Memo Remigi (cantante - compositore)       Andalo (Trento) 13.9.2017

                     Intervista di Gianfranco Gramola

“I talent musicali? Servono solo per fare soldi, per fare spettacolo. A Sanremo per fare ascolti devono far vedere la bella soubrette con la farfallina sulla coscia e allora tutti ne parlano, però non parlano delle canzoni”

Memo Remigi, all’anagrafe Emidio Remigi è nato a Erba il 27 maggio del 1938. Scoperto da Giovanni D'Anzi inizia ad esibirsi nei primi anni sessanta. Dopo avere vinto il "Festival della Canzone di Liegi"ottiene un contratto discografico con la Karim, etichetta con cui incide i primi 45 giri. Nell'ottobre 1964 passa alla Ri - Fi e nel 1965 partecipa ad Un disco per l'estate con la canzone Innamorati a Milano e che sarà il suo maggiore successo come interprete. Nel 1967 esordisce al Festival di Sanremo in coppia con Sergio Endrigo con la canzone Dove credi di andare. Tornerà a Sanremo altre due volte, nel 1969 e nel 1973. Negli anni successivi Remigi si dedica soprattutto alla scrittura componendo, tra l'altro, per Shirley Bassey ed Ombretta Colli. Il motivo di successo Cerchi nell'acqua del 1967 è stato inserito nel film Vivere per vivere. È del 1974 la raccolta di canzoni dedicate a Milano nell'album dal titolo Emme come Milano, testi di Alberto Testa, Torna a casa mamma è una delicata canzone interpretata nel 1977 con suo figlio Stefano di otto anni. Partecipa poi con Arrigo Amadesi alla stesura della musica, de La notte dell'addio, testo di Alberto Testa e musica Giuseppe Diverio inserito nel 45 giri La notte dell'addio/Caldo è l'amore di Iva Zanicchi, e la musica di Io ti darò di più, testo di Alberto Testa, portata al successo da Orietta Berti e Ornella Vanoni; scrive inoltre canzoni divertenti quali Salvatore, incisa da Ombretta Colli. Nel 1977 conduce la trasmissione Il Mercante in Fiera su Antenna 59, tv locale di Cernobbio (Como). Dai primi anni settanta comincia a lavorare assiduamente come conduttore radiofonico per programmi come Via Asiago Tenda e Piano bar "Gocce di Luna" per Radio 1. Il suo curriculum televisivo prosegue con un varietà di Marcello Marchesi al fianco di Gloria Paul dal titolo Per un gradino in più. Continua con il grande successo in diciotto puntate dal titolo A modo mio nel quale Remigi ha come ospite protagonista per ogni puntata una grande star dello spettacolo. L'inquilino del piano di sotto è un programma dedicato ai bambini nel quale Remigi è affiancato da Topo Gigio, con Isabel Russinova e Alberto Castagna conduce un'edizione del programma per RAI 2 dal titolo Mattina 2 e continua il percorso televisivo con Mita Medici per nove mesi con Detto tra noi. Partecipa come ospite fisso dell'edizione del 1981–82 di Fantastico, interpretando anche la sigla di chiusura Gocce di Luna. È ospite fisso anche nell'edizione di Unomattina, condotto da Paola Saluzzi.  Nel 2006 è testimonial della LILT per la Campagna contro il fumo con la canzone-video Basta, basta, sigaretta, musica di Memo Remigi, testo di Alberto Testa e Antonio Marcucci. Il video è diretto da Massimiliano Leonida Bastoni e vede la partecipazione di Roberta Potrich nel ruolo di alunna. Incide anche due CD dal titolo Canzoni di sempre dedicati a Giovanni D'Anzi e Gorni Kramer.È autore ed interprete di Varese Va, inno dei mondiale di ciclismo di Varese 2008, di cui è stato realizzato un video cantato con alcuni campioni di ciclismo. Ha ricevuto il premio alla carriera il 9 luglio 2011 nel corso dell'undicesima edizione del "Grand Prix Corallo Città di Alghero". Torna in TV dopo tanti anni, ospite a Domenica In il 7 febbraio 2016 e a Unomattina – Storie vere condotto da Eleonora Daniele il giorno successivo per parlare di Sanremo 2016.

Ha detto:

- Oggi, io e tanti miei colleghi viviamo un po' del nostro passato: chi ha seminato bene raccoglie, vuol dire che ha lasciato qualcosa di importante che ora ha come dote artistica: avendo io scritto come autore canzoni che hanno fatto il giro del mondo, resto un punto di riferimento.

- Rimpianti? Non avere mai approfondito l'apprendimento musicale: io sono nato con un grande orecchio musicale, ma non ho mai imparato la musica.

- Mio padre suonava il pianoforte e io da piccolino gli andavo dietro con la fisarmonica. Ho imparato, seguendo lui, tutto un repertorio di canzoni anni venti e trenta che poi una volta cresciuto ho sempre riproposto nelle mie tournée.

- Al giorno d’oggi viene dato molto più credito al personaggio che alla canzone; basta vedere le ultime edizioni del Festival di San Remo: capelli lunghi e orecchini, giubbotti di pelle e saltimbanchi.

Intervista

Memo, quando hai capito che fare il musicista sarebbe diventato il tuo lavoro? Com’è nata la passione?

Quando ero ragazzino io andavo a trovare i miei nonni e di nascosto entravo in casa loro, senza farmi sentire. Nel salotto c’era un pianoforte e io mi mettevo a cantare “E’ arrivato l’ambasciatore …”. E i miei nonni: “E’ arrivato Memo, è arrivato Memo” (risata). Quello era il mio segnale d’arrivo dai nonni. Da allora ho coltivato questa passione e ho capito che poteva essere un metodo per farne un domani una carriera. Poi da ragazzo ho avuto la fortuna di incontrare Giovanni D’Anzi, che è stato il mio mentore, il mio padre musicale e anche padre di vita, perché era un personaggio straordinario. E da lì è iniziata la mia avventura nel mondo della musica.

Gianfranco Gramola con Memo Remigi 

Com’è cambiato il mondo delle 7 note dai tuoi inizi ad oggi?

E’ cambiato molto, basta vedere che nel 2017 siamo ancora qui ad ascoltare le canzoni degli anni ’70. Questo vuol dire che in quegli anni si facevano delle canzoni valide, perché c’erano delle melodie, c’erano canzoni che tu ascoltavi una volta e le ricantavi subito perché ti entravano dentro. Oggi ti sfido a cantare la canzone che ha vinto l’ultimo festival di Sanremo. Io non mi ricordo neanche chi l’ha vinto e il titolo della canzone. Siamo rimasti al “Volare” di Domenico Modugno. L’ultima canzone di Sanremo che ha avuto un grande successo è stata quella di Eduardo De Crescenzo “Ancora”. Parliamo del 1981. Pensa, da quell’anno ad oggi non è rimasta una canzone di Sanremo.

Cosa ne pensi dei format musicali che vediamo in TV?

Servono solo per fare soldi, per fare spettacolo, però alla fine non ne viene fuori niente.

Memo, sei qui ad Andalo (Trento), ospite della trasmissione “A tambur battente”. Come ti sembra il posto?

Fantastico. Il posto è bellissimo. Ieri sera sono arrivato sul tardi e non c’era in giro nessuno. C’era il deserto … erano tutti in casa a bere vin brulé perché faceva freddo.

Ad un giovane che vuole avvicinarsi alla musica, che consigli vorresti dare?

Sai che non sono in grado di dare un consiglio? Penso che dovrebbe cercare delle persone che gli facciano capire che dovrebbe fare delle determinate cose, se ci sono degli spazi, delle opportunità. Purtroppo c’è tanta gente che specula, perché viviamo in un mondo del “Radi e getta”, cioè fai una cosa e poi butti via. Prendi una ragazza, le fai fare una cosa, se funziona, bene, altrimenti le dai una pedata e la mandi via. Questo cosa significa? Significa che vai a tentativi, cioè punti su un numero sperando che esca. Invece non è così, perché quelli che sono rimasti nel tempo hanno avuto sempre degli spazi, delle persone che gli hanno preparato dei terreni, che gli hanno dato dei consigli. Una volta c’erano tante opportunità e tante manifestazioni. Oggi è rimasto solo Sanremo, perché deve esserci per forza Sanremo. Il discorso è proprio questo, cioè una volta se andava male a Sanremo c’era il “Disco per l’estate” o il “Cantagiro”, oppure la “Mostra internazionale di musica leggera” e anche “Saint Vincent” e altre manifestazioni. Oggi il festival di Sanremo non è più il festival della canzone, ma è il festival dello spettacolo. Per fare ascolti devono far vedere la bella soubrette con la farfallina sulla coscia e allora tutti ne parlano, però non parlano delle canzoni. Forse non sono più di moda, perché se devi seguire l’andazzo di oggi, cosa vuoi consigliare ad un giovane, cosa gli dici? Segui le tue passioni, cerca di essere onesto, anche se ad essere onesto al giorno d’oggi, ce l’hai sempre in quel posto. Oggi vanno avanti solo i furbi e parlano solamente i personaggi che fanno delle cose che non dovrebbero fare e poi diventano divi. Corona è uno che va in giro a prendere 15 mila euro in una discoteca. E’ uno che è andato contro tutto e contro tutti.  E allora che esempio dai ad un giovane? Di fare il Corona della situazione?

In giro vedi un tuo erede musicale?

No, non vedo un nuovo Memo Remigi.