Matteo Tosi (attore)                 Rovigo 20.10.2015

                   Intervista di Gianfranco Gramola ​(foto di Stefano Boraso)​

Un simpatico artista che si divide fra teatro, cinema e film tv. Ha dei progetti cinematografici che lo vedono coinvolto in qualità di sceneggiatore e produttore. Ama moltissimo viaggiare: “La conoscenza del mondo, delle culture, dell’umanità in genere è il bagaglio formativo più ricco ed interessante che si possa avere”

 

Il suo sito ufficiale è www.matteotosi.net e il suo addetto stampa è Laura Gorini lauragorini82@gmail.com

Matteo Tosi è nato a Rovigo il 6 luglio del 1970. Ha un diploma Tecnico Commerciale(1989) e una Laurea Lettere Filosofia - Corso laurea DAMS Università di Bologna (1996)

Formazione artistica

(2005-2006) Corso Method Acting Stanislavskij-Strasberg diretto da Ilza Prestinari. Borsa studio Imaie

(2002) Stage Internazionale di recitazione sul “Metodo Stasberg” con Jhon Strasberg – Actor’s Studio di New York

(2001-2003) Diploma di “Attore ed Operatore Teatrale” c/o TPO Scuola di Teatro Cinema diretta da Ferdinando De Laurentis

(1997/1998) Corso di canto “Tecniche ed impostazione vocale” diretto da Iskra Menarini

(1996) Laurea in Discipline Arti Musica e Spettacolo c/o Università di Bologna

(1996) “Accademia della canzone di Sanremo” Seminario artistico-professionale

(1992) Laboratorio Teatrale “Dal silenzio assoluto” diretto da Massimo Machiavelli

Cinema 

(2015) “Io e mia figlia”- (2013) “Oltre” - (2013) “Midway” - (2013) “Wrath of the crows” - (2008) “L’uomo del grano” - (2007) “Colour  from the dark” - (2005) “Bad Brains” - (2003) “Il vento di sera” - (1999) “A Domani”.

Film Tv

(2015) “ L’intrepido Wilson” - (2011) “Il Cartomante” - (2008) “Incantesimo 10” -  

(2006) “Crimini” - (2004) “Carabinieri 4” - (2004) “L’Ispettore Coliandro”  - (2000/2001) “Nordest” - (1995) “Olimpo lupo cronista di nera”. 

Short Film

(2011) “Intrigo emozionale” di Andrea Sivini. Protagonista

(2011) “Ritorno al lago materno” di Giancarlo Marinelli. Protagonista

(2005) “Diciotto e due figure” di Massimo Ivan Falsetta. Protagonista

(2003) “Segale” di Morgan Emme. Protagonista

(2002) “Natale in Autogrill” di Fred Kuwornu . Coprotagonista

Teatro

(2015) “Opera Palladio” - (2014) “L’amore” - (2012) “Gioco d’Identità” -  (2011/2012) “La mia dannazione”-  (2005/2008) “La Favola mia”  - (2003)  “La Corte dei Miracoli” - (2003) “Chi lo sa è bravo” - (2002) “Ma non c’è più nessuno normale in Italia?” - (2002) “Paris” - (2002) “Ecloghe”  - (1993) “La morte di Clorinda” - (1993)  “Dal silenzio alla parola” - (1992) “Ubu Incatenato” . 

Altro

(2010/2013) “Sulle orme di Cristo” Telechiara TV – Letture da Gerusalemme - (2006) “Motorino Garelli Madison”- Over Voice Video Produzione Tecnomedia - (2006) “A est di dove?” Over Voice Regia di Cesare Bastelli – Produzione Duea Film - (1994)“Per colpa di chi” Videoclip Zucchero - (1994)“Ogni volta” Videoclip Antonello Venditti - (1995) “Giulietta” Videoclip Mango - Spot pubblicitari locali e nazionali - Presentatore di eventi e manifestazioni.

Premi e menzioni speciali

(2013) Premio mare Festival 2013 – Massimo Troisi day - (2011) IV Premio Internazionale Euro Mediterraneo Premio Speciale Cultura per Opera Palladio - (2011) Festa del Cinema e della Cultura di Chiusa di Pesio Premio Rivelazione  - (2009) Premio speciale “Adolfo Celi” al Festival del Cinema di Messina III edizione

Intervista

Come ti sei avvicinato al mondo dello spettacolo? Hai qualche artista in famiglia?

Fin da piccolo scrivevo, creavo, pensavo, insomma avevo già mostrato i primi segni di un creatività poi esplosa nell’adolescenza. A 12 anni però fui colpito dal fascino del set de “La vela incantata” film che si girava al mio paese di Gianfranco Mengozzi che poi conobbi da adulto a Roma. Ricordo ancora lo sguardo e la bellezza intrigante di Monica Guerritore e la forza espressiva di Massimo Ranieri. Forse loro contribuirono ad indicarmi la via. Dopo le Medie Primarie, cercavo disperatamente una scuola sullo stile di “fame”, i famosi telefilm americani che vedevo in televisione, purtroppo in Italia non esisteva, così ho scelto di diplomarmi in Ragioneria e coltivare da me la passione per il canto e lo spettacolo. A 19 anni mi sono iscritto al Dams (Discipline Arti Musica e Spettacolo) di Bologna e mi sono laureato nel 1996 a pieni voti. Durante il periodo Universitario, ho frequentato un corso di recitazione e scrittura creativa e successivamente, mi sono diplomato Attore ed Operatore teatrale. La mia formazione è continuata poi con maestri internazionali del calibro di Jhon Strasberg (figlio del padre fondatore dell’Actor’s Studio di New York) e Ilza Prestinari. Ho iniziato negli anni seguenti a lavorare nel cinema, nel teatro e in Tv sia a livello nazionale che a livello internazionale. Oggi eccomi qui attore, sceneggiatore, già produttore di spettacoli teatrali con il desiderio di produrre anche cinema. Per quanto riguarda la tua seconda domanda, nessuno che abbia fatto questo di mestiere, però mio padre suonava il sax soprano e mia sorella cantava.

Ma i tuoi genitori che futuro pensavano per te? Che lavoro fanno?

Mio padre purtroppo è mancato da poco più di un anno, era commerciante nel settore dell’abbigliamento, mia madre invece si è occupata della famiglia, ha avuto il suo bel da fare con 5 figli da tirar grandi. Non credo pensassero per me un futuro diverso, sono cresciuto con questa passione, mi hanno sempre visto fin da giovane lavorare nel mondo dello spettacolo. Per loro è stato un percorso del tutto naturale. Sono stati, e mia madre ancora lo è, due genitori straordinari.

Il mondo dello spettacolo era come te lo immaginavi o ti ha deluso?

Nessuna delusione, l’ho trovato esattamente come me lo immaginavo, con i lati belli e meno belli. Quello che posso dire oggi, a distanza di molti anni, che l’ambiente  è cambiato notevolmente, e non certamente in meglio. Un tempo esisteva più meritocrazia e c’era la consapevolezza, da parte di tutti, che lavorare sodo era l’unico modo per raggiungere obiettivi importanti. Oggi questo non esiste più. I giovani vogliono tutto e subito, possibilmente sfruttando scorciatoie.

La tua più grande soddisfazione artistica?

Sono tanti i momenti significativi, sia sul set che sul palcoscenico, le emozioni che si provano in questo lavoro sono indescrivibili. Non posso dimenticare neanche i momenti delle premiazioni, così come quelli della creazione e ideazione degli spettacoli. L’attore vive quotidianamente dentro un mondo fatto di creatività, fantasia emozione, tinteggiato anche di delusioni e sconforti, ma si spera sempre di lasciarli alle spalle. Ogni momento è significativo per quello successivo.

Hai rimpianti?

No, direi di no, rifarei tutto quello che ho fatto. Se l’ho fatto è perché era giusto per me in quel momento. Forse con la testa e l’esperienza di oggi tornando indietro, non starei in Italia. Ma da ragazzo non la pensavo così.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

No e onestamente non ne capisco il motivo. Io mi sento il nome che porto.

Il complimento più bello che hai ricevuto?

L’essere stato credibile in un ruolo che ho interpretato. Non sempre succede.

La critica più cattiva che ti hanno fatto?

Il non esserlo stato.  

Cinema, teatro, ecc… in quale di questi ambienti ti esprimi meglio o ti senti più a tuo agio?

Sono un sostenitore del fatto che non è bene fare distinzioni. Un attore è un attore sul set o sul palcoscenico. Ho coscienza che i luoghi dell’espressione, come io amo chiamarli (il set o le tavole del palcoscenico) inducono l’attore ad usare corpo e voce in maniera diversa, ma questo non è ciò che fa la differenza. Non esiste l’attore di cinema e l’attore di Teatro, esiste l’attore.  Il segreto per essere un attore  vero, è essere totalmente coinvolti nel proprio lavoro. Detto questo però, ho un fortissimo debole per il cinema.

Hai mai fatto delle scelte di cui poi ti sei pentito?

Direi di no, sostengo che ogni scelta fatta in modo libero e consapevole è la scelta giusta almeno quando viene fatta. A posteriori possiamo giudicare quelle scelte in modo diverso, ma questo non ha più importanza.

La popolarità crea più vantaggi o fastidi?

La popolarità, e non parlo quella delle grandi star internazionali che forse non è proprio di facile gestione,  è sempre piacevole. E’ il calore della gente che ti ama e ti segue. Loro sono i veri “sostenitori” della tua arte.

Hai un sogno artistico?

Ne ho diversi, più che sogni sono realtà in fase di sviluppo. Sto lavorando ad alcuni progetti cinematografici che mi vedono coinvolto in qualità di sceneggiatore e produttore, spero presto di parlarvene meglio.

Quali erano i tuoi idoli da ragazzo?

Non ho mai avuto idoli, ne da ragazzo ne ora. Però ci sono molti attori di cui  apprezzo il lavoro. Mi piacciono Adrien Brody, Jim Caviziel, James Franco e per restare in Italia un nome su tanti Kim Rossi Stuart.

Quando non lavori quali sono i tuoi hobby?

Amo moltissimo viaggiare, la conoscenza del mondo, delle culture, dell’umanità in genere è il bagaglio formativo più ricco ed interessante che si possa avere. Poi amo leggere, scrivere, e tenermi in forma.

Un tuo pregio e un tuo difetto?

Pregi? Ne dico due. La comprensione e la gratitudine. Difetti? La testardaggine e ci aggiungerei anche l’ozio. Per tanti è un difetto per me è la bellezza del “dolce far niente”.

A chi vorresti dire grazie?

Sicuramente a mio padre e a mia madre. Non mi hanno mai ostacolato in un percorso che non è certo usuale. Devo dire grazie anche a tutte le persone che negli anni hanno creduto in me e nelle mie potenzialità.

A chi vorresti dire scusa?

Non saprei. In genere cerco di capire e non giudicare, questo mi porta difficilmente a trovarmi in situazione in cui chiedere scusa, anche a distanza di tempo. Se mi rendo conto di fare qualcosa che offende la sensibilità di qualcuno chiedo scusa immediatamente.

Ti ritieni fortunato?

E’ tutto relativo. Rispetto a molte situazioni difficili, direi che non sono solo fortunato, ma fortunatissimo. Nel lavoro, forse, un pizzico di fortuna in più mi sarebbe piaciuto averla. Però pensandoci bene che cosa è la fortuna? Il caso? Il destino? Se fossimo proprio noi gli artefici del caso, del destino, della nostra fortuna?

Progetti?

Sto lavorando ad alcuni progetti cinematografici che mi vedono coinvolto in qualità di sceneggiatore e produttore, spero presto di parlarvene meglio. Tornerò presto sul set a girare un interessante film e continuo a portare in giro il Cinemusical Opera Palladio, di cui sono autore e regista.

Chi e cosa porteresti con te su un’isola deserta?

Il vangelo.

Com’è il tuo rapporto con la Fede?

Non possiamo non credere in Dio. Gesù ci ha indicato la via per arrivare a Dio, sta a noi percorrerla. Non è facile.

Quali sono le tue paure?

Ho maturato negli anni una consistente ipocondria. In certi periodi ogni piccolo sintomo diventa un dramma.

Hai dei complessi?

Boh non me ne vengono in mente…. (ride ndr)

Quando hai avuto la prima cotta? E l’ultima?

A tredici anni, era una compagnia di scuola, a lei diedi il mio primo bacio. L’ultima ormai un po’ di tempo fa. Sono single.

Con il successo sono cambiate le tue amicizie? Chi frequenti in particolare?

Gli amici veri, quelli con cui condividi tanti momenti della tua vita, ci sono sempre e sono preziosi. In genere amo frequentare le persone con le quali poter avere uno scambio, che va al di la della semplice serata passata in compagnia.