Noemi Gherrero ( attrice e conduttrice tv)                Napoli 10.1.2022

                                  Intervista di Gianfranco Gramola

“Da quando sono in Rai ho trovato un gruppo bellissimo, in cui c’è un grande feeling e dove ognuno ha il suo ruolo. Loro sono la mia forza e io la loro e quindi c’è una grandissima complicità”

Contatti: Licia Gargiulo  licia@gargiulopolici.com

Noemi Gherrero, all’anagrafe Noemi Maria Cognigni, è nata a Napoli nel 1988. Laureata in Relazioni Internazionali e Diplomatiche all’Università L’Orientale di Napoli, si è avvicinata al mondo dello spettacolo attraverso il musical. In ambito teatrale ha partecipato a decine di spettacoli, fra i quali  “Arteriosclerosi”, di Dalia Frediani, al Teatro Bellini di Napoli e il classico “Ecco Francesca da Rimini” con la regia di Giacomo Rizzo. Noemi è  legata soprattutto al cinema indipendente: numerose sono le sue partecipazioni più o meno importanti. Ad ottobre 2020 , il suo primo grande ruolo grazie a Vecchie canaglie,  con la regia di Chiara Sani e Blasco Giurato alla fotografia. Nel cast anche Lino Banfi, Andrea Roncato, Pippo Santonastaso.  Nel corso degli anni ha lavorato con attori quali: Giacomo Rizzo,  Gianluca Di Gennaro, Michele Riondino, Federico Salvatore, Emiliano De Martino, Julia Mayarchuk,  Gianni Parisi, Lino Banfi, Greg, Pippo Santonastaso. In televisione spiccano partecipazioni a “I bastardi di Pizzofalcone”, “Non dirlo al mio capo” e “Mare fuori”, prodotte dalla RAI e la docufiction” Il giorno del giudizio”, prodotta dalla No Panic e trasmessa su Lanove Sky. Madrina nazionale del Giro rosa nel 2018, Noemi è stata anche modella e ha lavorato molto anche attraverso la fotografia, sia d’autore che quella commerciale. Testimonial in passato di svariati brand, è apparsa anche su copertine di riviste nazionali. Nel 2020 Noemi è ideatrice ed interprete del concept e della mostra fotografica “Scomposizioni e fughe nell’anima : arte pandemica. Nello stesso anno si esibisce nella drammaturgia di Antonio Mocciola, in uno spettacolo a due, “Dove colpire”, dove emerge con forza la predilezione per il teatro sperimentale e dell’assurdo. Da ottobre 2020 è la conduttrice de “Le parole per dirlo” un programma dedicato alla lingua italiana, in onda la domenica mattina su Rai 3.

Intervista

Mi racconti chi ti ha trasmesso la passione per il mondo dello spettacolo?

Non me l’ha trasmessa nessuno, nel senso che pian piano ha preso corpo, anche se io poi mi sono laureata in tutt’altro, perché volevo fare la giornalista. Mi sono laureata in Relazioni Internazionali e Diplomatiche all’Università l’Orientale di Napoli. Poi ho cominciato a fare teatro e lì mi sono innamorata di questo lavoro e ho capito anche che poteva essere quella la mia strada. Certi segnali comunque li ho avuto anche da piccola, perché amavo giocare e travestirmi, mi piaceva molto scrivere, quindi la mia direzione artistica esisteva da prima, però si è consolidata sicuramente in età più matura.

Com’è nato il cognome d’arte?

Il mio vero cognome Cognigni è molto difficile e impronunciabile e gli altri sbagliavano sempre, quindi non avevo sicuramente piacere di mettere in bocca un cognome che poi risultava stonato. Inoltre io penso che bisogna sempre creare, nel senso che io credo molto in questa dimensione. Il senso dell’arte, secondo me, ti dà delle connotazioni di colori delle cose, che non per forza rispondono alla  tua vita di tutti i giorni. Quindi l’urgenza di creare, di dare un nome d’arte e quindi creare una specie di alter ego, è una cosa che secondo me, è vera e affascinante. Poi abbiamo tantissimi esempi, dal cinema alla letteratura, dove vengono usati  nomi d’arte o pseudonimi. Evidentemente quella del nome d’arte è un’esigenza che sentono in molti. Gherrero perché io sono un amante dell’epica, dell’archetipo e quindi l’immagine del guerriero era una cosa che nei film mi piaceva molto e alla fine  ho deciso di prendere come cognome d’arte Gherrero.

I tuoi genitori che ambizioni avevano per te, che futuro sognavano per te?

Non lo so, perché purtroppo mio padre è morto quando avevo 23 anni ed ero da poco laureata, per cui non ho avuto la possibilità di crescere con lui e scoprire quello che lui avrebbe desiderato. Ho avuto dei genitori che non hanno mai creduto nella mia passione artistica e per questo ci sono arrivata un po’ tardi. Mio padre era nella polizia e mia madre un po’ tradizionalista, comunque una famiglia modesta. Non c’erano velleità da questo punto di vista. Probabilmente mio padre si aspettava che seguissi la sua carriera. Loro hanno sempre voluto che studiassi molto, che mi laureassi e che trovassi quel famoso posto fisso. La nostra epoca ci insegna che forse oggi, questa idea del posto fisso non esiste più, per cui alla fine è stato un bene che abbia deciso di fare quello che ho sempre desiderato.

Attualmente sei su Rai3 con il programma “Le parole per dirlo”, un programma dedicato alla lingua italiana. Soddisfatta degli ascolti?

Sono molto soddisfatta perché il programma sta crescendo molto, sia in termini quantitativi che qualitativi, ma anche dal punto di vista di video, perché le persone che lo guardano restano contenti. Sono soddisfatta anche per il fatto che sono molto entusiasti di chi sta al timone, quindi di me e questo mi fa molto piacere perché io vengo da tutt’altra formazione, da tutt’altra scuola e misurarsi su un programma non complicato però complesso, sicuramente mi sta dando tantissime soddisfazioni. Oltre alla mia soddisfazione c’è anche la soddisfazione della rete che ovviamente ha investito su una figura completamente nuova, un volto giovane. Poi credo che ci sia bisogno di programmi come questo. Io non voglio fare la solita retorica del programma di qualità o non di qualità. E’ molto soggettivo il discorso della qualità, poi ognuno sceglie quello che vuole vedere. Però secondo me c’è bisogno di dare assaggi di alternatività, cioè dire che esiste dell’altro e chi vuole può tranquillamente seguirci.

La trasmissione  viene registrata a Roma o a Napoli?

A Roma.

Quali sono le tue ambizioni?

Questa è una  domandona, Gianfrà (risata). Intanto io non demordo sull’aspetto cinema perché è una mia grande passione. Io ho comunque cominciato dal teatro e sto lavorando adesso ad uno spettacolo nuovo e sono in attesa che esca un film dove ho un ruolo importante e molto carino, che dovrebbe uscire in aprile e quindi la mia ambizione più grande è quella di riuscire a coniugare l’aspetto artistico e quello legato alla comunicazione. Quindi mi aspetto e spero di continuare in televisione. Contestualmente mi aspetto di riuscire a trovare anche la grande possibilità di interpretare, non deve essere per forza il cinema, ma ora sto lavorando anche a delle idee mie, per riuscire anche a coniugare il tutto, e questa sarebbe la mia ambizione più importante.

Con i colleghi hai trovato più competizione o complicità?

Nel programma che conduco da sola, mi fanno da assist due professori dell’Accademia e difficilmente posso entrare in competizione con loro. Però da quando sono in Rai ho trovato un gruppo bellissimo, in cui c’è un grande feeling e dove ognuno ha il suo ruolo. Loro sono la mia forza e io la loro e quindi c’è una grandissima complicità. Però è chiaro che in tutto quello che ho passato, la maggior parte delle volte mi sono trovata spesso davanti a dei grandi muri.

Ti hanno definita la “Sharon Stone” italiana. Cosa ne pensi?

Si, è vero è ogni volta che me lo ricordano mi viene da ridere, sperando che lei non lo sappia mai (risata). Diciamo che questa storia della Sharon Stone forse è dovuta ad un certo richiamo dei colori, del viso angelico e tutte queste robe qua, però c’era anche il discorso dell’attrice e quindi chi mi ha dato questo titolo, forse ci ha anche giocato sopra su questo fatto. Sharon Stone è una delle donne più belle del cinema e tutt’oggi che ha 60 anni è una delle più grandi attrici, come lo sono tante. Devo dire anche che difficilmente il cinema hollywoodiano esprime talenti poco meritevoli. Comunque chiamarmi così è una cosa molto carina, che fa molto piacere.  

Ti hanno mai proposto dei reality?

Prima di far parte della famiglia di Rai3,  cioè quando avevo un altro tipo di agente, ero molto più giovane e stavo entrando in questo mondo, c’è stata una possibilità di fare dei provini e delle cose, ma io, quella dei reality non l’ho mai sentita come la mia strada. Non ho nulla contro i reality, però francamente ho sempre voluto fare altro e per fortuna ho saputo aspettare.

Oltre al lavoro curi delle passioni nella vita?

Intanto amo molto viaggiare, poi sono appassionata di psicologia e di simbologia. Sono una che ha fatto la sua prima tesi di laurea sulle religioni e sono molto appassionata dei grandi miti della romanità. Mi piace moltissimo leggere, pratico sport da sempre. Quando ho la possibilità vado a fare rafting e mi piacere molto il trekking. Sono una a cui piace molto il rapporto con la natura e sono piena di interessi e i miei interessi poi cerco di  metterli anche nel lavoro che faccio. Così per esempio, un paio di anni fa, ho fatto una mostra fotografica, che ho ideato e fatto con mia sorella e che sta andando molto bene ed è in giro per l’Italia. E’ un progetto nato perché in quel momento stavo scrivendo, che è un’altra mia passione, e l’ho saputa trasformare.

Se ti dico Roma, cosa mi rispondi?

Città Eterna. Ho un buon rapporto con Roma e ho avuto anche due fidanzati romani nella mia primissima gioventù. Roma è una città che ho frequentato da sempre, è una città che mi piace molto, anche se a differenza della mia Napoli le manca il mare. Comunque per me Napoli resta sempre la città più bella del mondo, però Roma è una città che offre molte opportunità.

Tradiresti la tua Napoli per vivere per sempre a Roma?

Mai, vivrei lontana da Napoli solo se dovessi inseguire il mio sogno, il mio obiettivo. In questo momento sto a Napoli perché questo lavoro mi permette di farlo. E’ chiaro che io non sono molto attaccata ai posti. Le radici, secondo me, uno le porta dentro di se, la propria città, i colori, il dialetto e tutto quello che ci appartiene ce lo portiamo dentro di noi, in qualsiasi posto del mondo siamo. Il mio sogno in realtà, sarebbe di andare a vivere a Parigi un giorno. Pensa come sono combinata (risata). Questa è una mia ambizione.