Ela Weber  (show girl)        Roma 25. 9. 06

                 Intervista di Gianfranco Gramola  

La tedesca che ha scoperto il sesso in Italia

"Un metro e ottanta di bellezza, di curve molto pericolose e misure da capogiro (95 – 70 – 95)", così spesso viene descritta la bionda giunonica bavarese che tanto successo ha avuto nel nostro paese. Manuela Weber, detta Ela, è nata a Dettelbach in Germania il  13.3.1966, sotto il segno dei pesci. Comincia a lavorare come modella all’età di 15 anni, si diploma in economia e a 18 anni parte per New York dove continua e perfeziona la sua professione. Arriva in Italia nel 1988 e vive tra Milano e Bologna, continuando a lavorare come modella. In televisione ha partecipato e condotto i  programmi: "Tira e molla" (1998 e 1999), "Goleada" (1998), “Sette per Uno” (2000 e 2001), "Crazy Camera" (2001). E' stata una delle protagoniste di “Domenica In ” (2001-2002). Nel 2003 è stata ospite su Rai Uno alle trasmissioni televisive “Oscar della Tv - I Raccomandati - Sanremo Estate - Premio Barocco - Beato fra le donne - Maurizio Costanzo Show". Sempre nel 2003 è spesso ospite a "Buona Domenica".  Ha inoltre preso parte a tre commedie cinematografiche di successo: due nel 1996 "A spasso nel tempo" dei fratelli Vanzina e "Uomini senza donne" di Angelo Longoni, mentre ha interpretato se stessa nel film di Neri Parenti "Paparazzi". uscito a Natale 1997. Ela Weber è una persona molto sensibile, altruista e generosa con il prossimo. Inoltre possiede un forte senso dell’umorismo, pregio che, oltre alle sue forme, ha fatta breccia nel cuore degli italiani.

Ha detto

- Come cuoca fino ad oggi non ho ammazzato nessuno. Amo gli spaghetti al pomodoro, strudel e pizza e ho una gran simpatia per il lambrusco.

- Noi tedeschi amiamo gli italiani perché siete tutto quello che non siamo noi, avete un’allegria innata, tendete a non prendere troppo sul serio le cose e perché l’Italia è bella.

- Mi sento buona e non “bona” come mi dicono gli italiani per strada. Ma riconosco alcuni difetti: sono permalosa e tendo ad emettere giudizi.

- Mia nonna Edwige diceva che avevo un solo obbligo: respirare. Tutto il resto non è un dovere.

- Le mie sorelle erano ben messe, belle floride e io no. Il seno rappresentava il mio tallone d’Achille e allora mi regalai due belle tette.

- Spero di non fare più la valletta perché ho sempre male alle caviglie per via di un incidente di motorino e in quei programmi mi obbligano a portare tacchi altissimi.

Curiosità

- E’ proprietaria, insieme alla sorella Cornelia di quattro ristoranti di cucina messicana in diverse città della Baviera.

- Ha partecipato al reality “La Fattoria”, in veste di contadina.

- Ha vinto una causa contro il sito Dagospia (76 mila euro) perché aveva pubblicato una sua vecchia foto su  Playman .

- Figlia di genitori separati, Ela ha tre sorelle. E' diplomata in Economia e ama sciare e andare a cavallo.

- Possiede un autolavaggio vicino Modena.

Intervista

E' nella sua casa, nel centro di Roma. Dopo una breve pausa nella campagna romana, è tornata a vivere all'ombra del cupolone.

Quando ti sei stabilita a Roma e come ricordi l’impatto?

L’impatto con Roma è avvenuto prima di stabilirmi in questa città, perché con il mio lavoro mi portavo spesso a Roma, perché agli inizi non era ancora fissa a Roma. Sicuramente Roma è una città affascinante, soprattutto per chi ci viene la prima volta. Qui non puoi non rimanere impressionato. Poi vivendoci le cose cambiano un po’, ma cambiano un po' per via dell’impatto con la popolazione, ma Roma non è solo il popolo romano. Roma è anche la città eterna, per cui c’è un miscuglio di tante cose che rendono Roma molto piacevole.

Le tue abitazioni romane quali sono state?

Ho abitato solo per due anni fuori da Roma, nella campagna romana e devo ammettere che mi mancava molto questa città. Non vedevo l’ora di tornarci. Sono esattamente due settimane che sono tornata a vivere a Roma, in centro, dalla campagna.

Ma c’è una zona o una via che ami particolarmente?

C’è una cosa molto bella di Roma che sono i quartieri, quindi cambio l’assetto verso certi angoli, certe zone di Roma. All’inizio io ero affascinata da Trastevere, poi mi ha preso piazza Navona, poi mi ha preso Fontana di Trevi, poi il Ghetto. Alla fine prediligo sempre i piccoli spacchi della realtà romana, i suoi  rioni e i suoi quartieri. Roma è una città cosmopolita, fatta di tanti piccoli paesi, di tante piccole comunità.

In mezzo ai  romani ti trovi bene?

All’inizio dovevo capirli, perché il romano è un popolo a parte. Hanno un modo di fare diverso, un modo di esprimersi diverso, un modo di vivere diverso. Il romano lo devi vivere, comprendere e non puoi combatterlo, perché il romano non è comprensibile e quindi devi diventare suo alleato e vivere alle sue condizioni allora ti diventa amico e compagno, però non si può andare contro il romano. E’ impossibile. La storia ce lo racconta (risata).

Cosa ti da più fastidio di Roma?

Il traffico. Hanno fatto pure il nuovo piano regolatore di Roma e hanno cambiato tutti i sensi di marcia. Tu percorri una via che hai percorso fino a ieri e oggi non puoi più percorrerlo perché hanno cambiato e hanno fatto un senso unico. Poi ti trovi intrappolato in certi angoli e non sai più come uscirne. Allora o fai una infrazione e riesci a levarti dall’impiccio o rimani veramente incasinato.  

Come vivi la Roma by night?

Io non sono una persona che esce tantissimo, perché come ti dicevo prima sono stata due anni via da Roma, in campagna. Io trovo molto bella e affascinante  Roma di giorno o al tramonto. Di notte no, anche perché Roma non offre molto di notte. Ci sono  città che offrono molto divertimento notturno. Roma è fatta di chiacchiere, di sedersi insieme o a stare in casa di amici. E’ fatta di tanti piccoli gruppi, non tanto di grande divertimento notturno. Per cui è tutto tra amici. Non è come a Milano che dicono:” Vai in quel locale, che sono tutti lì”.

Ti piace la cucina romana?

Moltissimo! Mi piace frequentare “La Fiaschetteria”. Adoro la pasta cacio e pepe e la matricina dal “Matriciano”. Amo anche la trippa alla romana.

Qual è stata la tua più grande soddisfazione in campo artistico?

La più grande soddisfazione  non è forse la più importante che ho fatto, perché non è  detto che la cosa più grande che fai sia quella che ti da maggior soddisfazione. Ero all’inizio e facevo il programma“Goleada” e venni selezionata come personaggio a condurre il 1999, un programma importante. Questa è stata una grande conferma e una grande soddisfazione, anche se era una serata unica che abbiamo iniziato alle quattro del pomeriggio e abbiamo finito alle due di notte, per cui per tante ore abbiamo avuto la rete, che allora era Tmc, era tutta per noi e io ne ero molto orgogliosa.

Delusione?

Guarda Gianfranco che il nostro mestiere è fatto di piccole frustate (risata), è normale, anche perché ci montiamo facilmente la testa forse perché questo lavoro ci da molto potere, più che altro un potere che eserciti quando vai in strada, quando incontri le persone comuni dove per loro tu sei un mito. Questo mondo non è fatto di miti, per cui ogni tanto qualche frustata sta bene per farci ritornare con i piedi per terra. E’ anche creativo il renderti conto che questo non è un mestiere che impari e ti arrampichi piano piano e dopo hai un posto saldo. Né dietro le quinte, né ai livelli alti direzionali, né a livelli artistici è così, per cui è un mondo in continua evoluzione e in continuo cambiamento e tu devi essere consapevole di questo altrimenti non riesci a lavorare tranquillamente.

Prima di lavorare in Tv cosa facevi?

Facevo la fotomodella.

Hai mai pensato di mollare tutto o di cambiare lavoro?

Guarda Gianfranco, il mio lavoro mi è sempre piaciuto, mi da molta soddisfazione ma non è l’unica cosa che faccio. Io ho sempre avuto i piedi in altre staffe, cose normali che non pubblicizzo e che mi permettono di vivere molto bene e che non hanno niente a che fare con il mondo dello spettacolo. Per cui quando riesco a lavorare, va bene, però per fortuna ho la possibilità di avere altri introiti di altri miei lavori che mi permettono anche di dire di no.

Il complimento più bello che hai ricevuto?

Si! Ne ho ricevuti parecchi. Ma forse il complimento più bello è la conferma delle persone con cui ho lavorato che con me si sono trovate sempre bene. Io sono una persona che cerca di non farsi lodare dagli altri, però la conferma delle persone che si sono trovate bene con me sul lavoro è sicuramente un bellissimo complimento.

Quando Paolo Bonolis ti chiamava “Scellerona” ti faceva piacere?

Era bellissimo. Innanzitutto nessuno poteva chiamarmi Ela, perché era difficile capirlo e perché era un nome strano. Il mio nome vero è Manuela e questo nome sarebbe stato troppo italiano e volevano chiamarmi la valchiria e Bonolis mi chiamò Scellerona.

Che rapporto hai con la Fede?

Sono molto credente. La Fede mi aiuta. Ogni tanto frequento qualche chiesa qui vicino, perché fanno delle messe molto particolari. Mi piace quando qualcuno parla di documenti interessanti anche all’interno della chiesa, però io credo che non sia proprio necessario frequentarla perché:”… ricordate, giri la pietra e presto troverai il regno di Dio”. Per cui non è il tempio, capito?

So che sei una fumatrice. Cosa ne pensi della battaglia contro il fumo?

Si! Sono fumatrice. Magari ci fosse stata prima la battaglia contro il fumo, così non avrei cominciato a fumare (risata). Noi siamo nati con la pubblicità delle Marlboro e siamo stati sicuramente influenzati dalla pubblicità che davano anche nei film, per cui era molto figo fumare, per cui ad un certo punto prendi delle abitudini che non si lasciano facilmente, anche perché va ricordato che è come una droga.

Hai un sassolino nelle scarpe che vorresti toglierti?

Ne ho tantissimi di sassolini nelle scarpe, ma li ho tolti personalmente con le persone che me li hanno messi (risata).

Giustamente. Ela, hai un sogno nel cassetto?

Ho tanti cassettini e sono tutti pieni di sogni e qualcuno è anche di carte, per cui non sono solo delle nuvolette in aria. Io sono una persona abbastanza concreta.

C’è una persona che vorresti ringraziare?

Vorrei ringraziare tantissime persone, sinceramente. Uno in particolare: Nando Capecchi, il mio manager. Ci sono stati per me dei momenti molto difficili in cui ho pensato di lasciar perdere, mollare tutto e lui mi è stato vicino e mi ha consigliato di prendermi un momento di pausa, di staccare la spina.

Cosa ne pensi dello scandalo di Vallettopoli?

Penso che è una realtà che esiste in qualsiasi mestiere. Poi non è un’offerta, cioè una che si offre o qualcuno che ti prende, ma sono cose molto più sottili che magari partono da uno sguardo e il potente attira. Qui poi parliamo di ragazze molto giovani che si trovano davanti il potente di turno. Il potere corrompe qualsiasi persona, figuriamoci delle ragazze giovani. Ma questo non è il gioco della televisione, è il gioco del mondo.

Su un giornale ho letto:” So ridere solo perché ho sofferto molto”. Cosa volevi dire?

E’ vero. Io so ridere molto perché ho sofferto molto. Quando nasce un bambino, ha  un sorriso innocente perché non ha il peso dell’anima. Poi crescendo, quando per la prima volta ti accade qualcosa di negativo cancelli il sorriso e diventi triste. Però nella vita possono capitare tante tante cose brutte e ti rendi conto che diventando tristi non risolvi tutto e allora ti viene una grande forza nell’anima che ti fa pensare e agire in positivo. Ci sono persone che quando succedono delle cose brutte o dei problemi risolvibili, non riescono ad affrontarli perché si buttano giù.Quando invece tu sei abituato a risolvere le cose tirando su subito il morale e abituato ad affrontare il problema diventa un modo di reagire che poi ti permette di essere più leggera anche nei momenti di buio.

Progetti?

Sono tanti ma non so se riesco a realizzarli (risata). Uno alla volta vedrai che li realizzerò.