Benedicta Boccoli (attrice e showgirl)        Alghero (Sassari) 28.2.2020

                         Intervista di Gianfranco Gramola

Il mio sogno è riuscire a realizzare delle cose, anche piccole, ma fatte bene. Io ho bisogno di stare dentro a dei contesti professionali, altrimenti mi viene l’orticaria.

 

Una scena dello spettacolo "Il test". Da sinistra Roberto Ciufoli, Benedicta Boccoli, Simone Colombari e Sarah Biacchi 

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Benedicta Boccoli è nata a Milano l’11novembre del 1966. Ha esordito giovanissima in televisione ma la sua carriera si è sviluppata prevalentemente come attrice teatrale. Ogni lunedì, in collaborazione con Massimiliano Giovanetti, scrive su Il Fatto Quotidiano, la rubrica “Cosa resterà”: si tratta del diario di una adolescente degli anni ottanta.

Cinema

Gli angeli di Borsellino (2003)Valzer ( 2007) - Dolce di latte ( 2014) - Ciao Brother  (2016)

Televisione

Tra i lavori televisivi citiamo: Pronto, chi gioca?- Pronto Topolino (1986) - Domenica In - Insieme a Brigitta Boccoli e a vari conduttori (dal 1987 al 1990) - Piacere Raiuno(dal 1990 al 1991) - Unomattina - Collegamenti esterni (1994) - Gelato al limone - con Massimiliano Pani (1995 e 1996) - Due come noi - Programma mattutino di TMC - Condotto insieme a Wilma De Angelis (1997) - Incantesimo (Serie TV) -  Reality Circus - Reality show di Canale 5 con Barbara d'Urso (2006/2007) - Cinquanta sfumature di Cioccolato Programma di cucina su Alice TV (dal 2013)

Fiction

Una donna per amico 3 (2001) - La Squadra (2003) - Incantesimo 8 (2005)

Teatro

Spirito Allegro (1992-1993) - Cantando Cantando (1994-1995) - Buonanotte Bettina (1995-1996-1997) - Can-Can – Musical (1998-1999) - Orfeo all'inferno (1999) - Polvere di stelle (2000-2001-2002) - Le Pillole d'Ercole (2002-2003-2004) - Anfitrione, di Plauto (2004) – Stalker (2004) - Pluto di Aristofane (2004) - Fiore di cactus (2004-2005-2006) - Prova a farmi ridere (2006) - La tempesta (2006) - Sunshine (2007-2008) - L'appartamento (2009-2010) - Vite private (2012-2013) -Incubi d'Amore (2014) - Crimini del cuore (2015) - Camera con vista (2016) - Fiore di cactus (2016) - Il più brutto week-end della nostra vita (2016) – Il test (2020)

Radio

Da febbraio 2008 ha trasmesso su RTL 102.5, la sera durante il weekend.

Dal maggio 2011 affianca Paolo Notari nella conduzione di Metrò, in onda in fascia notturna su Radio1 Rai. Da settembre 2011 fino a dicembre 2012 ha condotto con Paolo Notari il programma Check-in.

Figure, figurine, figuracce, scritto e diretto da Benedicta Boccoli, Rai Radio 1 (2013)

Trash Parade, con Marina La Rosa su Radio Domani (2014).

Intervista

Dal 4 al 22 marzo sei al Teatro della Cometa di Roma con lo spettacolo “IL TEST”. Mi racconti i temi che affronti nella commedia?

E’ un test spagnolo, una dark comedy, dove si fa un test. Preferisci cento mila euro adesso o un milione di euro fra  dieci anni? E si riuniscono quattro amici a cena, a casa di uno di loro, e nasce come un gioco. In questo gioco viene fuori tutto, vengono fuori le invidie, le corna e un sacco di cose, tirando fuori il peggio.  E’ una commedia  esilarante e graffiante.

E’ prevista una tournée?

Sono già in tournée, ora sono in Sardegna, ad Alghero.

Mi racconti com’è nata la tua passione per la recitazione?

Io nasco come ballerina, perché ho una  nonna ungherese che negli anni ’30 era una solista di tip tap in teatro e girava l’Europa facendo la ballerina. Io vedevo questa donna, molto carina, che ballava in cucina e mentre cucinava mi raccontava storie fantastiche. Diciamo che lei mi ha trasmesso la passione. Questa passione mi ha portata poi a fare la ballerina di fila a “Pronto chi gioca?” sulla Rai, con la regia di Gianni Boncompagni. Poi ho fatto la prima ballerina, ho fatto la televisione per tanti anni e dopo sono approdata a teatro. 

I tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Io sono nata borghese, quindi i miei genitori avevano un’aria distaccata e dissidente naturalmente. Quando a 18 anni ho detto a mio padre  che volevo fare la ballerina, lui si è messo a ridere e mi ha detto; “Va bene, ti do un anno di tempo. Fra un anno devi portare i soldi a casa”. Io dopo un anno sono riuscita a portare i soldi a casa.

Quali sono le tue ambizioni?

Io voglio fare le cose fatte bene. Detesto quest’epoca di pressapochismo, di gente inaffidabile. Ti faccio un esempio Gianfranco, così è più facile. Un giorno mi sono svegliata con l’idea di fare solo la regia di un cortometraggio, una piccola storia di cui ho scritto il testo. Ho chiamato delle persone per realizzarlo con  me e devo dire che si sono aperte molte strade. E’ arrivato Daniele Ciprì, che è uno dei migliori direttori della fotografia che abbiamo in Italia, è arrivato il cantautore Sergio Cammariere a fare le musiche, sono arrivati i tecnici da Palermo, da Napoli da Genova … tutto gratis. Ci siamo trovati a Roma e abbiamo realizzato questa cosa, con un amore, con un’euforia ed è venuto fuori un lavoro ben fatto. Io  ho ringraziato infinitamente tutti quanti. Il mio sogno è questo,  riuscire a realizzare delle cose, anche piccole, ma fatte bene. Io ho bisogno di stare dentro a dei contesti professionali, altrimenti mi viene l’orticaria.

Fai teatro, cinema, televisione e radio. In quali di questi ambienti ti senti più a tuo agio?

C’è una differenza di mezzo. Un attore cane in teatro fa il trombone e lo fa anche al cinema. Un attore bravo è uno che a teatro stringe il culo, scusa la volgarità, e arriva all’ultima fila sembrando naturale. Non c’è un ambiente che preferisco. Penso che bisogna adattarsi a ciò che si fa, all’ambiente dove si lavora.   

Prima di entrare in scena hai un rito scaramantico?

Si, faccio tre volte il segno della croce, ma non credo in Dio. E’ una mia contraddizione.

Com’è iniziata la tua collaborazione con Il Fatto Quotidiano?

Grazie ad un mio amico giornalista che ora non c’è più, che si chiamava Emiliano Liuzzi. Mi ha detto: “Tu devi scrivere un blog sul Fatto Quotidiano e le cose che racconti le devi mettere su carta, devi scriverle”. L’ho fatto e un giorno per caso ho fatto una lista di immagini degli anni ’80, come se fosse la lista della spesa. L’hanno pubblicata sul blog del Fatto e ha avuto ben 73 mila condivisioni su face book. Allora Marco Travaglio mi ha chiamato, visto che avevo fatto il botto, chiedendomi di inventarmi una rubrica sugli anni ’80, che poi è diventata anche anni ’90, per il giornale cartaceo. Io ho risposto che non so se ero in grado, perché facevo l’attrice. Lui mi disse  scrivi delle cose e poi vediamo. Ho iniziato a scrivere dei monologhi teatrali, raccontando gli anni della mia adolescenza. Finora ho scritto 230 pezzi. Tutte le settimane è un incubo, un’ansia perché io devo consegnare il pezzo il mercoledì, quello che poi esce il lunedì. Ma la cosa pazzesca è che tutti i lunedì io devo inventarmi una storia, perché non è che racconti una notizia, ma racconti una storia inventata, oppure con degli spunti chiaramente miei personali, della mia vita. Ho un collaboratore che mi aiuta e che si chiama Massimiliano Giovanetti, un autore straordinario. Con lui ho lavorato anche in teatro. Io non sono giornalista e non amo confrontarmi con i giornalisti professionisti. Faccio pezzi di costume teatrale.

Sei la compagna dell’attore Maurizio Michele. A casa vi scambiate mai opinioni, critiche, consigli, suggerimenti sui vostri lavori?

Ammazza, continuamente. A volte siamo d’accordo, altre no, vediamo però il mondo dallo stesso punto di vista. Ci frequentiamo da 25 anni, abbiamo gli stessi gusti e ci conosciamo molto bene, però a volte possiamo non essere d’accordo.

Fra colleghe hai trovato più rivalità o complicità? 

Se devo entrare in competizione, sono più competitiva con gli uomini che con le colleghe. Le donne le perdono subito, gli uomini devo fare molta attenzione, perché ho paura che mi seguano.

Hai qualche rimpianto?

Rimpianto è pesante come parola. Forse avrei potuto fare magari altre cose, ma rimpianti proprio no.

Parliamo un po’ di Roma, Benedicta. Ho letto che sei nata a Milano …

Difatti un po’ di milanese ce l’ho ancora. Sono rimasta autoctona secondo me. Io amo molto Roma o meglio la detesto e la amo. Roma è una città piena di energia, una città incasinatissima. Ce l’ho dentro perché è piena di ricordi, soprattutto di Roma nord. Io sono di Roma nord, mi vesto da Roma nord, parlo da Roma nord (risata). Infatti quando devo fare dei personaggi che sono magari un pochino più popolari, dico: “Ecco, quella di Roma nord si deve cimentare in un personaggio popolare”. Quando ho fatto “Polvere di stelle”, nella parte che fu di Monica Vitti,  all’inizio è stata dura, perché mi dovevo scrollare di dosso delle cose che c’ho dalla nascita.

La Roma che ti piace?

Mi piace la Roma d’estate, perché la vivo bene, si svuota e quindi arrivo in centro in poco tempo. Mi piacciono molto i parchi, perché stacco il telefonino e mi faccio delle lunghe passeggiate. Poi mi piace corso Francia. Per me Roma è corso Francia (risata). Quando arrivo a corso Francia, dico: “Che bello, sono arrivata a casa”.

Cosa ti manca di Roma quando sei via per lavoro?

Il mio cane. Quando sono in tournée visito posti bellissimi e anche posti bruttissimi, però mi piace molto quando torno a casa mia. In realtà per fare le vacanze mi piace stare a Roma, perché la e vacanze le faccio soprattutto a Roma, perché il resto dell’anno sono in giro per l’Italia. Faccio anche dei viaggi, ma amo molto casa mia, il mio giardino, il mio cane, il mio cuscino, le mie cose e le mia abitudini. Mi manca proprio la cuccia. 

Roma può essere fonte di ispirazione per i tuoi spettacoli e per i tuoi pezzi sul Fatto Quotidiano?

Assolutamente si. Il cinema si è ispirato tantissimo a Roma. Roma e dintorni hanno  delle scenografie naturali meravigliose. Per i miei articoli è fonte d’ispirazione Roma, perché tutta la mia adolescenza io l’ho passata nella Città Eterna. Un paio di articoli li ho fatti su Milano ma in realtà gli altri articoli sono tutti su Roma … le discoteche, i ristoranti, le piazze e le feste romane.

Un paio di consigli alla sindaca Virginia Raggi?

Deve imparare a comunicare di più con il popolo romano, le cose che fa deve saperle comunicare, essere più populista. Dovrebbe comunicarle di più perché ci sono delle cose che scopri nel tempo e non le sa nessuno.

Perché il romanesco piace molto?

Perché l’ha raccontato il cinema. Noi nel mondo siamo noti  per Napoli e la sua lingua che è arrivata oltreoceano, la Sicilia è nota nel mondo per la mafia. Quindi noi siamo mandolino, pizza, pulcinella e mafia. Se tu vuoi vincere un Oscar e raccontare storie, devi attenerti a questo immaginario che il mondo ha di noi. La romanità piace perché è stata raccontata molto nei film, da Enrico Montesano a Aldo Fabrizi, Da Gigi Proietti a Enrico Brignano, ecc … Ma anche dalla commedia all’italiana di Steno, Monicelli e altri. Poi a Roma abbiamo Cinecittà.