Gianni Morandi (cantante)                  Molveno (Trento) aprile 1995

               Intervista di Gianfranco Gramola

L'eterno ragazzo
                                                                      

Ha ragione Roberto Gervaso nel dire che Gianni Morandi è un pezzo della nostra gioventù. C’era la Tv in bianco e nero e lo ricordo con molta simpatia sin dagli inizi, cioè quando a soli 17 anni cominciò a cantare e da allora non ha più smesso. Ha inciso ben 400 canzoni e venduto 35 milioni di dischi solo in Italia ( una decina di milioni all’estero ). Figlio di un ciabattino e di una casalinga, la sua prima canzone ufficiale è stata “ Andavo a 100 all’ora “ ma la canzone più famosa del suo esordio è stata sicuramente “Fatti mandare dalla mamma”, canzone che ancora oggi gli viene richiesta ad ogni sua esibizione. Fra i tanti premi va ricordata la vittoria al Festival di Sanremo (1987) con “Si può dare di più” con  Tozzi e Ruggeri. Ma Gianni (alla anagrafe Giovanni) non ha fatto solo il cantante, ma anche l’attore. Quelli che si avvicinano al mezzo secolo, come me, ricordano sicuramente il film in bianco e nero “In ginocchio da te” e più avanti, con l’avvento del colore, “Voglia di volare” con Daniele Poggi, “Voglia di cantare”, “ Voglia di vincere” con Milly Carlucci e Catherine Spaak, “Fuga per la vita” e “La voce del cuore”. Entrando un po’ nel privato, Gianni, che è nato l'11.12.44, è stato sposato con Laura Efrikian, dalla quale ha avuto Marianna (attrice, ex moglie del cantante Biagio Antonacci) e Marco (cantante, che fa parte del complesso Percentonetto). Ora vive a San Lazzaro, in una tenuta, vicino Bologna con la nuova compagna, Anna Dann, (sposata il 10 novembre 2004), che gli ha dato il figlio Pietro. Suo illustre vicino di casa è Vasco Rossi.

Breve discografia del cantante di Monghidoro.

In ginocchio da te, Se non avessi più te, Non son degno di te, Un mondo d’amore, In amore, La mia nemica amatissima, La fisarmonica, Canzoni stonate, Vita, C’era un ragazzo…, Marinaio, Notte di ferragosto, Il mondo di frutta candita, Blu, L’amore ci cambia la vita, Dove va a finire il mio affetto, Io sono un treno (dedicata alla moglie Anna),  Volevo farti innamorare, Forse non ci lasceremo mai, La nel paese dei sogni (dedicata al figlio Pietro), ecc… 

Ha detto:

- Con i primi soldi comprammo un frigorifero e ci pareva tanto straordinario che mio padre, mia madre ed io passammo le ore a guardarlo installato in cucina perfettamente vuoto, come fosse stata la televisione.

- Questo è uno dei periodi più belli della mia vita. In pochi mesi sono diventato nonno e padre.

- Qualcuno dice che sono avaro. Io dico parsimonioso. Non riesco a dimenticare mio padre che mi diceva vai a comperare 7 etti di maccheroni, queste sono 175 lire.

- Nella vita bisogna mettersi costantemente in gioco. La carica me la dà il calcio, la corsa, la dieta vegetariana e la forza dell'amore.

- Corro in continuazione per lasciarmi indietro gli anni e per mantenere sveglia la mente e smaltire ansia e stress.

- In "Uno di noi" mi misi in mutande per scherzo e anche come esperimento e funzionò, visti i risultati. A noi italiano, in fondo,  piace guardare dal buco della serratura.

- Macché lifting. Ho tutte le rughe della mia età, però cerco di mantenermi in forma frequentando un centro di medicina naturale e curandomi con olii essenziali.

Curiosità

- Giovanissimo, per far quadrare il bilancio familiare, si impegna in piccoli lavori. Aiuta il padre nel lavoro di ciabattino, vende bibite e caramelle nel cinema del paese.

- E’ uno  dei fondatori della Nazionale di Calcio dei Cantanti (spesso si sono allenati nel campo di calcio della casa sua, a Tor Lupara). Gioca a centrocampo, maglia n. 4.

- Ha debuttato ufficialmente in Rai nel programma di Enzo Trapani “Alta pressione” a 17 anni.

- Agli inizi è stato definito il Paul Anka italiano.

- A 32 anni si è iscritto al Conservatorio di Santa Cecilia (senza saper distinguere un re da un sol) scegliendo come strumento il contrabbasso.

- E' in libreria "Diario di un ragazzo italiano" , il libro che raccoglie i pensieri annotati quotidianamente  da Gianni Morandi (che in carriera ha venduto circa 30 milioni di dischi e ha inciso 32 album, 64 singoli e più di 300 brani).

Intervista

Incontro Gianni all’Hotel Gloria di Molveno (in Trentino). Sta girando il film "I ricordi del cuore" e i suoi compagni di avventura sono Mara Venier, Agostina Belli e Andrea Roncato. Gianni è il solito eterno ragazzo, allegro, positivo e spigliato. Parla con tutti, fa autografi e generosamente si appresta a rispondere alle mie domande sui suoi ricordi romani.

Gianni, in quale occasione ti sei stabilito a Roma e come ricordi l'impatto con la Capitale?

La prima volta che sono venuto a Roma, pensa, avevo sedici anni ed era per un provino discografico. lo vengo da un piccolo paese dell'entroterra bolognese , Monghidoro, e in quell'occasione ricordo che ero molto emozionato e, purtroppo, durante questo primo approccio con l'urbe non ho potuto vedere tante cose. Soltanto in seguito mi sono accorto di come è straordinaria questa città.

Come mai hai scelto Torlupara come residenza privata?

Beh, quando mi sposai con Laura Efrikian, nel '66, cercavamo una casa pronta, una casa in campagna, che non fosse proprio al centro della città e allora trovammo questo bel casale situato nel l'agro romano, tra Roma e Mentana, sulla Nomentana. Era abbastanza vicino alla città, a 5 chilometri dal raccordo anulare e ci piacque molto. E così avevamo il piacere e la gioia di stare in campagna e allo stesso tempo vicinissimi a Roma, che allora era la capitale di tutto... della discografia, del cinema e della televisione. E quindi ho scelto questa zona direi per ragioni di opportunità. Comunque, mi ci trovo molto bene. Pensa che ho anche un piccolo campo di calcio a Torlupara, dove mi alleno con la Nazionale cantanti.

Com'è il tuo rapporto con la Capitale?

Il mio con Roma è un rapporto abbastanza particolare... straordinario, cioè di grandissimo amore, ma anche di insofferenza delle volte, perché mi trovo davanti a tanti problemi che ha una città come questa. E' fatta in un modo così particolare, con le strade che non sono poi tanto grandi perché sono state fatte migliaia di anni fa; e vi sono altri problemi... ad esempio la burocrazia, tutto quello che è l'apparato ministeriale e tutte le persone che confluiscono a Roma e che poi non hanno niente a che vedere con la capitale se non proprio il lavoro che vanno a fare. E allora delle volte ci sono delle insofferenze di questo tipo perché questa è una città che dovrebbe essere un museo, un grande museo e invece è qualcosa di strano. E poi i veri romani sono pochissimi, ormai è tutto un misto di razza. Malgrado tutto questo, ogni volta che vado via da Roma e poi ritorno , mi rendo conto che dopo aver visto tutte le città del mondo sono convinto che Roma è la città più bella in assoluto. E poi a me piace molto vederla di notte: La Roma by night m’ha sempre emozionato: L’occasione per vederla di notte è quando mi viene a trovare qualche amico straniero o qualche artista di passaggio e che viene a Roma per la prima volta. Allora gli faccio fare questo giro notturno e vedo l’emozione che procura questa città. Devo confessare che ogni volta che ritorno a Roma dopo una breve assenza per lavoro, m’innamoro nuovamente di questa straordinaria (insisto per definirla così) e incredibile città.

Secondo te cosa si potrebbe fare per migliorare Roma?

Se è vero che vogliono creare questo SDO, questo decentramento dei Ministeri, allora io penso che Roma possa diventare un grandissimo e bellissimo giardino e museo, una civiltà meravigliosa da poter offrire agli occhi di tutti i turisti che arriverebbero da tutte le parti del mondo per vedere la Città Eterna. Sarebbe bello snellire tutto il traffico romano, ma gia con il discorso dello SDO si arriverebbe ad una svolta. Poi inventare qualche cosa che tenga in piedi la tradizione romana. Per esempio io rifarei le corse con le bighe al Circo Massimo, cercherei di fare delle manifestazioni che riportassero ai fasti della Roma imperiale, di quella Roma che 2000 anni fa dominava il mondo. Non so… fare delle feste intorno al Colosseo o altre grandi manifestazioni che però facessero venir fuori la romanità, l’italianità e tutto un po’ quel che è la nostra storia. Dare più spazio all’aspetto culturale e soprattutto artistico.

Ma tu, Gianni, ti senti un po’ romano?

Tutta la mia vita, dai sedici anni in su, l’ho vissuta a Roma, i miei figli sono nati a Roma e non avrebbero voglia di lasciarla mai, specialmente mio figlio Marco. Lui è molto legato a questa città e non si vuole muovere. Io invece mi sento più bolognese con la necessita di ritornare alle mie origini, cioè al mio paesello, Monghidoro Mi sento comunque un po' romano e debbo molto a que- sta città dove è nata la mia fortuna di artista e dove ho vissuto degli anni meravigliosi

Che consiglio vorresti dare a chi governa Roma?

Di rendersi conto che Roma è un patrimonio che non appartiene solo ai romani, agli italiani e agli europei, ma appartiene a tutto il mondo, perché ha la cultura millenaria della nostra storia, della storia dell’uomo. Quindi va protetta da qualsiasi cosa. Davanti a tutto ci deve essere il rispetto per una città che è stata culla di tradizioni, di cultura e di storia. Se noi andiamo a guardare Parigi, Londra, Atene, Vienna o altre città importanti, non ne troviamo una alla pari di Roma. Nessuna di queste città, secondo me, ha la straordinaria unicità e potenza di evocazione storica che ha Roma.

Per contatti:

Michele Mondella c/o Midas  v. Carlo Miribello 6   00195 Roma

e-mail  m.midas@pronet.it  oppure vedi il sito www.morandimania.it di Ketty Antonacci che presiede il Fan Club e il sito dedicato al cantante di Monghidoro.