Rachele Sangiuliano (ex pallavolista e telecronista sportiva)   Milano  15.11.2021

                         Intervista di Gianfranco Gramola

“La pallavolo è stata una grande passione che mi ha fatto vivere come sulle montagne russe per quanto riguarda le emozioni che ho provato e le esperienze che ho fatto”

 

Contatti https://www.instagram.com/racu7

Rachele Sangiuliano è nata a Noventa di Piave il 23 giugno 1981. La sua carriera sportiva inizia nel 1996 nell'AGS, giocando per la squadra giovanile in Serie C: nella stagione 1997-98 fa il suo esordio nella pallavolo professionistica, promossa in prima squadra, che nel frattempo ha cambiato nome in Pool Piave, che prende parte al campionato di Serie A2; con la squadra veneta resta per cinque stagioni, vincendo la Coppa Italia di Serie A2 1999-00. Nella stagione 2001-02 passa all'Icot, sempre in serie cadetta, con la quale vince la Coppa Italia di categoria ed ottiene la promozione nella massima divisione: nell'annata seguente fa il suo esordio in Serie A1 con lo stesso club ridenominato Forlì, a cui resta legata fino al termine della stagione 2005-06. Nella annata 2006-07 viene ingaggiata dal Club Padova, sempre in Serie A1, mentre in quella successiva torna in serie cadetta, vestendo la maglia del Life Milano. Torna nuovamente in Serie A1 con il Santeramo, club per il quale gioca nella stagione 2008-09, mentre in quella successiva si trasferisce alla Spes Conegliano, dove resta per due annate, prima di fare la propria prima esperienza all'estero in Francia, nella stagione 2011-12 quando viene ingaggiata dal Le Cannet, club che milita in Ligue A: al termine del campionato decide di abbandonare l'attività agonistica.

Nazionale

Negli anni a San Donà di Piave fa parte delle nazionali giovanili italiane: nel 1998, con quella Under-19 vince la medaglia d'oro al campionato europeo. Nel 2001 ottiene la prima convocazione in nazionale maggiore con cui, l'anno successivo, vince la medaglia d'oro al campionato mondiale e nel 2003 partecipa al Coppa del Mondo, chiusa al quarto posto.

Campionato mondiale 

Oro Germania 2002 

Intervista

Com’è nata la tua passione per la pallavolo? Hai sportivi in famiglia?

La mia passione è nata a 9 anni guardando i cartoni animati di Mila e Shiro: sono rimasta folgorata! Volevo andare in palestra a fare l’attacco laser. Praticavo già nuoto a livello pre-agonistico, ma ho abbandonato gli occhialini per indossare le ginocchiere già dopo pochi allenamenti in palestra. Mio fratello è osteopata e preparatore atletico, per anni ha lavorato con l’Udinese Calcio. La passione per lo sport ce l’hanno trasmessa sicuramente i nostri genitori.

Come ricordi gli inizi e il debutto? (da riserva a titolare)

Ricordo ancora il mio esordio in serie A2, nella squadra del mio paese: Volley Pool Piave a San Donà di Piave. Avevo 16 anni e ricordo quasi ogni momento, anche gli sguardi dei miei genitori che ho cercato in tribuna. Due anni dopo ero titolare di quella squadra. Devo ringraziare il club che mi ha cresciuta e l’allenatore Giuseppe Giannetti che hanno investito e creduto in me dandomi fiducia nel guidare una squadra di serie A, anche se ero ancora giovanissima e da poco facevo la palleggiatrice. E’ stata una scommessa di tutti.

Fra pallavoliste si usa dare un nomignolo? Se si, quale era il tuo?

Ho avuto diversi soprannomi, per lo più abbreviazioni del mio nome. Il mio allenatore invece si divertiva a darmi diversi soprannomi. Un anno con la nazionale giovanile siamo andati a fare il Mondiale in Thailandia (arrivammo 3°) e avevo comprato un tamagotchi. Era un animaletto virtuale di cui ti devi prendere cura ogni giorno. Andava molto forte negli anni 90! Il mio si chiamava Raku RaKu Dinokun e da lì hanno iniziato a chiamarmi RACU.

Prima di una partita avevi un rito scaramantico?

C’è stato un periodo in cui ero molto scaramantica: stesso underwear da usare in partita, stesse abitudini o gesti da fare, canzoni da ascoltare prima di entrare in palestra etc. Poi ho capito che porta “sfiga” solo giocare male.

E’ vero che il mancino è un elemento destabilizzante nel volley?

Può dare sicuramente fastidio perché bisogna prendere delle misure diverse soprattutto a muro. Anche una palleggiatrice deve servire un’atleta mancina in modo diverso perché ha bisogno di una palla che risponda alle sue caratteristiche a seconda della zona di campo in cui si trova.

Cos’è stata per te la pallavolo?

Un grande passione che mi ha fatto vivere come sulle montagne russe per quanto riguarda le emozioni che ho provato e le esperienze che ho fatto. Ha sicuramente aiutato a farmi diventare la persona che sono oggi anche attraverso i momenti di difficoltà. Devo tanto a questo sport e alle persone che ho incontrato nel mio percorso.

Con quale idolo sportivo sei cresciuta?

Non ho avuto un idolo sportivo ma mi piaceva prendere quello che potevo da ogni giocatore che vedevo giocare. La “generazione di fenomeni” mi ha sicuramente ispirata: avevo in camera il post di Andrea Giani e sono cresciuta con il mito di Maurizia Cacciatori che oggi è una delle miei più care amiche. Uno dei regali più belli che mi ha lasciato questo mondo.

Sei un volto popolare dello sport e anche un esempio per molti giovani. Ti senti addosso questa responsabilità?

Credo he ogni sportivo abbia la responsabilità di essere coerente nei suoi comportamenti con quelli che sono i valori dello sport. Abbiamo la possibilità di dare dei messaggi molto potenti e positivi e questo è molto importante.

La scuola italiana continua a produrre nuove giocatrici di volley. Quali sono le più talentuose, quelle che ammiri di più?

Mi piacciono molto come giocano le nazionali sia maschile che femminile. Agli Europei ci hanno fatto sognare!!! Credo molto nella forza della squadra al di là delle individualità…. Se devo fare dei nomi sicuramente Michieletto ed Egonu, davvero fortissimi.

La partita che ti ha dato più soddisfazione?

Le prime vittorie importanti con il club in cui sono nata: lo scudetto U18 e la coppa Italia di Serie A2. Poi c’è stato il Mondiale nel 2022 che sicuramente è la vittoria più importante. Il prossimo anno festeggiamo i 20 anni di questa medaglia e speriamo che il record venga battuto dalle ragazze di Mazzanti.

La sconfitta che a pensarci ti fa ancora rabbia?

L’aver perso un campionato di serie A2 per un punto giocandoci la promozione diretta. Non ho dormito per 15 giorni. Ti guardi indietro e pensi a quel set che avevi perso durante il campionato e che pensavi non contasse nulla e invece….

Dopo una partita temevi più il giudizio dei tuoi famigliari, della stampa o dei tifosi?

Sono una che ha sempre dato troppo peso ai giudizi degli altri e sono sempre stata molto severa con me stessa. E’ stato un grande limite nella mia carriera. La mia famiglia non mi ha mai giudicata ma sempre supportata e sostenuta. In questo sono stata davvero molto fortunata

Il complimento sportivo più bello che hai ricevuto e da chi?

Per me la gratificazione maggiore era sentire la fiducia del mio allenatore e delle mie compagne. Il momento che ricordo con più soddisfazione è stato quando ho annunciato che avrei smesso di giocare: sono stata inondata di affetto e da tante bellissime parole da addetti ai lavori, tifosi e non. Lì ho capito che avevo trasmesso qualcosa.

Nella pallavolo si gioca più con i muscoli, il cuore o il cervello (o tutti e tre)?

Assolutamente tutti e tre. E’ uno sport tecnico, fisico, di strategia ma anche di istinto. Se manca il cuore poi non si va da nessuna parte!

Hai mai giocato per solidarietà, per beneficenza?

L’ultima bella attività a cui ho partecipato è stata Wembrace, l’evento organizzato da Bebe Vio e Art4sport:. Ho potuto giocare a sitting volley e mi sono divertita tantissimo. Mi piace mettermi in gioco soprattutto in discipline diverse da quelle che ho praticato. Altre attività di questo tipo le porto avanti oggi con il running.

Fra compagne di squadra hai mai notato invidia, rivalità o solo complicità?

Assolutamente si. Quando queste dinamiche si innescano in una squadra e non vengono gestite, sono delle bombe ad orologeria. Ho fatto parte di gruppi sulla carta molto forti ma che non sono mai stati squadra proprio a causa di individualismi e rivalità alimentate da chi avrebbe dovuto eliminarle. Esperienze bruttissime che fanno soffrire molto ma anche imparare molto!

Ai giovani che si avvicinano allo sport che consigli vuoi dare?

Di divertirsi SEMPRE e di dedicarsi allo sport con passione.

Se fosse andata male con la pallavolo, cosa avresti fatto nella tua vita? Quali erano le tue ambizioni?

Ho sempre pensato che sarei diventata una psicologa criminale, almeno fino a quando non mi sono iscritta a Scienze Politiche!

Oltre allo sport, curi delle passioni nella vita?

Da qualche anno mi sono appassionata al running. Mi piace condividere esperienze, conoscere nuove persone e nuovi posti facendo sport e la corsa in questo è perfetta.

Ora di cosa ti occupi? Lavori nell’ambito dello sport?

Si, lavoro per LGS SportLab società di marketing, comunicazione e management sportivo. Collaboro con Discovery e Dazn come telecronista e come speaker motivazionale in azienda .

Alcune domande per conoscerti meglio. Dopo una partita, quale era il peccato di gola che ti concedevi?

Sicuramente pizza e gelato!

Avevi una ossessione sportiva?

No

Hai la possibilità di levarti qualche sassolino. Levatelo, daje.

Ho avuto tanti sassolini nelle scarpe soprattutto in ambito pallavolistico. Ma ho fatto pace con me stessa e di conseguenza non mi fanno più male. E’ vero che il tempo guarisce tante cose ma è anche vero che non sono una rancorosa e preferisco guardare avanti piuttosto che guardare indietro!

Hai dei complessi?

Non mi piacciono alcune parti del mio corpo, ma se rivelo quali poi le persone ci prestano più attenzione …per cui meglio evitare!!!!

Quali sono le tue paure?

La solitudine mi fa molta paura. Il pensiero che le persone che amo possano soffrire o non essere in salute mi terrorizza. La società, il mondo in cui vivranno i miei nipotini da grandi mi inquieta.

Di cosa hai bisogno per essere felice?

Di avere vicino le persone a cui voglio bene

Chi e cosa porteresti con te su un’isola deserta?

Sicuramente la mia famiglia e IGGY, il mio chihuahua….siamo inseparabili.

Ti piacerebbe partecipare ad un reality o ad un Ballando con le stelle?

Unico reality a cui parteciperai è Pechino Express, sul Ballo caliamo un velo pietoso! Tutte le persone che conosco che hanno fatto Ballando l’hanno descritta come una bellissima esperienza.

Tatuaggi, piercing. Contraria o favorevole?

Nessuno. Mi sarei fatta un tatuaggio con i 5 cerchi se fossi andata all’olimpiade ma…. Ho solo un brillantino sul dente che sta lì da 15 anni e che praticamente non mi rendo conto di avere. Credo che ognuno con il suo corpo sia liberi di fare quello che vuole ...

A chi vorresti dire grazie?

A mia mamma. E’ davvero grande.

A chi vorresti dire scusa?

A Rachele, per tutte le volte che sono stata cattiva e troppo esigente con lei.