Susy Del Giudice (attrice)
Roma 5.5.2025
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Il teatro è casa mia e sono stata
fortunata perché ho avuto l’opportunità, l’occasione, la fortuna di poter
lavorare in televisione e anche nel cinema, però quando si calcano le tavole
del palcoscenico mi sento sempre a casa”
Susy Del Giudice, all'anagrafe Assunta Del
Giudice, è nata a Napoli il 9 febbraio 1969. All’età di sette anni debutta
in teatro con uno dei grandi interpreti del teatro napoletano, Beniamino Maggio.
La sua carriera teatrale continua partecipando in grandi compagnie come quelle
di Mario Scarpetta, Luigi De Filippo, Aldo Giuffrè, Armando Pugliese e
Giancarlo Sepe. Successivamente diventa protagonista negli spettacoli di
Vincenzo Salemme. Afferma la sua carriera al cinema con il film Luna rossa e in
televisione con le serie Capri e Gomorra. Nel 2022 riceve la candidatura al
David di Donatello come miglior attrice non protagonista per il suo ruolo ne I
fratelli De Filippo. È sposata con l'attore Giovanni Esposito e ha una figlia,
Mela.
Cinema
Pasqualino Settebellezze (1975) - Pacco,
doppio pacco e contropaccotto (1993) - Luna rossa (2001) – Napoletans (2011) -
Tutti i santi giorni (2012) - Una piccola impresa meridionale (2013) - L'oro di
Scampia (2013) - A Napoli non piove mai (2015)
- Anime borboniche (2021) - I fratelli De Filippo (2021) – Nero (2024).
Televisione
La squadra – serie TV (2000) - Distretto di
Polizia 2 – serie TV (2001) - La squadra 4 – serie TV (2003) - Luisa
Sanfelice – miniserie TV (2004) - Grandi domani – serie TV (2005) - Padri e
figli – miniserie TV (2005) - Sette vite come i gatti (2007) - L'avvocato
Guerrieri (2007) - Don Matteo 6 (2008) - Capri – serie TV, 13 episodi (2010) -
Baciati dall'amore – miniserie TV (2011) - Il caso Enzo Tortora - Dove eravamo
rimasti? – miniserie TV (2012) - Gomorra - La serie – serie TV, 2 episodi
(2014) - Un'altra vita – serie TV (2014) - Don Matteo 10 – serie TV, 1
episodio (2016) - I bastardi di Pizzofalcone – serie TV (2018) - La vita
promessa – serie TV, 3 episodi (2018-2020) - Mina Settembre – serie TV
(2021-2022) - Il commissario Ricciardi – serie TV, 6 episodi (2021) - Le
indagini di Lolita Lobosco – serie TV (2021) - Diversi come due gocce d'acqua
(2022) - La vita bugiarda degli adulti – serie TV (2023) - Mameli - Il ragazzo
che sognò l'Italia – miniserie
TV, episodio 2 (2024) - Piedone - Uno sbirro a Napoli –
miniserie TV (2024).
Teatro
Sceneggiata napoletana (1976) - Repertorio
napoletano (1987) - L'amico di papà (1989)
- Felice sposo (1989-1990) - Il testamento di Parrasaco (1990) - Guerra e Pace (1992)
- Na santarella (1992-1993) - Ma c'è papà (1993) - Cani e gatti (1993-1994) -
Storia strana di una terrazza romana (1994) - Insomma credo di avere il sesso
debole (1994-1995) - Il volo (1995)
- Grazie zio (1995) - Amari e amore (1995) - O ritorno do zappatore (1995-1996)
- Grande varietà Portorico (1996) – Avanspettacolo (1996) - Cani e gatti
(1996) - Na santarella (1997) - Lo straniero (1997) - Tre pecore viziose
(1998) - La banda degli onesti (1998) - Sotto lo stesso tetto (1998) - Si
prega di lasciare l'armadio entro le 12 (1999) - Il rifugio di Eva (1999) - Mese
mariano (2000) - Il rifugio di Eva (2002) - O scarfalietto (2006) - Bello di papà
(2008-2009) - Uomo e galantuomo (2011) – Napoletango (2011-2012) - Hotel
Desdemona (2012) - Uomo e galantuomo (2013) - Sogni e bisogni, incubi e risvegli
(2014-2015) - Il baciamano (2016-2020) – Exit (2019-2020)
- Benvenuti in casa Esposito (2025)
Riconoscimenti
David di Donatello (2022) – Candidatura
alla migliore attrice non protagonista per I fratelli De Filippo
Ciak d'oro 2022 – Migliore attrice
protagonista per I fratelli De Filippo
Intervista
Mi racconti come ti sei avvicinata alla
recitazione?
Io ho iniziato a sette anni perché mio papà
era suggeritore di teatro, sai la famosa figura del rammentatore, colui che
stava al centro del palcoscenico, in quella buca. Evidentemente vide in me
piccolina delle velleità artistiche, del talento, non lo so. Ho iniziato
proprio con lui perché negli anni ’70 a Napoli si faceva la sceneggiata
napoletana e lui lavorava in questo teatro famosissimo a Napoli, il teatro
Duemila, che si chiamava così perché aveva circa due mila posti ed era il
tempio della sceneggiata. Io ho iniziato con il grande Beniamino Maggio, che era
uno dei fratelli della famiglia Maggio. Devo dire che attraverso papà,
attraverso queste esperienze da bambina, non mi sono mai più fermata.
Quando si parla di sceneggiata napoletana,
mi viene in mente Mario Merola. L’hai conosciuto?
Mario Merola l’ho conosciuto. Ed ero molto
giovane. Poi ho avuto il piacere nel 2012 di partecipare all’ultima
sceneggiata “O ritorno do zappatore”, una lunga tournée. Merola era un uomo
semplice, di grande generosità. Un grande cuore! Napoletano doc.
Chi sono stati i tuoi attori di
riferimento, i tuoi miti?
Diciamo che io da ogni attore con il quale ho
avuto la fortuna di lavorare, ti parlo di attori della tradizione napoletana,
Mario Scarpetta, Luigi De Filippo,
Aldo Giuffré, Giancarlo Sepe, la mitica Isa Daniele, Lina Sastri, ho cercato di
“rubare” l’arte. Come mi diceva giustamente il buon
Luigi De Filippo: “Prova a metterti ogni sera dietro le quinte, durante
lo spettacolo e ruba da chi sai che puoi rubare. Portati qualcosa a casa”.
E devo dire che ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa che io
evidentemente ho con me e porto in
scena o comunque come bagaglio d’esperienza.
Come hai conosciuto Vincenzo Salemme e
com’è nata la vostra collaborazione teatrale?
Vincenzo Salemme, circa 15 anni fa, doveva
riprendere una sua commedia teatrale, mi chiamò per un provino. Puntuale mi
presentai da lui, il provino non lo feci mai, parlammo tanto e siccome era ora
di pranzo, mi preparò un piatto di pasta al sugo, buonissimo. Mi scritturò per
due commedie.

Nel cinema hai debuttato con Lina
Wertmuller. Che ricordo hai?
Sempre grazie a mio papà, perché tanto
tempo fa, sia in Rai che sul set cinematografico c’era la figura del
suggeritore e la grande Lina Wertmuller volle un bravo suggeritore. Pensa che ho
conservato ancora la sceneggiatura, è un mattone di non so quanti fogli, enorme
quella sceneggiatura e io ho cominciato proprio con il
film “Pasqualino Settebellezze” come comparsa ed eravamo i piccoli
italiani perché era tutto ambientato nella seconda guerra mondiale e ho
conosciuto la grande Lina Wertmuller e lei era lì che ci diceva delle cose
bellissime. Ci diceva: “Io faccio la regista, dirigo questo film, mi vedete
strana, ho degli occhiali bianchi, però sono una alquanto normale” e poi ci
raccontava a noi bimbi piccolini come si svolgeva la scena e ti dirò di più,
fu allora che mi innamorai di Giancarlo Giannini. Non avevo nemmeno 8 anni e lei
mi diceva: “Adesso tu ti giri e vedi Giancarlo tutto vestito di bianco che
viene verso di voi. Quando sentite la parola azione, tu ti giri e vai verso
Giancarlo”. Lina mi disse la parola azione, io mi giro e vedo questo signore
che era straordinariamente bello e mi innamorai
di Giancarlo Giannini. Un colpo di fulmine. Poi l’ho rincontrato qualche anno
fa, quando abbiamo lavorato insieme in “I fratelli De Filippo” dove lui
interpretava Eduardo Scarpetta ed io ero la sua amante, Luisa De Filippo con la
quale ebbe tre figli, i grandi De Filippo, Eduardo, Titina e Peppino. E quando
ho rivisto Giannini sul set ci siamo subito piaciuti, poi lui è un grande, un
simpaticone, una persona molto generosa e allora a quel punto, avendo un po’
di confidenza, io gli ho detto che da bambina nel film della Wertmuller mi sono
innamorata di lui. E lui, con una pausa nemmeno cinematografica, oserei dire
teatrale, mi disse: “Ma adesso sei ancora innamorata di me?”. (risata)
Ieri ti ho vista nella mini serie TV
“Piedone – Uno sburro a Napoli”, con Salvatore Esposito e Silvia
D’Amico.
Una bella operazione “Piedone” e questa
mini serie è stata voluta da Salvatore Esposito. L’idea è nata anche da lui
e siccome lui è adorato da SKY, le
porte si sono aperte con facilità nel momento in cui ha proposto questo
progetto. Il regista Alessio Maria
Federici è stato bravissimo con noi e ha voluto allontanarsi da quelle che sono
in genere le serie poliziesche. Tra l’altro l’abbiamo girato con il Trinity
e quindi ho conosciuto un’altra tipologia, un’altra forma di come girare e
lavorare con una camera che ti avvolge, che ti è accanto per cui o ci diventi
amico oppure sei terrorizzato per tutto il tempo. All’inizio eravamo un po’
impacciati, ma poi quando siamo diventato amici e abbiamo preso confidenza con
il Trinity tutto è diventato una grande magia sul set di Alessio.
Cinema, teatro e serie tv. In quali di
questi ambienti ti senti più a tuo agio o pensi di dare il meglio?
Il teatro è casa mia, per cui sarei bugiarda
se dicessi tutto. sono stata fortunata perché ho avuto l’opportunità,
l’occasione, la fortuna di poter lavorare in televisione e anche nel cinema,
però quando si calcano le tavole del palcoscenico mi sento sempre a casa. Mi
sento non tranquilla, perché noi adesso siamo in scena con uno spettacolo
leggero che comunque non ti puoi rilassare, perché c’è tanto ritmo, per cui
l’adrenalina in scena c’è sempre. Però veramente in teatro mi sento
avvolta, mi sento come quando la mamma ti avvolge la coperta di lana, mi sento
protetta dal teatro, non so perché ma ho questa sensazione.
C’è un ruolo a cui sei molto legata?
Te ne dico due. Adesso passiamo dal teatro al
cinema. A teatro c’è uno spettacolo a cui sono molto legata e si chiama “Il
baciamano” , scritto da Manlio Santarelli e diretto da Giovanni Esposito, mio
marito. E’ stata la sua prima regia teatrale ed è stato uno spettacolo che
abbiamo fatto qualche anno prima della pandemia. Fu un grande successo e io sono
molto legata al mio personaggio, a questa donna che forse non sa neanche essere
donna. Parliamo del periodo giacobino, quindi fine ‘700, inizio ‘800 quando
c’era la rivoluzione giacobina e questa donna viveva in piena povertà. In
quel periodo esisteva il cannibalismo, ci siamo documentati e lei
involontariamente mangia gli esseri umani. Lei aspetta che il marito, un
buzzicone, le porti qualcosa da mangiare, che può essere un topo ma le può
portare anche un pezzo di giacobino. Combinazione nello spettacolo si vede che
mi cade in casa un pezzo enorme di carne, che per me è carne ma poi dopo,
durante lo spettacolo, capisco che tutto sommato il giacobino non è solo una
bestia da mangiare, ma forse anche un uomo pensante e forse lo è anche lei, con
un cervello e soprattutto con il cuore. Quindi è un personaggio molto delicato,
molto forte a cui sono molto legata e spero di poterlo riprendere quello
spettacolo. Invece al cinema ovviamente ti parlo dei fratelli De Filippo e il
personaggio a cui sono legata, in cui c’è rimasto un pezzo di cuore, è
quello di Luisa De Filippo. Donna che ovviamente non ho potuto conoscere di
persona ma attraverso i racconti di Mario Scarpetta e dello stesso Luigi De
Filippo che parlava di lei. Ti dirò di più, io la mattina quando mi svegliavo
per andare al lavoro io la cercavo questa signora, nel senso che le dicevo
“Accompagnami, andiamo insieme sul set”. Ed era una signora forte,
consapevole della sua vita andata male, che si augurava che i figli facessero
una vita migliore. Fra l’altro i figli portavano il cognome della madre, perché
loro non hanno mai avuto il cognome del padre, per cui grande riscatto di questi
ragazzi e anche della mamma.

Hai sposato l’attore Giovanni Esposito.
Come l’hai conosciuto e come ti ha conquistato?
Stiamo insieme da oltre 25 anni, tra
fidanzamento e matrimonio. Io ero in compagnia con Mario Scarpetta al teatro Totò
di Napoli e non ne volevo sapere di fidanzati, perché uscivo da una storia
assurda. All’improvviso questa attrice che era con noi in
compagnia mi disse: “ Susy, andiamo a cena perché ti voglio presentare
questo attore che è molto simpatico”. Io non volevo, ma poi l’ho
conosciuto, l’ho trovato molto simpatico
e me lo ritrovavo tutte le sere in sala ad applaudirmi e mi dicevo: “Ma questo
che vuole?”. Poi devo dire che Giovanni è stato bravo, ed è stato galeotto
il film “Titanic” perché siamo andati a vedere il film e con quel
romanticismo alla fine ci siamo dati un bacio.
In casa parlate di lavoro, vi date
consigli?
Capita spesso, soprattutto quando lavoriamo
insieme. Noi adesso stiamo facendo uno spettacolo teatrale ed è inevitabile
parlarne, discutere e portarci a casa il lavoro. Come lo è stato anche quando
Giovanni ha esordito come regista nel film “Nero”, che andrà nelle sale il
15 maggio. Io interpreto un personaggio molto forte, sono la sorella del
personaggio principale, interpretato da Giovanni, che è affetta da questo
ritardo prestazionale, da questa disabilità, per cui il lavoro dopo il girato
ce lo portavamo inevitabilmente a casa. Per cui quando lavori con un marito
attore e fai lo stesso lavoro, è molto difficile staccare.
Dopo uno spettacolo teatrale, ti preoccupa
di più il giudizio del pubblico o della stampa?
Entrambi sono fondamentali i giudizi anche se
completamente diversi perché la stampa ti guarda con un occhio diverso da
quello del pubblico. Però devo dire che sono anche delle emozioni diverse. Sono
due cose completamente diverse, però tutto sommato se mi portassi a casa una
critica positiva con un applauso fragoroso, non sarebbe male. Però non è
possibile unire le cose o dare priorità all’una o all’altra, non ci riesco.
Da buona napoletana hai un rito
scaramantico?
Di solito prima di uno spettacolo faccio i
miei vocalizzi, soprattutto in questo spettacolo perché grido tanto. Poi io
dico una cosa che è una cavolata, dico le mie cosine, ho sempre una frase che
diceva sempre un attore che ora non c’è più: “Pippo, dammi la mela”
(risata). Poi mando un messaggino a mia figlia per chiedere se è tutto a posto
a casa, così sono più tranquilla e vado in scena.
Quali sono le tue ambizioni?
In questo momento non posso dire di non
essere soddisfatta della mia carriera, anche perché ringraziando il cielo mi
sono capitate delle cose molto belle. C’è un progetto a cui sono molto legata
e che spero di poterlo realizzare. Fare “Il baciamano”, lo spettacolo
teatrale di cui ti parlavo prima, al cinema. Per cui ambire a portare al cinema
quel personaggio non mi dispiace.
Oltre al lavoro curi delle passioni, degli
hobby?
Cucino, adoro cucinare. Il mio piatto forte
è il gateau di patate, ma anche uno spaghetto con le vongole, anche quello mi
viene molto bene.
Niente pizza fritta?
Ti dirò, io sono una napoletana atipica,
perché non vado al mare, non prendo il sole, mangio raramente la pizza e non
bevo il caffè. Adoro il tè, sono bianca cadaverica il 15 agosto, per cui vado
su altri piatti. La pizza fritta no, ho 56 anni e solo guardano il cibo
ingrasso, quindi ci sto lontana. Poi sono vegetariana, però cucino la carne per
gli amici e soprattutto per la mia famiglia.
Com’è il rapporto con la tua città,
con Napoli?
Noi siamo andati via da Napoli tanto tempo
fa, mia figlia era piccolissima, aveva due anni. Siamo ritornati a Napoli
durante la pandemia e devo dire che avevo lasciato una nemica e ho ritrovato
un’amica, a cui voglio di nuovo tanto bene. Se lo merita.

Cosa intendi come nemica?
Napoli è una città splendida, una mamma che
ti abbraccia ma come tutte le mamme, ne senti la mancanza quando ti allontani e
soprattutto ne apprezzi i pregi. Io evidentemente vedevo solo i difetti. Adesso
me la godo e le voglio bene così com’è.
C’è un angolo di Napoli a cui sei molto
legata?
E’ un vicoletto dove la nonna paterna mi
portava e dove abitava quando era giovanissima.
Lei abitava in basso, a piano terra. Ora c’è un negozio, ma sono molto legata
a quel posto, proprio al centro storico di Napoli. Ora vivo a Roma, però sto più
a Napoli che a Roma perché dopo la
pandemia accettando di nuovo la mia città la viviamo anche con più piacere.
Abbiamo affittato casa a Napoli, una casa che ci piaceva e passiamo tanto tempo
a Napoli. Però la casa a Roma c’è sempre.
In che zona hai abitato a Roma?
A Roma ho casa a Tor Sapienza, che è una
piccola borgata a Roma est. Abbiamo questa casetta con un bel giardino di 400
metri quadri e devo dire che la sentiamo ancora quella casa che ci ha accolto più
di 20 anni fa. Però Napoli ci ha stregato di nuovo, noi siamo su a Posillipo,
in un quartiere meraviglioso.
Per un attrice Roma rappresenta di più il
punto di partenza o il punto d’arrivo?
Io direi il punto di partenza. Spesso,
soprattutto quando si è molto giovani, si corre a Roma, perché si spera che la
città di Roma ti possa dare le possibilità che cerchi, qualche volta ti dà ma
qualche volta devi lottare per averla. Per cui si parte da Roma ma poi il mondo
ti deve dare tutto, non solo Roma, non solo l’Italia. Il mondo ti deve dare
quello che magari non ti aspetti.