Antonio
Casanova (mago illusionista) Bologna 13.10.2011
Intervista
di Gianfranco Gramola
Un
grande illusionista, con un sogno: far comparire una grossa imbarcazione, in
piazza di Spagna, a Roma.
Antonio
Casanova (all’anagrafe Antonio Montanari) nasce a Ravenna il 22 Settembre
del 1972, segno zodiacale Vergine. Il
Mago Casanova, o meglio l’Illusionista
Antonio Casanova, muove i suoi primi passi giovanissimo nel mondo dello
spettacolo, dedicandosi anima e corpo al pianoforte e al teatro. Alla Magia
approda quasi per caso, grazie un nonno, uno di quelli che si vedono spesso
nelle favole, mette a disposizione di Antonio
Casanova un’intera biblioteca dedicata alla magia. E' un colpo di
fulmine! Da quel giorno l'obiettivo di Antonio Casanova è far sì che la Magia,
quella con la M maiuscola, che spalanca gli occhi dei bambini e affascina
ragazzi ed adulti, torni in vita.
Cresciuto sui Palcoscenici di Teatri importanti, come il Teatro Nuovo di Milano
sotto l’ala dello scomparso Franco Ghizzo, e della Versilia, sotto lo sguardo
del direttore Franco Martini,
Antonio si ritrova giovanissimo (24 anni) con uno spettacolo completamente suo:
Il magico mondo di Antonio Casanova. Due ore di Illusioni e Magie.
E Antonio capisce che prima del palco di legno deve diventare una stella
del piccolo schermo per acquisire questo potere da pifferaio magico. Comincia
nel 1998 con uno il salotto de
“Il Tappeto volante” condotto da Luciano Rispoli. Viene notato da Maurizio
Costanzo che lo vuole nella sua “Buona Domenica” e nel suo “Maurizio
Costanzo Show”. Replica anche qui con successo “La Levitazione sul
Pianoforte” assieme ad altre Illusioni che crea appositamente, cominciando a
delineare un suo prima acerbo stile. Claudio Baglioni, vede una esibizione Tv di
Antonio e lo chiama per eseguire quattro illusioni nei suoi Concerti
all’Olimpico. Il vero salto nella notorietà avviene in una occasione strana:
Chiamato ad eseguire in diretta su RAI 1 per
la fine dell’anno due grandi Illusioni, Antonio si trova coinvolto in una
strana e sfortunata situazione, e agli occhi del pubblico la sua illusione viene
svelata in diretta. Sembra una carriera chiusa in anticipo, invece pochi giorni
dopo Striscia La notizia gli consegna per questo il Tapiro d’Oro, e il geniale
Antonio Ricci comincia un tam tam giornaliero su di lui, rimbalzando le
esibizioni di Antonio a Buona Domenica. Si sprecano i passaggi Tv di tutti i
rotocalchi o trasmissioni più importanti, da Studio Aperto a Verissimo, da
Target a Passa Parola, Tg compresi. La stampa impazzisce, non comprende se
Antonio sia un mago pasticcione o un ottimo attore intento a farsi pubblicità.
La risposta è una sola: nessuna dei due, è un illusionista con doti innegabili
da Showman in piena salita verso le stelle. E la televisione è l’occhio del
grande fratello acceso su di lui, che lo mostra nella sua strada, impervia e
bellissima, giorno per giorno. Dopo quasi 3 anni vissuti sotto questa
esposizione violenta e dopo successi televisivi indimenticabili come la puntata
di “Striscia la notizia”, Antonio Ricci lo arruola nelle file di “Striscia” come inviato magico,
con l’obiettivo di portare magia e stupore ai personaggi celebri, dalla
televisione al cinema, sfruttando il linguaggio internazionale della magia ed il
buon Inglese di Antonio. Italia 1 gli affida una trasmissione quotidiana tutta
sua per tutta l’estate: Magic Candid Camera. Antonio
sta crescendo e il pubblico lo sta vedendo cambiare, sta capendo che il mago
pasticcione e sperimentatore è solo l’inizio. Viene quindi chiamato assieme a
Natalia Estrada a condurre “Divieto d’entrata” e poi “Magie svelate”,
dove crea Illusioni stupefacenti, tra cui la sparizione in studio di una vera
Ferrari e l’Apparizione di un vero Autobus pieno di persone. Il concerto per
pianoforte volante è un'illusione in cui Antonio suona realmente un pianoforte
a coda, assieme ad un'orchestra sinfonica, e “vola”, sul pubblico ruotando
nell’aria assieme al Pianoforte stesso. Le ospitate di Antonio si moltiplicano
nei programmi serali e Antonio riporta la sua Illusione in cui attraversa un
“Ventilatore industriale”e quella dove divide in quattro pezzi una ragazza
imprigionata in un quadro di Manritte, nelle puntate in prima serata di
“Scommettiamo che”. Ancora i
passaggi in tante trasmissioni fino ad arrivare ad essere il testimonial di
“E! Entertainment” e di “Sky Cinema” per il lancio del quarto film di
Harry Potter. Una data è segnata in rosso sul calendario di appuntamenti che fa
bella mostra di sé sul grande tavolo nero dove Antonio e i suoi Assistenti
lavorano ai progetti più incredibili: 31 Ottobre 2006. Proprio
nell’anniversario della morte del grande Harry Houdini, in diretta nazionale
su Canale 5, in uno Special a lui dedicato, ripreso poi da tutti i telegiornali
e centro di interesse di tutti i settimanali, i quotidiani ed i periodici
Antonio fa rivivere la leggendaria “Fuga dalla Tortura Cinese” dove si narra
che Houdini perse la vita proprio la notte di Ognissanti, il 31 Ottobre 1926. Antonio
ne esce, davanti agli occhi increduli di 10 milioni di telespettatori.
“Non
lo farò mai più. Era il modo per cambiare definitivamente. Per fare il
salto.” E così è: il destino del ragazzo delle meraviglie cambia
improvvisamente, dopo quei due minuti e venti secondi passati dentro 1500 metri
cubi d’acqua. Striscia la Notizia gli dedica uno spazio tutto suo dedicato
alla Magia, quella vera: Antonio infatti ogni sabato alle 21 stupisce l’Italia
girando città per città, incontrando migliaia di persone diverse, a cui fa
vivere l’esperienza Magica dal vivo: nessun palco, nessuno specchio o botola.
Solo Antonio, la strada, gli occhi stupiti delle persone e il loro cuore che
batte più forte quando compie cose incredibili. Lo spazio si chiama
“Incantesimi di viaggio”. L’auditel lo ripaga del suo credere nei sogni.
Invitato a inaugurare l’anno a Buona Domenica, gli viene proposto uno spazio
incredibilmente ampio: ben 23 minuti di Show tutti suoi, dove compare dal nulla,
suona il pianoforte e canta dal vivo mentre ragazze appaiono e svaniscono in un
battito di ciglia, intrattiene il pubblico televisivo con una straordinaria
prova di presenza televisiva e viene ancora una volta celebrata la sua “Fuga
dalla tortura cinese” con un'intervista e con la visione integrale della
“Grande illusione”. Ora Antonio Casanova è davvero un Illusionista, un
ragazzo che scopre il piacere di provocare Magia all’interno delle menti del
pubblico, che scopre la gioia di stupire con quelli che sono i suoi sogni. Il
suo futuro è un disegno pieno di segni che ramificano e vanno in direzioni
ambiziose ma altrettanto straordinarie. Non nasconde i suoi tre progetti per
altrettante prime serate di Mediaset: “La sfida del tuono”, dove vuole
tentare di ricostruire l’esperimento del
moldavo Nikola Tesla grazie al quale sfruttando l’impatto di un fulmine
da un milione di volt possa istantaneamente trasportarsi da una città ad
un'altra. “L’Illusione da 10 milioni di dollari” dove cercherà di
attraversare una celeberrima e originale opera d’Arte da parte a parte, con
assoluta lentezza, dimostrando che l’incanto e l’illusione non avvengono
grazie alla velocità ed alla scaltrezza di gesto ma al contrario con una
seducente calma, nonostante si stia rischiando di provocare un danno ad un
oggetto d’Arte del valore di “Dieci milioni di dollari”. “La grande
illusione” dove chiuso all’interno di un contenitore cercherà di fuggire
prima che scada il tempo limite, tempo deciso dall’apertura programmata, della
diga che trattiene i 10 milioni di metri cubi d’acqua della cascata delle
Marmore. Una Fuga che Houdini, se fosse stato vivo, avrebbe tentato. Antonio
dopo averlo emulato è giusto tenti di superarlo in quello che sarà un
esperimento al cardiopalma.
Ha
detto
- Ho
imparato a non arrabbiarmi da mio padre e da mio nonno, uomini che hanno sempre
trattenuto il fiato una volta in più, invece che gridare inutilmente.
-
Ho
paura di non avere abbastanza fede. Credo in Dio, ma a volte mi chiedo quanto
davvero faccio per dimostrarlo a me stesso.
- Faccio
palestra e una corsa di 15
chilometri tutti i giorni. Ci vogliono addominali di ferro per piegarsi a
“libro” e una muscolatura che può essere attivata a piacere, anche sui
polsi e sulle dita.
-
Se
si ha un amore, si amplifica a mille tutto quello che fa parte della propria
vita.
- La
figuraccia è proporzionale all’enormità dell’impresa. E posso sempre
ricorrere sa una delle mie magie per farvi dimenticare tutto quello che ho
appena annunciato.
Curiosità
-
Ha vinto il Merlin Award, premio della International Society of Magician, nel
2008.
-
La Panini, casa storica delle figurine, ha stampato “I segreti della magia”
un intero album dedicato ad Antonio Casanova e la Motta, brand di Nestlè’, ha prodotto “L’uovo della magia” un uovo di pasqua con
sorprese magiche a Lui dedicate. L’ultimo prodotto in ordine di tempo è il
sacchetto di patatine, che vede l’immagine di Antonio sulla busta come
garanzia per il contenuto: un gioco di prestigio in ogni sacchetto!
-
Sulla passerella di Milano Sfilate,all'apertura della sfilata di Enrico Coveri,
ha materializzato dal nulla Ivanka Trump, figlia del multimiliardario americano
Donald Trump.
-
Dopo il libro, uscito a dicembre 2008, in cui racconta la storia della magia
attraverso i più grandi maghi di tutti i tempi, nell’autunno 2009 pubblica il
romanzo per ragazzi "L'Illusionista - Nasha Blaze e il mondo segreto",
il primo di 4 libri dedicati al piccolo illusionista Nasha Blaze (Nasha Blaze e
il venditore di lunari – Nasha Blaze nella bottega dei prodigi – Nasha e il
mondo segreto - Nasha e la pietra
dell’eloquenza).
Intervista
Com’è
nata la tua passione per la magia.
Che
bella domanda, Gianfranco. E’ una domanda che accomuna tutti i prestigiatori
del mondo e sono sicuro che tutti risponderebbero in modo falso, nel senso che
direbbero che già a 5 anni facevano i primi esperimenti. Invece nel mio caso
non è assolutamente così. La mia passione per la magia è nata coerentemente
con quella che è la mia passione per l’incanto, perché io
fino a 16 anni non c’avevo mai neanche pensato di prendere in
considerazione l’illusionismo, la magia come qualcosa della mia vita.
Nonostante non sapessi che mio nonno faceva collezione di libri di magia bianca,
libri antichi trovati nei mercatini dell’antiquariato, che parlavano appunto
di trucchi, illusioni e di quant’altro. Quando lui scomparve io avevo 16 anni
e facevo il pianista classico, quindi la mia aspirazione era tutt’altra.
Trovai tra le sue cose quei libri e aprendoli, guardando le illustrazioni
all’interno, facendomi affascinare
dalla terminologia che poi era scritto in inglese, in tedesco e francese, mentre
in italiano non c’era nulla. Mi sono trovato catapultato in qualcosa che non
è più possibile definire come una passione, ma è diventato
automaticamente quello che era il mio modo di vivere, cioè il modo di vivere
l’incanto, la magia. Così ho scoperto di essere 24 ore su 24
un’illusionista, ma non nel senso negativo che crea illusioni o falsità. Creo
degli incanti perché mi piace vedere lo stupore delle persone.
Come
ricordi il debutto?
Il
debutto non ho mai capito quando è avvenuto. Agli inizi, quando scoprii che
potevo effettivamente mettere in pratica quanto i libri raccontavano, tra tante
traversie e tanti incontro fortunati della mia vita, ho conosciuto illusionisti
e professionisti che mi hanno aperto strade, ultimo dei quali David Copperfild,
che per me si è rivelato pure un grande amico. Il debutto lo ricordo in modo
confuso. Le prime volte sulle cassette della frutta rovesciate, che si usavano
una volta per fare i palcoscenici improvvisati, nei vari festival di paese. Però
ricordo che già qualche sentore
più forte c’era nei villaggi turistici. Ricordo che misi su una macchinina, andavo in giro nel sud, fermandomi nei vari villaggi
turistici per proporre le mie illusioni che allora erano basate sulla mia abilità
manuale, che aveva la fortuna di essere tra l’altro sostenute dalla mia abilità
pianistica, per cui era un vantaggio per quanto riguardava la manipolazione
delle carte. Poi facevo qualche prima illusione un po’ più grande, che mi piaceva fare e che consisteva
nella sparizione da un baule, chiuso e sigillato dal pubblico. Però, secondo
me, il debutto vero e proprio, è avvenuto con “Striscia la notizia”. Perché
nel momento in cui ti rapporti con 12 milioni di persone, allora ti metti
veramente in gioco, in discussione e quello che fai diventa qualcosa di vero se
queste persone rispondono ad unisono. Un periodo particolare di lazzi e scherzi
con “Striscia” ma abbiamo fatto le cose sul serio tutti. Sia loro a darmi lo
spazio il sabato fisso, che per le famiglie è bellissimo e importantissimo,
come lo è per me, sia per me che ogni anno ho creato un appuntamento importante
in questo periodo tra l’altro, riesumando i grandi classici di Houdini, dalla
“Fuga dalla terra” alla “Pagoda della morte”, alla “Fuga alla
Cascata”, al”Sepolto vivo”, a
“L’appeso” dell’anno scorso. Quest’anno, ne hanno gia parlato i
giornali e tv, sto lavorando su questo progetto gigantesco sulla sparizione
della torre di Pisa. Quindi in fin dei conti, il debutto c’è ogni volta che
fai una cosa nuova, uno spettacolo nuovo. Ogni nuova impresa, ogni nuova
illusione, c’è un debutto.
I
tuoi genitori cosa pensano della tua scelta professionale?
Loro
sanno che la mia non è una scelta, loro sanno che io ho seguito semplicemente
quello che la vita mi ha portato a fare. Mio padre del resto aveva una grande
passione per il cinema. Questo l’ho scoperto da pochi anni, trovando dei suoi
film in bianco e nero che aveva lavorato come attore, anche come co -
protagonista, in alcuni film storici, girati a Cinecittà, tra cui “Morgan il
pirata” - Le fatiche di Ercole” a cose del genere. Quindi aveva un passato
che a oggi non gli poteva permettere di dirmi che il mondo dello spettacolo è
un mondo pericoloso. Mia madre invece che viveva una vita semplicissima, era
insegnante di Lettere, non ha mai capito perché io abbia, tra virgolette,
lasciato il pianoforte, che poi invece è rimasto un mio compagno di viaggio e
tutt’oggi è il motivo per stare insieme ad amici e fare concerti ogni tanto,
come ho fatto con Claudio Baglioni. Molto spesso con lui dividiamo il
palcoscenico. E’ comunque un’accettazione tacita e anche incantata, perché
a loro è stata data la grande capacità di dare libertà massima su quello che
era il loro figlio e credo che il risultato di questi anni li abbiano ripagati.
A me fa piacere che anche loro il sabato sera guardano la televisione, perché
mi vedono forse più in televisione che dal vivo (risata).
Il
complimento più bello che hai ricevuto?
E’
stato in II° Liceo Classico, quindi 20 anni fa, perché un mio compagno di
banco, quando mi vide fare i miei primi esperimenti magici con le carte e tipo
la manipolazione delle sigarette, allora un po’ impacciato visto che io non
fumavo, però facevo sparire le sigarette degli altri, mi portavo avanti con la
campagna contro il fumo (risata), mi guardò, sapendo che avevo un futuro da
pianista e che facevo molti concerti,
mi disse:”Tu nella vita potrai fare di tutto, ma non fare mai il mago”. E
questo è il complimento più bello perché a oggi mi trovo ad essere
un’illusionista che ha lavorato non solo a Las Vegas, ma che in Italia è il
punto di riferimento per tanti ragazzi, ragazzini e famiglie che mi guardano in
televisione. Quindi i complimenti di questo genere sono sempre ben apprezzati.
Le critiche portano sempre qualcosa di fantastico.
A
chi vorrebbe avvicinarsi al mondo della magia, che consigli daresti?
Di
essere molto da molto affamati di quello che è la curiosità, la novità e di
non fermarsi a pensare che se si trova un catalogo che vende oggetti magici su
internet o trucchi che, fra l’altro, sono costosissimi, sia quella la magia.
La magia è ciò che si riesce a costruire intorno a noi stessi, all’incanto
che noi portiamo e quindi di essere molto attenti a tutte le forme di
spettacolo. Essere affamati di cose nuove non relative al mondo della magia, ma
relative al mondo in generale. E poi trasformarle con una visione magica in
quello che vogliamo. Sicuramente l’immaginifico di tutti, ed è anche questo
il motivo per cui ho cominciato a scrivere libri per ragazzi, è stimolato dalla
magia, ma da quella vera, da quella in cui, come i miei personaggi sui libri, sanno di poter usare, ma non sanno usare benissimo. Quella
magia in realtà è soltanto la trasposizione del mondo che ci sta intorno,
perché ogni giorno ci svegliamo e non ci accorgiamo più di milioni di cose
importantissime. Quindi diamo per scontato che nel cielo ci sia una palla di
fuoco che ci riscaldi e non ci poniamo il problema se ha dei fini nascosti, se
ha un ferro da qualche parte che la tiene su, perché sappiamo che questo non
accade, ma non ci poniamo il problema del fatto di come sta su. Le tesi
scientifiche, astronomiche e astro fisiche, non ci danno una spiegazione tecnica
di questo, ci danno solo una spiegazione fisica. Come il fatto che ad ogni
primavera assistiamo alla riproduzione nuova di foglie, poi di fiori e poi di
frutti. Lo diamo per scontato, invece è un incanto, la meraviglia che si ripete
e il fatto che si ripete è un bis che la natura ci concede. La magia vera è lì
intorno, però non riusciamo a vederla. Quindi penso che il compito
dell’illusionista sia proprio quello, tramite il palcoscenico, i libri o il
racconto, pur di portare l’accento su quanto sia incredibile il mondo.
Ho
scoperto fra l’altro che tu sei anche scrittore.
Hai
fatto una scoperta di cui vado molto fiero, Gianfranco. Mio nonno scriveva per
Mondadori ed io ho sempre sognato di portare avanti questa parte di vita e
quando 4 anni fa, la Piemme mi ha dato la possibilità di portare avanti una
storia, con tanto di carta bianca, invece di fare come tanti personaggi
televisivi che poi giocano sul momento e si inventano un racconto sulla loro
vita presuntuosamente o magari storie della magia legate a me o la storia del
calcio, oppure il libro del comico. Io ho detto che voglio scrivere un libro per
ragazzi. La Piemme mi disse:”Attenzione, questo tipo di libro, non paga. Non
ci sono questi grandi introiti”. Ed io ho risposto loro.”A me non importa
niente degli introiti, mi importa il senso che questo ha, cioè scrivere di
magia per ragazzi. Questa storia è una cosa che avevo gia nella testa e parla
di Nasha Blaze, che è il mio personaggio, un ragazzino di 14 anni, di colore,
nato a Zanzibar che si trova ad essere un’illusionista suo malgrado, perché
lui è veramente un mago ma non può usarle tutte le arti magiche nella vita.
Quindi si spaccia per illusionista per poter fronteggiare il problema di non
dimostrare di essere un mago.
Questo gli creerà altri problemi perché dietro tutti i suoi poteri, c’è un
mondo incredibile di combattimenti, di incantesimi, di cattivi che si spostano
da un mondo all’altro, di sogni non sognati e tutto un mondo particolare che
è stato sviluppato in quattro libri. Gli altri tre che sono usciti sono andati
molto bene e sono stati tradotti in varie lingue e adesso li posso leggere anche
in Olanda, in Belgio, in Russia, in Brasile, in Ungheria e in Grecia. Adesso sta
uscendo il quarto, che è il capitolo fondamentale, perché da questo ultimo
libro uno può imparare anche la storia degli altri tre. La storia è unica e ha
un fil rouge unico chiaramente. Credo che questo sia quello più vicino alla mia
realtà, perché è completamente ambientato in un teatro con questo ragazzino
di 14 anni che si trova a mettere in video uno spettacolo di magia con i pro e i
contro dei propri limiti che ci sono.
Parliamo
di Roma. Com’è il tuo rapporto con la capitale?
Io
ho vissuto a Roma per due anni, perché ho un grande produttore teatrale, Franco
Marchini e che allora era anche direttore della Versiliana. Con lui e Franco
Ghizzo, che era il proprietario del teatro Nuovo di Milano, riuscimmo a mettere
in video uno spettacolo incredibile, per un ragazzo di 25 anni, che era “Il
magico mondo di Antonio Casanova”. Ho vissuto due bellissimi anni a Roma e
ricordo benissimo quando prendevo il 60 da Montesacro, perché vivevo lì, altra
cosa che mi accomuna Claudio Baglioni, e andavo a Cinecittà per fare le prove.
C’era una scena tecnica dove, con il freddo e il gelo ci scaldavamo con le
stufe a gas e ci intossicavamo. Poi avevamo danza e recitazione come coreografia
per lo spettacolo. E’ stato un periodo straordinario e che ricordo con molto
piacere. Roma ha significato anche molti viaggi in Vespa, d’inverno e quindi
con il freddo, per andare da una parte all’altra della città. Ricordo i
bomboloni e la torta sacher mangiata da Giolitti o lungo la strada a ponte
Bianco, vicino a Monteverde e questo era tutto il mondo romano che io ho
conosciuto e frequentato in quel periodo. Ho conosciuto personaggi eccezionali,
come un tale Roberto Lucifero, un eccezionale creatore di illusioni visive sul
muro, che mi ha dato la possibilità di esibirmi in molte attività particolari,
tipo feste segrete nei giardini romani. Ho visto una Roma che forse molti non
vedono. E questo mi ha lasciato un senso di incanto eccezionale. Però non
vivrei mai più a Roma, perché questa città ha troppo il senso dell’incanto
in se stesso. Quando uno si alza a Roma vede il mondo in un altro modo, si ferma
ad osservare tutte le sue meraviglie e intanto non fa niente. Roma è un po’
come una maga Circe, quindi bisogna starci lontana (risata). Ti pietrifica, ti
lascia a bocca aperta e stai lì immobile, invece c’è bisogno muoversi, di
correre, di fare moto.
Come
ti sei trovato con la cucina romana?
Sono
ingrassato, infatti quello l’ho pagato dopo anni di palestra. Anche lì ci
sono alcuni ristoranti pericolosissimi, dove si mangia molto bene tipo dal
Matriciano, a Dante che è vicino a piazza Mazzini. Roma è una specie di grande
girone dantesco, dove tu puoi peccare in tutto, dalla accidia alla gola. Roma in
questo senso è molto pericolosa.
Un
angolo di Roma che ti è rimasto impresso?
Un
angolo di Roma che per me è bellissimo e interessante, perché più che altro
mi ha sempre stimolato un illusione e che prima o poi, se riuscirò a portare a
termine la famosa sparizione della torre di Pisa, è Trinità dei Monti. Questo
posto ha una scalinata particolare, magica, che ti permette di guardare la
piazza, la fontana della Barcaccia e tutto intorno e pensare:” Ma come sarebbe
se riuscissi a fare comparire qualcosa che qui non può entrare?”. Questa
piazza è molto chiusa in realtà e ci si accede solo a piedi o appunto dalla
scalinata. Questo sembra un luogo che sembra non poter essere toccato dal nulla.
Ho sempre immaginato di poter far comparire un oggetto gigantesco lì dentro.
Quest’anno ho aperto “Striscia la notizia” facendo comparire un elicottero
dal nulla, sotto gli occhi di mille persone che guardavano attonite. Non è
escluso che prenda in considerazione di far comparire qualcosa di gigantesco,
anche una imbarcazione dentro piazza di Spagna. Mi piacerebbe molto.
Con
i romani vai d’accordo?
Molto
bene. Ho tantissimi amici a Roma, primo fra tutti Claudio Baglioni. Poi molte
persone che mi hanno aiutato negli effetti speciali, quando lavoravo a Cinecittà,
che sono da Franco Sabelli in avanti, che poi ha avuto anche il David di
Donatello per gli effetti speciali. Tutte persone molto dirette, belle,
schiette, capaci di grande inventiva. Forse è anche per questo che Roma è
sempre stata il fulcro del cinema, perché c’è creatività dietro.
Ultimamente sono stato avvicinato da un parco giochi che è nato a Roma, che è
Magic Rainbow, dove ho scoperto che ci sono tante persone, tanti amici di
Cinecittà che stanno lavorando all’allestimento del parco. Ho in mente, se
tutto va bene, di trasferirmi in quel parco con un teatro mio. E’ un mio sogno
nel cassetto.