Sara Galimberti (cantante)      Ostia (Roma) 10.11.2017

                  Intervista di Gianfranco Gramola

“La musica? Da sempre una mia grande passione. I complimenti più belli li ho avuti da Fabio Concato e dal maestro Vince Tempera. Ambizioni? Nella vita non escludo nulla, mi apro alla vita nelle sue infinite possibilità”

Il suo sito ufficiale è www.saragalimberti.com contatti: Tommaso Martinelli  martinellitommaso@gmail.com

Sara Galimberti nasce a Roma il 20 marzo 1985.  Dopo una fortunata partecipazione al Festival di Sanremo 2007, nella categoria “Giovani”,  con la canzone “Amore ritrovato”, la cantautrice romana si è dedicata negli anni ad un’intensa attività live e compositiva, riscuotendo ottimi consensi sia tra il pubblico che tra gli addetti al lavoro. Numerosi i premi ricevuti nel corso del sua carriera, così come le interviste pubblicate sui più importanti periodici musicali. Artista poliedrica e attiva nel campo sociale, è da sempre disponibile a diffondere messaggi importanti attraverso la propria arte. Dopo il buon successo ottenuto negli ultimi anni con i singoli “Chiamami per nome”, ”Come il mare in me” e “Danza”, nell'estate del 2016 viene pubblicato un suo nuovo brano, da lei interamente composto, sigla della trasmissione di La7d “Tacco12!...e non solo”, intitolato "High Heels”, entrato immediatamente ai primi posti della classifica di vendita di iTunes. Conclude il 2016 con due progetti discografici importanti. Prende parte insieme al disco, ideato da Nerio Poggi, "Cocktail Battisti", omaggio al grande cantautore, interpretando il brano "L'aquila". Pubblica in seguito, in anteprima esclusiva, il suo inedito "Tutto quello che ricordo", mettendo a disposizione il singolo all'interno del disco "A.M.I.",in vendita in tutti i digital stores dal 27 dicembre 2016, il cui intero ricavato sarà devoluto in beneficenza alle vittime del terremoto di Amatrice, da un'idea di Massimiliano Longo direttore di All Music Italia e in adesione alla campagna di raccolta fondi indetta da "Il Fatto Quotidiano". L’estate 2017 la vede impegnata soprattutto per la promozione dei live. E’ tra gli ospiti del Festival del cinema di Maratea ( Giornate del cinema lucano2017). Il 5 agosto 2017 è ospite dell’evento "Dalidà avec le temps” presso Serra Stretta , insieme a Cristiano Malgioglio, Silvia Mezzanotte e altri illustri ospiti e omaggia Dalidà con una personale reinterpretazione del brano “La danza di Zorba”. Il 17 agosto partecipa in qualità di ospite musicale e nelle vesti di giurata ad un concorso nazionale a Cirò Marina, insieme a Grazia Di Michele e Silvia Salemi. Aderisce in qualità di testimonial per la CIFA ONLUS alla campagna benefica di raccolta fondi “Tutte a scuola” per permettere alle ragazze di Wuchale in Etiopia di poter avere accesso all’istruzione. Incide insieme ad altri artisti il brano “Don’t Forget” contenuto nel cd ideato dagli Animalisti Italiani e contribuisce così a diffondere un progetto benefico a difesa e tutela dei diritti degli animali. E’ tra gli ospiti nell’ottobre 2017 , durante la Festa del cinema di Roma, dell’evento di presentazione del programma televisivo di Rete4 Grand Tour d’Italia, promosso da Panorama. Sfila due volte sul prestigioso red carpet della Festa del cinema di Roma, in occasione del party di presentazione della testata “Secret style Magazine” e in occasione dell’evento per la presentazione dell’anteprima del film “Borge McEnroe”. Attualmente, oltre a vari progetti in vista sia in veste di interprete che di compositrice , è impegnata nella lavorazione di un album.

Intervista

Ho letto che hai avuto un passato nella scherma, dove te la cavavi molto bene. Chi ti ha trasmesso questa passione sportiva e perché poi hai lasciato tutto per dedicarti alla musica?

Il richiamo alla scherma è stato del tutto naturale e istintivo. In realtà nessuno in famiglia aveva mai praticato questo sport. Ricordo che all’età di otto anni, mentre mi trovavo con i miei genitori ad una manifestazione all’aperto, vidi per la prima volta un assalto di scherma e mi innamorai subito di quello sport così particolare pur non capendo molto a livello tecnico di cosa stesse capitando durante l’assalto. Mi colpì così tanto che lasciai la pallavolo e il nuoto per iscrivermi a questo nuovo sport. E da lì iniziò un’avventura e un amore per 10 anni. Iniziai come fiorettista ma poi scelsi di proseguire nella spada. Mi allenavo molto ed ero piuttosto determinata e riuscivo a conciliare, anche se non con pochi sacrifici, ma con passione, lo studio e la scherma. La scherma per me è stata più di un semplice sport, è stata una disciplina, uno strumento di crescita e sviluppo della mia interiorità. Le lezioni con il grande maestro Antonio Francesco Mocci erano un momento bellissimo e le gare sia nazionali che regionali erano un’avventura entusiasmante oltre che molto faticosa. Cominciai a raccogliere risultati sempre più grandi, collezionando numerosi titoli regionali e posizioni alte nel podio a livello nazionale, sfiorai il titolo nazionale per una stoccata e arrivai più volte terza, tanto che si iniziò a considerare l’ipotesi di farmi proseguire nella carriera schermistica a livelli nazionali. Ma in quel periodo parallelamente alla scherma, cominciai ad assaporare il gusto di una scoperta : l’arte e in particolare il teatro. La musica era da sempre stata una grande passione ma cominciai a frequentare una scuola di teatro e ad immaginare un percorso nuovo. Quindi piano piano dopo 10 anni mi allontanai dalla scherma e cominciai una nuova fase della mia vita fatta di teatro e musica. Pur avendo lasciato la scherma, tutt’oggi quando ne parlo mi dicono che mi brillano gli occhi perché è e rimarrà per sempre una parte del mio cuore.

Quali sono i tuoi idoli musicali, i tuoi artisti preferiti?

Ce ne sono molti, sarebbe impossibile nominarli tutti, perché mi nutro di ascolti variegati e ho sempre avuto tanta curiosità. Sono cresciuta ascoltando musica della tradizione cantautorale italiana ed internazionale, musica degli anni ‘70 e ‘80 e l’esplorazione personale ha toccato poi vari generi ed epoche. Per citarne alcuni, posso dire Lucio Dalla, De Gregori, De André, Battiato, Battisti, Mango, Giuni Russo, Fossati, Mia Martini, Antonella Ruggiero,Carmen Consoli, Nada, Rino Gaetano, Tenco, Baglioni del disco “Oltre”, Paola Turci, Max Gazzé e Samuele Bersani, Fabio Concato ma anche David Bowie, Freddy Mercury, Tina Turner, Withney Houston ,Amy Winehouse, Joni Mitchell , Keith Jarret, Tracy Chapman, Sting, Stevie Wonder, Lhasa De Sela, Madonna, Loreena McKennith, Florence and the Machine, Anouk, Skunk Anansie, Beatles, Rolling Stones, U2, Patti Smith, Bjork e la lista sarebbe ancora lunga, perché ci sono molti artisti che stimo....ascolto davvero molta musica e di vari generi...anche molta strumentale, sia classica che elettronica, a seconda dell’umore e di tanto in tanto ascolto dei canti tipici celtici che trovo molto interessanti e musica in 432hz.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

Sinceramente no, mi sono sempre sentita a mio agio con il mio nome e cognome di nascita. Ma di tanto in tanto é capitato di firmare i miei scatti oltre che con il mio nome e cognome, anche con il nome “Sara J Photographer”, per distinguere l’ attività di fotografa da quella di cantante.

I tuoi genitori che futuro speravano per te?

Mi hanno sempre sostenuto in qualunque scelta sentissi di fare nel corso della mia vita e desideravano solo vedermi felice, questo era quello che mi dicevano sempre.

Che lavoro fanno?

Mamma ha lavorato come insegnante per un paio d’anni appena arrivata a Roma e poi per 39 anni come impiegata al Comune di Roma e adesso é in pensione da due anni. Papà lavora dal 1983 come project manager nella Thales Alenia Spazio, un’azienda internazionale che si occupa di navigazione satellitare.

Fra colleghi c’è più rivalità o complicità, simpatia, stima?

Per quanto mi riguarda sono sempre stata lontana da dinamiche di invidia e rivalità, perché non é un modo di vedere il mondo che mi appartiene. Spero sempre nella collaborazione, condivisone e stima reciproca e fino ad oggi devo dire che sono stata abbastanza fortunata in questo senso. Esistono comunque molte persone che non sono capaci di fare squadra o che soffrono di competizione e io la vedo come una fragilità ed insicurezza, quando non é distruttiva, me ne tengo alla larga invece, quando si deforma in qualcosa di distruttivo e/o controproducente. L’arte non é competizione, l’arte é condivisione e comunicazione ed ognuno ha il proprio bagaglio espressivo. Bisogna amarsi e riconoscere il talento altrui ed io sostengo spesso i miei colleghi, non ho problemi a riconoscere il talento altrui. Se capita che qualcuno invece ha un atteggiamento di rivalità nei miei confronti, vado avanti e lo ignoro, finché conoscendomi o si scioglie il tutto oppure se la cosa diventa distruttiva, me ne allontano e sostanzialmente non permetto che diventi un motivo di stress o preoccupazione. La musica é magia e anche quando si crea, si scrive una canzone con qualcuno o si canta insieme, la premessa fondamentale é secondo me un’empatia e una reciproca stima e piacevolezza nel condividere, altrimenti non si crea nulla di buono.

Il complimento professionale più bello che hai ricevuto e da chi?

Beh, sicuramente quelli ricevuti da due grandi Maestri. Il primo Fabio Concato, il quale sentendomi alle prove generali del Festival di Sanremo 2007, all’Ariston, dopo aver cantato la milonga “ Amore Ritrovato” , mi si avvicinò, intento a salire anche lui sul palco per provare, e mi fece i complimenti per l’interpretazione. E poi mi lusingò e mi sentii onorata nel momento in cui il maestro Vince Tempera, mi fece i complimenti per la mia voce e apprezzò un testo che scrissi per la sigla del Festival dei Tulipani di Seta Nera che lui accettò di musicare e una volta interpretato e inciso, si complimentò con me anche per l’interpretazione.

Hai mai avuto delusioni?

Nella vita capita a tutti di averne..l’importante é non rimanere schiavi e vincolati ad un pensiero negativo ma trasformarle e rileggerle sotto un altro punto di vista. Per me almeno é così, prima bisogna sicuramente viverle e riconoscere il dolore che esse provocano e poi accettarle cercando di trovare la forza per capire che fanno parte del cammino e che sono parte dell’esperienza e preziose a loro modo, perché ci fanno crescere e ci fortificano. Comprendo che a volte sia difficile superarle, soprattutto per chi ha sofferto molto, ma io credo che nulla capiti per caso e che bisogna trovare sempre la forza per andare avanti e trasformare quel dolore in esperienza e coraggio.

Hai un sassolino nelle scarpe che vorresti toglierti? (che riguarda l’ambiente musicale) 

Ad oggi credo di no. Ho sempre detto quello che pensavo e cercato sempre di mantenere rapporti di stima e rispetto con le persone con le quali ho collaborato e ho allontanato le persone che in qualche modo non facevano bene al mio percorso. Bisogna avere la forza di accettare le cose per come sono andate e da questo punto di vista non serbo rancori né ho rimpianti. Credo che la vita faccia il suo corso e anche se avessi vissuto situazioni negative, non sono io che devo vendicarmi. Ad ognuno la propria coscienza. Ma di certo se dovessi pensare a molti anni fa, forse col senno di poi, avrei agito in alcune circostanze in modo diverso, ma ero molto giovane e meno forte e consapevole di oggi, ecco perché non ho rimpianti e credo che in qualche modo tutto vada sempre per come deve andare e non dobbiamo guardare indietro ma avanti con ottimismo, sempre.

Quali sono le tue ambizioni?

Vorrei riprendere con i concerti dal vivo e anche se sto ultimando la lavorazione dell’album, spero si possa ricreare un giorno quella magia data dalla complicità tra autori e musicisti e scrivere nuove canzoni, raccontare la nuova me e ritrovarmi di nuovo presto in studio di registrazione per vivere una nuova avventura. E poi senz’altro spero di poter viaggiare con la musica ed incontrare tanti altri artisti con i quali condividere percorsi di creatività.

Sei testimonial della CIFA ONLUS. Mi racconti di cosa si occupa?

La Cifa Onlus é una Ong attiva da molti anni nel campo delle adozioni internazionali, nella cooperazione internazionale e nello sviluppo e sostegno a distanza. E’ una Onlus seria e concreta che segue con passione e determinazione molti progetti a scopo benefico. Io sono onorata e felicissima di collaborare anche quest’anno nelle vesti di testimonial, per sostenere il progetto “Tutte a scuola”, una raccolta fondi tramite sms solidale attiva fino al 13 novembre , per permettere alle ragazze di Wuchale in Etiopia, di poter andare a scuola. Tutti i dettagli potete trovarli anche sul sito del Cifa Onlus, sulla loro pagina Facebook e sulla mia pagina ufficiale.

Cosa ne pensi dei reality musicali che affollano le nostre TV?

Ci sono molti talenti nei reality musicali odierni, ma pur rispettando le competenze specifiche di molti “Coach”, purtroppo non condivido molte delle cose che si vedono e mi dispiace molto che la musica in Italia, sempre se si parla di reality, sia diventata più un fenomeno mediatico e televisivo che realmente musicale. Non credo che una sovraesposizione mediatica e meccanismi televisivi che poco hanno a che fare con la musica siano i giusti ingredienti per salvare la musica e la creatività e neppure per sviluppare un percorso di ricerca personale e autentica maturazione dei giovani artisti. Da una parte si crea una popolarità immediata e un contatto diretto con il pubblico televisivo e questo forse potrebbe esser visto come un aiuto in più e un aspetto positivo per far conoscere i nuovi talenti, in modo molto più immediato rispetto ad anni fa, ma dall’altra parte spesso i canoni di selezione e scelta all’interno dei reality sono secondo me tutt’altro che musicali e vengono a crearsi falsi miti, illusioni e percorsi nei quali gli stessi artisti, spesso molto giovani, sono vittime di un sistema più grande di loro che non gli permette di sviluppare a pieno la loro creatività e personalità proprio perché inseriti in meccanismi televisivi e di sovraesposizione mediatica.

La tua ossessione professionale?

Sinceramente non ne ho ... ho più desideri e cerco sempre più o meno di realizzarli. E nella vita non escludo nulla, mi apro alla vita nelle sue infinite possibilità.

Prima di entrare in scena, hai un rito scaramantico?

Indosso sempre un anello portafortuna che ha creato appositamente per me la mia meravigliosa amica Veruska Bordi.

Hai un sogno nel cassetto?

Si, molti, ma non li rivelo un po’ per scaramanzia e un po’ perché mi piace l’idea di vederli come sogni nel cassetto e lasciarli lì, per tenere viva in me la voglia e il desiderio di realizzarli.

A chi vorresti dire grazie?

In primis vorrei dire grazie alla mia famiglia e ai miei amici del cuore. E poi ovviamente a tutte le persone che nel mio cammino mi hanno sempre sostenuto, seguito, amato come artista e che tutt’ora continuano a farlo. Dico grazie ai miei ufficio stampa Tommaso Martinelli e Luigi Miliucci per tutto quello che hanno fatto per me in questi anni e che continuano a fare e a Rossella Deliso. Un grazie speciale anche a Cataldo Calabretta, per la sua amicizia, la sua stima e il suo supporto.  Insieme a loro grazie anche al regista Mario Maellaro e alla produttrice Francesca Aiello e tutti gli amici professionisti (nessuno escluso) con i quali ho condiviso progetti e che hanno avuto fiducia in me e mi hanno sempre stimato e sostenuto e mi hanno accompagnato in questi anni.

Prossimi progetti?

Sto lavorando al mio album e conto presto di tornare con l’attività live.

Parliamo un po’ di Roma. In quale zona della Capitale hai passato l’infanzia e come la ricordi?

Io sono nata a Roma al San Camillo, ma sono cresciuta ad Ostia Lido a due passi dal mare. Ho un ricordo piacevolissimo non solo del contatto costante che ho sempre avuto e che tutt’ora ho con il mio amato mare, ma anche delle lunghe passeggiate in avanscoperta all’interno della Pineta di Castel Fusano. Ricordo una città semplice e un po’ meno inquinata e un po’ meno rumorosa di oggi e a dimensione d’uomo. Ricordi bellissimi sono legati anche al Carnevale al Pontile di Ostia e ai lunghi pomeriggi in bicicletta e passati a pattinare non solo per Ostia ma anche e soprattutto al Parco Pietro Rosa, ritrovo pomeridiano di molti miei coetanei ai tempi delle elementari e delle medie.

In che zona hai abitato?

Ho sempre abitato ad Ostia Centro, salvo una parentesi pugliese e gli anni nei quali ho vissuto in Inghilterra e in Irlanda.

Attualmente com’è il tuo rapporto con Roma?

A Roma ci lavoro e mi lega a questa città non solo un motivo professionale ma anche e sopratutto il piacere di viverla per motivi personali, perché la maggior parte dei miei amici abitano a Roma. Attualmente però devo ammettere che non la riconosco più come una volta e ci sono molte cose che sono cambiate in peggio e questo mi dispiace molto.

C’è un angolino romano che ami particolarmente, in cui ami rifugiarti nei momenti liberi?

Certo! Il mio monumento preferito in assoluto, in realtà luogo di meditazione e raccoglimento spesso per me, soprattutto in orari inconsueti, quando non é troppo affollato, é Fontana di Trevi. Mi affascina, mi rapisce, mi incanta sempre e amo ascoltare il rumore dell’acqua che scorre e perdermi nella bellezza di ciò che mi si mostra ogni volta davanti agli occhi.

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

Il clima, la solarità e la possibilità di scoprire sempre nuovi scorci inesplorati oltre i comuni luoghi. Anche se più di tutti mi manca il mare di casa mia quando sono via.

Cosa ti dà più fastidio di Roma (esiste una Roma da buttare?)

L’invivibilità’, il traffico, il menefreghismo di tutti coloro che non partecipano realmente al bene della città e la disorganizzazione su vari livelli. Purtroppo secondo me Roma ha tanto da cambiare in meglio e ha molto da imparare da molte altre città. Spero davvero in un cambio di rotta delle istituzioni e in una coscienza civica e di cooperazione maggiore degli stessi cittadini romani.

Per un’artista Roma cosa rappresenta?

É una città che se perdonata nelle sue mancanze, può offrire molto in termini di stimoli. Ci sono molte opportunità ma spesso mal pubblicizzate e poiché é immensa, bisogna saperle scovare e non abbattersi ma attivarsi. Io pur amando Roma e pur partecipando alla vita quotidiana e pur avendo senso civico, purtroppo mi definisco una romana atipica, perché non la sento davvero la mia città da un po’ di tempo. Non per questo non partecipo nel mio piccolo, anzi cerco di fare del mio meglio, per quel che posso, per rispettarla e viverla da cittadina civile.

Un consiglio alla sindaca di Roma?

Non vorrei essere nei suoi panni ... immagino sia davvero complesso ritrovarsi a governare una città così grande, problematica e piena di criticità. Le auguro, come augurerei a qualunque altro sindaco, di continuare a fare il suo lavoro mettendo veramente in cima alla lista i problemi concreti quotidiani vissuti dai cittadini romani, in primis la viabilità e i mezzi di trasporto e spero, come mi auguro sempre, che possa fare gli interessi dei cittadini per amore di Roma.