Giulio Andreotti  (politico)              Roma 1999

                                         Intervista di Gianfranco Gramola

L'imperatore Giulio, l'ottavo Re di Roma. 

Il Senatore Giulio Andreotti (sette volte Presidente del Consiglio, 19 volte Ministro, deputato per 55 anni e senatore a vita dal 1991), è nato a Roma il 14 gennaio del 1919, nella casa materna di via dei Prefetti (rione Campo Marzio). Romano doc quindi, con abitazione a corso Vittorio Emanuele II, proprio a due passi dal Tevere,  l’ufficio- archivio privato nella  bellissima piazza San Lorenzo in Lucina e lavoro a Palazzo Madama, sede del Senato. Si è  sposato con Livia Danese il  16 aprile del 1945, nella chiesa romana di Santa Priscilla.  

Ha detto:

- Quando Craxi disse che il suo governo tirava a campare, Andreotti rispose:” E’ meglio tirare a campare che tirare le cuoia!”.

- Come contribuenti avete ben ragione a sconsigliare che si uccidano le galline dalle uova d’oro. Qui però vi sono troppe galline stitiche. 

- Perché la  stupenda  frase ” La legge è  uguale per  tutti”  è  scritta  alle  spalle dei magistrati ?

- Il potere logora chi non ce l’ha!

- I ritardi delle Ferrovie non si misurano a ore ma a minuti. Dai 100 in su.

- L’umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita sulla dichiarazione dei redditi.

- Vi è un genere pericoloso di numismatici: il collezionista di moneta corrente.

- Non è il cavolo che vale 1000 lire, ma sono le mille lire che non valgono un cavolo. (contro il caro verdure)

-  Noi attribuiamo i guai di Roma all’eccesso di popolazione. Quando i romani erano solo due, uno uccise l’altro.

- Se ho paura della morte? Sono molto affezionato alla vita. Se dipende da me, mi do continue proroghe.

Curiosità

- Ha un fratello maggiore, Francesco, che è stato a lungo Comandante  dei Vigili Urbani di Roma.

- Il Senatore non ha mai preso la patente di guida. “Sarei un pericolo pubblico” ha dichiarato.

- Tutte le mattine si reca nella chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini per la Messa e spesso, nelle festività più importanti, legge sull’altare i brani del Vangelo.

- Ha recitato se stesso in una porticina nel film  “Il tassinaro” con Alberto Sordi.

- Non venne ammesso al corso allievi ufficiali per insufficienza toracica.  

- Ogni anno per Natale usa spedire alle persone care, gli auguri su dei cartoncini personalizzati, su cui fa scrivere una frase che, leggendo un libro, l’ha colpito.

- Colleziona campanelli. Iniziò nel ’44, quando Enrico De Nicola gli regalò il campanello con cui aveva presieduto la Camera nel ’22. Oggi ne possiede centinaia.

- Bruno Vespa l’ha soprannominato “L’imperatore Giulio” , ma c’è invece chi l’ha definito “Belzebù” in persona.

- Quando era Ministro delle Finanze le fu proposto di dare il suo nome a un nuovo tipo di sigari. 

Intervista

Alle mie domande il Senatore risponde telegraficamente (sono più lunghe le domande che le risposte) come è sua usanza, ma dalle brevi risposte si capisce l’amore e l’affetto che nutre per la sua città.

Senatore, che sensazione le regala Roma?

La gioia di viverci da più di 80 anni.

Per un romano come lei, cos’è Roma?

La mia città

Ma Roma è o era la città più bella del mondo?

Per me è la città più bella del mondo.

La tradirebbe per un’altra città?

Assolutamente no !

Roma è ancora una città vivibile?

Come no… tant’è vero che ci viviamo in tanti.

La sua piazza preferita?

Piazza Navona, sicuramente … per tanti sogni e giochi infantili.

Quale Roma ricorda molto volentieri?

Sicuramente quella della mia infanzia.

Nei momenti liberi in che via o zona ama passeggiare?

Amo passeggiare nel centro storico, dove sono nato, oppure amo “sostare” nel giardino dei Passionisti a S.Giovanni e Paolo
.

A parte il traffico, cosa cambierebbe di Roma?

A parte il traffico, niente!

Qual è il difetto del romano?

Un certo indifferentismo.

Una virtù del romano?

Una grande generosità.

Cosa la fa sorridere di Roma?

Lo scetticismo a piccole dosi.

Cosa la rattrista di Roma?

Il cimitero, anzi, i cimiteri.

Da tanto si parla di eliminare il mercato domenicale di Porta Portese. Qual è il suo parere?

E’ un errore… un po’ più di igiene e di ordine però non sarebbe male.

Qual è il suo piatto preferito?

Gli spaghetti con il pomodoro.

C’è un monumento che butterebbe giù molto volentieri?

No! Nessuno.


Se il governo avesse sede in un’altra città, Roma sarebbe più amata?

Non lo so.

Lei ha conosciuto il poeta romano Trilussa. Che ricordi ha di lui?

Ho cenato spesso con Trilussa quando lavoravo al giornale “Il Popolo”, a Palazzo Sciarra. Serate indimenticabili. Andavamo al Falchetto. Lui consumava un pasto intero. Noi giornalisti un piatto di spaghetti.

Come pensa sarà l’Anno Santo del 2000?

Bellissimo e indimenticabile.

Lei Senatore ha scritto numerosi libri. A quando un libro su Roma?

E’ imminente.