Gianluca Guidi (attore – cantante)       Roma 19.3.2008

                       Intervista di Gianfranco Gramola

Un attore goloso, geloso e schiavo del cellulare

 

Gianluca Guidi è nato a Milano il 24 marzo del 1967. È il figlio di Lauretta Masiero e di Giorgio Guidi, in arte Johnny Dorelli. Nel 1989 e 1990 ha partecipato al Festival di Sanremo, nella sezione Nuove proposte. Esordisce in teatro nel 1992 nella commedia musicale "Parole d'amore parole" con Nino Manfredi. In "Gigi" è Gaston de Lachailles, accanto ad Ernesto Calindri. A Roma è in scena in un one-man-show, "Chiacchierata informale", con la regia di Ennio Coltorti e la produzione di Gigi Proietti. Nel 1998 è produttore musicale della versione italiana del musical "My fair Lady". Dal 1998 al 2000 è Vernon Gersch in "Stanno suonando la nostra canzone", regia di Gigi Proietti, raggiungendo le 280 repliche. Nel 2000 fonda la Salieri Entertainment, società di produzione (www.salierient.com); co-produce con Gigi Proietti "Taxi a due piazze", commedia di Ray Cooney, diretta dallo stesso Proietti e in cui Guidi interpreta il protagonista. Nel 2001 cura la regia e produce "Serial killer per signora" di Douglas J. Cohen;. Dal 2002 al 2004 produce "Promesse promesse", la commedia di Neil Simon e Burt Bacharach, di cui cura la regia con il padre. Guidi ne interpreta anche il protagonista C. C. Baxter. Nel 2002 un nuovo one-man-show "… e sottolineo se!" con il Riccardo Biseo jazz trio, con cui riscuote grande successo al Festival di Borgio Verezzi. Nel 2003 collabora alla produzione di "Lennon & John" di Giancarlo Lucariello, prodotto dal fratello Gabriele Guidi e con la regia di Massimo Natale, con Giampiero Ingrassia e Giuseppe Cederna. Nel 2004 interpreta Paul Bratter nella commedia di Neil Simon "A piedi nudi nel parco", di cui è produttore e regista e per cui ha composto anche le musiche. Nell'estate 2005 al Globe Theatre di Roma interpreta Joseph Surface nell'opera di R. B. Sheridan "Gossip – A scuola di maldicenza". Suoi recenti grandi successi sono gli spettacoli teatrali "The Producers" (versione italiana del famoso musical di Mel Brooks) insieme ad Enzo Iacchetti, e "La resistibile ascesa di Gianluca Guidi". Ha partecipato diverse volte, nelle vesti di ospite, al programma radiofonico "Viva Radio 2", condotto da Fiorello e Marco Baldini, dove si è distinto per l'interpretazione di varie canzoni, soprattutto in lingua inglese; anche la trasmissione “ Gli spostati “nel 2007 l'ha visto come ospite fisso per dieci puntate nel mese di settembre. Attualmente è al teatro Greco con lo spettacolo “Taxi a due piazze”.

Ha detto:

- Mi commuovono i gesti generosi di chi aiuta il prossimo, ma anche l’impotenza di chi deve per forza subire.

- Ho paura di me e dell’incomunicabilità dilagante: stento a capire il mondo che mi circonda.

- Sono schiavo del cellulare.

Curiosità

- Per il musical "Serial killer per signora", ha ricevuto il premio IMTA per miglior regia e miglior produzione di musical.

- Dopo due lunghe relazioni, una con Benedicta Boccoli e una con Maria Laura Beccarini, nel 2004 si è sposato in Municipio a Pietrasanta (Lucca), con l’attrice Cristina Ginevri.

- Nello spettacolo "Taxi a due piazze", oltre ad essere l'interprete principale, è anche regista e insieme a Riccardo Biseo, anche autore delle musiche.

- Sabato 22 marzo del 2008 è diventato papà di Giacomo.

Intervista

Sono le 14.30 di mercoledì. Ha appena finito di pranzare e si sta godendo il meritato riposo tra uno spettacolo e l’altro del suo “Taxi a due piazze”, che sta rappresentando al teatro Greco di Roma.

Com’è il tuo rapporto con Roma, Gianluca?

Ci vivo ormai da una vita, per cui è la mia città di adozione, diciamo. Ci vivo ormai dal 1996, a parte tre anni di avanti e indietro da Milano, e adesso mi sento più romano che milanese.

In quali zone di Roma hai abitato?

Da un po’ di parti. Ho abitato in via Sistina, dalle parti del mitico teatro di Garinei e Giovannini, poi sono andato alla Balduina, poi a via Cortina d’Ampezzo, poi in via Ripetta, poi sono andato fuori Roma, cioè a Fiano Romano.

Ti piace la cucina romana?

Io mangio parecchio, caro Gianfranco (risata).

Tutte cose romane?

No! No! Mangio di tutto, soprattutto pesce e quando sono in tournée mangio le specialità del posto. A Roma ci sono due ristoranti dove vado spesso a mangiare. Uno è il Delle Vittorie, che è vicino a piazza Mazzini, tanto per capirci e l’altro è “La Francescana”, che sta vicino a piazza Cavour, dove sta il Palazzaccio. 

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

Sicuramente il clima. Qui c’è un clima particolare. Puoi girare con una maglietta in marzo e poi d’estate c’è il ponentino. Roma, anche in questo, è unica.

I romani come li trovi?

I romani sono dei furbacchioni, però hanno un grande senso dell’umorismo. Affrontano i problemi della vita con una grande flemma e con un modo di fare che è una cosa meravigliosa. Hanno una filosofia di vita unica e molto diversa rispetto ai milanesi. Poi hanno quest’umorismo che solo i romani hanno e quelle battute che non so dove le trovano.

Nei momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?

Mi piace molto passeggiare e soprattutto osservare la zona di via Giulia, perché è una via molto tranquilla e molto bella e poi perché c’è una bella chiesa armena, dove vado spesso a sentire i cori dei cantanti armeni che venivano da altri paesi e che cantano in una maniera straordinaria.

Esiste per te una Roma da buttare?

Si! Quella del traffico, perché il traffico di Roma è unico, te l’assicuro. Un conto è girare a piedi, un conto è girare Roma in macchina. Anche in questo settore, Roma è unica. Poi a Roma c’è troppa lentezza, per fare dei lavori ci vogliono anni e i cantieri aumentano, chiudono delle strade, ecc… Un disastro.

Qual è stata la tua più grande soddisfazione in campo artistico?

Io ho avuto una carriera costruita passo dopo passo, quindi ogni cosa era abbastanza importante. Ho avuto delle cose più importanti e alcune meno importanti, però a tutte sono molto legato.

Hai avuto delle delusioni?

La mia più grande delusione è lo stare a guardare il teatro che viene ucciso dai nostri politici. Non lo sostengono.

I tuoi genitori, grandi artisti, che futuro sognavano per te?

Francamente non lo so. Forse sognavano che diventassi un capitano d’industria, tipo Tronchetti Provera. Ma è meglio stare dove sto, grazie (risata).

Hai mai pensato, come tuo padre, ad un nome d’arte?

No! Assolutamente, no! Ho sempre preferito il mio nome vero.

La cosa più cattiva che hanno detto o scritto su di te?

Ti dico la verità, ogni tanto leggo qualcosa di negativo è che poi non do tanto peso a quanto scrivono. Veramente, non me ne frega nulla.

Quali erano i tuoi idoli da ragazzo?

Beh! Frank Sinatra, il migliore.

Un tuo pregio e un tuo difetto?

Un pregio è la costanza e il difetto è sempre la costanza (risata).

Quando non lavori, quali sono i tuoi hobby?

Suono, passeggio con mia moglie e canto.

Com’è il tuo rapporto con la Fede?

Non sono credente, sono ateo.

Che rapporto hai con il denaro?

Pessimo! (risata) Ho le mani bucate. Ormai il denaro ha un valore esclusivamente per le banche e per le assicurazioni. Per il resto è carta straccia, perché come viene, va (risata).

Mi racconti brevemente dello spettacolo che stai rappresentando al teatro Greco?

Si!  E’ la storia di un tassista bigamo, tal Mario Rossi, che ha due mogli (Silvia Delfino e Corinne Bonuglia), due matrimoni regolari, due case, una all’Aurelio e una in Prati. Un giorno riceve una botta in testa in un incidente e vengono attivati i vari commissariati di zona, uno appunto dell’Aurelio e l’altro di Prati  e scatta una farsa veramente divertente e per due ore il pubblico si diverte e ride in maniera esagerata.

C’è un attore con cui vorresti lavorare?

Michael Caine. E’ uno dei migliori.

Hai un sogno nel cassetto?

Si! Vincere al superenalotto (risata).

Ma quello è il sogno di tutto gli italiani.

Io sono italiano.

A chi vorresti dire “grazie”?

A Proietti. Non ho fatto la scuola di Gigi, ma da lui ho imparato molto.

Dopo lo spettacolo al Greco, hai dei progetti?

Si! L’anno prossimo faremo una commedia musicale che si chiama “Facciamo l’amore”.