Cecilia Gatto Trocchi (antropologa) Roma marzo 1998
Intervista di Gianfranco Gramola
Perseguitata
e minacciata dai satanisti
Cecilia
Gatto Trocchi (Roma,
19
giugno 1939
- Roma,
11
luglio 2005),
antropologa,
scrittrice e docente di antropologia
culturale
presso l'università di Chieti, l'università di Perugia e
nell'ultima parte della sua vita presso l'università "La Sapienza" e
l'università "Roma Tre", in cui è stata anche direttrice
dell'Osservatorio dei fenomeni magico - simbolici. Studiosa della magia e dell'esoterismo,
Cecilia Gatto Trocchi nella sua carriera ha portato alla luce tantissime
testimonianze sul mondo dell'occulto, che ha poi raccolto in volumi, libri,
articoli e contributi giornalistici. La sua vita di antropologa si e' divisa tra
le ricerche effettuate in Italia ed i viaggi in Africa, in America Latina, in
India, luoghi in cui ha potuto approfondire le tematiche magico - simboliche,
mitologie e rituali primitivi.
L'antropologa si e' suicidata l’11 luglio 2005 , nella sua abitazione romana
nel quartiere Colombo. L’ esperta di scienze esoteriche, celebre per le
posizioni assunte contro maghi e sette sataniche, si e' lanciata dal quinto
piano della scala interna della palazzina dove risiedeva da sola. La Trocchi,
segnata dal dolore della perdita del figlio Massimiliano Gatto, morto nel giugno
del 2003,
a causa di una leucemia fulminante, soffriva da tempo di depressione e aveva
già in precedenza tentato il suicidio.
Libri
pubblicati:
Leggende
e racconti popolari di Roma, 1982 - La magia, 1994 - Le sette in Italia, 1994 -
Viaggio nella magia. La cultura esoterica nell'Italia di oggi, 1996 - Nomadi
spirituali, 1998 - La
sorgente di Mnemosine. Memoria, cultura, racconto, 1998 - Etnie, miti, culture,
1999 - I nuovi movimenti religiosi, 2000 - Le muse in azione. Ricerche di antropologia dell'arte, 2001 - Affare magia. Ricerca su magia ed esoterismo in
Italia, 2001 - Storia
esoterica d'Italia, 2001 - Leggende e racconti popolari di Roma, 2002 - Civiltà
e culture. Lineamenti di antropologia, 2003 - Enciclopedia illustrata dei
simboli, 2004 - Sette sataniche e occultismo, 2005.
Ha
detto:
- Un
italiano su tre pensa che questi spiriti siano accanto a noi in ogni momento
della giornata. Stiamo assistendo a un vero e proprio ritorno di popolarità
degli esseri divini.
- Da
sempre i potenti hanno un padre spirituale al quale in altri tempi non solo
confessavano i propri peccati, ma a cui chiedevano soprattutto una parola
di consiglio e di saggezza.
- Nella
nostra società non esistono più i punti di riferimento tradizionali. Sono
stati fatti a pezzi da gran parte dell’élite culturale e intellettuale.
- Negli
ultimi anni vedo un peggioramento, non tanto come numero di credenti nella
magia, quanto per la diffusione capillare. E in più c’è la magia del fai da
te, quella che si trova su internet.
- Non
esiste un mago bravo. Non funzionano chili di amuleti se non guardo la strada
quando attraverso. Alcuni sedicenti
maghi sono abili nel capire il paziente designato, conoscono bene la
psiche e sanno che il 3 – 4 per
cento, può essere catturato.
Curiosità
- Era
conosciuta dal grande pubblico per le sue frequenti apparizioni televisive
soprattutto su Raiuno, a Porta a Porta, e in precedenza a Mediaset, al Maurizio
Costanzo Show, come esperta anti-sette. Autrice di numerose pubblicazioni (la
nota enciclopedia illustrata dei simboli), ha insegnato antropologia culturale
presso l'Università di Chieti, Perugia e ultimamente Roma Tre.
-
Ha
collaborato con il Cicap,
sia con contributi alle pubblicazioni, sia con la partecipazione a convegni:
quello del 1992
a Saint-Vincent
intitolato Euroskeptics e quello di Roma
del 1996
(Millenarism).
- Nel
novembre 1999, si è trovata il messaggio di morte nel giardino: qualcuno aveva
lanciato oltre il cancello un pollo con il collo spezzato. Da una zampa del
pennuto penzolava un nastro rosso alle cui estremità erano legati il disegno di
un demone, un teschio in miniatura e un foglio con su scritta la maledizione.
Intervista
Cecilia
è nella sua bella casa romana di via Eusebio Chini 69,
a pochi passi da piazza dei Navigatori (quartiere Colombo).
Tu
sei monticiana. Come ricordi questo rione in cui hai passato la gioventù?
Si!
Sono “monticiana”, quindi mi sento legata a questo rione, quello dell’aria
fina, si diceva (risata).Era molto bello, perché passavano poche macchine,
poi stavamo sempre a colle Oppio, questo grande parco, vicino al Colosseo, sopra
la tomba di Nerone. Per noi ragazzini, Nerone era un personaggio misterioso,
pacioccone che aveva questa grande villa circolare. Ricordo che andavamo in
questo parco per vedere le stagioni, cioè l’autunno con le foglie rossicce,
l’inverno tutto grullo, la primavera in fiore e l’estate calda, bella e
piena di sole.
E’
cambiato molto quel posto?
Le
stagioni sono completamente sfasate, quindi a colle Oppio ci vado meno. Il
traffico, beh, quello è peggiorato molto, con tutto lo smog che rovina i
monumenti e ammala le persone. Colle Oppio è una piccola oasi, però di notte
è molto bello. Diciamo che Roma è
praticabile sempre più tardi della notte. Dopo mezzanotte, alle prime luci
dell’alba.
Com’è
il tuo rapporto con Roma?
E’
di amore profondo e di grande dispiacere per il massacro di questa stupenda città
da parte dei suoi abitanti. Roma non deve essere solo la capitale d’Italia,
Roma è Caput Mundi.
Roma,
che sensazioni ti regala?
Tutte!
Amore, odio, entusiasmo, passività, disperazione (nel traffico) e speranza.
E’ bellissima d’agosto, vuota, imperiale, mitica e solenne.
Di
Roma cosa odi?
I
non romani che l’hanno invasa, massacrandola e rovinandola.
Viceversa,
cosa ami di Roma?
Amo
il fatto che sia una città viva, che respira, che si muove per tutte le piazze,
per tutte le vie. E’ una specie di grande madre matrona, addormentata che
respira.
Ma
Roma è o era la città più bella del mondo?
Roma
è una città metafisica, come Gerusalemme. “Bella” è una qualità
insufficiente. Roma è la patria del cuore e chi l’ha rovinata accerchiandola
con le borgate, del centrosinistra (anni ’70 –’80) è degno di morte.
Ami
la cucina romana?
La
cucina romana è finita, Gianfranco.Si poteva ancora gustare negli anni ’60.
Oggi c’è il fast food. Si può andare però da Cesaretto, in via della Vite a
piangere con lui del passato.
"C’era una volta tutto quel che c’era".
So
che ami il poeta G.G.Belli. A parte lui, c’è un altro poeta che apprezzi?
Si
sa che il Belli ha eretto un monumento alla plebe di Roma ed è sicuramente il
più grande poeta dialettale romano. Anche Trilussa come poeta è stato molto
bravo e Pasolini come scrittore, ma ci sono stati anche molti pittori che hanno
descritto molto bene Roma.
Quali
sono i pregi e i difetti dei romani, Cecilia?
Tutti
sappiamo che di romani veri ce ne sono molto pochi, perché s’è tutto un
po’ imbastardito, anche con il cinema che fa vedere un finto romano. Il romano
è bonario ma con le battute taglienti, profondamente non coinvolto, diciamo
menefreghista.
In
quale periodo della storia di Roma ti sarebbe piaciuto vivere?
L’ho
scritto in “Storie e luoghi segreti di Roma” (Newton Compton) nel racconto
“Il dono di Mnemosine”. E’ la fine del II° secolo d.C., sotto Marco
Aurelio. La donna è Cecilia
Secondina, iniziata ai misteri orfici e al cristianesimo.
Un
consiglio da dare al sindaco Rutelli per migliorare Roma?
A
Rutelli? Che ascolti ancora di più il Papa, perché gli unici che sono riusciti
a tenere insieme questa disgraziata città dopo la caduta dell’Impero Romano,
sono stati i Papi. Nel bene e nel male.
Un
consiglio ai romani?
Non
massacrate la vostra città e non permettete che gli altri la
distruggano sporcandola, imbrattandola e mancandole di rispetto. Difenderla,
insomma. Vedo che all’estero ognuno difende la propria città.
Un
consiglio ai turisti che invaderanno Roma per il giubileo?
Passare
per Roma in punta di piedi.
Un
consiglio in generale?
Lassatece
in pace! (risata) Andate via tutti. Roma deve avere solo un milione di
abitanti, quelli extra, via, a casa loro.
Quando
torni a Roma dopo una lunga assenza, cosa provi?
Vado
immediatamente a piazza Navona a mangiarmi un gelato che si chiama
“tartufo”. E’ una cosa più forte di me. Poi il gelato è ancora più
buono mangiato a piazza Navona, in questa splendida piazza che mi regala sempre
molte emozioni. Piazza Navona è la zona in cui amo rifugiarmi anche nei momenti
liberi, se riesco ad alzarmi alle otto di mattina, mentre in inverno o verso
aprile preferisco il Palatino e villa Celimontana in ottobre. Roma è così
“bona” per tutte le stagioni. In agosto, come ti ho detto prima, è
perfetta.
E’ appena uscito il tuo libro”Viaggio
nella magia”: Me lo puoi brevemente descrivere?
E’
una viaggio tra maghi e stregoni, veggenti e capi carismatici d’Italia. Sono
disincantata e prendo il tutto con ironia. Leggere per credere.