Stefano Ambrogi (attore)                Todi (Perugia)  27.5.2024

                               Intervista di Gianfranco Gramola

“Da ragazzo frequentavo molto il quartiere Coppedè, che è un quartiere bellissimo,  perché era il ritrovo dei miei compagni di scuola la sera. Erano gli anni ’80 e si tirava tardi, poi si andava a comprare i cornetti caldi e si andava a mangiarli a piazza Mincio e questo era un rituale”

 

Stefano Ambrogi è nato a Roma il 7 luglio 1960. Ha studiato recitazione dal 1986 al 1989 presso la scuola "La Scaletta", esordendo nel 1992 in teatro, per poi lavorare nel cinema e in televisione. Inizia la sua carriera in età adulta, a trenta anni; l'incontro con Gigi Proietti è determinante per la sua crescita artistica. Si cimenta anche con i classici; Massimo Popolizio che lo sceglie per il ruolo da protagonista nel Ploutos di Aristofane; ha recitato Shakespeare, Plauto, Rostand, Goldoni, pur senza tralasciare la sua vena comica nel teatro e nel cinema brillante, la commedia all'italiana che lo vede accanto a registi come Carlo Verdone e Carlo Vanzina.

Cinema (alcuni film)

Gallo cedrone (1998) - Febbre da cavallo - La mandrakata (2002) - Il ritorno del Monnezza (2005) - The Call  cortometraggio (2006) - Notte prima degli esami – Oggi  (2006) - Un'estate al mare (2008) - Grande, grosso e... Verdone (2008) - Ex - Amici come prima! (2011) - Sotto una buona stella (2014) - Lo chiamavano Jeeg Robot, regia di Gabriele Mainetti (2015) - Una gita a Roma (2016) - Non si ruba a casa dei ladri (2016) - Poveri ma ricchi (2016) - Mister Felicità (2017) - Sono solo fantasmi  (2019) - La mia banda suona il pop (2020) - Ritorno al presente (2022).

Televisione

Distretto di Polizia – serie TV (ha recitato in alcuni episodi) (2000-2011) - Un posto al sole (2001) - Il veterinario, miniserie TV (2005) - Raccontami – serie TV (2006) – Piper – film TV (2007) - Romanzo criminale – serie TV (2008) - Boris – serie TV, 3x02 (2010) - Distretto di Polizia – serie TV (1-5-7-9-11-12) (2010) - R.I.S. Roma 2 - Delitti imperfetti – serie TV, episodio 2x04 (2011) - Il commissario Rex (Dog's life) – serie TV (2011) - Nero a metà – serie TV, 3 episodi (2018) - Rita Levi-Montalcini  film TV (2020) - Alfredino - Una storia italiana – miniserie TV, 3 episodi (2021) - Vita da Carlo – serie Amazon Video (2021).

Teatro

Carne di struzzo (1992) - Scena nuda (1993) - Il misantropo di Menandro (1998) - Dramma della gelosia, regia e adattamento di Gigi Proietti (1999) - Il vantone di Pier Paolo Pasolini (2001) – Guerra (1997) - Racconto di Natale (1997) - Sogno di una notte di mezza estate (1994-97) - Una sirena per Jessica (2001) – Regine (2002) - La locandiera di Carlo Goldoni (2003) - Unico grande amore (2003) - Te lo do io Pasquino (2008) - Rugantino di Garinei e Giovannini (2010) - La Tosca di Luigi Magni (2011) - Il Grande Male (2015) – Amara (2022) - Le cose che t’ho imparato (2023/2024).

Intervista

Mi racconti com’è nata la passione per la recitazione? Hai artisti in famiglia?

In famiglia nessun artista, però da ragazzino ero sempre quello che raccontava le barzellette, ero il simpatico della comitiva. Diciamo che ce l’avevo un po’ dentro, anche se non lo sapevo. Poi l’ho scoperto più avanti, però da ragazzino ero il simpatico della combriccola, quello che teneva su il morale. Ho sempre avuto un carattere estroverso, ma non avrei mai pensato di fare l’attore.

I tuoi genitori avevano in mente un futuro diverso da quello dell’attore?

Mio padre era un professore di lettere, mia madre era impiegata e pensavano che io studiassi e mi laureassi. Mi sono anche iscritto all’università, ho fatto una decina di esami a lettere ma poi iniziai a lavorare, non come attore, e quindi abbandonai gli studi. A 30 anni, quindi in età adulta, mi sono fidanzato con un’attrice e mi sono innamorato del suo mondo e piano piano mi sono avvicinato prima facendo un corso di recitazione, poi lavorando a Roma nei teatri off. Poi da cosa nasce cosa.

Con quali maestri di riferimento della recitazione sei cresciuto?

Il più grande in assoluto è stato Gigi Proietti. Io ho avuto la fortuna di averlo avuto come regista in uno spettacolo poi ho fatto un film, una fiction e d è stata una persona straordinaria. Non ci sono aggettivi per descrivere la grandezza sia attoriale che umana. Per me lavorare con Gigi è stato un privilegio.

Com’è nata la tua amicizia con Maurizio Mattioli?

Con Maurizio Mattioli ci siamo conosciuti bene quando abbiamo fatto in teatro “Rugantino” insieme.  Lui faceva mastro Titta e io facevo Gnecco e tra prove e spettacoli siamo stati tre mesi a contatto tutti i giorni. Maurizio è una persona buona e  dal cuore grande, grande, una persona speciale.

E quella con Carlo Verdone?

Con Carlo Verdone invece è stato un caso perché era il ‘96/’97 e lui faceva le scelte a Cinecittà per delle comparse di un suo film, io andai e portai con me il curriculum. Quando toccò a me gli dissi: “Guarda, io non sono una comparsa, sono un attore e questo è il mio curriculum”. Lui mi guardò e mi disse: “C’hai una bella faccetta. Po’ esse che te chiamo”. Poi mi chiamò per fare il film “Gallo cedrone”, era il ’98 e da lì mi chiamò per fare “Grande, grosso e Verdone” , poi per “Sotto una buona stella” dove ci siamo conosciuti un po’ meglio. Lui è un genio della comicità.

Hai lavorato tanto con il regista Carlo Vanzina. Un tuo ricordo?

Certo. Ho fatto “Febbre da cavallo, la Mandrakata” e “Il ritorno del monnezza” e “Un estate al mare”, ma con lui ho fatto anche fiction per la tv come “Piper”. Carlo era un regista straordinario, uno che muoveva la macchina da presa come pochi. Aveva tutta l’inquadratura in testa ancora prima di farla.

Cinema, teatro, serie televisive. In quali di questi ambienti ti senti più a tuo agio?

Sicuramente sulle tavole di un palcoscenico. Il teatro è una vera droga.

Prima di entrare in scena hai un rito scaramantico?

Assolutamente no. Sono l’anti scaramanzia per eccellenza. Non sono scaramantico per niente, anzi cerco di rompere tutti quei tabù che ci sono in questo ambiente, come non indossare mai qualcosa di viola, casca il copione e devi raccoglierlo subito e batterlo tre volte per terra, se c’è la scala non ci passi sotto, io faccio tutto l’opposto e se c’è una scala, ci passo sotto (risata). Questi rituali non mi affascinano per niente.

Sul web ti ho visto in una foto in compagnia di Claudia Cardinale. Hai lavorato con lei?

Meravigliosa Claudia. Abbiamo fatto un film insieme qualche anno fa, quindi ci siamo conosciuti sul set, poi abbiamo fatto la festa di fine riprese. Quella foto che hai visto tu era ad una cena in un  ristorante di piazza Cavour a Roma, quindi in centro,  quando c’è stata la proiezione del film. Ad un certo punto lei ha voluto uscire dal ristorante per andare a fumare e io sono stato fuori con lei. In quei dieci minuti fuori dalle porte ci siamo fatti una delle più belle chiacchierate. Lei era veramente splendida e molto spiritosa.

Ora a cosa stai lavorando?

Adesso sto facendo un film di Natale che non uscirà al cinema ma sulla piattaforma su Amazon. Con me c’è la bellissima Luisa Ranieri e Alessandro Gassman e avrà per titolo “Mamma Natale”, ma non so se uscirà questo Natale o nel prossimo. Poi ho  degli impegni teatrali e riprendo “Le cose che t’ho imparato”, che è un testo che ho fatto a Roma al teatro Tor Bella Monaca a febbraio e in più iniziamo un nuovo progetto grandioso che è il rifacimento a teatro del film di Carlo Verdone “Compagni di scuola”. Io interpreterò Walter Finocchiaro, il coatto romano molto simpatico che nel film era interpretato da Angelo Bernabucci. Sarà molto divertente.

Oltre al lavoro curi delle passioni nella vita?

Intanto giro molto con lo scooter, faccio gite d’estate e a Roma mi muovo solo con lo scooter perché con la macchina è impossibile. Ho la passione per l’informatica, mi diletto con vari programmi a giocare con il pc, amo la fotografia anche se adesso con il digitale la macchina fotografica non si usa più. Però la mia Reflex digitale me la porto spesso quando posso e mi diverto a fare foto, quando ero giovane poi  facevo molto sport, nuoto e canottaggio, ora mi sono appesantito e mi sono pure stufato. Mi diverto molto anche a cucinare per gli amici però. Cucino molto bene tutti i primi piatti della cucina romana, quindi la matriciana, la carbonara, la cacio e pepe, la gricia.

Tu sei romano quello delle famose sette generazioni?

No, perché mio padre è umbro e mia madre romana, però ho vissuto a Roma tutta la mia vita tranne gli ultimi dieci anni, perché mi sono trasferito in Umbria, a Todi che è il paese natio di mio padre, però l’infanzia, l’adolescenza e la scuola, i primi amori  li ho vissuti a Roma.    

Com’è il tuo rapporto con Roma?

Io la amo perché pur essendo una città difficile, dove si stanno impegnando da anni a mostrarcela più brutta di quello che è e a rovinarla e per questo sei incazzato nero, ma poi alzi gli occhi al cielo, vedi le bellezze e quello che c’è a Roma e gli perdoni tutto. Roma si dice che è una gran puttana (risata).

C’è un angolo di Roma a cui sei molto legato?

Da ragazzo frequentavo molto il quartiere Coppedè, che è un quartiere bellissimo,  perché era il ritrovo dei miei compagni di scuola la sera, erano gli anni ’80 e si tirava tardi, poi si andava a comprare i cornetti caldi e si andava a mangiarli a piazza Mincio e questo era un rituale. Però Roma è bella tutta, parlo della Roma centro, non delle periferie che sono state massacrate. Però Roma centro è fantastica e da ragazzino si andava al Colosseo di notte, adesso non ci si va più, hanno messo le inferriate, una volta era tutto aperto, tant’è vero che si diceva “Chiudi la porta, che abiti al Colosseo?” (risata). Poi si andava al mare, in mezz’ora stavi in spiaggia ad Ostia e devo dire che ho vissuto un’adolescenza divertente.

Cosa ti manca di Roma quando sei via?

Niente, perché poi ci vado spesso a Roma. Un giorni si e un giorno no sto a Roma per lavoro, però per via del traffico, me la giro sulle due ruote. Con le due ruote risolvi il problema del traffico e del parcheggio che è un altro problema annoso di Roma. Con lo scooter vai dove devi andare, parcheggi lì davanti e il problema è risolto. Con l’auto devi girare un’ora per trovare parcheggio.

Tradiresti Roma per vivere in un’altra città italiana?

Una parte della mia vita l’ho vissuta in Sicilia, ma non è un tradimento, era un lavoro e sono andato a vivere a Siracusa, tra l’altro ho amata molto anche Siracusa, un gioiellino di città, d’estate è meravigliosa, sboccia con i suoi colori i suoi profumi. Non parlo di tradimento, se si parla di lavoro uno va dove gli capita. Ora ho scelto di vivere in Umbria, ma non si tratta di tradimento ma perché ho una casa qui che mi ha lasciato mio padre e mi sono trasferito qua più per meri motivi fiscali che per altro (risata).