Stefania Corona (cantante e attrice)             Roma 6.3.2018

                  Intervista di Gianfranco Gramola

Musicista, cantante e attrice sempre sulle scene con il suo Alvaro Vitali. “Sono cresciuta con la musica in casa e ai giovani che hanno la vena poetica e vogliono fare i cantanti, dico sempre di rispettare le tradizioni, che sono bellissime, ovviamente con degli arrangiamenti più moderni e uno stile diverso nel cantare, però mantenendo sempre quella vena delle nostre melodie italiane”  

Stefania Corona con suo marito Alvaro Vitali  

Si iscrive alla SIAE come paroliere e compositrice nel 1990 e comincia a collaborare con vari artisti: Wess,Tony Esposito, Paolo Russo, Pino Santamaria, Walter Vincenti, Gerry Mulligan, Ray Charles, Tito Puente, ecc … La sua musica viene apprezzata in moltissimi locali storici romani, discoteche e teatri. Presenta i suoi brani: “Ecco perché ti amo” e “Che uomo sei”, apprezzato in un secondo momento alla trasmissione di Maurizio Costanzo “Buona domenica”e al festival di Sanremo giovani autori. Riceve riconoscimenti e vince molteplici festival canori come cantautrice. Radio dimensione suono Roma la premia nel ’94 con il brano “Stella per me” presentato all’European festival. Partecipa a molte trasmissioni radiofoniche come critico musicale (avendo frequentato il Dams a Bologna). Diplomata in chitarra classica e pianoforte, comincia a suonare nella Tactic Orkestra di Sidney nel 2001. Scrive una colonna sonora nel documentario “Scienze e natura” di Folco Quilici. Pur essendo apprezzata e notata da ben 5 etichette discografiche Italiane, rimane un’artista indipendente: “ La musica mi rende libera di sognare, esprimermi e volare lontana, non posso farle il torto di metterla “in gabbia”. So di non fare la cosa giusta commercialmente parlando, ma ho voglia di gestire la mia musica e la mia voce e dedicare ciò a chi la ascolta e a chi la apprezza senza avere vincoli.” L’intervista citata è stata rilasciata a Radio Italia solo musica italiana.  L’incontro nel 1997 con il marito Alvaro Vitali ha segnato un passaggio importante per la carriera di Stefania Corona. Stefania comincia con lui la collaborazione artistica negli spettacoli di piazza, in seguito scrivono insieme un testo teatrale che ancora oggi dopo più di 11 anni portano in teatri e piazze di tutta Italia e in molti Paesi dell’estero ( Europa, America, Africa, Australia) con grande successo. Stefania in questi anni ha all’attivo 4 singoli e 2 album.  Oltre ad essere una cantante molto apprezzata, Stefania è anche una brava attrice.

Filmografia

Impotenti Esistenziali (2008), Ladri Di Barzellette (2004),  Se Lo Fai Sono Guai (2001).

Intervista

Stefania, come ti sei avvicinata alla musica? Mi racconti gli inizi?

Avevo un papà batterista che suonava e insieme tutti gli anni facevamo visita all’Umbria Jazz, quindi sono cresciuta con la musica in casa. Poi i miei, vedendo la mia predisposizione e che scrivevo canzoni a tredici anni, mi hanno iscritto al Conservatorio e lì mi sono diplomata in chitarra classica e pianoforte. Da lì è nata la mia grande passione per la musica, prima come interprete e poi come cantautrice.

I tuoi idoli musicali?

Come la maggior parte dei musicisti pop, rock, sono cresciuta con le canzoni di Michael Jackson, Elton John, Bee Gees, i Queen, quindi i più grandi. Come donne Mariah Carey e Jennifer Lopez. Nutro anche una grande passione per Mimì, Mia Martini.  

Ti piacciono le canzoni di Gabriella Ferri?

Ovviamente, Gianfranco, ma ora sto scoprendo anche Giuni Russo, perché ero troppo piccola quando l’ascoltavo. Lei aveva una voce strepitosa. Poi mi piacciono molto i cantautori italiani, quindi da Lucio Battisti in poi. Noi italiani abbiamo una buona scuola musicale.

Cosa ne pensi dei format musicali, tipo X Factor?

Beati i giovani che ce l’hanno, perché è una grande occasione per potersi far conoscere. Ma aldilà del farsi conoscere dal pubblico, la cosa importante e primaria è quella di pensare che è un lavoro duro, che non è vero che si fanno delle cose subito e che devi esserci predisposto. Devi studiare molto e deve appassionarti tanto e poi ci vuole anche un po’ di fortuna. Però è un bel passaggio. Serve anche la gavetta,  perché l’abbiamo fatta tutti e forse già provarci in televisione è anche una bella gavetta. Poi bisogna anche avere il coraggio di sapersi presentare bene e di  saper trasmettere e quindi va bene anche il reality, che poi alla fine è anche un esame. Quindi non è vero che chi va in tv ha più facilità, è più agevolato, perché poi stai lì da solo e in quei quattro minuti devi dare il meglio di te e la gente non è stupida, ti conosce e capisce se hai talento oppure no. L’importante è non imitare o prendere spunti dalla musica straniera, perché c’è questa tendenza. Ai giovani che hanno la vena poetica e vogliono fare i cantanti, dico sempre di rispettare le tradizioni, che sono bellissime, ovviamente con degli arrangiamenti più moderni e uno stile diverso nel cantare, è ovvio. Però mantenendo sempre quella vena delle nostre melodie italiane.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

Si, ci ho pensato, ma il mio è talmente bello, Stefania Corona, che sembra già un nome d’arte.  

Quali sono le tue ambizioni, Stefania?

Sarei presuntuosa a dire che non ne ho, perché come si dice: “Chi s’accontenta, gode”. Però nello stesso tempo mi sono tolta delle belle soddisfazioni. Anche  ultimamente andando a Sanremo D.O.C. 2018 , mi sono trovata in mezzo a dei musicisti di spessore e avere la possibilità di conoscere e farmi conoscere. Poi quello che deve capitare, capita. Se c’è qualcosa di buono, prima o poi esce.

Sei la compagna di un mito, Alvaro Vitali. Come ti ha conquistata?

Sicuramente dimostrando che lui è il contrario dei personaggi che ha ricoperto nei suoi film. Lui è una persona molto seria, anche fin troppo. E’ introverso e,  a volte, e questo è un segreto, è anche un po’ timido. Forse sono io quella un po’ più sfacciata. Tutto questo contrastava con quello che si conosce di lui pubblicamente e artisticamente.

Hai un sassolino, uno sfogo, Stefania?

Io sono stata fortunata, perché ho conosciuto tanti colleghi e ho fatto dei grandi incontri e mai nessuno mi ha detto di lasciar perdere, che fare la cantante non è la mia strada. Quindi non ho sassolini e sono soddisfatta così. Tra l’altro ho anche cresciuto una famiglia, quindi sono riuscita a fare quello che volevo e ho avuto soddisfazione a farlo.

Mi parli un po’ di Roma?

Io sono nata in Canada, a Montreal, da genitori italiani. Sono tornata in Italia che dovevo ancora fare la scuola materna. Ho mantenuto ancora la cittadinanza  canadese, perché ogni tanto ci torno perché lì ho ancora dei parenti. Il Canada è un paese magnifico e pieno di italiani. Sono cresciuta in un quartiere romano che è Monteverde Vecchio, zona Gianicolo, proprio sopra Trastevere. Sono cresciuta in questo quartiere un po’ ovattato, ma le scuole le ho frequentate in centro, perché ho fatto il Classico e sono stata al Visconti. Giravo per Roma  in moto, ero un maschiaccio e il pomeriggio, dopo aver fatto le traduzioni in latino e greco, me ne andavo in giro per Roma. Ora mi sono trasferita a casal Palocco, vicino a Ostia. Qui si sta bene e c’è una buona qualità di vita. Ma mi manca il centro di Roma, la mia Roma. Se potessi fare il cambio fra casal Palocco e il centro, lo farei ancora domani mattina (risata). Pensa Gianfranco che il mio sogno è sempre stato quello di stare a piazza Navona. Ma penso che sia il sogno di tutti i romani.  

Attualmente com’è il tuo rapporto con Roma?

Mi devo sfogare Gianfrà. Io sono appassionata di fotografia e  ci sono dei punti che mi sembra di stare a Scampia. Io giro molto anche a Napoli, che è la mia seconda  città, perché mio nonno era napoletano e trovo molte differenze fra queste due città. Roma negli ultimi anni è stata molto trascurata. Io Roma la farei come Venezia, tutta pedonale, perché Roma, e specialmente in centro, si deve visitare a piedi, tutto il resto deve essere  trasportato fuori. Non va uccisa con delle costruzioni, con delle modulistiche architettoniche al pari di Los Angeles, che non c’entra niente. Una città storica come Roma va conservata come sotto ad una campana di vetro.

Hai mai partecipato a dei concorsi canori?

Si. Ho vinto un festival della canzone romana con “Roma c’è” .

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

Mi manca tantissimo e mi manca molto la romanità. La cosa bella di Roma è anche il clima che ci avvantaggia molto e ti permette una bella camminata in pieno inverno e questo è bellissimo. Quando sono via mi manca il pullulare di gente lungo via del Corso e in centro in generale, mi manca la battuta sempre pronta dei romani, mi  manca anche il rumore del piattino del caffè dei bar . Quando sono in altre città che sono molto più silenziose, più pulite, più organizzate mi mancano tutte queste cose. Poi Gianfrà, Roma è Roma, è una città molto particolare.

La cucina romana ti piace?

Mi piace tutto. Sono più romana io di Alvaro che è trasteverino, perché alcune cose della cucina romana lui non le mangia. Ad esempio la coratella con i carciofi io ne vado pazza, l’abbacchio pure. I bucatini sono fantastici, però lui vuole sempre gli spaghetti. Quindi la cucina romana, quella verace, mi piace molto. Purtroppo sono celiaca, quindi uso tutti prodotti gluten free e mi accontento. In cucina comunque mi  arrangio. Preferisco fare la matriciana piuttosto che la carbonara, anche se la matriciana è di Amatrice e quindi a Roma è d’importazione.

Un consiglio alla sindaca Virginia Raggi, a parte riparare le buche?

E’ vero, perché alla fine si parla sempre di buche, soprattutto nel mio quartiere, dove l’asfalto è stato fatto con la pasta frolla, perché basta un temporale che si sfalda tutto. Roma è una città difficile. La Raggi è una bellissima ragazza, ma è un po’ dura fare la sindachessa a Roma. Per cercare di governare Roma bisognerebbe avere almeno 70 anni e quindi conoscere bene la città e le problematiche di tutti i quartieri, bisogna avere molta grinta e la forza di uno staff intorno. La nostra periferia è grandissima, quindi non abbelliamo solo il centro storico soltanto per gli occhi dei turisti, ma facciamo qualcosa di più per le periferie. Lo so che è difficile perché Roma è una bella gatta da pelare, soprattutto per il sindaco, però bisogna provare a fare meglio e di più.