Costanza Miriano
(giornalista e scrittrice) Roma
19.12.2018
Intervista di Gianfranco Gramola
Il tema che mi sta
più a cuore è quello della vita interiore, il come riuscire a vivere
uniti nella fede. Sono contro l’aborto e
l’eutanasia, comunque li chiami sono sempre un incoraggiamento a togliere il
disturbo.
Costanza Miriano è nata a Perugia il 26 ottobre
del 1970. Laureata in lettere classiche all'Università di Perugia, ha poi studiato giornalismo e si è trasferita a Roma, dove ha cominciato a lavorare al Tg3. Ha esordito come scrittrice
nel 2011 con Sposati e sii sottomessa, una raccolta di lettere alle amiche alle prese con
problemi sentimentali e familiari, in cui sostiene la visione cristiana del
matrimonio. L'anno successivo è uscito Sposala e muori per lei, dedicato
questa volta agli uomini, ai mariti delle "spose sottomesse". I due
titoli sono ispirati a un passo della Lettera agli Efesini di San
Paolo (Ef
5,22-33): «Le
mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore [...]
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha
amato la Chiesa e ha
dato se stesso per lei [...]». Entrambi i libri sono poi stati tradotti in
spagnolo, polacco e francese. Sposati e sii sottomessa è diventato un best
seller in
Spagna, dove
è stato pubblicato nell'autunno del 2013 dalla
casa editrice dell'Arcidiocesi di Granada con il titolo Cásate y sé sumisa, provocando
vive polemiche. Il 25 novembre 2013, in occasione della Giornata internazionale
per l'eliminazione della violenza contro le donne, un gruppo di manifestanti ha protestato a Bilbao
strappando dozzine di copertine del libro, mentre alcuni giorni dopo davanti
all'arcivescovado di
Granada è stata inscenata una parodia del "matrimonio sottomesso". Un
video firmato Anonymous ha
attaccato il libro e il ministro della sanità Ana Mato lo ha definito «inappropriato e irrispettoso nei confronti delle donne».
L'arcivescovo Francisco Javier Martìnez Fernàndez ha difeso la pubblicazione, definendo le proteste «ridicole
e ipocrite». Dopo quindici anni al Tg3, passa a occuparsi di informazione
religiosa a Rai Vaticano.
Collabora con Avvenire, Il
Timone, Il
Foglio. È stata membro del comitato "Difendiamo i
Nostri Figli", che figura fra gli organizzatori dei Family Day del 20
giugno 2015 e del 30 gennaio 2016 a
Roma. Nel marzo 2016 ha deciso di uscire dal Comitato. È sposata con Guido
Tombari col quale ha avuto quattro figli, due maschi e due femmine gemelle.
Opere
Sposati
e sii sottomessa, 2011
Sposala e muori per lei,
2012
Obbedire è meglio, 2014
Quando eravamo femmine
2016
Si salvi chi vuole, 2017
Diario di un
soldato semplice (2018)
Intervista
A cosa stai
lavorando Costanza? So che sei molto impegnata.
Sto facendo uno speciale su Rai1 su come si
fa catechismo in Italia. Quindi ho fatto un’ intervista al sacerdote che ha
inventato un format che si chiama “I 10 comandamenti”, un sacerdote che
insegna ai bambini, che è padre Maurizio Botta. Lui ha scritto un libro di
catechismo che è diventato una specie di best seller. Ho inoltre intervistato
un attore che fa dei video social per diffondere la fede con un linguaggio
diverso, moderno. Ma questo non è il grosso dei miei impegni, perché ho una
casa, un marito e quattro figli, quindi capirai quanto ho da fare. Inoltre
dedico tempo per scrivere libri, articoli per il mio blog, incontri in giro per
l’Italia che portano con sé tutta
una serie di relazioni e poi anche le amicizie che nascono. Ora stiamo
organizzando a Roma un raduno di persone che ho incontrato in questi anni e che
hanno letto i miei libri. Faremo degli incontri sul tema della preghiera e della
vita spirituale da vivere quotidianamente da laici. Quindi parleremo con dei
sacerdoti e con una suora. Sto organizzando anche degli incontri con delle
amiche e questo è una parte di lavoro non indifferente. Ho già mille iscritti.
Questo è un breve riassunto di quanto sto facendo ed il
motivi per cui sono sempre super impegnata.
E
del tuo ultimo libro “ Diario di un soldato semplice”, cosa mi dici?
Il
mio ultimo libro in realtà è una raccolta degli articoli del mio blog, che a
mio giudizio sono i più riusciti e i più letti, ai quali ho fatto delle nuove
introduzioni per contestualizzarli anche per fare un po’ posto ad un percorso
che c’è stato e che ha portato anche ai due Family Day. Ho contribuito in
piccola parte alla formazione di un piccolo popolo.
Tu
hai un blog molto seguito. Quali sono i temi che vorresti approfondire
maggiormente?
Il
tema che mi sta più a cuore è quello della vita interiore, il come riuscire a
vivere uniti nella fede. Quindi
vivere da credenti, qualunque cosa si fa, questo è il tema che mi sta più a
cuore. Nel mio blog mi occupo più spesso della parte pubblica della mia
invenzione di fede. Per esempio la difesa della vita e tutto ciò che è sotto
attacco nella nostra cultura dominante, sui giornali, quindi la vita toglie la
vita, dall’inizio alla fine naturale. Sono contro l’aborto
e l’eutanasia, comunque li chiami sono sempre un incoraggiamento a
togliere il disturbo. Sono contro la teoria del gender che imperversa e che nel
giornale di Enrico Mentana occupava una fetta significativa. Sono contro
l’indottrinamento che fanno ai nostri figli nelle scuole, anche per promuovere
e incoraggiare una rivoluzione sessuale che li rende più tristi, più soli, più
poveri.
E’
vero Costanza che grazie ai tuoi libri hai salvato dei matrimoni?
(risata)
Così tante persone mi hanno raccontato. Noi siamo imbevuti di una cultura che
incoraggia la lotta fra uomo e donna, credendo di incoraggiare, secondo me, una
malintesa emancipazione femminile. Incoraggia invece una rivalità fra l’uomo
e la donna, mancando anche il rispetto per le differenze tra l’uomo e la
donna. Io l’ho sperimentato nella mia vita, mio marito è molto diverso da me,
ma questo non è un suo errore o un errore che abbiamo fatto nello sceglierci.
E’ naturale che l’uomo e la donna siano diversi, parlano diverso, pensano in
modo diverso e sono fatti per essere complementari. Tante persone mi hanno detto
che leggendo i miei libri hanno cambiato il loro sguardo sul loro marito. Io ho
un marito che è uguale a tanti altri, sono così gli uomini (risata). Come ti
dicevo prima, è una cosa che prima di tutto ho sperimentato io, perché ho
conosciuto mio marito sul posto di lavoro, abbiamo condiviso tante esperienze
lavorative, dividendoci le cose equamente. Poi sposandoci, vivendo insieme,
condividendo quattro figli, le differenze sono esplose ed è stato difficile
imparare a funzionare insieme e a capire che questa è una ricchezza e non un
errore né mio, né suo.
Nel
libro”Sposala e muori per lei” hai voluto ringraziare Benedetto XVI, Dio e
la Madonna. Deduco che hai un buon rapporto con la fede …
Papa Francesco non era ancora papa quando è
uscito il libro, altrimenti avrei ringraziato anche lui. Si ho un buon rapporto
con la fede, nel senso che le cose che ho scritto sul matrimonio hanno un valore
abbastanza universale, perché è umano. Parlo di uomo e donna e non di credenti
e non. Però sicuramente la mia missione del matrimonio è totalmente basata
sulla fede, anche se, ripeto, le basi antropologiche sono uguali per tutti.
Hai scritto parecchi libri, scrivi sul
tuo blog. Per te scrivere è anche uno sfogo?
Come tutte le donne io vorrei salvare la vita
a tutti. Dentro ad ogni donna c’è una crocerossina. Vorrei che le mie amiche,
le persone a cui voglio bene e che mi seguono, stessero bene. Quando nella mia
vita capisco qualcosa, mi viene voglia di portarlo agli altri, farlo sapere al
prossimo, condividerlo, perché siamo tutte così noi donne, siamo anche un
po’ rompiscatole. La coppia deve cercare di funzionare insieme e quindi la
donna si lascia correggere dall’uomo e viceversa l’uomo dalla donna accoglie
la correzione, se fatta in modo costruttivo, con amore e senza sofferenza.
Parliamo un po’ di Roma. Quando sei
venuta a Roma e come ricordi l’impatto?
Sono venuta a Roma perché ho fatto un
concorso. Sono entrata nella scuola di giornalismo della Rai, che però si trova
a Perugia, che è la mia città natale. Ho cominciato con degli stage, un mese
per volta, e lì per lì ero molto eccitata per la novità. Poi dopo ho
accettato un contratto e mi sono trasferita a Roma, mi sono fidanzata e sposata
prestissimo. L’impatto con Roma devo dire che è stato tragico. E’ avvenuto
nel 1997 e io avevo 26 anni. Dico tragico perché io venivo da una città come
Perugia che è molto ordinata e pulita. Tanto per dirti, davanti alla mia camera
ho un campo di girasoli. E’ una
città piccola e quindi è più ben tenuta e rispettata dai suoi abitanti.
Venendo a vivere a Roma è stata una tragedia e spesso mi sono messa a piangere
per strada. Un po’ per la lontananza da casa, un po’ per la solitudine
iniziale, ma soprattutto per la sporcizia, la puzza, la cacca dei cani sui
marciapiedi, i rifiuti per strada che negli ultimi anni è diventato un problema
enorme. Il fatto di metterci un’ora per andare a lavorare, quindi due ore al
giorno in macchina, nel traffico. Anche imparare a guidare nel traffico di Roma
è stato traumatico. Devo dire che da quando ho avuto il primo figlio, che ora
ha 19 anni, noi in casa entriamo rigorosamente senza scarpe
e se uno di noi ha preso la metro, si cambia perché ha i vestiti
impregnati di un brutto odore. Cerco che lo sporco dell’esterno non entri in
casa. Però Roma ha tanta di quella bellezza che si fa perdonare la sporcizia,
il traffico, il disordine e la maleducazione che non è dei romani, ma di chi
vive a Roma. Se c’è una cosa che posso imputare ai romani è che non si
spostano spesso dai loro quartieri e quindi subiscono solo i disagi di una città
con pochi servizi, pochi mezzi pubblici, poca pulizia e non si godono tante
bellezze di Roma. Noi cerchiamo, almeno una volta alla settimana, di visitare un
museo, una mostra, un monumento per riempirci gli occhi di questa bellezza che
tutto il mondo ci invidia. C’è anche da dire che tutte le manifestazioni e i
cortei si fanno a Roma e quindi noi subiamo tali disagi. Se posso aggiungere una
cosa, per me sarebbe giusto che i musei e tutto quello che è a pagamento,
fossero gratis per i residenti.
Questo perché noi sopportiamo tante cose, tanti disagi e sarebbe giusto, visto
che contribuiamo al bilancio con le tasse, che ci fosse per noi qualche
agevolazione. Ad esempio a Venezia i traghetti sono abbastanza costosi, ma i
veneziani e i residenti li pagano meno, hanno una riduzione. Noi che viviamo a
Roma, paghiamo le nostre belle tasse, sosteniamo tutto il turismo, abbiamo
manifestazioni quasi quotidiane e disagi vari, ma non abbiamo nessuna
agevolazione. Per non parlare delle famiglie numerose. Per noi andare in sei al
museo è veramente un investimento. L’entrata ai musei Vaticani costa 17 euro.
Fai il conto quanto paghiamo noi che siamo in sei.
C’è da chiedere un mutuo. Senti, in
quali zone di Roma hai abitato?
Ho sempre abitato in zona San Giovanni,
tranne una breve parentesi a campo de’ Fiori. All’inizio ero ospite di una
zia in via Labicana, poi sono stata in via Merulana, dove vivevo con una signora
che mi affittava una stanza. Poi, ancora single, mi sono spostata a Campo de’
Fiori e poi mi sono sposata e mi sono trasferita nel quartiere San
Giovanni-Appio Latino, che è il quartiere di mio marito.
Ho letto che sei appassionata di
maratone.
Sono molto appassionata di maratone, ma in
questo periodo non gareggio, perché con i figli non trovo il tempo. Però corro
tutti i giorni.
Qual è il percorso quotidiano?
Di solito mi alleno in zona Caracalla. Una
volta a settimana corro sul lungotevere, perché porto le figlie a catechismo e
quando sono a lezione, ne approfitto per fare
una corsetta. Invece gli altri giorno sono a Caracalla che è il percorso
preferito dai corridori romani, ma quando ho
un pochino più di tempo vado
sull’Appia Antica, che è vicina a casa mia. Faccio le Mura Aureliane, via di
porta San Sebastiano, il Quo Vadis e poi il parco della Caffarella, oppure le
catacombe di San Callisto, di San Sebastiano o Cecilia Metella.
Te la senti di dare un paio di consigli
alla sindaca Raggi?
Si. Se fossi in lei punterei sulla pulizia
delle strade e dando anche multe, perché ci sono molti maleducati in giro per
Roma. Quindi una maggior vigilanza sulla pulizia delle strade, punendo chi
sporca. Il fatto è che se uno vede sporco è incentivato a comportamenti
virtuosi, perché si crea un circolo vizioso. Quando uno va a Lugano e vede
tutto pulito, non gli viene in mente di buttare una carta per terra. Altra cosa
riguarda la viabilità. La sindaca deve farsi consigliare dai romani che vivono
nei quartieri. Per esempio nel mio quartiere ci sono delle scelte di viabilità
veramente demenziali. Da porta Metronia per attraversare una strada, devi fare
un giro di sensi unici di 2 km e mezzo. Ci sono delle assurdità totali che
creano ingorghi.