Margherita Vicario (attrice e cantante)    Roma 6.4.2014

                           Intervista di Gianfranco Gramola

Ama le canzoni di Lucio battisti e le piacerebbe fare un musical tutto italiano. Il suo  motto? “Non cade foglia che Dio non voglia”

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Margherita Vicario è nata a Roma il 13 febbraio del 1988. Laureata presso la Link Academy – University of Malta in Performing Arts con 110 e lode, sceglie come argomento della tesi di laurea “Bertolt Brecht e la sua innovazione teatrale attraverso l’uso che fa della musica”. Inizia a lavorare come attrice soprattutto per fiction e film per la televisione (La ladra, R.I.S., Sei passi nel giallo, Benvenuti a tavola, A un passo dal cielo). Ha recitato in spettacoli teatrali, cortometraggi, videoclip, opere prime e nell’ultimo film di Woody Allen (To Rome with love). Per quanto riguarda la musica, lavora come paroliere, compositrice e interprete di diverse canzoni per serie televisive (Piper, Che Dio ci aiuti, I Liceali) e cinema (Immaturi, Studio Illegale) affiancando musicisti come Stefano Cenci, Andrea Guerra, Francesco Cerasi. Nel 2009 entra a far parte del gruppo romano “Marcello e il mio amico Tommaso”, dove suona la batteria e canta. Nell’edizione 2011 del 48hourFilmProject, vince i premi per Miglior Film, Miglior Attrice Protagonista e Migliori Musiche Originali con “Se riesco parto”, un cortometraggio -genere Musical- da lei scritto e diretto. Ha portato in scena nel febbraio 2012, il suo primo spettacolo di teatro canzone, “Lem Lem” da lei scritto e diretto, all’interno della rassegna LET-Liberi Esperimenti Teatrali.

Intervista

Com’è nata la passione per lo spettacolo e per la musica? Hai qualche artista in casa?

Si! Ho qualche artista in casa. Più che altro lavoratori dell’audiovisivo. Questa mia passione è nata sicuramente da un nocciolo della mia famiglia.

Come ricordi il tuo debutto in pubblico?

E’ stato in quarta elementare. Mi hanno scelta per cantare una canzone per il Natale in una recita scolastica ed ero felicissima. E questo lo ricordo con grande orgoglio. Ho cantato una canzone in inglese ed è stata una grande emozione.

Chi per primo ha creduto nel tuo talento e ti ha incoraggiata?

I miei fratelli e i miei genitori che mi sentivano cantare attraverso le mura della mia cameretta.

Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Loro speravano quello che avrei scelto e che mi avrebbe fatto felice. Diciamo che hanno fiducia nelle mie scelte.

Che lavoro fanno i tuoi genitori?

Mia madre è una sceneggiatrice e mio padre un regista.

Il tuo cantante preferito?

Il mio cantante preferito è Lucio battisti. Non mi stancherà mai di dirlo perché è anche il mio idolo. Ho un altro idolo che è Andrew Lloyd Webber, è un produttore e compositore di musical (Ha composto in totale 17 musical, ndr). Si è inventato i musical moderni ed è il capo del West End (centro sociale e culturale della città, ndr) di Londra e di Broadway.

Il complimento più bello che hai ricevuto?

Mi piace molto quando mi dicono che ho trasmesso delle emozioni. Uno mi ha detto:”Oggi ero triste, ma poi sull’autobus ho sentito le tue canzoni ed ero più felice”. Questo è un grande complimento. Mi piace con la mia musica accompagnare i cambiamenti d’umore delle persone che non conosci.

Prima di entrare in scena hai un rito scaramantico?

Io non ho un rito vero e proprio. Prima di  entrare in scena cerco di rilassare i muscoli, altrimenti alla fine dello spettacolo, del concerto o della scena, avrei i crampi fino al giorno dopo. Quindi cerco di rilassare i muscoli delle gambe, delle braccia e soprattutto delle spalle.

Un tuo sogno artistico?

Mi piacerebbe fare un musical in Italia, in italiano, senza copiare quelli stranieri. Un musical tutto italiano.

Qual è il tuo motto?

Il mio motto è “Piano piano”. Altro mio motto è “Non cade foglia che Dio non voglia”.  

Quali sono i tuoi hobby quando non lavori?

Quando non lavoro leggo, suono e faccio yoga.

Hai mai cantato per beneficenza, per solidarietà?

Si! Assolutamente si. Mi è successo e devo dire che sono stati i concerti più belli. Soprattutto i concerti fatti negli ospedali, perché erano “speciali”. Dopo ti senti orgogliosa di aver donato un po’ di serenità a chi non sta bene, facendo un po’ di compagnia con la tua arte. Dopo aver passato un paio di ore cantando e accompagnando la giornata con persone che non conosci, capisci quanto sia importante per la comunità, per tutti.

Che rapporto hai con la Fede?

Poco praticante e poco conoscente, nel senso che tutto quello che so della cristianità e dato dal musical Jesus Christ Superstar, quindi dovrei cominciare a informarmi meglio, perché so poco.

A chi vorresti dire grazie?

Vorrei dire grazie alle persone che ti incoraggiano nel mio lavoro e che vorrebbero che la mia musica venisse ascoltata da più persone. Quelle sono persone generose e me lo vengono a dire. Grazie anche alla mia famiglia e ai miei amici.

Parliamo un po’ di Roma. Com’è il tuo rapporto con la tua città?

Io sono nata a Roma però ho vissuto qui a Roma solo dall’adolescenza in poi. Quindi tutta la mia infanzia è stata lontana dal cemento e dallo smog. Abitavo in mezzo alla campagna e sono tornata a Roma che avevo dodici anni. Il mio rapporto con Roma è ottimo. Non ho la macchina e la giro in motorino. Sono consapevole che vivo nella città più bella del mondo. Vivo a Trastevere, un quartiere stupendo.  

Cosa ti manca della tua città quando sei via da Roma?

Mi manca da morire l’estasi dei turisti che vengono da tutto il mondo per vedere la Città Eterna. Quando faccio un giretto per il centro, dovunque vado, vedo turisti a bocca aperta e che sono grati di essere a Roma. Comunque sono grata anch’io di vivere a Roma perché passo tutti i giorni davanti al Colosseo, una meraviglia, e so che c’è gente che non l’ha mai visto o lo vede una volta sola nella vita. Quello è un privilegio che penso ogni giorno quando ci passo vicino.  

Come trovi i romani (pregi e difetti)?

I romani? Qui ci sono delle grandi famiglie di amici, famiglie di musicisti, famiglie di attori… Ma non famiglie biologiche, dico nel senso di gruppi di persone, una specie di circoscrizioni in cui spesso poi si da vita a cose belle, altre volte è un po’ più forte il legame che c’è nell’abitudine di frequentarsi e quindi nasce poco.

C’è un angolo di Roma a cui sei particolarmente affezionata?

A me piace molto la tangenziale est, sopra san Giovanni. Sulla tangenziale, arrivando a san Giovanni dalla Tiburtina c’è tutta una sopraelevata e da questa sopraelevata si vede tutta Roma, ma una Roma industriale, non quella bella con i mattoncini. A me piace molto quell’angolo di Roma. 

Cos’è per te “La grande bellezza” di Roma?

Per me la grande bellezza di Roma sono tutti gli stranieri che vivono a Roma, soprattutto quelli che fanno i lavori più umili, come il venditore di rose o il ragazzo indiano che vende le birre al baracchino. La grande bellezza è quando questi stranieri si mettono a parlare romano. La grande bellezza è la romanizzazione di un sacco di immigrati con il sorriso molto più grande dei romani. Questa per me è la grande bellezza di Roma. Perché si vede che c’è qualcosa in questa città che li rende felici.

Se tu avessi la bacchetta magica, cosa faresti per migliorare Roma?

Chiuderei semplicemente le buche, perché si rischia veramente di farsi male, addirittura di morire. Se avessi la bacchetta magica sequestrerei la macchina a tutti quelli che scrivono i messaggini mentre guidano. Questo perché io essendo solo una guidatrice solo il motorino, rischio di morire molto spesso per colpa delle macchine.  

Apprezzi la cucina romana?

I supplì sono buoni e li fanno bene un po’ ovunque. Ultimamente invece di mangiare fuori, preferisco cucinare a casa. Non sono una brava cuoca, ma mi butto e mi vengono bene le cose.

Ma quando esci, frequenti una trattoria in particolare?

Si! La tavola calda Colpetti a Testaccio (Via Marmorata 47, ndr).