Alessandro
Greco (conduttore) S. Giovanni Valdarno (Arezzo) 14.6.2001
Intervista di Gianfranco Gramola
Il
suo stile? Misurato
Nato
il 7 marzo 1972 (Pesci) a Grottaglie (Taranto), abita a San Giovanni Valdarno
(AR), dove convive con Beatrice Bocci, conosciuta nel 1997 ad un concorso di
bellezza (tutti e due erano nella giuria). Figli: Lorenzo di 7 anni e la
figlia acquisita di Beatrice, Alessandra di 13 anni. Alessandro
Greco comincia
a 15 anni ad esibirsi nelle feste di piazza, dove si fa conoscere
come presentatore e imitando Lino Banfi, Eros Ramazzotti, Zucchero, Jovanotti e
Pino Daniele. Nell'arco di circa 10 anni Alessandro ha colto tutte le
opportunità che gli si presentano nel campo dello spettacolo. Va ricordata la
sua vittoria a "Stasera
mi butto" (Raidue,'92),
la vittoria "Castrocaro" (Raiuno, '93), la partecipazione a "Papaveri
e papere" (Raduno,
'94), la conduzione dei collegamenti di "Uno
mattina estate" (Raiuno,
'95 e' 96), il preservale "Colorado"
(Raiuno, '97), e "Portami
al mare fammi sognare"
(Raiuno, '99). La grande occasione di Alessandro arriva durante i provini per il programma
"Furore",
quando Raffaella Carrà e Sergio Japino lo notano fra gli aspiranti conduttori e
gli affidano la conduzione di uno dei programmi più freschi e vivaci della tv.
Conduce altre trasmissioni televisive, numerosi eventi in diretta tv, fra i
quali "Millenium",
spettacolo di fine anno per la Rai. E' stato co-conduttore di 75 puntate del
programma "A
Casa Greco-Bocci" in
onda su Alice (circuito Sky).
Ha
detto
- Ho
gli occhi da pesce lesso, ma sono sveglio.
-
A
16 anni ero molto grasso, pesavo 113 chili e mangiavo cioccolato come un
forsennato.
-
Io
mi vedo come un’atleta sui blocchi di partenza.
-
Mia
moglie oltre che bella ha anche tante altre qualità: è sensibile, crede
nell’importanza di certi valori, sa comportarsi con una certa disinvoltura sia
con le persone sofisticate, sia con quelle più semplici.
-
Se
non lavorassi più in Tv, farei il manager o l’agente oppure ultimerei la
laurea in giurisprudenza e farei l’avvocato.
Curiosità
-
E’
molto
preciso, ordinato e meticoloso nel fare le cose. Se vede un paio di scarpe deve
metterle perfettamente allineate. Questa sua eccessiva precisione si ripercuote
anche nella vita e nei rapporti con gli altri. E' molto credente (devotissimo
di Padre Pio) ed è un cattolico praticante.
-
Tifa Juventus e prima di diventare famoso ha inciso due dischi con lo pseudonimo
di Alessandro Udem.
-
Per una curiosa coincidenza, il primo marito della moglie Beatrice, aveva il suo
stesso nome e cognome.
- Ha
prestato il servizio militare nell’Arma dei Carabinieri.
-
Sua moglie Beatrice Bocci è arrivata II° a Miss Italia 1994.
- Il
papà Franco fa il pasticcere e la mamma Laura, la casalinga. Alessandro ha un
fratello e una sorella.
Intervista
E’
nella sua comoda ed accogliente casa di S. Giovanni Valdarno, in provincia di
Arezzo.
Parliamo
di Roma, Alessandro?
Si!
Quello che ti posso dire è che qualche anno fa ho desiderato fortemente Roma,
in quanto rappresentava per me l’unione fra la possibilità di studio e
l’opportunità anche di essere in una città dove tutto ciò che è
spettacolo, cinema e televisione è fortemente rappresentata. Ci sono stato per
qualche anno e devo dire che in un certo senso questa città, con le sue
possibilità, ha contribuito o meglio mi ha permesso poi di fare certe cose.
Sono partito, così, per hobby, poi è diventato semi - professionismo e poi
professionismo. Questo passaggio è stato caratterizzato sicuramente da Roma.
Ma
durante la tua permanenza a Roma, hai fatto anche il turista?
Io
credo che per poterla apprezzare, con tutte le sue risorse, forse il tempo non
sarebbe mai abbastanza. C’ho vissuto ma di certo non con l’atteggiamento da
turista. Ho visto le cose più importanti, cos’ in fretta, perché le mie
giornate erano molto veloci ed erano dedicate a tutt’altre cose, vedili
lavoro.
Beh!
Ti sarai fermato un momento per mangiare la cucina romana, o no?
E’
più facile nella cucina romana, trovare cose che non mi piacciono. E’ un
po’ pesante. E’ una cucina che ti gratifica in tutti i sensi possibili ed
immaginabili. Diciamo che è una cucina che ha caratterizzato fortemente il
mondo italiano di cucinare a livello internazionale. Ha dato un’impronta molto
forte, insieme ad altre cucine, quella toscana, per esempio. Però, in linea di
massima, nel nostro paese si mangia bene ovunque vai.
C’è
una zona di Roma che ti ha colpito maggiormente?
Sicuramente
la zona Flaminio, Prati, la zona vicino al Tevere, il Foro Italico. Ma Roma
è bella tutta, Gianfranco e ti lascia a bocca aperta. Basta vedere
quanti turisti vengono da tutte le parti del mondo per vederla. Anche i Castelli
Romani sono belli. Poi ci sono le zone periferiche che sicuramente non godono
delle caratteristiche che hanno altre zone più centrali, però Roma tutto
sommato, è bella tutta, pregi e difetti compresi. Se non fosse bella non
sarebbe né “Caput Mundi”, né la “Città Eterna”.
Come
ti sei trovato con i romani?
Non
mi sento di giudicare i romani, in questo senso. Posso solo dare giudizi
positivi, perché andare a trovare difetti negli altri, sono problematiche che
non fanno parte del mio carattere. Ogni città, come ogni settore della vita ha
i suoi pro e i suoi contro. Quindi anche Roma e i suoi abitanti hanno
un’infinità di aspetti positivi e avrà sicuramente anche qualcosa di
negativo.
Alessandro,
com’è avvenuto il tuo accostamento verso il mondo dello spettacolo?
E’
avvenuto perché sin da piccolo dimostravo di avere determinate attitudini. Come
ti dicevo prima, sono passato da una semplice conduzione, un hobby, coinvolgendo
gli amici di scuola, i parenti, ecc… e piano piano sono arrivare le serate in
giro, le feste di piazza, poi un po’ di televisione, cose piccole, e poi le
opportunità diventavano sempre maggiori, finché nel ’97 c’è stata
quest’occasione con la Carrà e Japino. Mi sono recato a Cinecittà per
l’audizione per il programma “Furore” e poi da lì è partito tutto.
La
tua più gran soddisfazione artistica?
E’
stata quella di avere una mia collocazione, in un certo senso, e di essermi
creato, come dire, un alone di affetto e di interesse da parte del pubblico e
sapere che, quando sono in televisione, qualche milione di persone ha il piacere
di stare con me. Di questo sono orgoglioso. Ogni tanto penso a dove sono
arrivato… nemmeno nella più fervida immaginazione, quasi un’utopia. Cerco
anche nelle cose apparentemente piccolissime di trarne delle gratificazioni,
delle soddisfazioni. Anche questa chiacchierata
con te, caro Gianfranco, è per me motivo di grande gratificazione.
Alessandro
con la moglie Beatrice Bocci.
Qualche
delusione, Alessandro?
Non
ho avuto nessuna delusione. No! Tutto positivo, per fortuna.
Un
tuo sogno nel cassetto?
Cercare
di andare avanti e proseguire la mia strada, sperando che il pubblico me lo
permetta. Potrei dirti il Festival di Sanremo, ma è abbastanza scontato, perché
Sanremo rappresenta per chi conduce, per chi fa intrattenimento, una sorta di
tesi di laurea. Quindi è un ideale traguardo per chi fa questa attività. A
livello personale spero al più presto di poter consolidare e rendere ancora più
forte il legame con mia moglie, Beatrice Bocci, facendolo in chiesa, perché io
sono una persona che crede molto e quindi non ci sentiremo completi fin quando
non andremo a legittimare il nostro rapporto di fronte al Signore. E poi anche
una possibilità, come ci succede qualche volta, magari di poter trasferire i
nostri presupposti personali anche nell’ambito professionale,
seconda delle situazioni che si possono più o meno prestare a queste
cose.