Elena Russo (attrice)                            Roma  29.1.2025

                               Intervista di Gianfranco Gramola

“Napoli mi manca. Quando a 20 anni sono andata via, c’erano cumuli di rifiuti, era una città bistrattata in tutto il mondo, era molto denigrata. Oggi Napoli sta vivendo il momento più magico della sua esistenza”

 

Contatti info@elenarusso.eu

Elena Russo nasce a Napoli appassionandosi alla recitazione fin dall’età di sette anni, grazie al padre anch’egli attore.  Comincia la sua carriera come speaker a Roma, ma ben presto affianca Pippo Baudo come conduttrice nel programma televisivo  “Partita Doppia “ e in seguito nel programma “No Limits”.  Ma è nel 1997 che Elena Russo  esordisce al cinema con il film “Finalmente Soli” e da quel momento la sua carriera comincerà un’ascesa senza battuta d’arresto fino ad oggi. E’ stata protagonista di fiction  televisive  e ruoli importanti nelle famose serie “Elisa di Rivombrosa, Orgoglio, Furore, Don Matteo e il Maresciallo Rocca” e al cinema con il famosissimo “Baaìra” di Giuseppe Tornatore dove affianca attori di calibro come Beppe Fiorello, Leo Gullotta e Monica Bellucci. E’ conosciuta soprattutto sul piccolo schermo per i suoi personaggi ironici e schietti dove riesce a calarsi abilmente in ruoli drammatici. Biografia più dettagliata nel sito www.elenarusso.eu 

Intervista

Elena, è vero che a 7 anni avevi già in mente che volevi fare l’attrice?

Si, perché mio papà faceva l’attore e sicuramente ho ereditato questa passione da lui.

I tuoi genitori ti hanno incoraggiata nella tua scelta artistica o avevano in mente un futuro diverso per te? 

Mia madre non voleva che anche la figlia facesse l’attrice, ma sai, buon sangue non mente.

Con quali artisti di riferimento sei cresciuta?

Io ricordo quel settimanale che si chiamava Novella 2000 dove all’interno c’erano due pagine con le foto delle dive famose, come Marilyn Monroe, Rita Hayworth, Liz Taylor e tante altre. Io sono cresciuta con i divi holliwoodiani, ma l’unico punto di riferimento per me è sempre stata Sofia Loren, napoletana come me e poi amavo pazzamente Vittorio De Sica. Loro due sono stati i miei attori di riferimento.

Per lavorare nello spettacolo, a 20 anni hai dovuto lasciare Napoli per venire a Roma. In quale quartiere ti sei stabilita?

Le prime volte che venivo a Roma, non potevo permettermi di alloggiare in città perché costava tantissimo e non potevo permettermelo. Quindi venivo a Roma, facevo il provino e poi la sera tornavo a Napoli. Poi, quando ho iniziato a lavorare e ho potuto permettermelo, sono andata a vivere sull’Appia Antica, molto vicina ai Fori Imperiali. E’ una via che ti può portare anche a Napoli per quanto è lunga.

Prima di dedicarti al mondo dello spettacolo, hai fatto altri lavori?

Io ho iniziato proprio giovanissima, avevo 12-13 anni e per arrotondare e portare a casa dei soldini, facevo i campionari negli studi di rappresentanza, come mannequin. Poi pian piano ho fatto qualche sfilata come modella e poi la fotomodella. Ho poi iniziato facendo la presentatrice, perché per fare l’attrice devi avere i soldi perché la carriera dell’attrice si costruisce  sui no, non sui si, quindi io che non potevo permettermi tutti questi soldi, ho cominciato facendo la radio in Rai, poi la valletta a canale 5 in un  programma che si chiamava “Cos’è cos’è” con Jocelyn e ho fatto una serie di cose, finché mi sono fidanzata con un bravissimo direttore della fotografia che si chiama Maurizio Calvesi e con lui ho capito veramente che cosa volesse dire questo lavoro. Io pensavo che il direttore della fotografia fosse uno che doveva cambiare una lampadina (risata), ero talmente bambina e non ne capivo niente. Invece poi ho imparato la gerarchia, i vari ruoli, le mansioni e mi sono messa di nascosto per sentire gli attori come recitavano. Per me Maurizio è stato il mio salto di qualità.

Il mondo dello spettacolo era come te lo immaginavi o hai avuto qualche delusione?

Per le persone che hanno un’anima sensibile e che hanno come priorità l’anima, soffriranno sempre in un mondo fatto soprattutto di convenienza e di calcoli. Senza parlare male di nessuno, è proprio il mondo che va così, non solo quello dello spettacolo.

Hai lavorato con tantissimi attori. Un tuo ricordo di Monica Bellucci e di Vincenzo Salemme.

Ho avuto il piacere di lavorare anche con Neri Marcorè, con Giancarlo Giannini e molto altri attori. Monica Bellucci era nel film “Baarìa” di Giuseppe Tornatore ma non ci siamo mai incontrate nello stesso giorno di lavoro. L’ho incontrata andando a fare i provini e quando vedevo Monica Bellucci e Nathalie Caldonazzo, io me ne andavo perché le consideravo più belle di me dal punto di vista estetico. Io sono sempre stata una bella ragazza, però in loro vedevo uno stile diverso, anche nel sapersi vestire e nel muoversi, avevano un corpo magrissimo, io invece sono sempre stata molto formosa, molto mediterranea e quando le vedevo ai provini, me ne andavo. Monica Bellucci è una delle donne più belle che abbiamo nel mondo, come Ava Gardner. Per me ci sono delle persone che sono al di sopra della normalità in fatto di bellezza. Vincenzo Salemme è un attore completo, un grande talento, perché sa scrivere, sa dirigere e sa recitare. Ed è anche molto generoso.

E’ vero che Maurizio Costanzo ti consigliò di specializzarti in ruoli comici?

Si, devo dire che questo consiglio mi incitò molto, sono molto brava nei ruoli comici.

Però hai recitato spesso in ruoli drammatici.

Io devo tutto ai ruoli drammatici. Ho recitato nelle fiction più famose dove il melò, il melodramma, ha regnato sovrano. Vedi “Onore e rispetto”, “Furore” nel ruolo di Sofia Fiore. Sono tutti ruoli drammatici.

Rivedi i tuoi film? Sei autocritica?

Sono autocritica e quindi preferisco non vederli.

L’ironia fa parte del tuo carattere?

Si, fa parte di tutti noi napoletani. L’ironia è assolutamente alla base della nostra quotidianità.

Fra colleghe hai notato più complicità o competizione?

Purtroppo si fa molta fatica a vivere la complicità, ma non solo nel mondo dello spettacolo, nel mondo in generale. Però mai dire mai. Io sono nata con la complicità inserita nell’organismo, perché ho due fratelli più piccoli, quindi sono stata programmata  fin dalla tenera età ad occuparmi di loro. Fa parte del tuo carattere l’essere altruista o egoista. Il mio è altruismo puro.

Sei scaramantica?

Una volta si, adesso solo se vedo più segnali. Se vedo un gatto nero, mi fermo un attimo, perché è una cosa napoletana che mi scorre nelle vene, ma poi proseguo il cammino. Ma se nella stessa giornata dovessi vedere un gatto nero,  un albero che cade e cose del genere, io dico: “E’ meglio se vado a casa che sto meglio”. Meglio prevenire che curare (risata).

Sei una bella donna. Hai mai avuto dei fan un po’ invadenti, fastidiosi?

Io ce l’ho sempre avuti, però non fan ma corteggiatori invadenti. Io sono molto fortunata, sui social ci sono dei commenti che sono strabilianti e ogni volta mi commuovo quando li leggo.

La dichiarazione d’amore più divertente e simpatica che hai avuto?

Corteggiatori divertenti non ne ho mai avuti. Ho sempre avuto persone ossessionate di dovermi avere. Una ossessione quasi patologica.

Hai mai lavorato per solidarietà, per beneficenza?

Certo. I cortometraggi io li ho fatti gratuitamente. Ho fatto molte cose per beneficenza.

Tre aggettivi per definirti?

Non ce li dovremmo dire noi, comunque sono simpatica, solare e buona. Fondamentalmente sono buona però quando mi offendono io mi devo difendere Gianfranco.

Oltre al lavoro curi delle passioni nella vita?

Si, da 10 anni ho scoperto la meditazione e mi ha cambiato la vita. Sono una donna che medita molto, faccio yoga, faccio seminari di corsi di crescita personale e recitazione.

Ora che vivi a Roma, cosa ti manca della tua Napoli?

Napoli mi manca Gianfranco. Quando sono andata via, c’erano cumuli di rifiuti, era una città bistrattata in tutto il mondo, era molto denigrata. Oggi Napoli sta vivendo il momento più magico della sua esistenza. Diciamo che adesso Napoli va di moda, “si porta” come si dice dalle mie parti. Io un paio di volte al mese vado a Napoli. Roma è una città che ringrazierò per tutta la vita, perché è una città che mi ha adottata e mi ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno. Quando sono a Napoli non posso fermare una piccola accelerata di battito cardiaco, non posso fermare un entusiasmo in più, di fronte  ad un mio concittadino che mi ricorda la nostra napoletanità. Quello non lo posso fare perché scorre nelle mie vene, nel mio sangue.

Le tue radici napoletane quanto hanno contato nella tua carriera?

Tutto. Non sarei stata quella che sono se non fossi stata napoletana. Io ho portato la napoletanità quando non andava di moda, quando mi dicevano che non mi avrebbero scelta perché non mi capivano, che c’era bisogno del traduttore per capire la mia napoletanità. Invece io sto portando la mia napoletanità così, come sto parlando con te Gianfranco, in italiano perfetto però ogni tanto ci butto una parola in napoletano. Invece io ho insistito tanto ed è stata la mia fortuna.

Com’è il tuo rapporto con la cucina romana?

Buono. Qui sono bravissimi a cucinare, anche se io ho un modo tutto mio di mangiare. Prima mangiavo solo cose della cucina fortemente napoletana che assomiglia a quella romana e come tutte le cucine quando vuoi  cucinare grasso e saporito, è pesante. Ora anche quando vado al ristirante, mangio sano e cose genuine.

Sei uno buona cuoca? Che voto ti dai da uno a dieci?

Come cuoca me la cavicchio (risata). Come cuoca mi do un bel 7, però a casa mia sono tutti da 10 e lode.

Il tuo rapporto con il denaro?

Sono parsimoniosa, perché vengo da una famiglia povera, quindi ho dovuto sempre gestire i soldi. Ma sono anche molto generosa, però evito gli sprechi, non li sopporto proprio. 

Il tuo rapporto con la fede?

La mia vita parte dalla fede. Ho una grande fede in Gesù, è il mio punto di riferimento, la mia centralità che però poi ho approfondito con la meditazione. Prima ero più frequentatrice delle chiese, adesso con tutto l’amore del mondo, non riesco a capire certi sermoni,  ma ciò non toglie che la mia fede in Gesù rimane la stessa.

Sei devota a qualche santo?

Si, a santa Rita e a sant’Antonio.

Di cosa hai bisogno per essere felice?

Per stare bene avrei voglia di un amore, un attico sui tetti di Roma o a picco sul mare e di vincere un Oscar. Io così penso di essere felice.

Chi non lo sarebbe?

Non  è vero Gianfranco, perché tante persone non lo sanno cos’è la felicità. Conosco  tanta gente che ha molto soldi, hanno tante fortune, ma sono sempre tristi. Io invece sono sempre gioiosa, solare e tutte le volte che entro in un posto porto sempre il buonumore e ho un’energia nella gioia. Ho fatto un lavoro con me stessa perché io fino a 15 anni fa avevo alti e bassi, perché la precarietà di questo lavoro mi portava a dei continui cali di umore. La società ti vuole così, la società ci vuole controllare, governare e quindi tu devi stare male perché devi fare sempre più cose. Invece io oggi so cosa vuol dire cos’è la felicità, non tutti lo sanno.

Come affronti il 2025?

Te l’ho detto mò che tengo la gioia (risata).

Leggendo i giornali tra guerre, femminicidi, scandali, ecc … c’è poco da stare allegri.

Se la domanda è come reagisco di fronte alle brutture del mondo, ti dico che io prego moltissimo per loro, perché siamo tutti collegati. Siamo convinti che il problema sta là e noi siamo fuori dal problema, che non ci riguarda, ma non è così, perché noi siamo nel problema. Certo non come loro che lo vivono in prima persona, che sono  sottoposti a delle torture, alcuni di loro subiscono delle atrocità pazzesche, fuori dal normale. L’altro giorno hanno portato avanti la legge che i bambini in Iraq si possono sposare a 9 anni. Assurdo. Poi le guerre … Ci sono tante cose assurde che a volte ti chiedi in che cacchio di mondo viviamo. Per me i governatori che danno l’ok alle guerre e alle bombe atomiche, sono persone che non dovrebbero esistere. Però che fai? Preghi affinché ci sia una giustizia, cioè no alle guerre, no più cose violente.

Progetti, ambizioni?

Io sono piena di progetti e ambizioni, alcune vanno in porto, alcune no. In  questo momento sto girando l’Italia con un  cortometraggio, un piccolo film, che va per i festival. Ora sono concentrata su questo progetto, spero di poterti dare qualche altra news più avanti.