Sebi Picone (cabarettista)                   Nicosia (Enna) 31.10.2023

                           Intervista di Gianfranco Gramola

 “Ho suonato anche con i Nomadi, ma appena hanno saputo che avevo la casa di proprietà, mi hanno buttato fuori dal gruppo”

Contatti sebipicone@gmail.com

Mi chiamo Sebastiano Picone e abito nel centro della Sicilia. Mi sposto ovunque e il mio spettacolo che dura 90 minuti, è un mix di battute, monologhi e canzoni storpiate molto divertenti. Lo spettacolo si intitola "Amore ti volevo portare sulla luna ma era piena" e si addice sia ai locali che al palco. Ho molte esperienze televisive in campo nazionale.  Sono specializzato nelle freddure, e nel fare diventare una canzone un motivo di risata. Non mancano le interazioni con il pubblico e il coinvolgimento globale della sala.

Intervista

Sebastiano, mi racconti com’è nata la tua passione per il cabaret, come hai iniziato?

Io vivo a Nicosia, un paese di 12 mila abitanti, nell’entroterra siciliano. Nel mio  quartiere c’era poca roba, non c’era un campo di calcetto, anche perché il mio è un paese collinare quindi era un po’ difficoltoso avere strutture sportive. Vicino a casa mia c’era una chiesa sconsacrata e il parroco ha pensato di fare un palco nella chiesetta e di farne un teatrino. Io passavo tutti i pomeriggi lì e con me c’era anche il Mago Forrest e facevamo delle rappresentazioni, teatro in dialetto, sketch, cabaret e altre cose divertenti. Fortunatamente a quei tempi non esistevano i telefonini, quindi facevamo roba sana, divertente e da lì è nata la passione per il cabaret. Poi abbiamo costruito uno spettacolo itinerante, uno spettacolo che non aveva né capo né coda perché era tutto improvvisato. C’era il mago Forrest he faceva la donna in due pezzi, io cantavo una canzone dal titolo: “Piccolo fiore dove vai?”, poi c’era un mago professionista che faceva quello serio. Avevamo anche due ballerine, una era mia sorella e l’altra era la sorella del mago, quello serio. Lo spettacolo si chiamava: “La notte delle illusioni” e facevamo serate e andavamo ovunque e ogni volta rischiavamo la denuncia da parte del gestore del locale perché lo spettacolo era troppo improvvisato. Sai il mago Forrest come faceva la donna in due pezzi? Prendeva mia sorella, le faceva mettere un costume in due pezzi, poi la copriva con un telo e diceva: “Signori e signore, ecco a voi la donna in due pezzi”. E usciva mia sorella in costume (risata). Io come amplificazione avevo una tromba, quelle che usavano i comici, una specie di megafono. Io ho una voce nasale di mio e con quel trombone sembravo Topo Gigio (risata). L’altro mago era un po’ truffaldino, faceva finta di essere un impresario e telefonava ai gestori dei locali, con un accento milanese e diceva: “Senta, sono in tournée dalle vostre parti con uno spettacolo, se le interessa possiamo fare una data da lei, nel suo locale, magari facciamo  una cosa a percentuale”. I proprietari abboccavano perché essendo a percentuale, non rischiavano nulla. Ricordo che il proprietario del cinema teatro di Cefalù ci ha chiamati dicendo: “ Ragazzi, adesso vi denuncio perché mi avete deturpato il locale”. Allora subito il mago, quello serio, disse: “A me non può fare niente perché sono minorenne”. Questi sono stati i mie inizi, poi sono entrato di ruolo come insegnante di scienze motorie e ho lasciato da parte il cabaret, ma poi ho ripreso questa passione. Ho fatto un po’ di talent facendo delle canzoni molto brevi, della durata di 3 secondi, che vanno a controbattere la velocità che ormai gira nel web e quindi battute brevi che uso per strappare un sorriso in poco tempo. Non è facile, però ci provo.

Come sei arrivato a Fiorello?

Ci sono arrivato perché partecipavo alla rassegna nel programma Rai Viva, il video box, un programma radiofonico che andava in onda subito dopo Viva Rai 2, il programma di Fiorello. Un mio amico mi ha detto: “Quando vai a Roma a registrare, lì vicino c’è Fiorello che fa la sua trasmissione. Siccome Fiorello inizia la trasmissione alle 7 di mattina e io ero a Roma a registrare per la radio alle 8,  sono andato da lui a dare un’occhiata. Fiorello appena finita la trasmissione, esce dal glass di vetro dove conduce la trasmissione e si ferma a chiacchierare con i fan, a fare una foto, un autografo. Io avevo portato con me la mia chitarrina e gli ho cantato la canzone che fa: “Volevo fare l’amore con una ragazza atea e lei mi ha risposto “Non credo”. Ha riso molto e mi ha chiesto se ne faccio un’altra, poi mi ha detto: “Domani mattina che fai?”. “Sto qui, a Roma” e lui: “Vieni qui da me che facciamo colazione al bar”. Sono stato uno dei primi ad andare con lui al bar Guerre Stellari di via Montello. Lì, la mattina presto, prima della trasmissione, c’era solo il barista, Fiorello, io e un paio di clienti. Ho iniziato io questo filone e ogni tanto Fiorello mi invitava in trasmissione e mi faceva cantare le mie canzoni e a lui piaceva molto la mia comicità surreale.

Piaceva moto anche a Jerry Scotti, vero?

Si. Ho due fans, Jerry Scotti e Fiorello, mentre Maria De Filippi mi guardava ammutolita. La prima volta che sono andato a Italian’s Got Talent ero un folle, avevo la mia chitarra di cui non suonavo neanche una nota, sono arrivato sul palco e ho fatto la prima battuta: “Ho suonato con zucchero – e la De Filippi pensava che fossi un grande chitarrista – No, ho suonato con zucchero perché avevo la pressione bassa e tenevo lo zucchero vicino alla chitarra”. Lei mi ha subito buzzato. Poi ho detto la seconda battuta: “Ho suonato anche con i Nomadi, ma appena hanno saputo che avevo la casa di proprietà, mi hanno buttato fuori dal gruppo”. Lì ho preso il secondo buzz ed era rimasto solo Jerry Scotti e appena mi buzza lui, me ne vado a casa, perché dopo tre buzz devi interrompere l’esibizione. Poi ho detto l’ultima battuta: “Jerry sei magrissimo, Maria De Filippi, balli benissimo, Rudy, sei simpaticissimo. Il brano era Erba di casa mia”. Lì Jerry Scotti ha iniziato a ridere così forte che gli hanno dovuto portare dell’acqua perché si stava strozzando. Lui mi ha chiesto di fargliene un’altra e un’altra ancora e sono stato sul palco un’ora, poi loro ritagliano e restano i tot minuti canonici. Con Jerry Scotti è nata questa simpatia nei miei confronti. Poi ho fatto anche varie cose regionali, poi “Eccezionale veramente” con Diego Abatantuono, poi loro mi hanno richiamato l’anno dopo perché  avevo scritto una canzone con un gruppo che si chiamava “I Tachipirina” e l’esordio era: “Scusate, noi siamo 84 elementi ma purtroppo 80 hanno la febbre e non sono potuti venire. Noi siamo i Tachipirina”. Poi mi hanno chiamato a “Tu si che vales” dove mi sono esibito con le mie canzoni brevi. Ora faccio un po’ su e giù tra Nicosia e Roma e devo dire che quando sono a Roma mi diverto molto e non ho nessuna pretesa. Ho fatto la prima puntata di “Aspettando Rai 2 “ con Fiorello dove c’era anche Francesca Fagnani. Fiorello mi ha chiesto, quando sono a Nicosia, se posso fare una succursale del bar di Guerre Stellari, cioè fare un pezzettino di diretta e far esibire dei comici  siciliani della zona e ho accettato.

Se fosse andata male con il cabaret, cosa avresti fatto nella vita?

Avrei continuato a fare l’insegnante di sostegno ed è un lavoro che mi piace moltissimo, che mi dà grandi soddisfazioni in quanto ottenere un risultato con un ragazzino che ha delle difficoltà è molto gratificante, è molto più bello che con le persone normodotate. Lo faccio da 30 anni e spero di andare in pensione il più presto possibile, così mi vorrei dedicare nella vecchiaia  a fare il cabaret, l’artista. Io vorrei essere preso come esempio, nella vita non bisogna mai rinunciare ai propri sogni e non è mai troppo tardi. Potrei essere d’esempio a molte persone che ad  una certa età rallentano e si demotivano. Che ne dici?

Sicuramente. Tu prima di entrare in scena hai un rito scaramantico?

No, io sono molto religioso, mi faccio il segno della croce ed entro in scena portando sempre con me il sorriso. Le mie battute non sempre vengono capite subito, e inizialmente le persone mi guardano allibite.

Quali sono le tue ambizioni?    

Io non voglio illudermi o seguire delle forzature. Io voglio stare così, a livello naturale e voglio prendere tutto ciò che la vita mi regala giorno per giorno, senza demotivazioni. Voglio essere libero, perché adesso c’è tanta roba in giro, ci sono i social e tutti i filoni comici sono stati sfruttati. Non è facile oggi trovare delle battute originali, qualcosa di spontaneo e delle novità. Io accetto tutto quello che c’è da prendere, senza avere un chiodo fisso o avere per forza un obiettivo. Fiorello mi ha preso in simpatia, lo faccio ridere e questo mi piace e mi diverte. Fino a che mi chiama nel suo programma, ci vado molto volentieri da lui a Roma e mi diverto molto.   

Ci vai anche per mangiare a Roma?

Anche per mangiare ma anche in Sicilia si mangia bene, Gianfranco. Io ho una casa anche a Catania e  ci vado spesso. A Catania si mangia veramente bene e se vieni giù Gianfranco, chiamami che andiamo a fare una mangiata di pesce che non ti scorderai mai.

Oltre al lavoro, hai delle passioni nella vita?

Ho la passione per il tennis e mi piace molto il fitness. Mi piace  molto fare attività motoria e due volte a settimana vado in palestra per tenere la muscolatura. Sai, ad una certa età, devi cercare di sorreggere o almeno mantenere quello che hai. Poi, come dicevo prima, mi diverto molto con il tennis e ogni tanto vado in Slovenia a fare il Fun Cup che è un torneo per gente “non classificata”, che non è di alto livello e mi piace molto perché il tennis mi rilassa, mi diverte e sono sfide continue tra amici.

A chi vorresti dire grazie?

Vorrei dire grazie innanzitutto alla mia famiglia, a mia moglie che mi sostiene molto e con lei collaudo le mie battute, le mie gag. A mia moglie non piace la comicità anche se ha sposato un comico, quindi se io faccio una battuta e riesco a farla ridere, vuol dire che la battuta funziona. Un grazie quindi a mia moglie, ai miei figli che sono la cosa più preziosa che ho e poi un grazie a tutti quelli che mi apprezzano e che alle mie battute si divertono. Un grazie anche ai miei amici Fiorello e Jerry Scotti ovviamente. Per i comici la risata è come una medicina, una grande gratificazione. Quando senti il boato, quella risata grassa che parte dal pubblico, per noi è una soddisfazione immensa. Sono cose che bisogna provare perché a descriverle non rendono l’idea.

A parte la collaborazione con Fiorello, hai altri progetti?

Si, ho il mio spettacolino, ora è anche organizzato meglio e ha per titolo: “Amore, ti volevo portare sulla luna, ma era piena”. (risata) Nello spettacolo faccio monologhi, freddure, canzoni storpiate e  un po’ di tutto. Sta andando molto bene, mi diverto e diverte chi viene a vederlo e lo sto portando in giro per la Sicilia.