Cristina
Tassinari (giornalista e presentatrice)
Forlì 5.11.2011
Intervista
di Gianfranco Gramola
Una
generosa e simpatica romagnola, amante della buona cucina e con un sogno nel
cassetto: condurre un programma musicale.
Cristina
Tassinari è nata a Forlì il 7 dicembre (l’anno non si dice, per galanteria).
Cristina debutta in TV come annunciatrice televisiva ma la sua passione per la
musica, in particolare la disco music ed il soul e la vivacità della sua terra
la Romagna, la portano a studiare la "night life" frequentando locali
e discoteche e a trasformare questa sua passione divenendo Art Director in
numerosi locali della riviera romagnola sia per la musica che per il cabaret.
Nel 2003 approda su Tele1 dove dopo aver iniziato come inviata del TG conduce un
programma da lei ideato riguardante l'entertainment, la musica, il gossip e le
tendenze “Un sogno in riviera” e successivamente “Un bacio nella notte”.
Nel 2006 l'approdo a Rai1 dove inizia a collaborare con “Festa italiana” per
passar poi a fare l'inviata per “Occhio alla spesa” sempre a Rai1. A gennaio
2010 il suo volto diventa anche voce con Rai Radio 1 per “Doppio femminile”
assieme a Jo’ Squillo e Maria Teresa Lamberti. La passione innata per la
musica continua a farla da padrona così a giugno 2010 per conto di Rai Radio 1
fa parte della giuria per selezionare le nuove voci che dovranno accedere alla
finale del Festival di Castrocaro in onda su Rai1 durante la quale ha condotto
assieme al collega Gianmaurizio Foderaro la diretta radiofonica del Festival
all'interno della diretta Tv coi collegamenti televisivi. A novembre 2010 per
Rai 2 redige la pagella dei partecipanti ad “X Factor” per conto di Rai
Radio Uno in "Extrafactor”. A dicembre 2010 viene chiamata dal direttore
di Rai Radio Uno Antonio Preziosi a far parte della squadra di Sanremo in
“Attenti a Sanremo” il dopo festival radiofonico condotto da Pupo come
inviata da Sanremo. E' opinionista fissa prima e durante il periodo Sanremese
“Se…a casa di Paola” Rai 1 e a “Mezzogiorno in famiglia” Rai 2.
Partecipa alla finestra Tv di Rai Radio 1 durante la diretta su RAI 1 del
Festival di Sanremo 2011. Ad aprile 2011 presenta la serata
premio"bellissimamente" premio dedicato alle donne di talento in onda
sulle reti Rai. A maggio 2011 conduce la diretta radiofonica su Radio Uno in
contemporanea tv sua Rai 1 di "ciak si canta". Da settembre è
opinionista su “L’Italia sul due” e “La vita in diretta”.
Intervista
Tu
sei giornalista e conduttrice. Mi racconti un po’ i tuoi inizi?
La
mia carriera è iniziata in una emittente regionale che si chiamava Tele 1.
Sono stata presa all’epoca dal direttore della rete, come inviata del Tg, che
feci 20 giorni. Poi il direttore mi ha detto:” Sei sprecata a fare
l’inviata, devo darti un programma da condurre”. E così fu, nel senso che
eravamo in prossimità dell’estate e iniziai a condurre un programma che
riguardava l'intrattenimento, gli eventi della regione, mode e tendenze, musica,
concerti, gossip e contenitori di questo tipo, che si chiamava :”Un sogno in
riviera”.
Com’è
la tua giornata lavorativa “tipo”?
Dipende,
perché è molto variegata. Facendo sia radio che televisione, in più
occupandomi dell’ufficio comunicazione della ASL di Forlì, devo dividermi fra tre
situazioni, nel senso che nella giornata tipo, dipende se devo andare a Roma, a
Milano o dove mi mandano o dove sono ospite. Una cosa è certa, che una giornata
è diversa dall’altra e questo è una cosa che mi caratterizza e soprattutto
mi vede o in una città o in un’altra.
Ma
i tuoi genitori che futuro sognavano per te?
Mio
padre che ho perso che avevo 16 anni, aveva delle grandi ambizioni su di me. Nel
senso che a lui sarebbe piaciuto che io avessi studiato, poi laureata, imparato
le lingue e ad arrivare ad alti livelli. Mia madre invece si accontenta di un
lavoro un po’ più sicuro, che è una cosa che caratterizza tutte le mamme,
tipo un posto fisso, da dipendente pubblico e un lavoro in banca. Un lavoro
rituale, cosa che non ho fatto, perché il mio è un lavoro proprio
all’incontrario.
Che
lavoro fanno i tuoi genitori?
Mio
papa era un dirigente comunale e mia madre faceva la sarta di alta moda, ma
adesso ha smesso.
Sei
sposata?
No!
Sono fidanzata. Lui lavora nella Guardia di Finanza.
Qual'è stata la tua più gran soddisfazione nel campo artistico?
Parto
dal presupposto che ho un legame e un amore fortissimo per la musica. Quindi
intervistare Vasco Rossi, allo scoccare della mezzanotte del capodanno 2005,
sicuramente è stata una grandissima
soddisfazione per me. All’epoca io lavoravo per questa emittente regionale e
sono stata l’unica ad intervistarlo in quell’occasione, perché molte
televisioni, Mediaset e Rai comprese, sono rimaste fuori. Quindi una doppia
soddisfazione.
Le
virtù di un buon giornalista?
Innanzitutto
la curiosità, la passione ed essere imparziali, cioè raccontare la notizia per
come è, non per come la vedo io, ma realmente fare la fotografia di cosa è
successo e non per “quello che si vuole vendere o si vuole comunicare”.
Cosa
hai sacrificato per arrivare al successo?
Un
po’ tutta la mia vita privata, perché poi considera che io partivo da
dipendente pubblica, perché a 20 anni vinsi un concorso in Asl appunto io nasco come dipendente pubblico, perché
a 20 anni lavoravo in Asl e mi sono messa in discussione dopo i
30 anni, quando ho capito che quel lavoro non mi apparteneva. Avevo una
grande passione per la musica, ho organizzato eventi, serate e ho fatto
direzioni artistiche. Da lì ho capito che dovevo fare altro. Quando guardavo
certi programmi in televisione, pensavo che erano quelli che volevo fare io.
Naturalmente da brava dipendente pubblica, allora non sapevo da dove cominciare a lavorare in un ambiente televisivo. Ed è stata
grazie ad una serie di coincidenze, fino a quando ho dato l’esame come
giornalista e questa è stata una grande soddisfazione, anche se ho dovuto spesso rinunciare al
mio privato, la compagnia degli amici, però è la passione che mi traina. Il
punto è solo uno: perché faccio tutto questo? Non per la voglia di apparire,
ma per pura passione. Io sono nata per fare quello.
Quando
non lavori cosa ami fare?
Quando
ho un po’ di tempo libero, amo organizzare degli eventi con gli amici, dove
tutto è all’insegna dell’allegria e della disco music. Ho un fratello D.J.
Poi amo rilassarmi e soprattutto amo la buona tavola e quindi andare alla
scoperta di ristoranti che diano risalto alla tradizione del territorio.
Fai
collezioni?
Collezioni,
no. Diciamo che ho tantissimi vinili, ma non è una collezione vera e propria.
Fai
beneficenza, volontariato, solidarietà?
Io
l’ho fatta finché avevo un po’ più di tempo a disposizione. Ora per via
del lavoro e dei continui
spostamenti, ho sempre meno tempo. Comunque per 10 anni sono stata volontaria in
Croce Rossa. Ad oggi, siccome io sono buddista, un po’ del mio tempo lo dedico
al buddismo.
Il
complimento più bello che hai ricevuto?
Ce
ne sono stati tanti, perché è stata tutta una escalation. Ogni passato ha
avuto un complimento particolare.
Sia da parte rinomate del settore, sia da persone comuni. I complimenti più
belli sono il sentirti dire:”Ce l’hai fatta in quello che hai sempre
creduto”.
Una
tua gaffe? Ne puoi raccontare una spiritosa?
Le
papere sono tante (risata): Non ce n’è una in particolare che ricordo
platealmente. Comunque quando mi accorgo di averne fatta una, mi dico: “Che
cretina”.
Un
tuo sogno artistico?
Di
riuscire a condurre un programma sulla disco music.
Uno
privato?
Di
sposarmi e che il mio matrimonio duri fino all’ultimo dei miei giorni.
A
chi vorresti dire grazie?
A
tutti coloro che hanno creduto in me e mi hanno dato un’opportunità.
Progetti?
Tanti,
perché io sono un vulcano. La notte penso e mi vengono le idee, quindi format
televisivi e altri programmi in televisione
in radio, come sto facendo adesso. Mi piace proseguire su questa strada e
soprattutto riuscire a trasmettere alla gente comune che noi che siamo
dall’altra parte dello schermo, siamo persone come loro, che li dobbiamo
rappresentare e non invece qualcosa da emulare.
Sei
di Forlì. Quando sei venuto a Roma e come ricordi l’impatto?
E’
l’impatto con una grande città e quindi il problema di non sapere come
muoversi. Uno spiazzamento totale. Ancora prima di iniziare a fare questo
mestiere, quando capitai a Roma, andai volutamente a vedere la sede della Rai,
con davanti il famoso cavallo. Chiesi all’autista dell’ autobus come
arrivarci. Una volta sul posto, con un po’ di faccia tosta, tentai di entrare
e chiaramente non mi fecero entrare. Io dissi, di fronte al cavallo della
Rai:” Io qui, prima o poi, ci entrerò”. E così è stato. Agli inizi mi
sentivo spaesata a Roma, ora la mastico benissimo. Se guardo a ritroso sembra
quasi impossibile che abbia fatto tutto questo.
Hai
abitato a Roma?
Casa
fissa, no. Però per periodi di tempi, si. Stavo in zona piazza Verbano, ai
Parioli.
Ti
sei trovata bene con la cucina?
A
Roma si mangia benissimo. Si tende ad ingrassare fra una piadine e pizze
(risata). Poi, sai, già la televisione ti fa due taglie in più e se non stai
attenta ti allarghi veramente.
E
con i romani?
Tutto
bene. Diciamo che all’inizio l’ho trovato un popolo molto aperto, abbastanza
disponibile a darti una mano. Poi dopo alla lunga trovi delle persone che sono
abbastanza pesatine nel loro modo di fare. Però la maggior parte delle persone
che ho conosciuto, hanno un animo generoso.
C’è
un angolo di Roma che ami particolarmente? Se si, perché?
Ti
confesso che non ce n’è uno. Ogni volta che vado a Roma, anche solo girando
in taxi, scopro degli angoli meravigliosi che non ho mai visto, pur facendo la
stessa strada. E ogni volta mi fa sempre lo stesso effetto, cioè mi affascina,
mi incanta quella città.
A
parte il traffico, cosa ti dà fastidio di Roma?
Mi dà
fastidio il rumore de traffico. Quando giri per strada a piedi, senti sempre
questo rumore molto forte come sottofondo. Un rumore che mi dà fastidio e mi fa
venire il mal di testa.
Riassumendo
cos’è per te Roma?
Per
me Roma è la vita. La vita che scorre. Rappresenta la mia città ideale.
Tradiresti
la tua Forlì per andare a vivere a Roma?
Viverci
per sempre, no. Da buona romagnola sono molto ancorata alle mie radici e quindi
non potrei andare a vivere in una città dove non c’è il mare. A Forlì non
c’è il mare, però ce l’ho vicino e d’estate mi trasferisco al mare, però diciamo che mi trasferirei part time a Roma (risata), dal
lunedì al venerdì e il fine settimana nella mia amata Forlì.