Cristiana Polegri (musicista e attrice) Sacrofano
(Roma) 19.5.2020
Intervista di Gianfranco Gramola
“Avrei voluto lavorare con alcuni che
purtroppo non ci sono più, come Giorgio Gaber. Da bambina ho visto tutti i suoi
spettacoli e ho tutti i suoi dischi”
Cristiana Polegri, attrice, cantante e
sassofonista è nata a Roma il 21 Giugno 1971. Ha iniziato a studiare il
pianoforte all’età di 10 anni per poi appassionarsi allo studio del sassofono
all’età di diciassette alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma.
Benché si sia laureata a pieni voti in Economia e Commercio non ha mai
abbandonato la passione per la musica e per l’arte in generale che l’ha
portata al conseguimento del diploma di sassofono. Ha studiato canto e
recitazione con Donatella Pandimiglio ed Antonella De Grossi. Allo I.A.L.S. ha
frequentato corsi di danza funky e jazz con Marco Ierva. E’ insegnante di
musica e di sassofono. All’età di 22 anni ha iniziato a lavorare a teatro
come cantante, sassofonista, attrice e ballerina; i suoi lavori più importanti
sono iniziati con le tournee teatrali. Al cinema ha partecipato come attrice e
cantante al film di Antonio Avati “La prima volta”. In televisione ha
collaborato con Carlo Conti ad alcune telepromozioni (Mulino Bianco, Scottex).
Ha inciso come speaker, cantante e sassofonista nelle pubblicità dell’Agip,
Findomestic, Sky, Pril; per sigle e trasmissioni televisive (Beato tra le donne,
Ciao Darwin, Passaparola, Domenica in condotte da Paolo Bonolis, Gerry Scotti ed
Amadeus, ed ha prestato spesso la sua voce a soubrette televisive); colonne
sonore cinema ( Franco Micalizzi, Molinari). Cristiana nel 1998 ha iniziato a
lavorare nelle orchestre televisive come cantante e sassofonista a:
1998
– In bocca al lupo! (2 edizioni)condotto da Carlo Conti;
1999
– Domenica in 2000 con Amadeus;
2000
– Scommettiamo che? con Fabrizio Frizzi;
2000
– Un disco per l’estate con Gerry Scotti;
2001
– Alle falde del Kilimangiaro con Licia Colò
2002
– Operazione trionfo con Miguel Bosè;
2003-
2007– I Raccomandati (4edizioni) con Carlo Conti;
2004 -
Buon compleanno tv con Pippo Baudo;
2004
– Music farm con Amadeus;
2005 -
50 Canzonissime di Sanremo con Carlo Conti;
Buon
pomeriggio con Maurizio Costanzo.
Ha collaborato suonando e cantando in tournee
con numerosi artisti come Mario Biondi, Franco Califano, Stefano Palatresi,
Marco Armani, Little Tony, Marcello Cirillo, Gianluca Terranova, Charlie Cannon,
Barbara Eramo, Carolina Brandes (Omp). Con l’etichetta discografica Via Veneto
Jazz (Emi) è uscito il suo primo album da solista “Bindinjazz”sulla musica
di Umberto Bindi rivisitata in chiave jazzistica.Ha ricevuto il premio speciale
'Roses Choice 2006' presso il Museo internazionale della donna nell'arte di
Scontrone (L’Aquila). È stata ospite del Teatro della Tosse di Genova lo
scorso 24 maggio 2007 in una serata concerto in omaggio a Umberto Bindi "Il
mio concerto". E’ cantautrice e scrive canzoni per sé e per altri.
Intervista
Com’è nata la tua passione per la
musica, Cristiana?
Quando ero piccola, alle scuole elementari,
studiavo musica perché ero molto appassionata alle arti. Mi hanno fatto suonare
la mia armonica, mi hanno fatto cantare e quindi mi hanno trasmesso una grande
passione. Dagli 8 ai 10 anni ho studiato pianoforte e poi per ragioni famigliari
ho smesso di suonare. Però la passione era talmente grande che a 16 anni mi
sono comprata un sax. Ho deciso così, da sola, anche se in realtà, il sax, ho
cominciato a studiarlo più tardi, quando ero già grandicella.
Mi ha incuriosito la scelta del sax e mi
è venuto in mente Maurizio Costanzo, che ama e suona questo strumento.
Lui ha una passione per il sax. Io presentai,
nel 2006, un disco dal titolo “Bimbi in jazz”, con le musiche di Umberto
Bindi. Tra l’altro Costanzo amava particolarmente Bindi e lo aveva anche
ospitato più volte nel suo “Maurizio Costanzo Show” e lo appoggiava, perché
Umberto Bindi è stato un cantautore genovese un po’ scomodo. Si parla degli
anni ’60. Negli ultimi anni è stato dimenticato e Costanzo lo ospitava nel
suo show, anche perché ha vissuto momenti difficili. Io fui invitata alla
presentazione di questo disco, vide che suonavo il sassofono e mi
ingaggiò per lavorare con lui, in un programma che si chiamava “Buon
pomeriggio”.
I tuoi genitori pensavano un futuro
diverso per te?
Certamente, anche perché non ho nessuno in
famiglia che fa questo mestiere. Loro avrebbero voluto che io facessi altro, un
lavoro più sicuro. In realtà io mi sono laureata in
economia e commercio, però poi ho appeso la laurea al chiodo e ho seguito la
mia passione, che era quella della musica e ho dimostrato ai miei genitori che
con la musica si poteva campare, perché ho cominciato subito a lavorare in
teatro e televisione nelle orchestre televisive. Loro in qualche maniera si sono
convinti, anche se ogni tanto ci riprovano a dubitare di questo lavoro che
comunque effettivamente è un mestiere complicato.
Quante ore al giorno dedichi alla musica?
In questo periodo di quarantena tante, perché
sono libera e quindi mi sto dedicando a nuovi progetti musicali. Devo dire che
ascolto tantissima musica e faccio tanti concerti in giro. Studiare però ho
sempre studiato poco, perché sono un pochino pigra.
Hai mai pensato ad un nome d’arte?
Veramente no, dovrei pensarci. Avrei voluto
chiamarmi Zama, che era il nome che mi davo da piccola, perché non riuscivo a
pronunciare la parola Cristiana, che per un bambino piccolo è complicato. Però
al momento non c’ho pensato.
Quali sono le tue ambizioni?
Ne abbiamo tante, tutti quanti. Sicuramente
di fare tanti spettacoli di teatro, fare canzoni che sono la mia passione, suonare
con grandi artisti, avere delle
belle collaborazioni con artisti che stimo. Avrei voluto lavorare con alcuni che
purtroppo non ci sono più, come Giorgio Gaber. Da bambina ho visto tutti i suoi
spettacoli e ho tutti i suoi dischi. E’ un rammarico, ma ero piccola e quindi
non avrei potuto lavorare con lui. Lui mi è sempre piaciuto molto.
Sei cantante, musicista, attrice. In quali
di questo ambienti pensi di dare il meglio o ti senti più a tuo agio?
A dire la verità, non lo so. Diciamo che dal
punto di vista dello studio, mi sento più musicista, perché ho studiato il sax
facendo sia la scuola popolare di Testaccio, che il Conservatorio, da
privatista. Quindi mi sento più legittimata. Però mi sento più a mio agio a
cantare, perché ho sempre cantato, fin da quando ero bambina. Lo strumento ha
una serie di difficoltà tecniche, anche il canto, anche la voce è uno
strumento, però il sax a volte mi fa intimidire. Recitare è l’ultima cosa
perché non sono assolutamente un’attrice, anche se ho fatto teatro. Ho
studiato recitazione, ma non mi
ritengo una vera e propria attrice, direi piuttosto una performer.
Cristiana Polegri con il marito Stefano Fresi
Hai lavorato con molti artisti. Due parole
su Giorgio Albertazzi e un tuo ricordo di Fabrizio Frizzi.
Giorgio Albertazzi mi prese a lavorare con
lui in uno spettacolo dal titolo “Dante legge Albertazzi”, che era uno
spettacolo dove lui recitava dei canti di Dante, tutti completamente a
memoria. Ricordo un momento in cui recitava tutto il Conte Ugolino ed era
bellissimo. Le musiche erano di Marco Di Gennaro ed ero in un trio,
completamente al femminile, formato da Silvia Manco al pianoforte, Federica
Michisanti al contrabbasso e io ero in veste di cantante e sassofonista. Giorgio
era una persona speciale, un grandissimo artista dal quale c’era solo da
apprendere. Rimanevo a bocca aperta ascoltandolo. Fabrizio Frizzi? Che dire, un
amico, una persona solare, un ragazzo come noi. Io ricordo che quando ero
bambina, lo guardavo in tv, mi
sembra che faceva “Bim bum bam”. Poi a “Scommettiamo che” c’ho
lavorato assieme. Fabrizio Frizzi fa parte di quei personaggi, come Pippo Baudo,
che ti sembra di conoscere da sempre, che fanno parte della tua famiglia, uno di
casa. Fabrizio era una persona straordinaria, aveva sempre una parola gentile
per tutti ed era un grande professionista. E’ stata una grande perdita.
Tuo marito l’attore Stefano Fresi,
condivide con te la passione per la musica?
Assolutamente si. Lui è nato come musicista,
è un compositore, pianista e arrangiatore. Anche se adesso è molto impegnato
con il cinema, lui ha un trio teatrale - comico,
dal nome latino “Favete linguis”, che in italiano vuol dire “Stateve
zitti”. Il trio è composto da Stefano, sua sorella Emanuela Fresi e da Toni
Fornari, che è l’ex marito di Emanuela, quindi un
trio famigliare, che tanti anni fa ha vinto il premio Cetra, consegnato
proprio dal Quartetto Cetra, perché loro li ispiravano tantissimo. Stefano come
musicista ha scritto tante musiche per il cinema e per il teatro, poi ha
lavorato tanto in teatro finché è esploso il suo talento come attore.
Come ti ha conquistata tuo marito?
(risata) Mi ha scritto tantissimi messaggi,
sia con il telefonino che cartacei, una corrispondenza di sei mesi, con messaggi
meravigliosi, alla Cyrano De Bergerac. Così mi ha conquistata.
Un tuo sogno artistico?
Vorrei scrivere e comporre un disco di brani
originali, di canzoni, di musica che rimanga nella storia. E’ chiaro che
questo è il sogno di tutti i musicisti. Rimanere nella memoria, perché credo
che l’arte sia questa, cioè poter creare delle cose immortali che rimangano
per sempre.
Ora vivi a Sacrofano, però hai vissuto
anche a Roma.
Io sono di Roma e anche i miei genitori sono
romani. I nonni, no. Ho sempre vissuto a Roma e ho cambiato spesso casa per vari
motivi. Sono una pariolina, perché sono nata alla Farnesina, poi ho vissuto ai
Parioli, dopo di che mi sono trasferita all’Eur, zona Laurentina e poi ho
vissuto in zona Flaminio, quindi
sono tornata a Roma nord, in piazza Mancini. Poi ho conosciuto Stefano e siamo andati a vivere insieme, prima in
affitto, sempre in zona Roma nord, perché i miei genitori vivevano lì e poi
siamo andati a vivere in campagna, perché volevamo far respirare aria buona a
nostro figlio e poi per il nostro mestiere. In campagna si sta meglio, perché
innanzitutto possiamo avere qui uno studio di registrazione tutto per noi, senza
dare fastidio ai vicini di casa e poi perché non abbiamo orari di lavoro
d’ufficio, a parte la scuola di mio figlio che si trova in un posto
strategico, dove non c’è tanto traffico. Così si può vivere tranquillamente
fuori Roma.
Qual è la tua Roma in tre posti diversi?
La mia Roma è la Garbatella, perché tra
Piramide, Garbatella e Testaccio vi ho vissuto tantissimo la mia passione perché
ho frequentato la scuola popolare di musica di Testaccio, quindi in quella zona
c’ho lasciato il cuore. Garbatella mi piace tantissimo come quartiere.
Un’altra zona di Roma che mi piace è quella in cui ho vissuto, cioè Roma
nord. L’Eur non è legato a bei ricordi, perché i miei genitori si
separarono. Io amo molto Ostia Antica. Una volta ho affittato una casa proprio
nel borgo di Ostia Antica e mi sono innamorata di quel posto che sembra
incantato. Un borghetto bello e tra l’altro vi hanno girato anche un video gli
U2, tanto per dire quanto è
particolare.
Cosa ti piace e viceversa di Roma?
Di Roma mi piace quello che è, perché
quando ti alzi la domenica, che non c’è nessuno, vai con la macchina sul
lungotevere e attraversi la città e ti rendi conto di vivere nella città più
bella del mondo. Vedi il Circo Massimo, i Fori Imperiali, il Colosseo e tutte le
sue meraviglie. Quello che non mi piace a volte è la maleducazione. Devo dire
la verità, anche nella zona dove ho vissuto, ci sono famiglie che hanno 4
macchine e parcheggiano in doppia o terza fila, fregandosene degli altri. Quindi
a volte c’è poco senso civico nelle persone. Soprattutto nel traffico, quando
le persone stanno nell’abitacolo, si sentono al sicuro e inveiscono contro gli
altri automobilisti.
Un paio di consigli alla sindaca Raggi?
Anche se sto a Sacrofano, sono di Roma e vivo
la città. Noi qui abbiamo una sindaca ed è molto brava. La sindaca Raggi in
realtà dovrebbe darsi un po’ più da fare, anche se non è facile per lei.
Roma è una città grande, una metropoli, per cui
le hanno detto di tutto alla Raggi. Le hanno dato in mano una Roma già
messa male. Non mi sento di dare consigli alla Raggi, spero solo che si dia da
fare di più, anche con la comunicazione, come tra l’altro fa, usando facebook
e instagram. Non me la sento di parlare male della Raggi.