Lando
Fiorini (cantante - attore)
Roma 12.12.1999
Intervista di Gianfranco Gramola
La
voce di Trastevere
Lando Fiorini deve la sua entrata nel mondo della
canzone al giornalista romano Francesco Saverio Procopio che lo prese molto a
cuore, procurandogli i primi contatti. Lando, ex riparatore di biciclette ed ex
scaricatore ai mercati generali, partecipa al Cantagiro e subito dopo viene
scritturato per il ruolo di cantastorie nel Rugantino, con la regia di Garinei e
Giovannini che lo porta in tournèe in tutta Italia e anche all’estero. Dopo
il fortunato Rugantino, il "nostro" intraprende l'esperienza del
cabaret, cantando e recitando poesie in romanesco. Decide quindi di aprire un
locale in proprio e verso il 1968 il suo sogno si avvera. Nasce in via G.
Zanazzo 4, nel cuore di Trastevere, il PUFF, Teatro-Cabaret-Ristorante. Da
allora gli spettacoli si susseguono con enorme successo. Ne cito alcuni... La
stagione teatrale 1989190 apre con Piovre, Calamari e Gamberi e batte ogni
record di durata con 160 repliche e stessa sorte ebbe quella del 1990/91 con
Alla ricerca della "Cosa" perduta. Ottimo successo anche Onesti,
incorruttibili, praticamente ladroni della stagione 1992-93. Tra i tantissimi
bei dischi di Lando (Leopoldo, all'anagrafe) voglio ricordare “Nòantri
“, dodici poesie e sonetti di Trilussa ed altrettante canzoni ad esse ispirate.
Lando Fiorini ha accettato di darmi l'intervista con molto entusiasmo,
meravigliandosi che un trentino sia innamorato di Roma alla pari (se non di più)
di un romano de Roma.
Ha detto:
- La vita di un cabaret non è fatta solo di successi,
ma anche di ansie, preoccupazioni, amarezze e stanchezza. Eppure se tornassi
indietro, non ho dubbi: lo rifarei ancora.
- Qui a Trastevere c'è la mia vita. Sono nato
al numero 6 di vicolo del Cinque e quando ero piccolo giocavo a pallone a Santa
Maria in Trastevere.
- A Trastevere vorrei più romani e soprattutto più
sorrisi e più pulizia. Con l'arrivo di tanta gente nuova si è perduta
l'amicizia tra i trasteverini.
- Mi ritorna spesso in mente le parole di Checco
Durante: "Fate del bene che la vita è breve, c'è più gioia ner dà che
ner riceve".
- Ho un desiderio ma non si può realizzare: vorrei
che mia madre potesse vedere che cosa sono riuscito a fare di buono nella
vita. Chissà, forse dal Paradiso lei mi sta già guardando, sorridendo.
- Ricordo
una scommessa con Enrico Montesano per un Roma-Lazio: io persi e dovetti girare
nudo intorno alla statua di Garibaldi al Gianicolo, con la gente intorno che
rideva!
- I valori romani? Rispetto per gli altri, ma voglia
di rispetto. Se mi dai uno schiaffo io te lo ridò. Hanno sempre la battuta
pronta ma non per questo non sono rispettosi.
- Roma è moglie, madre e amante. E quando fa buio è
tutta mia.
Curiosità
- Abita a Monteverde con la moglie Anna.
- Ha due figli:Francesco Saverio e Carola che
lavorano con lui al teatro Puff.
- E' romanista sfegatato. "Se mi fanno le analisi
-
dice - scoprono che ho il sangue giallo-rosso".
Intervista
Lando, in quale quartiere sei nato?
Sono nato in Trastevere il 27 gennaio del '38. Sai, mi sento molto legato a
questo posto perché qui ho trascorso la mia infanzia e poi ho dei ricordi
bellissimi. Inoltre perché ci vivo per via del mio lavoro, cioè il teatro PUFF
che è in Trastevere, che amo moltissimo e che mi lega ancora di più a questo
fantastico quartiere.
C'è una Roma che ami ricordare con molta nostalgia?
Sì, la Roma che purtroppo non c'è più, il calore delle cose semplici e il
rapporto vero che riuscivi ad instaurare con gli altri.
Cosa provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Ritorno a casa mia, come dice una canzone che ho fatto. Sento l’odore di casa
e allora provo un senso di contentezza, di gioia.
Quali sono i pregi e i difetti del romano?
Tanti pregi, chiaramente anche difetti. Ma non si può generalizzare, quindi è
difficile poter quantificare l’una e l'altra cosa...
Lando
Fiorini con Gigi Magni
Ti piace mangiare bene?
Il mio rapporto con la cucina è ottimo anche perché posso definirmi un
"buongustaio". Amo molto la cucina romana e anche quella non romana,
purché sia genuina e fatta bene.
Frequenti qualche trattoria o ristorante tipico?
Chiaramente il ristorante che preferisco è quello del mio locale, cioè il «
PUFF ».
Ma secondo te, Roma è o era la città più bella del mondo?
Roma era ed è la città più bella del mondo, senza togliere nulla alle
altre... ma io su questo so' campanilista.
C'è un angolino romano dove ami rifugiarti?
Sì! Alla Quercia del Tasso al Gíanicolo. Lì c'è una fontanella dove io da
ragazzo andavo in compagnia di qualche ragazza per offrirle l'acqua da bere
perché... non avevo una lira per portarla al cinema! E quella è l'acqua più buona del mondo.
Come vedi la Roma del futuro?
Purtroppo non posso rispondere con il mio naturale ottimismo a questa domanda,
perché l'evoluzione stessa porta a dei cambiamenti incontrollabili, quindi le
conseguenze di una vita troppo frenetica e scarsa di valori umani. Se avessi la
bacchetta magica leverei tutte le macchine che ci sono in giro e che deturpano
questa città e un desiderio mio è quello di vedere un pochetto più libera
questa bella città, vederla più sciolta, più umana, perché adesso è
diventata quasi disumana. Poi adesso con il Giubileo e con ‘sto casino di
lavori che stanno facendo è un inferno.
In quale periodo della storia romana ti sarebbe piaciuto vivere e nelle vesti
di quale personaggio?
Sicuramente nell'epoca di Pasquino, nel famoso « Anno del Signore » e mi
sarebbe piaciuto essere Pasquino, perché parlava chiaro e diceva sempre la
verità.
Qual è il poeta romanesco che preferisci?
I poeti sarebbero tanti, ma sicuramente Trilussa è quello che preferisco di più
ed è quello al quale mi sento più legato, forse per la grande semplicità
d'animo che traspare nelle sue poesie, e poi perché è molto comprensibile
anche ai non romani . Io a suo tempo ho fatto un disco con alcuni suoi sonetti.
Per te cosa significa “essere romano“?
Tutti quanti difendono le proprie radici, le proprie origini… come quello che
è nato a Bologna e si sente orgoglioso di essere bolognese, ecc.. Io mi sento
orgoglioso di essere romano, con tutti i pregi e i difetti del romano.
Che consiglio vorresti dare ai romani?
Purtroppo di romani veri ne sono rimasti pochi, un consiglio…. Di usare di
meno le macchine! E poi... di essere più autentici, veri , meno sbruffoni perché
in realtà il romano vero è semplice, sincero, amico.
E un consiglio al primo cittadino?
Cosa potrei dire al sindaco? Di guarire e far rivivere il biondo Tevere.
Da anni si parla di eliminare il mercato domenicale di Porta Portese. Cosa ne
pensi?
No! A me piace da matti… sarà perché c’ho fatto l’abitudine, sarà perché
è nel posto giusto, cioè nel centro di Roma, a Trastevere e poi perché è un
mercato simpaticamente romanesco. E’ una tradizione e fa parte del folclore di
questa città.
Com'è avvenuto il tuo accostamento verso il teatro?
Lavoravo e cantavo, ho iniziato con le feste rionali a Trastevere, poi in un
concorso a Jesi su 3.000 concorrenti sono arrivato terzo... ho capito che potevo
farcela . Poi il Cantagiro, Rugantino …. ora eccomi qui .
Un tuo sogno nel cassetto?
L’ho detto prima… la bacchetta magica, per quello che riguarda Roma. Ogni
forma di progresso è una forma di regresso. Penso che rendendo la città più
umana, diventano più umani anche i suoi abitanti. Un mio sogno personale invece
è di avere una salute di ferro fino a 100 anni, ma non soltanto per me e andare
avanti a far divertire i romani che vengono ai miei spettacoli.