Wilma De Angelis (cantante e conduttrice)  Milano 27.7.2021

                       Intervista di Gianfranco Gramola

“Iva Zanicchi e Orietta Berti che successo che stanno avendo. Intanto se lo meritano, perché sono bravissime e ne hanno diritto. Poi hanno questa grinta che purtroppo io non ho più e poi loro sono dei miti”

Wilma è nata a Milano l’8 aprile 1930 sotto il segno dell’Ariete. Appassionata di musica già da bambina, studia canto con il Maestro Di Ceglie e successivamente con il Maestro Rusconi. Dopo aver debuttato nei night milanesi, firma nei primi anni Cinquanta il suo primo contratto discografico, con la Vis Radio. Per qualche anno forma un duetto vocale con Maria Dattoli, ma dal 1956 dà il via alla sua carriera solista. Il suo debutto al Festival di Sanremo arriva nel 1959, quando interpreta il brano Nessuno, abbinata a Betty Curtis, e Per tutta la vita, abbinata a Jula de Palma. Torna a Sanremo l’anno dopo con il brano Quando vien la sera, in abbinamento a Joe Sentieri. Stavolta ottiene maggior successo, tanto da arrivare fino al terzo posto. La sua terza partecipazione, nel 1961, è con il brano Patatina di Gianni Meccia. Nonostante non riesca ad accedere alla finale, conquista un successo straordinario. Dagli anni Settanta, pur continuando a lanciare nuovi album, inizia una fortunata carriera da conduttrice televisiva. Durante gli anni Ottanta ha fatto parte degli Oldies con colleghi del calibro di Nicola Arigliano ed Ernesto Bonino. Negli anni Novanta si è rivelata una grande scrittrice di libri di cucina. Da qualche anno si è ritirata dal mondo della musica, ma continua a essere un personaggio amatissimo dal pubblico italiano. Nella sua carriera ha preso parte 9 volte al festival di Sanremo e ha interpretato più di 60 canzoni e pubblicato molti Lp. Nonostante l'avanzare dell'età, è spesso richiesta in tv come ospite di qualche talk show o programma musicale. Inoltre ha pubblicato alcuni libri di cucina.

Intervista

Com’è nata la sua passione per il canto?

La passione per il canto me l’ha trasmessa mia madre, anche se io già ce l’avevo dentro di me, latente.

I suoi genitori come hanno preso la sua scelta di dedicarsi al mondo musicale?

Non lo so, perché io ho cominciato a cantare molto presto, avevo 13 anni. Forse mia madre aveva questo segreto, questo desiderio, questo sogno  che io facessi la cantante. Mio padre era un po’ meno entusiasta, ma poi si è convinto.

Che lavoro facevano?

Mia madre faceva la casalinga e mio papà si occupava di motociclette. Con suo cognato avevano una piccola fabbrica di moto, che si chiamava “Mas” fino  all’inizio della guerra che scoppiò in quegli anni.

Com’è nato il nomignolo “Miss patatina”?

Sono andata a Sanremo per 5 anni. Nel primo ho cantata “Nessuno” in coppia con Betty Curtis. Il secondo “Quando vien la sera” in coppia con Joe Sentieri. Il terzo anno Gianni Meccia aveva scritto questa canzone molto carina e aveva pensato che potesse essere il pezzo giusto per me e così nel mio terzo Sanremo ho cantato “Patatina” che poi non andò in finale e io pensavo che la mia carriera fosse finita lì, con quella canzone. Invece è stato il pezzo che mi sono portata dietro per tutta la vita.

Lei ha cantato in tutto il mondo. Qual è stato il pubblico più caloroso?

Si, è vero, ho cantato in tutto il mondo, ma all’epoca le nostre tournée erano quasi sempre dedicate agli italiani che lavoravano in giro per il mondo, soprattutto in Sud America. Perciò il nostro pubblico era più che altro italiano che tornava con nostalgia ad ascoltarci.

Come ha conosciuto Paolo Limiti?

Paolo era giovanissimo e mi fu presentato da Luciano Beretta, che è stato un grande autore di canzoni e che era suo amico, abitavano vicino. Ecco come l’ho conosciuto. Volevo fare una pelliccia alla mamma di Luciano e allora lo accompagnai dalla mia pellicciaia. Era il 1975/76 ed era un brutto momento per noi cantanti di quell’epoca, perché ci consideravano ormai da rottamare. Lui mi chiese come mai non cantavo più e io risposi che se avessi avuto la possibilità lo avrei fatto volentieri. Lui mi disse: “Ti faccio conoscere una persona che sta facendo una trasmissione in radio con Mike Bongiorno, che si chiama “Ferma la musica”. Lui telefonò a Paolo Limiti dicendogli che voleva fargli conoscere Wilma De Angeli. Paolo arrivò con questa sua generosità e il suo istinto e disse: “Facciamo una cosa, io faccio questa trasmissione in radio, dove c’è un cantante che deve accennare una canzone e il concorrente deve indovinare che canzone è. Dico che tu sei stata raccomandata da Roma, arrivi e canti tu queste cose”. Infatti  tutta felice andai in Rai e per qualche settimana andò tutto liscio. Poi scoppiò la verità e mi rimandarono a casa e lui poverino rischiò un pochino. In quell’occasione conobbi Mike Bongiorno che poi mi coinvolse in un programma che fece lui in radio. Così ho conosciuto Paolo Limiti e la nostra amicizia è durata per tutta la sua vita. Lui mi ha aiutata moltissimo. Anni dopo mi propose di fare un programma di cucina su Telemontecarlo, che poi ho fatto per ben 18 anni, sempre grazie a lui.

Con Mina e Nilla Pizzi, c’è stata rivalità o amicizia?

Amicizia con tutte e due. Con Mina, ai nostri inizi, c’era la canzone “Nessuno” che ci ha legate, perché l’avevamo fatta in modo diverso. Mina era un tesoro e non si poteva  che esserle amica. La Nilla poi, figurati, abbiamo fatto sei tournée in Sud America, in Argentina,  in Svizzera e in Germania. Eravamo come sorelle.

Ho letto che hai lavorato anche con Adriano Celentano e Giorgio Gaber.

Si, ho lavorato con loro. All’inizio quando loro debuttavano parteciparono ad uno spettacolo che si chiamava “La 6 giorni della canzone”, dove venivano scelti i cantanti che sarebbero dovuti andare a Sanremo e in questo  spettacolo c’erano tutti loro.  Giorgio Gaber con Enzo Jannacci e Celentano con un altro, facevano Jerry Lewis e Dean Martin. Adriano Celentano l’ho conosciuto agli inizi della sua carriera e a quell’epoca si facevano gli spettacoli tutti insieme. Siamo andati a Sanremo insieme e nell’anno di “Patatina” lui era a Sanremo e cantava “Chi non lavora, non fa l’amore”.

Ha lavorato anche con Johnny Dorelli.

Con lui ero molto amica. Lui aveva il papà che cantava, era un tenore. Facevamo gli spettacolini a Milano nei Club, poi ci siamo incontrati mille volte. In tutti i miei Sanremo c’era sempre Dorelli e l’ultimo mio Sanremo avevo un pezzo che si chiamava “Non conta niente” e l’ho cantato in coppia con lui. Abbiamo fatto tante altre cose insieme in televisione. Con Johnny Dorelli grande amicizia e grande simpatia. Poi l’ho perso di vista, perché vive a Roma e non ho più avuto la fortuna di incontrarlo. Però ci siamo voluti veramente bene da amici.

Ha visto Iva Zanicchi e Orietta Berti che successo che stanno avendo?

Intanto se lo meritano, perché sono bravissime e ne hanno diritto. Poi hanno questa grinta che purtroppo io non ho più, anche perché sono un po’ più vecchietta di loro e non ho più voglia di fare niente, perché anche a me non mancherebbero le occasioni di essere onnipresente. Certamente non  come Orietta Berti che la chiamano dappertutto, perché lei è un mito. Poi ha una grande volontà e come dicevo prima, ha 13 anni in meno di me e questo conta, conta molto. Con Iva Zanicchi ci sentiamo spesso. Lei è un po’ più pigra della Berti, però se le propongono delle cose positive, lei le fa volentieri. Io le invidio un pochino, perché quando le vedo in TV, penso che se fossi meno vecchia, potrei essere lì con loro anch’io. Le occasioni le avrei, ma sono io che non ne ho più voglia. Quest’anno ho fatto i 91 anni.

Ha dei rimpianti?

No, non ne ho di rimpianti. Credo di aver fatto quello che potevo fare, magari anche di più, nel senso che mi sono anche violentata per fare delle cose che non mi piacevano, però nessun rimpianto. Ho avuto tanto da quello che è stato il mio lavoro.

Lei ha scritto anche dei libri di cucina.

Si, mi sono infilata nel mondo della cucina grazie a Paolo Limiti, che era a Telemontecarlo come direttore dei programmi. Ricordo che mi propose la cosa dicendo: “In tutti i paesi del mondo, dove ci sono le televisioni importanti, ci sono dei personaggi che conducono dei programmi di ricette pur non essendo degli chef. Vuoi provare anche tu?”. Io accettai e nel 1979 fui proiettata nel mondo della cucina e aiutata inizialmente da chef professionisti, perché non avevo ne la competenza e neanche la volontà, però pur di lavorare mi andava bene tutto. Così debuttai in cucina e come ho detto prima, il mio programma è durato ben 18 anni, perché ho terminato  nel 1996. La cosa curiosa è che quando ho smesso con il programma, è scoppiato il boom della cucina in televisione.

Un domani come vorrebbe essere ricordata?

Vorrei essere ricordata come cantante, ma non disdegno il mio lavoro in cucina, per carità. Però la mia identità è stata come cantante.

Se le dico Roma, cosa mi risponde?

Mio padre era romano e io sono stata a Roma mille volte. Adoro questa città e la ritengo la più bella città del mondo nel senso più assoluto. Quando posso, torno molto volentieri a Roma.       

La cucina romana l’apprezza?

Si, però è pesantina ad una certa età, però per fare dei piatti buoni ci vogliono gli ingredienti giusti e i romani li sanno mettere.