Vita in Diretta condotta da quel
grande gentleman che è Alberto Matano. In televisione tornerò con l’adorato
Pino Strabioli nel programma “Il caffè” su Rai 1 e racconterò
i personaggi di
ieri che hanno lasciato il segno grazie alla loro insolenza e carisma e proverò
a raccontare qualche sceneggiato/tv
tratto da qualche libro famoso di Jane
Austen ed Emily Bronte.
Due parole sul
tuo spettacolo teatrale che partirà in autunno?
Grazie a Silvano
Spada, direttore artistico al teatro Off/Off prenderò parte, in autunno allo spettacolo
che ricalcherà le dinamiche dell’avanspettacolo di una volta e
si chiamerà “Off OffVariety”. Nella primavera 2024, sempre al teatro Off
Off, invece, proverò a raccontare
in uno spettacolo scritto da me, per la regia di Pino Strabioli, Marlene
Dietrich, che si chiamerà
“A letto con Marlene.
In quale
occasione ti sei stabilito a Roma e come ricordi l’impatto?
Mi sono trasferito
a Roma, circa venti anni fa, quando mi iscrissi ad un corso per autori tv la cui
direzione era affidata a Maurizio Costanzo. Fin da piccolo mi sono sempre
ripromesso che mi sarei trasferito in questa città complicata e meravigliosa,
piena di contraddizioni. La cosa bella è che, come ti dicevo prima, ero
talmente sognatore da non accorgermi che stavo entrando dalla porta grande della
tv, collaborando con uno dei signori della televisione italiana a cui sarò
riconoscente per tutta la vita.
In quali zone
hai abitato?
I primi tempi ho
chiesto ospitalità alle mie amiche ballerine che studiavano danza all'accademia
di danza a Circo Massimo. Dormivo nella stanza degli ospiti nella loro casa di
fronte la Basilica di San Paolo e ricambiavo la loro adorata ospitalità
preparando dei gustosi dessert dietetici. Ma la mia casa
era il Teatro Parioli. Ero entrato nella storia della tv, passeggiando
per quel lungo viale alberato, che rimane il mio posto delle fragole. Un
bicchiere di champagne rosèe all'enoteca Bulzoni, un profumo vintage alla
profumeria Ruberto, i giornali acquistati nell'edicola assieme ad Enrico
Lucherini, rigorosamente in scarpe all stars ai piedi, un tè alla pasticceria
Il Cigno accompagnato da una fetta
della loro Mimosa al cioccolato, una colazione al ristorante La Scala o un
pranzo al ristorante il Caminetto. Per me Roma è il quartiere Parioli, chic
conservatore, decadente. Il quartiere Prati è arrivato molto dopo nel mio
cuore. Se tu mi chiedessi in quale posto di Roma, preferiresti ritornare, ti
risponderei immediatamente a Piazza Ungheria o chez Irene Ghergo, la Madonna dei
Monti Parioli autrice iconica della tv che conta! Sono molto legato a questa
signora della televisione italiana e sono orgoglioso di poterla annoverare tra
le mie poche amicizie romane.