Alessandra Canale (annunciatrice Rai)     Roma 18.9.2002     Roma 6. 3.2004                                

                 Intervista di Gianfranco Gramola   

La più famosa delle "signorine Buonasera"     

Alessandra Canale è  nata a Formia (Latina), il 31 ottobre 1963. Professione: giornalista, annunciatrice RAI e modella. Titolo di studio: Laurea in Lettere, laureanda anche in lingue e letterature straniere. Ha presentato diversi programmi televisivi, tra cui Prossimamente, L'Avventura, Il Sabato dello Zecchino, L'Arcobaleno, Domani sposi, Ciao fortuna, Ciao Italia, Il processo del lunedì, Campagna abbonamenti Rai, partecipando  come ospite ad innumerevoli trasmissioni. Collabora con alcune riviste. 

Per scrivergli l’e-mail è  alessandra@alessandracanale.it

Ha detto:

- Io non ho mai amato il mare e il sole, ho la pelle troppo bianca e mi scotto con facilità.

- Voglio una relazione che sappia affrontare le tempeste e gli scogli, come una barca ben progettata. Voglio affrontare il mare con un compagno di navigazione che abbia i miei stessi scopi.

- Mio figlio Amedeo? Un raggio di sole, la cosa più bella della mia vita.

- Dopo essere stata sostituita da colleghe più giovani, ho provato a fare la programmista - regista ma non è il mio ruolo.

Curiosità

- Hobby: nuoto, equitazione, gastronomia, sci, jogging.

- Ha un figlio: Amedeo Francesco Eugenio, nato dalla sua storia d’amore con l’ex deputato Amedeo Matacena.

Intervista

Incontro l’ex signorina “Buonasera” in via della Croce, mentre sono in compagnia di Giorgio Bracardi. Bella e statuaria Alessandra si siede con noi al tavolino del Bar D’Angelo per fare due chiacchiere su Roma. Dal vivo è dieci volte più bella. 

Com’è nato il nome d’arte “Canale”, perché tu fai Pimpinella, vero?

Si! (risata). Canale perché una mia zia ha questo cognome e io l’ho preso in prestito. 

Il tuo rapporto con Roma?

Roma è una città meravigliosa, in questa città ho studiato e mi sono laureata. E’ un rapporto molto più bello da quando un anno e mezzo fa decisi  di cambiare casa.  Prima abitavo in un quartiere residenziale, il Fleming e proprio per avere un contatto un pochino più diretto ho deciso di trasferirmi in centro dove c’è una dimensione più umana e quindi è bellissimo anche il fatto di essere qui, con il nostro amico Bracardi, sono andata a prendere mio figlio a scuola e in questo pezzetto di strada che è via della Croce, incontro tante persone e respiro l’atmosfera di Roma di una volta, la Roma dove c’erano ancora i vecchi mestieri che piano piano stanno scomparendo. Qui in questi violetti c’è un’atmosfera bellissima, particolare, d’altri tempi.

Ami cucinare?

Amo cucinare, il minimo indispensabile perché preferisco pochi piatti ma fatti bene, semplici non troppo elaborati, non caricati o con sughi pesanti.

Un consiglio al sindaco per migliorare Roma?

Questa domanda calza a pennello. Giusto stamattina sono andata alla posta per ritirare una raccomandata e da piazza S. Silvestro per venire qui ho fatto via Belsiana e ho preso una buca. Ho fatto un volo e mi sono slogata il malleolo del piede. Ecco, sarebbe opportuno che qualcuno controlli le buche, le molte buche che ci sono a Roma. Poi le immondizie che ci sono dappertutto. E poi mi piacerebbe che non ricevessi più multe. Basta che io metti due minuti la macchina fuori posto che ricevo multe a quantità. E poi noi che siamo residenti nel centro storico, ahimè, siamo più bersagliati, quindi i vigili urbani accorrono subito, mentre in periferia è diverso e quelli che sgarrano fanno i furbi, non si fanno trovare e non le pagano le multe. Magari consiglierei al sindaco di avere un occhio di riguardo nei confronti delle persone che ci vivono quotidianamente e quindi il problema del parcheggio è una piaga che deve assolutamente risolvere. Adesso c’è in prospettiva un parcheggio sotterraneo, speriamo bene.

Se tu avessi la bacchetta magica cosa faresti per migliorare Roma?

Farei subito i parcheggi nel centro storico, per i residenti e gli amici dei residenti e parenti dei residenti (risata).

Come giudichi i romani?

Come in tutte le famiglie ci sono i figli buoni e i figli cattivi, però il romano è un popolo, fin dai tempi antichi, affettuoso, passionale, allegro, direi più sul positivo che sul negativo.

Cosa provi a ritornare a Roma dopo una lunga assenza?

Dipende da dove sono stata nella lunga assenza. Se sono stata per esempio, in un posto più bello di Roma, ma questo è difficile perché Roma è una città meravigliosa, una città dove è bello viverci. A parte che i vicini, e le  conoscenze che abbiamo qui intorno fanno in modo che tu non ti senti mai sola. Comunque provo un senso tipo: “Casa dolce casa” o “finalmente a casa”.

Cosa ti manca di Roma quando sei via?

Da quando abito in centro, mi manca molto, quando sono via. Qui, praticamente, sei avvolto nella storia e quindi mi sento coinvolta. Ogni angolo del centro trasuda storia. Mi manca molto la zona in cui vivo. Di fronte ho la Basilica di San Carlo al Corso, mi affaccio e guardo piazza del Popolo, piazza Venezia, piazza di Spagna. Mi affaccio dalla finestra e vedo tutto una meraviglia. Anche di sabato e la domenica mattina che c’è poca gente, c’è una calma. Stamattina, per esempio, ho assaporato il fascino romano, alle 5 del mattino, perché sono andata a lavorare a quell’ora, pensa, e a quell’ora Roma è molto bella. I colori dell’alba, le luci, la gente che lavora, la gente vera non gli sfaticati. Purtroppo c’è tanta gente che fa finta di lavorare. Stamattina facevo un tipo di riflessione, su questo aspetto.

Quando non lavori in quale zona ami passeggiare?

Ad esempio, quando avevo il mio cane, andavo a villa Borghese, al Pincio. Adesso passeggio in centro, in mezzo alla gente, perché sento il bisogno di confrontarmi, anche con un sorriso, con uno sguardo, anche guardando gli altri, osservandomi intorno.

L’inizio della tua carriera Tv?

Con i classici contratti a termine e poi dopo 17 contratti mi hanno assunta. Il 17 in questo caso ha portato bene è proprio il caso di dirlo, perché bisogna sfatare  questa leggenda a termine.

I tuoi genitori sognavano un futuro diverso per te?

No! Loro volevano che io facessi l’imprenditrice, poi purtroppo, o forse per fortuna, le cose della vita mi hanno portata su questa strada, quella della TV.

Tuoi hobby, passatempi?

Il mio hobby è mio figlio, altro che passatempi. Mi assorbe tanto di quel tempo. Il mio amico Giorgio Bracardi mi suggerisce che è un lavoro più che un hobby. In effetti il lavoro di mamma è molto faticoso quindi può esser classificato tale.

Un suo sogno nel cassetto?

La mia serenità, la mia tranquillità, e seguire tanto mio figlio.

Qual è stata la tua più grande soddisfazione nel campo artistico?

La più grande soddisfazione che ho avuto non è riconducibile a livello artistico, ma nella parte interiore di me, che sono cresciuta anche di seguito alle esperienze negative. La crescita interiore e di conseguenza anche la crescita professionale è stata la mia più grande soddisfazione.

La cosa più cattiva che ti hanno detto?

Alcune cose del tutto personali, riguardanti il papà di mio figlio.

Un tuo pregio e un tuo difetto?

Pregio è che sono saggia. Difetto è che sono talmente buona che penso che il prossimo sia come me e poi scopro che ne approfitta ed inoltre  sono anche un po’ modesta, ma modesta non sotto forma di pregio, ma di difetto, ossia può assumere la valenza come se avessi poca fiducia in me stessa. Io non riesco a sentirmi importante perché non lo sono.

Il complimento più bello che hai ricevuto?

Tanti, tanti, ricorderò sempre una vecchia, che mi venne incontro, dicendomi: “Ti guardo sempre in TV”. Ero in un paesino della provincia di Potenza, e fu molto gratificante come un corteggiamento assiduo di un corteggiatore. Ho sempre privilegiato l’aspetto umano nelle cose che ho fatto e nei fatti che mi riguardano.

Il tuo rapporto con la fede?

E’ quello giusto, certo, con questo deserto morale, è molto forte.  Certo se lo confrontiamo per come sta andando la società, poi in un momento come questo, così difficile.

Quali sono le tue paure?

La precarietà.

Hai dei complessi?

Forse perché sono troppo alta, del resto di me sono piuttosto soddisfatta . L’unica cosa è tutta sottolineata all’aspetto caratteriale, sono troppo modesta.

Chi porteresti con te su un isola deserta?

Mio figlio.

Chi butteresti dalla torre?

(risata) Meglio non dirlo, sarebbero troppi.

Qual è il segreto della tua popolarità?

Parlare con il cuore.

Quanto influisce sulla tua vita quotidiana l’oroscopo?

Per me è pressoché inesistente. Qualche volta lo consulto per curiosità, ma non credo in queste cose. Non so, se uno è dello scorpione, quel giorno è accomunato dallo stesso oroscopo, delle cose che vengono scritte. Assurdo.

A chi vorresti dire grazie?

A mia madre.

Com’è nata l’idea di scrivere il libro “Ti voglio bene”?

Perché era un atto dovuto. Ho ricevuto tante, ma tante lettere, quindi dovevo ricambiare un affetto che ho ricevuto in questi anni.

A quando un libro biografico?

Ma questo è un libro biografico perché oltre alle lettere ci sono delle mie risposte, e poi generalmente queste lettere riprendevano sempre degli argomenti che ho trattato in qualche intervista o in qualche testimonianza.

Una lettera che ti ha colpito maggiormente, la più toccante o viceversa la più comica?

Ce ne sono diverse di tristi e commoventi. Ad esempio quando mi scrivevano dal carcere oppure riguardante la vecchiaia o gli ammalati, lettere molto tristi, molto sentite e toccanti. Quelle allegre sono quelle di ragazzi, che ad esempio, mi chiedevano di sposarli (risata).

A proposito, l’avance più strana che hai ricevuto?

Ce ne sono parecchie di strane. Uno, che presumo, scriveva sotto dettatura, da Barcellona (Pozzo di Gotto - Messina) che praticamente tutti i giorni mi scriveva una lettera. Tutti i giorni per un paio d’anni. Le ho tutte conservate. Aveva la carta intestata con tanto di stemma, e praticamente io avrei dovuto essere la sposa del Messia. Il Messia ovviamente era lui, tutte cose da farneticazione. E poi ce n’era un altro che mi chiedeva se volevo far parte della chiesa sua che trasmetteva, anzi evangelizzava il messaggio della sua chiesa attraverso la telepatia. Aveva stilato una sorta di classifica ed io ero la numero 38. Tante lettere strane ho ricevuto, oltre a quelle carine. Forse il fatto che, una persona, prende un pezzo di carta, scrive, mette il francobollo, spedisce, ti trasferisce questa voglia di comunicare, no? Come voler entrare a far parte, anche loro, nel mondo della televisione.

Il regalo più bello ricevuto da un ammiratore?

Tanti, tanti. Quando è nato mio figlio ho ricevuto, cuscini, coperte, scialli, giocattoli, quadri, ritratti, anche un corno, strano. Si vede che sono apprezzata dalla gente.