Chiara Gamberale (scrittrice e conduttrice)    Roma  13.3.2014

                          Intervista di Gianfranco Gramola

Per lei scrivere è un'urgenza: ma non solo di comunicare, anche di trovare lo stile con cui farlo. I libri per lei contano moltissimo. Nella sua priorità vengono solo dopo le persone

Chiara Gamberale è nata a Roma il 27 aprile del 1977. Laureata al DAMS di Bologna con una tesi in storia del cinema, ottiene la ribalta in campo letterario quando, poco più che maggiorenne, pubblica il romanzo Una vita sottile (1999), ispirato a una vicenda autobiografica e da cui viene presto tratta una fortunata versione televisiva. Seguono Color lucciola (2001) e Arrivano i pagliacci (2003). A partire dal 2002, ha cominciato a lavorare come autrice e conduttrice televisiva. Su Rai 3 ha affiancato Luciano Rispoli a Parola mia; su Rai 1 ha condotto Gap e, di nuovo sulla terza rete, Quarto Piano Scala a Destra, programma di cui era anche ideatrice. Dal 2005 al 2008 è stata autrice e conduttrice su Radio 24, della trasmissione Trovati un bravo ragazzo. Dal gennaio 2010 al giugno 2012 ha condotto Io, Chiara e l'Oscuro su Rai Radio 2. 

Opere

Una vita sottile, Venezia, Marsilio, 1999 - Color lucciola, Venezia, Marsilio, 2001 - Arrivano i pagliacci, Milano, Bompiani, 2002 - La zona cieca, Milano, Bompiani, 2008 - Una passione sinistra, Milano, Corriere della sera, 2008; Milano, Bompiani, 2009 - Le luci nelle case degli altri, Milano, Mondadori, 2010 - L'amore quando c'era, Milano, RCS Quotidiani, 2011; Milano, Mondadori, 2012 - Quattro etti d'amore, grazie, Milano, Mondadori, 2013 - Per dieci minuti , Milano, Feltrinelli, 2013.

Ha detto:

- Sono una persona troppo inquieta, che non conosce bene il suo posto nel mondo e proprio per questo scrivo.

- Sono tanti i libri che mi hanno rivoluzionato, e ogni rivoluzione si differenzia dalle altre: proprio come succede con quelle che ci innescano dentro certe persone.  

- Sono certa che la fortuna della mia vita sia stata proprio quella: avere una passione, cioè quella di scrivere.

- Mi domando spesso se il mio amore per la lettura sarebbe stato lo stesso, se fossi cresciuta negli anni dei social network: non lo so. Certo che, nella loro immensità, sono un grande attentato alla nostra capacità di concentrazione.

Curiosità

- Nel 2008 riceve Premio Campiello (Selezione Giuria dei Letterati) per il libro La zona cieca.

- Collabora con La Stampa, il Riformista e Vanity Fair.

- È sposata con lo scrittore Emanuele Trevi.

- Il papà, l’Ingegnere Vito Gamberane è un noto manager e la mamma è una ragioniera.

- Ha fatto il Liceo Socrate, alla Garbatella (Roma).

Intervista

Com’è nata l’idea di scrivere il libro “Per dieci minuti”?

Da un'urgenza: come tutti gli altri.

Di cosa parla il tuo libro? E’ autobiografico un pochino?

Più che autobiografico, si tratta di un'autofiction.

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?

Il bisogno di comunicare quanto sia doloroso ma necessario non resistere al cambiamento.  

La copertina del suo ultimo libro

Nel tuo libro, vuoi lanciare qualche messaggio?

Molti: ma i libri mandano messaggi che neanche gli autori controllano.

Da ragazzina sognavi di fare la scrittrice o pensavi di fare tutt’altro?

Ho sempre desiderato di fare la scrittrice.

Dove trovi i spunti per la scrittura?

Da quello che mi emoziona, in generale.

Quando scrivi ti ispiri a qualche modello di scrittore?

Sì, ma non me ne accorgo...Tutti gli scrittori che amo mi ispirano, come, mentre vivo, mi ispirano le persone che amo.

Per uno che scrive, quando arriva l’ispirazione? (l’orario più fertile per scrivere)

Quando sono in fase di scrittura, la mattina è il mio momento preferito.

Un motivo per cui uno deve leggere il tuo libro?

A questa domanda davvero non so rispondere... Cosa serve per catturare (attirare alla lettura) nuovi lettori? Credo che qualcosa possa diventare necessario a chi lo legge se lo è stato per chi lo ha scritto.

Quanto contano per te i libri?

Moltissimo. Nella mia priorità vengono solo dopo le persone.

Scrivere per te corrisponde a un’urgenza personale, ad una valvola di sfogo o una sorta di dovere?

A un'urgenza: ma non solo di comunicare, anche di trovare lo stile con cui farlo.

Ti mai venuto il blocco dello scrittore?

Il mio problema è quello di avere troppe idee, a volte sbagliate...

Una storia vera, aiuta nella stesura di un libro?

Ispira, senz'altro.

Nel 2008 hai ricevuto il Premio Campiello. A chi lo hai dedicato?

Non l'ho vinto, sono arrivata in cinquina e poi ultima fra i cinque. Ma la mia entrata in cinquina, col cuore, l'ho dedicata a Rocco Carbone, un mio amico scrittore, scomparso proprio durante i mesi del Campiello.

Che genere di libri ami leggere?

Sono onnivora.

Quali autori contemporanei reputi veramente bravi?

Philip Roth, Alice Munro. Di italiani Aldo Nove, Alessandro Piperno e Paolo di Paolo.  

Hai già in mente un nuovo libro?

Ora ho bisogno di tempo: per sentire, capire cosa ho urgenza di raccontare.

Parliamo un po’ della tua città. A quale zona di Roma sei molto legata?

A Poggio Ameno, a Roma Sud. Dove sono nata, cresciuta e dove ho trascorso gli anni più felici della mia vita da "adulta".

Quali sono state le tue abitazioni romane?

Quella di Poggio Ameno e quella dove abito oggi (ancora per poco) a Monti.

Quali sono i mali di Roma che più ti danno fastidio (a parte il traffico)?

Non amo troppo le città in generale e appena posso scappo nella natura...Ma, fra le città, Roma è e sempre sarà l'unica dove posso abitare.

Cosa ti piace della cucina romana? 

Vado pazza per l'abbacchio, per le puntarelle e per i carciofi.

Qual è la tua piazza preferita?

La piazzetta di Poggio Ameno...

C’è un angolo di Roma in cui ami rifugiarti?

Il parco della Caffarella.

Un consiglio al sindaco per migliorare Roma?

L'unico consiglio è quello di ascoltarla. Roma sa spiegare tutte le sue criticità, se le si presta orecchio.