Simona Atzori (ballerina, pittrice e scrittrice)    Saronno 7.7.2020

                      Intervista di Gianfranco Gramola

"Mi auguro che anche se solo una persona, leggendo quello che scrivo, possa trarne della forza, anche solo un sorriso, per me vale tantissimo"

Il suo sito ufficiale è www.simonarte.com e per contatti info@simonarte.com

Simona Atzori è nata a Milano il 18 giugno del 1974. Figlia di genitori sardi, ha intrapreso le attività di pittrice e di ballerina classica. Nel 2001 si è laureata in "arti visuali" alla University of Western Ontario a London (Canada). Nel 2006 ha danzato alla cerimonia di apertura delle paralimpiadi 2006 di Torino. Il 17 febbraio 2012 si è esibita nella coreografia di apertura della quarta serata del Festival di Sanremo 2012, con il violinista David Garrett, e curata da Daniel Ezralow.

Opere

Cosa ti manca per essere felice?, Mondadori

Dopo di te, Mondadori, 2014

La strada nuova: Diventare protagonisti della propria vita, Giunti, 2018

Riconoscimenti

2000: Premio Michelangelo per la danza.

2007: Primo Premio "Angelo d’Arrigo".

2009: " Premio MONDIALE TOYP " (the outstending young person).

2010: PREMIO ATREJU dato dal Ministro Giorgia Meloni.

Nel 2012 Simona è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana dal Presidente Giorgio Napolitano.

Ha detto:

- La Danza è uno strumento che può donare gioia, amore, completezza, ricerca dentro e fuori di sé.

- Il film che ho amato di più è “Forrest Gump”. Il balletto che adoro è “Il lago dei Cigni”.

- Nella pittura sono sola davanti alla tela o al foglio bianco: è il momento di massima intimità. La tela per me è come lo specchio e infatti dipingo nei momenti più duri.

- Dentro la danza c'è la pittura, le mie due ali che si mischiano e mi permettono di raccontarmi alle persone.

Intervista

Sei una brava ballerina, sei scrittrice e pittrice. Da chi hai ereditato tutti questi talenti?

Bella domanda (risata). La prima persona che ho sempre seguito fin da piccola è stata mia sorella Gioia, che è più grande di me di cinque anni e anche lei da piccolina amava dipingere, amava danzare e io volevo fare come lei. Quindi è stata quella spinta che mi ha portata a seguire i miei talenti. Però da poco ho scoperto che per quanto riguarda la mia passione per la pittura, che deriva tutto da mio papà, perché nel periodo del lockdown, in cui lui non stava tanto bene e non sta bene neanche adesso, la pittura e il disegno lo hanno aiutato moltissimo. Ha iniziato a disegnare e io e mia sorella abbiamo capito che in realtà questa passione arriva da papà.

Fai tante cose con un’energia invidiabile. Da dove arriva tutto questo entusiasmo, tutta questa positività?

A volte me lo chiedo anch’io. Ci sono dei momenti in cui ho dentro una grande voglia di comunicare. Questo penso di averlo preso invece dalla mamma. La mamma era una donna che aveva un’energia e una forza pazzesca e aveva un amore per gli altri. Lei diceva: “Io amo la gente” e amava comunicare la sua forza, la sua positività che era un qualcosa che si era costruita lei e io mi ritrovo moltissimo in questo, perché attraverso le difficoltà in realtà, riesco a trovare la forza per superarle. Ma non per dimostrare di essere forte, ma è come se ci fosse una forza della vita più forte di quella che io riesca a comprendere con la mente.

Il ballo è una delle tue passioni. C’è una ballerina che stimi molto o in cui vorresti un po’ assomigliare?

Ce ne sono tantissime che stimo molto. Assomigliare no, perché ho una modalità un po’ tutta mia e quindi non mi ritrovo in nessuna ballerina. Però fra le ballerine che ho avuto la fortuna di incontrare, c’è Oriella Dorella per esempio, una grandissima ballerina, una mia carissima amica, una donna straordinaria. Lei è un grande esempio.

Hai scritto tre libri. Per te scrivere è uno sfogo o è perché vuoi lanciare dei  messaggi?

Questo vale sia per la danza che per la pittura e anche per la scrittura. La scrittura è un po’ più immediata, perché scrivo e quello che io scrivo poi le persone lo leggono. Lo faccio sicuramente per me, perché parte da dentro. E’ come un qualcosa che deve venire fuori, che ho bisogno di tirare fuori. E poi mi auguro che anche se solo una persona, leggendo quello che scrivo, possa trarne della forza, anche solo un sorriso, per me vale tantissimo.

Quindi c’è questo messaggio che vuoi lanciare nei tuoi libri.

Si, assolutamente. Non ero consapevole all’inizio, quando ho iniziato a scrivere da ragazzina. Ora non posso non essere consapevole del fatto che le persone, anche da  tutte le persone che mi scrivono, da quello che mi dicono. Ora, per esempio, tante ragazzine hanno fatto la tesina di 3° media e delle superiori sulla mia storia, su di me e mi rendo conto che la mia storia diventa importante anche per qualcun altro. Quindi so che porto un messaggio ed è una grande responsabilità.  

Qual è per te l’ora più fertile per scrivere?

Quando mi viene, perché in realtà sono molto istintiva e sono anche una molto notturna. Infatti vado a letto molto tardi. Stamattina mi sono dovuta alzare presto per papà. Ora mi rendo conto che sono solo le due del pomeriggio e sono già in tilt, però prima della tua telefonata, stavo scrivendo. Quando c’è qualcosa che deve uscire, esce indipendentemente dall’ora e da quello che sto facendo.

Come si può convivere con la disabilità? Quali sono gli ingredienti necessari?

Diciamo che non ho mai considerato il non avere le braccia una disabilità. Per me non avere le braccia è sempre stato il mio modo di essere e parlo per me, perché è la mia storia. Quindi non vedere quello che ti manca o quello che hai di diverso dagli altri come un qualcosa di estraneo, come un limite che non ti permette di essere quello che sei. Io dico sempre che io non sono il mio corpo. Il mio corpo mi fa fare anche un sacco di cose belle, però io sono quella che c’è dentro. Quindi arrivare all’essenza di quello che tu sei, non identificarti con la tua diversità.

Nella tua diversità hai trovato più indifferenza o solidarietà?

Un po’ tutte e due le cose. Devo dire che forse prima di iniziare a fare quello che faccio con l’arte, c’era sicuramente più indifferenza e c’era sicuramente più paura di relazionarti in qualcosa che non conosci. L’arte, sia la danza, sia la pittura che la scrittura, mi hanno avvicinata alle persone, perché hanno fatto si che le persone vedessero non quello che mi mancava, ma quello che sapevo fare. Quindi l’arte è stato uno strumento straordinario di connessione con le persone.

Il tuo rapporto con la Fede?

Ringrazio il Signore per avermi disegnata così. Da pittrice mi piace dire questa cosa, perché la vita che io ho, non  sarebbe quella che è se lui non mi avesse creata in questo modo. Non credo sia un errore, una tragedia o uno sbaglio, ma che ci sia un disegno, un  progetto per ognuno di noi. Il mio è il mio e quindi la pittura,  la scrittura, la danza e anche la comunicazione mi hanno aiutata a ringraziare per questo dono.

Quali sono i valori che i tuoi genitori ti hanno trasmesso?

Tanti e molto belli. Innanzitutto il rispetto per il prossimo, perché noi siamo il prossimo. Rispetta gli altri se vuoi essere rispettato. Perché noi ci aspettiamo dagli altri cose che poi non siamo in grado di dare. Non è possibile. I miei genitori mi hanno insegnato questo, mi hanno donato tanto amore e questo mi ha sempre aiutato tanto. Mi hanno insegnato l’unione e il credere nel dono della vita.

Ho visto su instagram un foto in cui guidavi un aereo. Com’è nata questa passione?

Io amo volare da sempre. Il mio ex fidanzato è un pilota di elicotteri e mi ha portato in volo con lui su un piccolo Cessna e mi ha fatto provare l’ebbrezza di tenere un attimo l’aereo e mi è piaciuto molto. Io ho questa grande passione per il volo da tanto. C’è una ragazza americana che ha preso il brevetto e anche lei non ha le braccia come me e quindi ogni tanto mi viene la voglia di dire che potrei essere la prima  italiana a volare con un aereo. Chissà che un giorno non arrivi a fare questa pazzia (risata).

Hai un soprannome?

Mia mamma mi chiamava “Simonella” perché ero monella e lo sono ancora. Ero  molto vivace e per questo mia mamma mi ha messo questo nomignolo che mi piace tanto. Anche i miei amici più cari mi chiamano così.

Il tuo rapporto con i social?

Mi piacciono molto i social e mi piace molto comunicare, perché la gente mi dona un sacco di calore e quindi è un bel modo per me per comunicare con loro. Anche qui però bisogna farlo con tanto rispetto e mi rendo conto che il rispetto che io do alle persone che mi seguono, è lo stesso rispetto che io ricevo. Poi ci sono anche i leoni da tastiera, ma quello è un altro discorso.

Hai ballato per papa Francesco. Come hai vissuto quella esperienza?

E’ stata un emozione fortissima ballare davanti a papa Francesco. Lo ricordo come un esplosione di emozioni, perché quasi non ricordo bene i gesti che lui ha fatto su di me, da quanto mi sono emozionata. Quindi ho perso un po’ il controllo delle emozioni, cosa strana perché non mi accade mai, ma lui me l’ha fatta accadere ed è stato un momento molto bello.

Hai un sogno nel cassetto, delle ambizioni, dei progetti che vorresti realizzare?

Si, ne ho tanti, perché dico sempre che tutto parte da un sogno. Il giorno che smetterò di sognare vuol dire che non ho progetti da realizzare. Sarebbe la fine di Simona. Dopo questo periodo in cui siamo stati tutti un po’ chiusi e quindi non sono potuta andare a fare gli eventi, mi sono inventata questo sipario online dal vivo, dove invito le persone a vedere questo spettacolo online dove io porto un tema che sviluppo attraverso la danza che la pittura. Il primo l’ho fatto in luglio e adesso mi fermo un po’ per l’estate perché la gente dopo essere stata tanto tempo chiusa in casa, so che ha voglia di uscire e poi riparto a settembre con le prossime date del sipario online.

Con quale filosofia vivi la quotidianità?

Con la filosofia del vivere il momento, del vivere l’oggi. Questa è una cosa che ho imparato da quando la mia mamma è mancata e da quando la mia vita negli ultimi 7-8 anni cambia abbastanza velocemente e quindi mi sono detta, pur avendo sogni e progetti che aiutano proprio l’animo a volare, però io mi sveglio la mattina e indosso il mio sorriso, anche quando faccio fatica e il sorriso è un po’ stretto (risata) e poi vivo  il momento e cerco di godermelo. Non è facile, però è l’unica modalità che negli ultimi anni ho scoperto possibile.

Ricevi molte lettere e messaggi dai fan?

Si, ricevo molte e.mail e molti messaggi su facebook e su instagram. Cerco di rispondere a tutti, magari qualcuno lo faccio aspettare un po’ di più, ma cerco di rispondere a chi mi scrive.

Un domani, come vorresti essere ricordata?

Mi piacerebbe essere ricordata per il mio sorriso, anche per la pittura e per la danza. Però ci tengo ad essere ricordata per la persona Simona. Mi piacerebbe che le persone mi ricordassero per la mia allegria e per la mia solarità.