Andrea
Roncato (attore) Roma 21.5.2012
Intervista di Gianfranco Gramola
Ha
iniziato la carriera di attore per caso, ora è cresciuto molto, grazie a Pupi
Avati e ha un sogno artistico: “Fare un film che ho scritto io. E’ una
storia, molto carina, che parla di un avvocato che si mette a raccogliere dei
cani randagi per strada ed è un film con dei risvolti comici ed anche
drammatici”
Andrea
Roncato è nato a San Lazzaro di Savena (Bologna) il 7 marzo del 1947. Ha
dato vita con Gigi Sammarchi al duo Gigi e Andrea, che dopo alcune apparizioni
televisive, divenne una delle coppie più famose del cinema italiano,
soprattutto per il loro stile scanzonato ed irriverente, tipico degli anni
ottanta. Dopo l'esperienza in coppia con Sammarchi, Roncato ha proseguito la
carriera recitando in varie pellicole, tra cui i famosi film di Natale di Boldi
e De Sica e in alcune serie televisive. Nel 1997 sposa Stefania Orlando,
conduttrice e attrice televisiva, da cui divorzierà dopo appena due anni. Dal
2002 al 2008 interpreta l’appuntato Romanò nella serie televisive Carabinieri
di Canale 5 (7 stagioni). Nel 2008 partecipa al film “Ho ammazzato Berlusconi”.
A partire dal 10 gennaio 2009 partecipa come concorrente al reality show di Rai1
“Ballando con le stelle”.
Filmografia
parziale
Qua
la mano (1980) – I camionisti (1983) – Se tutto va bene siamo rovinati
(1983) – Fantozzi subisce ancora
(1983) – Acapulco, prima spiaggia… a sinistra (1983) – L’allenatore nel
pallone (1984) – Mezzo destro, mezzo sinistro (1985) – I pompieri (1985) –
Rimini, Rimini (1986) – Doppio misto (1986) – Rimini, Rimini – un anno
dopo (1987) – Il lupo di mare (1987) – Vacanze di Natale ’90 (1990) –
Vacanze di Natale ’91 (1991) – Ne
parliamo lunedì (1990) – Anni ’90 (1992) – Graffiante desiderio (1993)
– Anni ’90 – parte II (1993) – Gli inaffidabili (1997) – Simpatici e
antipatici (1998) – T’amo e t’amerò (1999) – Ricordati di me (2003) –
Tosca e altre due (2003) – L’allenatore nel pallone 2 (2008) – Ho
ammazzato Berlusconi (2008) – Il cuore grande delle ragazze (2011) – Almeno
tu nell’universo (2011) – Napoletans (2011).
Televisione
Don
Tonino (1987-1989) – L’odissea (1991) – La voce del cuore (1995) –
Mamma, mi si è depresso papà (1996) – La storia di Gigi 2 (1997) – I
misteri di Cascina Vianello (1997) – Ladri si diventa (1998) – Carabinieri
“7 stagioni” (2002-2008) – La
palestra (2003) – Crimini (2006) – Così vanno le cose (2008) – Un
matrimonio (miniserie televisiva) – (2012).
Premi
ricevuti
(1984)
Telegatto per Pregiatissima – 1985 Telegatto per commento televisivo a
Miss Mondo –
(1991) Telegatto per Sabato al Circo – (2004) Premio
Walter Chiari,
assegnato durante la rassegna Il Sarchiapone di Cervia –
(2006) Premio Speciale per la serie televisiva Carabinieri, conferito
durante il Festival di Villa Basilica a Lecce – (2007)
Titolo di Cavaliere di Malta – (2008) Premio Speciale Totò alla
4ª edizione del Cabaret Festival a Pompei.
Ha
detto
- Chi
come me sa far ridere, deve avere una grande sensibilità: per cogliere i lati
comici bisogna essere più sensibili e quindi portati anche alle lacrime.
- Da
sempre ho la passione per gli animali, aiuto le persone che raccolgono i randagi
e mi piacerebbe, in futuro e se avessi la possibilità, creare un rifugio per i
cani.
Curiosità
-
Andrea Roncato oltre ad attore, presentatore e doppiatore, è stato art director
(in alcune discoteche e in varie manifestazioni a scopo benefico), insegnante di
recitazione, cavaliere di Malta, ambasciatore nel mondo per la difesa dei
bambini disabili.
- Ha una Laurea in Legge (Università di Bologna), un
diploma di solfeggio al Conservatorio e ha seguito vari corsi di recitazione (in
Italia e negli Stati Uniti).
- Andrea
Roncato ha scritto il libro “Ti avrei voluto”, editore Excelsior 1881,
(2008).
Intervista
Com’è
iniziata la tua avventura nel mondo dello spettacolo, Andrea?
E’
iniziata così, per divertimento, perché io fin da piccolo ho sempre fatto
spettacolo. Facevo spettacolini musicali, cantavo le canzoni dei mitici Gufi
(gruppo musicale, ndr.), facevo parte di un coro dove cantavamo canzoni popolari
di montagna dove lì, io e Gigi, il mio compagno di avventura, abbiamo
conosciuto Francesco Guccini, che faceva una tesi sul canto popolare. Lui veniva
sempre lì da noi quando facevamo le prove e vedevamo la creazione delle sue
canzoni. Lui aveva un’osteria a Bologna, dove si faceva spettacolo, che si
chiamava “L’Osteria delle dame” e ci disse di venire da lui a fare le
nostre scenette e piano piano abbiamo iniziato con dei spettacolini fatti di
canzoni e cabaret.
Qual
è stata la tua più grande soddisfazione artistica?
Ne ho avute tante. Io ho fatto alcune trasmissioni televisive, non so, come
la storica Premiatissima, che è stata la prima produzione di successo condotta
da Dorelli, da Ornella Muti e da Miguel Bosè, e poi come conduttore di Grand
Hotel. Oppure Festival, oppure
soddisfazioni artistiche come la serie di Don Tonino, che fu la prima fiction ed
ebbe moltissimo successo.
Le delusioni?
Delusioni…
tutte le volte che potevi fare qualcosa di più e non sei riuscito, tutte le
volte che potevi benissimo fare un personaggio e invece è stato fatto da un
altro che l’ha fatto peggio, tutte le volte che non sei stato in grado di fare
bene una parte che ti veniva proposta. Il mio lavoro è sempre pieno di
delusioni, Gianfranco. Però le delusioni servono per cercare di migliorare,
perché il mio è un lavoro che non ha fine. Mi spiego… io e te, Gianfranco,
ci siamo conosciuto a Molveno, durante le riprese della fiction con Gianni Morandi, una fiction molto bella con degli attori molto bravi come Mara Venier,
Riccardo Cucciola, Agostina Belli e Claudia Pandolfi. Quando facevo questa
fiction credevo di essere bravo.
Nel frattempo ho lavorato parecchio e anche con Pupi Avati, che mi ha insegnato
mille cose. Mi sono rivisto 15 anni dopo e mi sono detto: “Lo potevo fare 100 volte meglio”. Il nostro è un
lavoro che per quanto tu possa pensare di esser diventato bravo, col tempo ti
accorgi che potevi migliorare. E’ una professione dove non raggiungi mai il
tetto. Ti parlo di Robert De Niro, è bravo, ma potrebbe esser più bravo. Non
c’è un limite alla bravura e soprattutto all’esperienza in questo campo.
Il
complimento più bello che hai avuto?
Adesso
sto facendo 6 film per Rai 1, di 100 minuti l’uno, una collana che si chiama
“Un matrimonio” diretto e scritto da Pupi Avati, insieme a Michela
Ramazzotti e a Valeria Fabrizi, Christian de Sica. E’ una fiction stupenda,
uno spaccato della vita italiana dal 1850 al 1990, con tutto quello che è
successo, visto e vissuto attraverso la famiglia. Il più bel complimento me
l’ha fatto Pupo Avati dopo una scena abbastanza commovente, dove tutti quelli
che erano lì avevano le lacrime agli occhi, Pupi mi ha detto: “Ho fatto
fatica a dire “stop” alla scena, perché era così bello vederti lavorare e
mi spiaceva farti smettere.”
La
cosa più cattiva che hanno detto o scritto di te?
Ne
hanno scritte tante, soprattutto quelli che non mi conoscono. Tanti anni fa
dissi, sperando di far bene, che anche io avevo provato la cocaina e che era una
grande stupidata, che avevo smesso subito perché mi ero accorto della grande
stronzata che avevo fatto, lanciando un messaggio verso i giovani, cioè di non
provarci, che non ne vale la pena. Ora in ogni intervista, tiravano fuori la
solita frase: “Si drogava”. Questo mi dà un po’ fastidio. L’ho fatto,
ho sbagliato, ragazzi non fatelo. Però la gente si ricorda sempre la parte
brutta, la parte negativa di una persona. Anche se tu hai fatto 1000 cose fatte
bene, la gente cattiva e invidiosa si ricorderà
sempre dell’errore, invece
di apprezzare le cose belle che hai fatto. L’importante comunque è di fare
ancora 1000 cose belle, anche se ci sarà sempre quello che tirerà fuori
l’unico errore che hai fatto nella vita. Il nostro mestiere non è tutto rose
e fiori, purtroppo è pieno d’invidia e l’invidia penso sia il peggior
difetto che uno possa avere nella vita. E c’è gente che cerca di basare il
proprio successo cercando di sottolineare l’insuccesso di altri. A tutti può
capitare di fare cose di successo e cose che non hanno tanto successo.
Hai
un sogno artistico?
Si!
Di fare un film che ho scritto io. Io sono molto amante degli animali e dei
cani. Ho scritto una storia, molto
carina, che parla di un avvocato che si mette a raccogliere dei cani randagi per
strada ed è un film con dei risvolti comici ed anche drammatici. Però lo
vorrei dirigere io, come l’ho scritto io. Ce l’ho tutto nella mia testa e
vorrei dirigerlo io per poter spiegare quello che ho sognato scrivendo questa
cosa.
Quando
sei venuto a Roma la prima volta e come ricordi l’impatto?
Sono
venuto a Roma tanti anni fa e l’impatto è stato d’amore, perché io mi
stabilii a Roma perché mi innamorai della mia ex moglie, Stefania Orlando, che
è la migliore ex moglie che un uomo possa desiderare. Noi abbiamo costruito un
rapporto di grandissimo affetto, di grandissima stima, di grande complicità e
lei è una delle parti più importanti della mia famiglia, anche se non siamo più
marito e moglie. Ma siamo due persone che si vogliono bene e questo rapporto di
due ex durerà all’infinito, mentre l’altro mio matrimonio è finito dopo 7
anni. Tornando a Roma, Stefania mi portò nella capitale. Me ne innamorai
subito, perché Roma è bella. Però sono sempre innamorato della mia Bologna.
Per via dell’atmosfera che riesco a trovare a Bologna, con i suoi bar, la
gente, i portici, la parlata bolognese. Sono continuamente in apnea fuori da
Bologna per respirare a pieni polmoni ogni tanto, quando ci passo. Qualsiasi
atmosfera, sapore, rumore, profumo, parlata, mi riporta sempre alla mia
infanzia bolognese. Tutti noi siamo legati a delle piccole cose, delle
sensazioni che ci riportano a quando eravamo bambini, alle nostre radici
insomma. Quindi c’è sempre questa corsa perenne a ritrovare queste piccole
cose, sempre se ci riusciremo. Però nel tuo cuore rimangono. Ogni tanto, m’è
successo, sento l’odore d’erba appena tagliata, un ricordo di quando ero
bambino e immediatamente ritorno a quel periodo lì. A parte Bologna, Roma è la
città più bella del mondo, ho molti amici romani che sono diversissimi da noi
bolognesi, più pressappochisti e più menefreghisti, però di una simpatia unica, di un
umorismo esemplare. Il romano è quello che , quando vuoi comprarti la macchina
ti dice: “Mo te la faccio avè io, a metà prezzo!” (risata). Anche se poi
non lo fa, ma vorrebbe farlo. Roma come città è una grande città, ma è molto
difficile viverla, per via del traffico. Per fortuna abito un po’ fuori Roma,
sulla Cassia, a 10 minuti dalla città. E’ un posto tutto circondato da
campagna, alberi e verde. Io davanti a casa ho un bel giardino, non ho un
marciapiede. Però quando voglio andare in città, prendo la macchina e in dieci
minuti sono a Roma. Roma è molto bella di notte, perché riesci a goderti
meglio le cose, di giorno con il traffico non riesci a fare niente. Per
apprezzare Roma bisogna passeggiare sul lungo Tevere, in quelle piazzette
tranquille, dove non ci sono turisti. D’inverno a Bologna c’era la neve, la
nebbia e c’era un atmosfera speciale, ma rimpiangevo il clima stupendo che ha
Roma. Però ultimamente Roma si è un po’ più normalizzata, perché abbiamo
avuto la neve anche qui a Roma, anche il freddo, la pioggia.. ma c’è di bello
che con il bel tempo, puoi mangiare fuori, in posti meravigliosi, dove ti sembra
di essere in un altro mondo.
Il
tuo rapporto con la cucina romana?
Essendo
bolognese, il mio rapporto con la cucina romana non può essere che buono. Noi
bolognesi abbiamo molti primi piatti, dalle lasagne ai tortellini, ecc.
Roma però non è da meno perché ha una cucina ottima, specialmente
quella tradizionale. Ci sono gli spaghetti cacio pepe, la matriciana, la
carbonara…tutti piatti fantastici. Poi c’è la coda alla vaccinara, la
pajata, l’abbacchio… stupendi. Chiaramente appartenendo alla cucina
tradizionale, devono esser fatti bene. Ad esempio l’anguilla a Comacchio, se
è fatta bene è eccezionale, se fatta male fa schifo. Comunque la cucina romana
è ottima, anche se sono dell’idea che la cucina italiana è la migliore. Se
vai a Bari, trovi del pesce fantastico, se vai a Napoli, mangi degli spaghetti
al pomodoro che sono la fine del
mondo, a Milano mangi dei risotti che sono dei capolavori, in Veneto ci sono dei
ristoranti che sono il massimo. E così via. Quindi viva la cucina italiana.