Chiara
Becchimanzi (attrice, regista e autrice)
Roma 29.4.2019
Intervista di
Gianfranco Gramola
La
cosa più emozionante che succede ogni volta che vado in scena con Principesse
è che il pubblico mi scrive ringraziandomi, condividendo con me le sue
riflessioni e il suo percorso di vita, confidandosi e aprendosi, quasi che con
lo spettacolo io abbia innescato un canale di comunicazione speciale e
privilegiato.
Chiara
Becchimanzi è attrice, autrice, regista, stand up comédienne. Nel 2009 si
laurea all’Università La Sapienza – Laurea Magistrale in Saperi e Tecniche
dello Spettacolo (Tesi in Antropologia Teatrale). Nel 2007 si Diploma in
Recitazione, Regia e Sceneggiatura all’Accademia Internazionale di Teatro di
Roma diretta da Silvia Marcotullio. Nel 2011 frequenta l’Accademia di
Doppiaggio diretta da Roberto Pedicini e Christian Iansante. Premio Migliore
Attrice Giovane Maschera d’oro di Vicenza 2017, Premio Comedy al Roma Fringe
2016, Coppa Solinas al Roma Comic Off 2017, tra le 100 eccellenze creative del
Lazio 2018.
Dal
2008 al 2010 lavora come attrice protagonista per le produzioni delle Compagnie
Circo a Vapore (diretta da Silvia Marcotullio, 2008-2009), Teatro della Luce e
dell’Ombra (diretta da Gennaro Duccilli, 2009), La Città Invisibile (diretta
da Cinzia Mela, 2009-2010).
Nel
2010 fonda la Compagnia Valdrada, all’interno della quale lavora come attrice,
autrice, regista e project manager, curando drammaturgia e regia degli
spettacoli “Tu, uomo!” (Premio Short 2010), “Baccanti” (Miglior
spettacolo e miglior regia Rota in Festival, Festival di Fasano, Festival Paolo
Dego), “MXM” (primo adattamento nazionale da “Doppia Menzogna” di
W.Shakespeare), “Sogno di un mattino d’inverno” (spettacolo di Teatro
Ragazzi), “Dionisiaca – opera buffonesca” (progetto primo in graduatoria
per l’assegnazione contributi spettacolo dal vivo Regione Lazio 2016). Nel
2016 scrive, dirige e interpreta “Principesse e Sfumature”, spettacolo
selezionato, tra gli altri, dall’Ordine degli Psicologi del Lazio per il
Festival di Psicologia e dal Collettivo Chayn per i Diritti delle Donne, e
inserito nel Volume “100 storie di creatività del Lazio” 2018. .
Nel
2018 scrive, dirige e interpreta “Epic Fail#1_PreCario Diario” e “Epic
Fail#2_Di Altri Demoni”, progetto secondo in graduatoria per l’assegnazione
dei contributi spettacolo dal vivo Regione Lazio 2018). Scrive, dirige e
interpreta nel 2018 anche “Girls Just Wanna Have…???”, secondo monologo
comico a tema femminile, che debutta nella rassegna “Teatri d’Arrembaggio
2018”. Nel 2019 debutta col terzo monologo da lei scritto e diretto, “Fearless”,
al Teatro Tognazzi. Dal 2017 si affaccia al mondo della Stand Up Comedy, grazie
ai numerosi laboratori comici della capitale.
Dal
2012 è inoltre attrice per la Compagnia Internazionale Ondadurto Teatro, nelle
produzioni di teatro urbano (tecnica performativa che mescola sapientemente
teatro, circo, acrobatica, e grandi scenografie in movimento) “Felliniana”
– “C’era una volta” – “Café Europa”, sinora rappresentate, oltre
che in Italia, in Germania, Francia, Spagna, Isole Canarie, Danimarca, Polonia,
Romania, Croazia, Inghilterra, Russia, Austria, Cile, Messico. Si occupa inoltre
di progettazione e organizzazione di manifestazioni culturali realizzate con il
sostegno istituzionale, con una particolare attenzione alle periferie difficili.
(Roma Capitale, Regione Lazio, Provincia di Latina, Comune di Minturno, Comune
di Lipari, Comune di Messina). Vicepresidente dell’Associazione TdL, che
gestisce il Teatro del Lido Pubblico e Partecipato.
Attrice
nel cortometraggio solidale Voce, diretto da Matteo Delai, con Alessandro Haber,
Ciro Scalera e Francesca Antonelli.
Intervista
Hai
appena finito di recitare nello spettacolo “Principesse e sfumature – lei,
lui & noialtre”. Di cosa parlava?
Lo
spettacolo è il racconto di psicoterapia assolutamente comica (la mia!) , che
si snoda attraverso i concetti di sottomissione femminile, relazione, sensualità
e sessualità, incomunicabilità e stereotipi, senza mai prendersi troppo sul
serio e con una grande attenzione al gioco teatrale. Mescolo Satira, stand up
comedy, clownerie e virtuosismi comici, senza dimenticare una bella analisi del
testo dell'hard harmony del terzo millennio, 50 sfumature di grigio. È un
viaggio per tutti e tutte: per le donne, naturalmente, perché si riconosceranno
in una o più tappe; per gli uomini, perché impareranno un sacco di cose senza
sentirsi troppo giudicati. Perché di riflettere c'è bisogno, ma se si riflette
ridendo si riflette meglio!
Il
14-15 maggio sei al Tor Bella Monaca con “Fearless”. Cosa racconti nel tuo
nuovo spettacolo?
Fearless è il sequel di Principesse:
proseguo la riflessione e la approfondisco in una sensuale, emozionante e
soprattutto autoironica terapia di gruppo, per cercare di capire,
tutt’insieme, cosa diavolo è che vogliono le donne, e se sia poi così
diverso da quello che vogliono gli uomini. Per poi gridarlo a gran voce: senza
paura. “Fearless” fonde Stand Up Comedy, musica, satira e teatro in un
viaggio trascinante, per smontare i tabù sessuali e sentimentali che ancora ci
ingabbiano uno per uno, in un processo liberatorio ed esilarante che non lascerà
nessuno/a escluso/a. Un’esperienza di grande condivisione teatrale, arricchita
dalle chitarre di Alessio Righi, compagne di viaggio fondamentali per un flusso
di coscienza i cui risvolti non sono mai quello che sembrano.
Quali
sono i tuoi progetti estivi? Vacanze o teatro?
Magari
vacanze! No, ovviamente spero di lavorare il più possibile: sono in un momento
di grande spinta professionale, quindi più date piazzo meglio è! Ho alcuni
progetti già fissati naturalmente: cureró come ogni anno, insieme al team
Valdrada (che è la compagnia teatrale/associazione culturale che ho fondato
insieme a Giulia Vanni e Monika Fabrizi nel 2010), la quarta edizione della
manifestazione "Teatri d'arrembaggio", rassegna multidisciplinare
gratuita nel cortile del Teatro del Lido di Ostia: da fine luglio a fine agosto,
5 weekend di spettacoli e laboratori promossi da Roma Capitale (Estate Romana).
Durante uno dei weekend andrà in scena anche "Precario Diario", una
nostra folle produzione che racconta la tragicomica epopea di 4 lavoratrici
precarie. L'estate è anche il momento in cui mi unisco all'altro pezzo del mio
cuore lavorativo: Ondadurto Teatro, la compagnia internazionale che porta in
tutto il mondo l'eccellenza del teatro urbano italiano. Per quanto riguarda i
prossimi appuntamenti con i miei spettacoli da "solista", andrò in
scena il 3 maggio al WeGil di Roma, l'11 maggio a Pescara per i Cantieri
Adriatici e il 14 e 15 maggio al Teatro Tor Bella Monaca.
Com’è
nata la passione per lo spettacolo? hai degli artisti in famiglia?
Considera
che mi hanno nutrito a pane, Eduardo e Totó... Ho origini napoletane e sono
cresciuta in una famiglia estremamente sensibile all'arte in tutte le sue forme
(teatro, cinema, arti visive, musica). In effetti ho iniziato con il mio papà:
la mia prima volta su un vero e proprio palco risale a quando avevo 16 anni, e
interpretavo Viola in "Uomo e Galantuomo" con l'Improvvisata
Compagnia, team amatoriale di cui faceva parte anche papà. Colpo di fulmine con
il palcoscenico: da allora non sono praticamente mai scesa.
Ha
mai pensato ad un nome d’arte?
Onestamente
no!
Quali
erano i tuoi idoli da ragazza?
Ehi,
io sono ancora una ragazza! A parte gli scherzi, quanto tempo ho? Dunque: tutti
i grandi attori e le grandi attrici della compagnia De Filippo, Totó e Peppino,
ovviamente La Smorfia e il Trio, quindi la straordinaria Anna Marchesini; ma
anche Monica Vitti, i/le protagonisti/le delle prime straordinarie commedie
all'italiana (Matrimonio e Divorzio all'italiana, I soliti ignoti, Amici miei) e
delle storiche pellicole comiche U.S.A... Fino ad arrivare alla satira italiana
della Dandini, dei Guzzanti e della Gialappa's. Insomma, grazie alla mia mamma,
ai miei studi universitari, e agli anni 90 in cui sono cresciuta, ho un bel
bagaglio di stimoli a cui attingere!
Cosa
sognavi di fare da grande?
Di
scrivere, e di stare sul palco. Direi che sto a posto quindi!
I
tuoi genitori che futuro speravano per te? Che lavoro fanno?
Credo
che i miei genitori sperassero in un futuro semplicemente felice! Siamo una
famiglia molto unita, che ha risposto alle tempeste senza ammainare le vele. Una
di queste tempeste ha portato i miei genitori a
cambiare lavoro: dal 2013 gestiscono il Teatro Tognazzi di Velletri, di cui mio
padre è il direttore artistico e mia madre la responsabile matinée. Siamo una
famiglia teatrale insomma!
Qual
è stata la tua più gran soddisfazione artistica?
Non
sono molto incline a individuare gli "uno su tutti", nel bene e nel
male. Questo mestiere è fatto di sassolini, di semi di varie misure, ognuno dei
quali ha risvolti inaspettati ... Di soddisfazioni artistiche ne ho collezionate
tante : portare Principesse in giro per 4 anni di fila e constatare come
funzioni sempre, in qualsiasi situazione ; poter dire la mia sugli stereotipi di
genere dal palco della manifestazione Anpi per la liberazione lo scorso 25
aprile, davanti a una folla di migliaia di persone; girare il mondo con
Ondadurto Teatro, attraversando l'oceano...
E
delusione?
È
difficile individuare una grande delusione. La strada dell'arte performativa
è tortuosa, e non sempre si incontrano la serietà e la professionalità che
vorremmo. Ma fa parte del gioco, e volenti o nolenti ci dobbiamo fare i conti,
ed elaborare strategie di sopravvivenza piuttosto che pensare alle delusioni. Certo,
si potrebbe per esempio riformare il sistema legislativo e corroborare i fondi
per gli artisti emergenti...c'è tanto fermento fuori dai circuiti istituzionali
- un fermento che viene quasi sempre ignorato dai Gotha del teatro e dell'arte.
Chiara Becchimanzi (foto di Matteo Abati)
Il
mondo dello spettacolo era come te lo immaginavi o ti ha deluso?
Ho
imparato a capirne le logiche pian piano, e a costruirmi una nicchia comoda.
Tuttavia, per noi artisti/e indipendenti è davvero arduo costruire una
sostenibilità economica: la tassazione scellerata, le esigenze dei teatri
privati, il totale abbandono istituzionale rischiano di radere al suolo
l'impulso creativo e imprenditoriale della mia generazione. Uno dei nostri
spettacoli, Precario diario, parla proprio di questo.
Il
complimento più bello che hai ricevuto?
La
cosa più emozionante che succede ogni volta che vado in scena con Principesse
è che il pubblico mi scrive ringraziandomi, condividendo con me le sue
riflessioni e il suo percorso di vita, confidandosi e aprendosi, quasi che con
lo spettacolo io abbia innescato un canale di comunicazione speciale e
privilegiato. È questo il più bel complimento, anche se implicito. E poi
qualche paragone illustre, anche troppo : talmente illustre che è meglio se non
te lo dico che mi vergogno.
Hai
mai avuto qualche fan un po’ troppo invadente?
No.
Quali
sono le tue ambizioni?
Continuare
a girare i palchi d'Italia e del mondo con agio, soddisfazione e sostenibilità
economica!
Hai
mai fatto delle gaffe? Ne puoi raccontare una spiritosa?
Io
sono una pasticciona, talvolta goffa. Spesso inciampo, faccio cadere le cose...
Per esempio una volta al Liceo caddi davanti a tutta l'assemblea di Istituto, mi
sono fatta una scalinata intera rimbalzando sul sedere. Un evento che mi ha
segnata dentro!
Prima
di entrare in scena, molti artisti hanno dei riti scaramantici. Qual
è il tuo?
Il
trucco sicuramente. Lo uso come rituale, ci metto una vita, in realtà è una
pratica yoga per rilassarmi.
Hai
un sassolino nelle scarpe che vorresti toglierti?
Grandi
teatri, grandi direttori, grandi circuiti, grandi registi: svecchiatevi,
apritevi, levatevi lo stucco di dosso e guardate al sottobosco del teatro
emergente prendendovi il rischio di investirci qualcosa!
Quando
non lavori, curi degli passioni, degli hobby? Fai collezioni?
Leggo
avidamente. E vado a cavallo - cosa che adoro e che ho scoperto recentemente.
Chi
e cosa porteresti con te su un’isola deserta?
Libri
a volontà. Racchettoni. Carta e penna per scrivere. E gelati! E un po' di
persone accuratamente selezionate (e che soprattutto sappiano giocare a
racchettoni).
A
chi vorresti dire grazie?
Alla
mia famiglia e a tutti/e gli/le insegnanti che ho avuto l'onore di incontrare
sulla mia strada, dalla scuola materna all’Università all'Accademia. A chi
collabora con me, perchè sono donne insostituibili. E a tutti gli uomini della
mia vita, perché ho potuto affettuosamente dileggiarli sul palco!
Parliamo
un po' di Roma, Chiara. Tu
sei di Latina. Quando sei stato a Roma la prima volta e come ricordi
l’impatto?
Enorme,
brulicante, viva, caotica, affascinante, irresistibile, problematica, piena di
stimoli.
Oltre
a Ostia Lido, dove vivi, hai avuto altre abitazioni romane?
Ho
vissuto per 2 anni nel quartiere africano, poi un anno oltre il ponte delle
valli.
Attualmente
com’è il tuo rapporto con Roma?
Preferisco
Ostia! Ho bisogno del mare e di guardare sempre l'orizzonte : e Ostia è ben
diversa dalle narrazioni pubbliche che se ne costruiscono. Roma è una
meraviglia, ma è anche un ingovernabile macello, quindi sono ben contenta di
dover prendere un trenino per raggiungerla.
C’è
un angolino romano che ami particolarmente?
Troppi
ce ne sono! La Garbatella, il Giardino degli Aranci, il Parco di San Gregorio
(che mi è particolarmente caro perché lì c'è l'Accademia Internazionale di
Teatro, dove ho studiato)... Ma anche Villa Ada, il Borgo di Isola Farnese... E
poi il Borghetto di Ostia Antica, e soprattutto Ostia Ponente, quando finiscono
quegli orridi caseggiati ruba-vista e ti si apre davanti agli occhi il mare.
Cosa
ti manca di Roma quando sei via?
L'aria!
Il profumo della primavera romana. Di Ostia, la salsedine. E quell'allegro,
sfrontato casino che c'è in ogni dove.
Girando
per Roma usi i mezzi pubblici?
Certo.
Qual
è il fascino di Roma?
Il
mix irresistibile tra eternità e caducità.
Cosa
ti dà più fastidio di Roma (esiste una Roma da buttare?)
Da
buttare tutta la gente che non aspetta che chi è dentro la metro sia sceso per
entrare. Da buttare i mezzi pubblici, tutti. Da buttare gli ambienti radical
chic e snob, così come da buttare la tolleranza per i neofascisti.
Nei
momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?
La
risposta è sempre il lungomare.
Per
un’artista Roma cosa rappresenta?
Una
guerra da vincere.