Dineka (cantante)                                        Milano 2.11.2022

                               Intervista di Gianfranco Gramola

“È online il video “I Sing Myself A Lullaby”, il nuovo brano della cantautrice DINEKA, che anticipa il nuovo album “BREATHE”, disponibile da lunedì 7 novembre nei negozi e in digital download”

Ufficio Stampa: Federica D’Ambrosio federica@paroleedintorni.it

Dineka (al secolo Dineka Lips) è un’artista di origini olandesi, figlia di musicisti. Fin da bambina dimostra una forte passione per il canto e per gli strumenti musicali. Da giovane forma una band con il fratello gemello, e grazie a questa esperienza viene notata e richiesta da molte altre band. Partecipa con successo a vari concorsi canori e in seguito decide di girare autonomamente l’Europa alla ricerca del successo. Studia psicologia, ma la sua passione per la musica rimane vivida, per questo intraprende un percorso che la porta a scrivere nuove canzoni e a laurearsi in Canto Jazz al Conservatorio di Pavia.

Intervista

E’ uscito il tuo nuovo brano che farà parte del nuovo disco. Com’è nato questo progetto? E’ stata una tua esigenza?

Non è stata un’esigenza, ma è nato perché mi piaceva farlo. Il messaggio che vorrei trasmettere è la tranquillità d’animo. Ho iniziato con il brano “Breathe”, respiro, e da lì ho capito che la cosa più importante per l’essere umano è poter respirare. Da lì parte tutto e ho cominciato a vivere, nel senso che in passato mi sono successe delle cose e pensavo che fosse giusta la vita che stavo facendo e allora mi sono detta: “Ok, se io posso respirare, posso fare probabilmente anche altre cose, perciò cosa voglio?”. E allora ho cominciato a studiare psicologia, ho cominciato a capire tante cose e tanti pensieri che passano per la testa e inizialmente erano negativi, però riflettendo bene, passando ai pensieri più positivi, mi sono detta: “Ok, ora posso decidere quali pensieri seguire” e da lì ho scritto il brano “Voices”, voci, come chiamo i pensieri in questo brano, che sono le voci dentro di me stessa.

Quindi è un disco biografico.

Si, completamente, perché è iniziato tutto un lavoro dentro me stessa, con quello che sentivo e da lì ho continuato il mio percorso per dire: “Ok, se io posso fare qualsiasi cosa, con la coscienza e l’istinto scelgo il pensiero che voglio” e poi passo all’azione. Passando all’azione, divento io con il mio nuovo carattere diciamo. Allora ho scritto il brano che è appena uscito “I Sing Myself a Lullaby”, perché ho deciso di scrivere e cantare una ninna nanna a me stessa per sentirmi rilassata, per sentirmi bene, una melodia con un ritmo tranquillo che mi rimanga in testa e che semplicemente mi piaccia.

Sei anche autrice delle tue canzoni. Che metodo usi? Scrivi prima il testo e poi la musica o viceversa?

Dipende dal brano. Alcuni brani iniziano con il ritmo, con la musica e poi scrivo quello che mi passa prima per la testa e come mi sento in quel momento. Se mi sento allegra, la canzone diventa allegra, se sono triste e malinconica, la canzone diventa triste. Dipende molto dall’umore della giornata, non ho un metodo.

Qual è il momento della giornata più fertile per scrivere le tue canzoni?

Di solito la notte e poi li elaboro di giorno.

Una figlia di musicisti è destinata a fare la musicista?

No, non è destinata perché io ho tre sorelle e un fratello gemello e facciamo tutti musica, ma non di professione, perciò non è detto che si diventi per forza professionisti.

Quante ore al giorno dedichi alla musica?

A volte 24 ore, certi giorni zero. Dipende molto da me stessa, dipende da cosa voglio fare, da come mi sento in quel momento, dipende dall’estro, da cosa esprime la mia mente e ovviamente quando non stavo bene (le è stata diagnosticata la sclerosi multipla), non pensavo alla musica, perché avevo bisogno di molte energie per stare meglio.

Quali sono le tue ambizioni?

Le mie ambizioni sono quelle di continuare così, come sto facendo adesso che sto veramente bene.

La musica per te cos’è?

E’ vita. E’ un respiro che mi fa stare bene.